di: Roberto Pecchioli
Alcuni mesi fa chi scrive chiese a una
ragazza della quarta ragioneria, già due volte bocciata, come
procedessero gli studi, specialmente nelle materie per lei più ostiche,
matematica e francese. Rispose che tutta andava benissimo, poiché “le
prof. hanno capito chi comanda.” Sarà per questo che non ci stupisce –
né in fondo ci indigna troppo – l’ondata di violenza abbattutasi negli
ultimi mesi sugli insegnanti.
Inutile e carente per difetto enumerare
gli episodi diffusi da Nord a Sud dello Stivale, alcuni davvero
disgustosi. Per soprammercato, occorre dare conto delle aggressioni –
fisiche e verbali- di diversi genitori ad insegnanti rei di non trattare
come principini i loro beniamini e eredi, nonché l’alluvione di cause
civili e amministrative per opporsi a bocciature, cattivi voti e perfino
bei voti, ma inferiori alle aspettative. Nessuno stupore, nessuna
indignazione a comando. Solo le gonne strappate di migliaia di vestali
meravigliate. Ma come, pensano, si ribellano proprio a noi, tanto
amichevoli, tolleranti, permissivi/e, democratici!