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lunedì 2 novembre 2015
Degrado, sopraffazione e corruzione nel Dna del piddì
di: Eugenio Orso
E’ meglio chiarire subito, quando superando il ribrezzo discutiamo del problema-piddì, che non siamo davanti a un partito squisitamente italiano e neppure ci troviamo di fronte una formazione politica libera, frutto dell’associazionismo autoctono.
Il piddì, infatti, è correttamente definibile come una “entità sub-politica collaborazionista della troika, anti-nazionale, filo-atlantista ed euroserva”, essendo proprio quelle sintetizzate nella definizione le sue caratteristiche salienti. E’ opportuno descrivere brevemente tali caratteristiche, perché il piddì è la principale causa del degrado italiano, della mancanza di sicurezza e fiducia nel futuro, del decadimento della qualità umana nella penisola, della corruzione dilagante come in nessun’altra epoca storica.
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venerdì 4 settembre 2015
Come lupi nella notte, in attesa dell’aurora
di: Mario Michele Merlino
Dalla
piccola stazione di Réthondes, nella foresta di Laigle, ad una decina
di chilometri da Compiègne, nel dipartimento dell’Oise, partiva un
binario che si biforcava all’interno del bosco. Qui si incontrarono le
due delegazioni, il mattino dell’8 novembre 1918, quella degli alleati
guidata dal maresciallo Ferdinand Foch e quella tedesca dall’ex ministro
Matthias Erzberger. Le condizioni imposte, non negoziabili, erano
qualcosa di più che l’inesorabile iato tra i vincitori, tronfi del
successo, e i vinti, umiliati e dimessi.
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