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venerdì 14 dicembre 2018

La grande Trappola per i popoli d’Europa



nota personale:

Il sistema non va riformato, questo sistema va attacato frontalmente, messo all'angolo e annientato senza pietà, qualsiasi tipo di riforma dall'interno o che si metta a proporre sterili
discussioni è solo un tentativo di allungare la vita di un sistema che comunque sta gia cadendo a pezzi.
In uno stato di predazione continua da parte della finanza internazionale a danno dei popoli, non potrà che portare ad un ulteriore innalzamento dello scontro, quando anche i finti populisti falliranno, perchè falliranno, arriverano i veri condottieri che porteranno alla libertà i popoli europei; il loro sistema sta collassando in modo inesorabile, il processo e irreversibile.

white wolf
 

<<Se falliamo noi arriva Alba Dorata come in Grecia, noi riempiamo un vuoto che occuperebbero gli estremisti>>.

Beppe Grillo


martedì 27 novembre 2018

I gilet gialli e la tirannia degli usurai




di: Roberto Pecchioli

Prosegue la protesta degli automobilisti francesi che invadono Parigi con i loro giubbotti gialli, simbolo della collera incubata da almeno un anno, maturata con il passaparola in rete fino all’occupazione dei centri nevralgici della Francia. Macron si indigna e dispone la dura repressione della polizia, ma il movimento ha buone ragioni, molti sostenitori, nemici potenti e un convitato di pietra, l’Unione Europea. Il motivo del contendere sembra modesto, a uno sguardo superficiale. 

lunedì 25 giugno 2018

L’Italia è l’inizio della grande rivoluzione populista



di: Alexander Dugin

Questo non è un momento storico come gli altri. Questo è il momento in cui ha inizio la «grande rivoluzione anti-liberale»: quella del popolo contro le élite, del diritto del cittadino contro il diritto dell’uomo, dell’identità nazionale contro la non-identità globale. In altre parole, come spiega il filosofo russo Alexander Dugin, controverso ma notevole personaggio dell’estrema destra russa, è l’ennesimo scontro tra “civiltà di mare” (mercantile, dinamica) e “civiltà di terra” (statica, tradizionale). Scontro che in questo caso cambierà le sorti dell’Europa e, si immagina, del mondo intero.

giovedì 21 giugno 2018

Un giornalista infiltrato al vertice del Club Bilderberg 2018



di: SIAN BOYLE

Nel primo giorno del mio nuovo lavoro come cameriere di un hotel – prima che possa lucidare un bicchiere od offrire una tartina – vengo istruito in dettaglio su come entrare nell’edificio. Non dall’ingresso principale, ma in modo tortuoso attraverso un “ingresso segreto per il personale”.

Devo memorizzare il percorso, mi dice il manager del ristorante, che mi guida, attraversando un’oscura porta di un punto KFC di uno scadente centro commerciale.
Saliamo poi due piani su un misero ascensore, oltre una falange di uomini della sicurezza, attraverso un’area di consegna sotterranea, passati bidoni, una mensa del personale e lungo un corridoio sotterraneo poco illuminato e che odora di urina.

giovedì 24 maggio 2018

Solo i servi sono ancora europeisti



di:  Gabriele Sannino

Sentirsi europeisti oggi implica coraggio e incoscienza. Più semplicemente, serve tanta, tantissima ignoranza, sia dei processi che dei fenomeni.
 
Se per l’uomo della strada – che è ignorante per forza di cose data la quotidianità, il lavoro, i mass media che disinformano e via discorrendo – l’Europa è bella perché ti permette di viaggiare senza passaporto, non devi cambiare la moneta, o perché ti permette l’Erasmus, per molti cittadini – più informati e consapevoli – quest’Europa dei banchieri, ormai, sta diventando un vero e proprio incubo.


venerdì 24 giugno 2016

Conferma brogli elettorali in Austria contro i populisti di Hofer



nota personale:

Non servono prove o documentazioni  per capire che la democrazia è solo un grande inganno, un inganno che attanaglia la nostra Europa, che si deve nutrire di propaganda, imbrogli e utili  idioti per sopravvivere. Il sistema schiavista e criminale in cui viviamo ha bisogno di legitimazione popolare, semplicemente perchè essendo un potere invasore e alieno ai nostri popoli, non reggerebbe al confronto diretto, ne avrebbe una forza di reazione tale da sopravvivere ad una vera rivolta armata, essi infatti per la sua difesa si devono basare sulla manodopera locale, perchè una forza di polizia o esercito di altra etnia visibile, sarebbe visto con naturalità come invasore. Quindi il suo inganno e il suo dominio si deve poggiare su un sistema protocollato che deve agire in circostanze particolari con strategie che tengano occultato la vera natura del dominio attuale che si basa sulla guerra psicologica, economica e militare ( NATO, BCE, trilateral, servizi segreti ecc) sia in tempo di guerra sia in tempo di occupazione;
Ricercare questo riscatto basandosi sulle stesse regole che favoriscono il sistema stesso di dominio,  rappresenta solo la situazione di grave ingenuità in cui i nostri popoli si trovano, bombardati da anni da una propaganda volta a creare degenerati e debosciati che in qualsiasi altra situazione passata, dove i popoli avevano ancora un orgoglio e una dignità che ne faceva uomini, sarebbero stati ritenuti dei deboli da rieducare e tenuti ai margini della società per la loro inutilità, al pari delle donne e dei bambini che però erano tenuti ai margini della guerra per la loro difesa e sopravvivenza.

giovedì 3 dicembre 2015

Riacquisire consapevolezza (…come nel 1914)



di: Sandro Giovannini

In un mio precedente breve articolo (*), mi avvicinavo, solo di sfuggita, al problema che tratterò, sempre sinteticamente, invece, in questo. Ma nel presente, “l’altrimenti inaffrontabile”, declinato sia in chiave nazionale che internazionale, il già detto si unirà, ancora più pericolosamente, al “Riacquisire consapevolezza (…come nel 1914)”, per necessità logica.

L’altrimenti inaffrontabile” va, almeno stoicamente, compreso fino in fondo. E’ penoso ripercorrere tutte le ragioni spirituali, storiche, politiche e sociali, per le quali siamo quasi inevitabilmente condannati “entro questo occidente”. Le abbiamo, già stringatissimamente, elencate. A tal punto ci troviamo, in Europa, con una situazione bloccata, ove l’unico reagente praticabile, piaccia o non piaccia, con molti motivi di verità per ogni possibile riserva mentale, è quello dei populismi montanti…  Ovviamente usiamo il termine populismi, anch’esso per approssimazione, essendo all’interno dei movimenti più o meno antagonisti di tal fatta, molte serissime motivazioni degne della più alta considerazione e comunque di un profondo rispetto.