di:Paolo Sizzi
In questi giorni,
il popolo britannico ha democraticamente espresso il suo volere
bocciando la presenza del Regno Unito nell’accozzaglia euro-atlantica
denominata “Unione Europea”, dando un sonoro schiaffo in faccia a tutte
quelle minoranze plutocratiche parassitarie che campano come zecche
sulle spalle della gente comune. La maggior parte dei votanti ha optato
per la cosiddetta Brexit e come prevedibile, se da una parte i
patrioti europei hanno plaudito all’esito referendario dall’altra i
tromboni eurofili hanno gridato allo scandalo e all’abominio.
Siamo proprio in uno di quei casi in cui
il semicolto borghese, che sente di avere la verità in tasca perché
pende dalle labbra di chi ha vinto l’ultimo conflitto, pur campando (a
sua detta) di democrazia e libertà manifesta tutto il suo piccato sdegno
da saccente contro il Popolo ancorché, democraticamente, si esprima
contro qualcosa che occupa uno spazio di primo piano nel pantheon del microcosmo radical; la
democrazia, per lorsignori, ha senso solo quando fa l’interesse dei
ricchi, dei banchieri, dei burocrati e dei tecnocrati, delle logge
borghesi animate dal perverso spirito antinazionale del mondialismo,
quando insomma premia quell’odioso internazionalismo apolide che
costituisce la preziosissima assicurazione sulla vita della plutocrazia.
Stiamo assistendo infatti alle iraconde
sceneggiate di tutti quelli che costruiscono le proprie fortune
sull’europeismo di cartapesta targato Bruxelles (che non è altro che
un’appendice dell’atlantismo nordamericano anti-europeo), dallo studente
della generazione Erasmus al pennivendolo itaglione medio, dai
cattedratici che sputano sulla plebe perché becera e reazionaria ai
politicanti in giacca e cravatta che amano servire gli interessi degli
intoccabili padroni d’oltreoceano, dai masochisti che adorano farsi
prendere a calci in faccia da Germania e Francia agli inguaribili
antifascisti al caviale. Tutti questi tristissimi personaggi, utili
idioti schiavizzati ma col sorriso sulla faccia perché il borsello è
pieno, sono accomunati dall’odio classista per la gente comune, per i
poveri, per le fasce più umili e svantaggiate, per contadini e operai,
per gli anziani, per gli indigeni arrabbiati perennemente sbeffeggiati
dai semicolti in quanto terreno fertile per populismi e
“fascio-leghismi”. E credo si renda conto chiunque di come parlare oggi
di fascismi in un’Europa completamente antifascista non solo sia
ridicolo ma anche vantaggioso per chi mantiene lo status quo euro-atlantico,
e che avverte tutta la pericolosità dei movimenti identitari e
patriottici in quanto rischiano seriamente di risvegliare sopite
coscienze e rompere le uova nel paniere ai vari parassiti succitati.
Stiamo assistendo alla fiera degli
sputasentenze liberal-democratici e social-democratici imbizzarriti
contro i “poveri ignoranti” del popolaccio bue: Saviano, Gad Lerner,
Severgnini, i farseschi giornaletti di regime esterofili, i sindaci
piddini, i democratici a targhe alterne, e tutto il variegato mondo
unipolare che pur dicendosi dalla parte della diversità è in realtà
appiattito sul grigiore borghese e conformistico del sistema-mondo. Ma
guardateli, quanto sono patetici e ridicoli nel loro goffo odio per il
popolo sovrano, quello stesso popolo che viene benedetto quando premia
robaccia come il Pd ma che prontamente si ritrova bersagliato da anatemi
salottieri quando invece si ribella alle istanze dell’Occidente
cosmopolita, internazionalista, apolide, antifascista. Ce n’è per tutti i
gusti, e ci sono persino i “comunisti” del 2000 dalle spiccate simpatie
neomarxiste che si masturbano con l’equazione fascismo = capitalismo,
senza rendersi conto (o forse sì) che c’era più socialismo nella RSI che
in tutti i loro bacati cervelli da burattini manovrati dalle élite.
Questi qui ci rompono l’anima ogni giorno col fantomatico ritorno del
nazifascismo, ma una parola contro la vera dittatura del pensiero unico,
che è quella capitalista, non la spendono mai. D’altronde, questi finti
rivoluzionari ben vestiti non sono altro che una miserevole rotella
dell’ingranaggio su cui si fonda il sistema plasmato dalle grinfie degli
Alleati.
L’Unione Europea è un apparato
burocratico e finanziocratico, senza alcuna valenza identitaria o
seriamente sociale e comunitaria, voluto da pochissimi a scapito di
moltissimi e ovviamente alle dipendenze dell’imperialismo americano, che
la usa contro la Russia, la Cina e il Medioriente sovranista. Fa gli
interessi dei potenti e degli arroganti, non certo dei più deboli e dei
popoli europei, anche perché non da nazioni ma da stati è costituita,
sottomessi al volere sostanzialmente dei Tedeschi (o di quel che ne
rimane) e dei loro fidi cagnolini Francesi (stesso discorso, anzi,
peggio ancora). Stati appiattiti sulla linea franco-tedesca e
costantemente ricattati dai dispotismi bancari e usurocratici, dove
l’invenzione dell’euro rappresenta la ciliegina sulla torta della
standardizzazione occidentalista degli Europei imprigionati da questa
fosca gabbia globalista. Uno staterello-colonia come l’italietta
repubblicana attuale vieta persino ai suoi cittadini di esprimersi
democraticamente sui trattati internazionali: ma che importa? Ciò che
conta è continuare a demonizzare l’inesistente fantasma di ritorno dei
fascismi per far guardare da un’altra parte il popolino e distogliere
così l’attenzione dalle ruberie e le angherie quotidiane che provengono dal capitalismo distruttore e dal suo degno vassallo costituito
dall’antifascismo al caviale.
Va da sé che per spezzare la dittatura
del libero mercato e del grande capitale si debba promuovere
l’etnonazionalismo e la liberazione dei popoli europei dal giogo di
Eurolandia, al fine di riavvicinarci alla Russia (che è Europa) e di
promuovere una confederazione “imperiale” tra tutte le vere nazioni del
Continente, con sagge alleanze all’interno dello scacchiere eurasiatico.
Peraltro, la totale inutilità della UE si può anche notare
nell’appoggio ai vari nazi (caricaturali, si capisce; i
nazionalsocialisti erano una cosa, i nazisti un’altra) dell’Europa
orientale, come quelli ucraini, in funzione anti-russa, mentre qui ad
occidente si fa di tutto e di più per stroncare il rinascere di
sentimenti bollati come “fascistoidi”.
Nel circo europeista c’è spazio anche per
il parassitismo antinazionale degli indipendentisti scozzesi che
strizza l’occhiolino al Benelux pur di dar contro agli Inglesi
euroscettici, e cioè di accoltellare quelli che sono fratelli essendo
etno-culturalmente piuttosto omogenei (altro che Nord e Sud Italia). Ma
si sa, come nella stragrande maggioranza dei casi, i separatismi siano
delle misere bandierine progressiste e antifasciste nelle mani di lacchè
del sistema e non abbiano nulla a che fare coi nazionalismi. Lo stesso Scottish National Party è una fazione di progressisti arrabbiati che più che all’etnia scozzese pensano a gay pride e diritti dei migranti, o femminismo.
Tutti questi esecrandi figuri nominati
contribuiscono alla esiziale confusione terminologica tra l’Europa e
l’Unione Europea, quando in realtà la seconda è esattamente la negazione
della plurimillenaria Civiltà continentale. Ventiquattro anni di
tecnocrazia nordeuropea vorrebbero soppiantare i millenni di storia,
cultura, civiltà, glorie, orgogli etnici e nazionali dei vari popoli
d’Europa, il tutto per fare un favore agli Stati Uniti e sottomettersi
alla NATO; un panno blu stellato vorrebbe sostituire, e magari
occultare, la solare identità indogermanica virile e guerriera che ha
plasmato l’animo dei Caucasoidi europidi, detentori di una Civiltà senza
eguali. Spiace per i piagnoni euro-atlantici e filo-americani con la
puzza sotto al naso verso il rustico sentimento patriottico degli umili,
ma i Britannici hanno preferito la propria comunità etnica agli
artifici burocratici di chi vive grazie all’odio per le radici, con
buona pace degli apolidi e meticci di Londra, moderna babilonia di
cemento culla di ogni disvalore globalizzato e calamita per i viziosi di
mezzo mondo.
Il Sangue viene prima degli interessi
economici, il Suolo viene prima dei trattati di carta ed inchiostro, lo
Spirito viene prima di certa ipocrita retorica umanitaria che non è
altro che una fregatura ai danni di chi tira la carretta e porta sul
groppone coloro che campano pontificando, con le altrui terga, di pace,
amore, fratellanza, uguaglianza e altro ciarpame per sentimentali dalle
tasche gonfie di danari.
Con buona pace di chi auspica patentini
per votare secondo i dettami graditi ai Soros, l’Inghilterra ha espresso
il suo deflagrante parere anti-regime e la speranza è che ora vi sia un
risveglio identitario di coscienza anche in tutti gli altri popoli
d’Europa. La fratellanza tra Europei è doverosa, soprattutto in tempi di
mondialismo e di terrorismo imperialista israelo-americano, ma se non
si capisce che l’Unione Europea con i patriottici cameratismi non ha
nulla a che vedere si rischia seriamente di naufragare tutti assieme,
sulla medesima bagnarola stellata alla deriva nei tempestosi mari della
globalizzazione, invece di riprendersi il proprio futuro e optare per
una saggia alleanza eurussa dove finalmente in cima agli interessi
politici vi sia il vero benessere nazionale e sociale delle nostre
patrie.
Ave Italia!
Fonte
Questo articolo è dettagliato e veritiero, evidentemente la mano sapiente che lo ha redatto WW, però, non potrà dimenticare come reagiscono ed hanno reagito e senza voler essere menagramo reagiranno sicuramente gli israelo-statunitensi, o meglio le loro cosiddette intelligences, a cotali affronti....la strage di Bologna, frettolosamente bollata come di stampo eversivo di estrema destra, altro non fu che rappresaglia ai danni di una Italia dura di orecchie a quei tempi!! Ma il terrore non credo che possa più in questo tempo fermare nulla, soprattutto un mondo talmente disincantato e si badi bene, così creato da "loro" con tutti gli artifizi che ben conosciamo fin dalla più tenera età!!!Eh sì, credo che mai come oggi " è giunto il momento delle decisioni storiche, irrevocabili!...Ne saremo noi tutti degni?" Lucio Astarti
RispondiElimina« Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. »
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