di:Paolo Sizzi
In questi giorni,
il popolo britannico ha democraticamente espresso il suo volere
bocciando la presenza del Regno Unito nell’accozzaglia euro-atlantica
denominata “Unione Europea”, dando un sonoro schiaffo in faccia a tutte
quelle minoranze plutocratiche parassitarie che campano come zecche
sulle spalle della gente comune. La maggior parte dei votanti ha optato
per la cosiddetta Brexit e come prevedibile, se da una parte i
patrioti europei hanno plaudito all’esito referendario dall’altra i
tromboni eurofili hanno gridato allo scandalo e all’abominio.
Siamo proprio in uno di quei casi in cui
il semicolto borghese, che sente di avere la verità in tasca perché
pende dalle labbra di chi ha vinto l’ultimo conflitto, pur campando (a
sua detta) di democrazia e libertà manifesta tutto il suo piccato sdegno
da saccente contro il Popolo ancorché, democraticamente, si esprima
contro qualcosa che occupa uno spazio di primo piano nel pantheon del microcosmo radical; la
democrazia, per lorsignori, ha senso solo quando fa l’interesse dei
ricchi, dei banchieri, dei burocrati e dei tecnocrati, delle logge
borghesi animate dal perverso spirito antinazionale del mondialismo,
quando insomma premia quell’odioso internazionalismo apolide che
costituisce la preziosissima assicurazione sulla vita della plutocrazia.