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mercoledì 18 dicembre 2019

La Francia in rivolta , è solo l'inizio



di: Luciano Lago

Dalla Francia arriva un segnale che scuote l’Europa prostrata ai dogmi del capitalismo finanziario e delle oligarchie di Bruxelles.
Contrariamente a quello che può sembrare, le motivazioni della rivolta di massa della popolazione francese, scesa in piazza contro il governo e che sta bloccando il paese con uno sciopero generale che, da oltre una settimana, sta paralizzando la Francia, non sono così banali come i commentatori dei media del sistema vorrebbero far apparire.


lunedì 25 novembre 2019

Parigi è zona di guerra ma i media di regime lo nascondono



Le scene che si ripetono a Parigi sono quelle di una rivolta e di una città in preda alla guerriglia urbana, con la polizia incattivita che spara proiettili dall’effetto devastante e i dimostranti, i “gilet gialli” che rispondono tirando pietre e alzando barricate. 

martedì 19 febbraio 2019

Notte di caos a Ferrara in preda delle bande nigeriane



di: Luciano Lago


Quello che è accaduto ieri a Ferrara è lo specchio di quanto si sta verificando in varie città italiane, da Torino a Castel Volturno passando per zone di Roma, di Napoli, di Macerata e di Catania, dove la mafia nigeriana organizzata ha preso il controllo militare del territorio ed esercita liberamente le sue lucrose attività di spaccio di droga, di racket della prostituzione e di commerci illegali.

venerdì 7 dicembre 2018

I Gilet gialli pronti all’assedio di Parigi. L’Eliseo teme il colpo di Stato



Parigi, 7 dic – La tensione è salita alle stelle. In vista di domani, infatti, i gilet gialli hanno chiamato la quarta mobilitazione. Che viene presentata e percepita da molti come l’«assalto finale» per ottenere le dimissioni di Marcon. Viste le violenze che si sono susseguite nei giorni scorsi, il governo ha predisposto lo spiegamento di circa 89mila poliziotti, 8mila nella sola Parigi. La capitale, infatti, è la più a rischio. Domani la città sarà blindata: chiuso il Louvre, chiusa la Torre Eiffel, chiusi numerosi altri musei, negozi con le saracinesche abbassate, banche transennate.

martedì 4 dicembre 2018

I gilet gialli? Il popolo comincia a svegliarsi dopo tanti soprusi


di:Alain de Benoist

Alain de Benoist, la Francia, da una decina di giorni, vive l’era dei gilet gialli, e i commenti sono già numerosi. Fuoco di paglia o onda di fondo? Nuova fronda? Nuova rivolta contadina? Qual è il suo sentimento?

“Cinque anni fa, all’incirca negli stessi giorni, il 23 novembre 2013, mi avevi chiesto del movimento dei berretti rossi. Ho quindi richiamato la vostra attenzione sul fatto che “tutte le proteste o rivolte di una certa portata a cui stiamo assistendo oggi vengono create ai margini o lontano dai partiti e dai sindacati, che non sono affatto ovviamente più capaci di incarnare o trasmettere le aspirazioni della gente”.

martedì 27 novembre 2018

I gilet gialli e la tirannia degli usurai




di: Roberto Pecchioli

Prosegue la protesta degli automobilisti francesi che invadono Parigi con i loro giubbotti gialli, simbolo della collera incubata da almeno un anno, maturata con il passaparola in rete fino all’occupazione dei centri nevralgici della Francia. Macron si indigna e dispone la dura repressione della polizia, ma il movimento ha buone ragioni, molti sostenitori, nemici potenti e un convitato di pietra, l’Unione Europea. Il motivo del contendere sembra modesto, a uno sguardo superficiale. 

mercoledì 9 maggio 2018

la sopraffazione e la competizione come insegna il potere


di: Roberto Pecchioli

Alcuni mesi fa chi scrive chiese a una ragazza della quarta ragioneria, già due volte bocciata, come procedessero gli studi, specialmente nelle materie per lei più ostiche, matematica e francese. Rispose che tutta andava benissimo, poiché “le prof. hanno capito chi comanda.” Sarà per questo che non ci stupisce – né in fondo ci indigna troppo – l’ondata di violenza abbattutasi negli ultimi mesi sugli insegnanti.

 Inutile e carente per difetto enumerare gli episodi diffusi da Nord a Sud dello Stivale, alcuni davvero disgustosi. Per soprammercato, occorre dare conto delle aggressioni – fisiche e verbali- di diversi genitori ad insegnanti rei di non trattare come principini i loro beniamini e eredi, nonché l’alluvione di cause civili e amministrative per opporsi a bocciature, cattivi voti e perfino bei voti, ma inferiori alle aspettative. Nessuno stupore, nessuna indignazione a comando. Solo le gonne strappate di migliaia di vestali meravigliate. Ma come, pensano, si ribellano proprio a noi, tanto amichevoli, tolleranti, permissivi/e, democratici!

lunedì 24 ottobre 2016

In America alta tensione per le elezioni, rischio brogli elettorali con rivolte e conseguente legge marziale





Da un pò di tempo, molti media, in specie nella sfera alternativa nordamericana, vanno allertando circa il verificarsi di un qualche fattore detonante che potrebbe portare alla instaurazione della “Legge Marziale”negli USA.
 
In questo articolo forniamo delle informazioni a riguardo che vanno prese con molta cautela, visto che le notizie che pubblichiamo arrivano da fonti che potrebbero essere interessate a creare un determinato stato di attesa nell’opinione publica e che a volte hanno un carattere di sensazionalismo voluto.


mercoledì 17 febbraio 2016

In Grecia finirà nel sangue, Il prezzo della libertà sarà ancora una volta questo



Continua il poco spazio dato dai media, forse per paure di un effetto emulativo, alla reale situazione in Grecia dove da alcuni giorni la rivolta è ormai esplosa.

Circa sei ore fa Rai news ha dato un interessante aggiornamento. Nella sostanza i blocchi stradali degli agricoltori che protestano contro l’austerità tagliano letteralmente in due il paese. L’autostrada principale che corre dal nord al sud della Grecia è quasi interamente paralizzata. La rivolta, la sacrosanta rivolta del popolo greco, non solo continua ma diventa più intensa di ora in ora. Vi sono poi molti altri blocchi in provincia e ai valichi di confine con Bulgaria, Albania e Macedonia.

martedì 2 dicembre 2014

Siamo in guerra,una guerra silenziosa contro tutti noi









In questo momento, i giornalisti televisivi stanno battendo i tamburi del solito circo mediatico, cominciando a sfornare delle percentuali senza senso, relative ai risultati elettorali delle elezioni regionali. Senza senso perché, anche se il dato è stato ovviamente rilevato, forse non ci si rende ancora conto di che cosa sia veramente successo, e che cosa veramente significhi.

Forse non abbiamo ancora toccato il fondo, purtroppo, ma questi supposti politici, hanno capito che dovrebbero andarsene? Hanno realizzato che non hanno uno straccio di consenso popolare? Pare di no, visto che sono già lì a dire che ha vinto questo, perso quell’altro, che uno è in calo, l’altro in crescita… il solito tragico balletto sulla pelle degli italiani.