di: Fabio Calabrese
Il precedente articolo pubblicatomi da “Ereticamente” si intitolava “S-Polia-zione”, forse un gioco di parole quasi obbligato, dato il nome della persona a cui esso è dedicato, Mario Polia, noto antropologo ed esponente del tradizionalismo cattolico, ultimamente impegnato a dire tutto il male possibile della tradizione pagana.
Questo invece ho pensato di chiamarlo “A margine”, e forse qualcuno di voi noterà che i miei titoli tendono a somigliare a quelli di Joe Fallisi. Forse non è un caso, perché Fallisi è probabilmente uno dei corsivisti più interessanti recentemente emersi nel nostro ambiente, e io seguo con interesse quello che scrive. C’è tuttavia un motivo molto semplice per il titolo di questo articolo specifico, che ha una struttura particolare, essendo composto da una serie di note a margine ad alcuni dei miei scritti precedenti.
Gli psicologi la chiamano “la risposta dello scalone”, quella risposta che qualcuno avrebbe dovuto dare a un interlocutore, una battuta fulminante, ad esempio, che avrebbe liquidato un contraddittore e viene in mente solo a dibattito concluso, quando si scendono le scale. Nel mio caso, però vi posso dare assicurazione che non si tratta di questo, credo di aver dato ampia dimostrazione di non essere sfornito della capacità di rispondere a tono a chicchessia. Solo, per quanto si faccia, rimangono sempre questioni aperte e cose non dette.
Ad esempio, come sappiamo, nel 2011 sono caduti i centocinquant’anni dell’unificazione nazionale italiana, e questa ricorrenza ha generato nei nostri ambienti un dibattito più che vivace: non si è trattato solo del fatto che “i compagni” che per decenni avevano vilipeso tutto quanto è nazionale, decisi ad aggiungere anche l’ipocrisia o un’ipocrisia maggiore che nel passato alle loro colpe, difetti e responsabilità, si sono decisi a monopolizzare il patriottismo, a proclamare una “fede italiana” doppiamente ipocrita perché ha il doppio scopo di infastidire i leghisti e di far passare, mascherandola sotto un diluvio di retorica, l’aspirazione alla trasformazione dell’Italia in una società multietnica. Non si tratta certamente di questo, che il patriottismo dei “compagni” sia una moneta falsa come tutto ciò che costoro spacciano, questo e qualcosa su cui, credo, nessuno di noi ha mai avuto né mai avrebbe il minimo dubbio.
Il
punto è un altro: questa circostanza è venuta a evidenziare una
contraddizione presente nei nostri ambienti e, potremmo dire, nella
nostra Weltanschauung: da un lato, l’ovvio fatto che il risorgimento ha
significato per l’Italia il recupero dell’unità e di una dignità
nazionale che era andata persa da secoli, dall’altro il fatto che questa
rinascita sia venuta a inserirsi, sia stata un effetto collaterale di
un movimento di sovversione operante in tutta Europa, liberal-massonico,
il cui scopo e i cui interessi consistevano nel sostituire al potere
dell’antica nobiltà del sangue quello dell’aristocrazia del denaro.
E
non contiamo il fatto che, obiettivamente, soprattutto le popolazioni
meridionali sono state trattate malissimo dal nuovo stato unitario.
All’epoca dell’impresa garibaldina, Garibaldi non sarebbe mai riuscito a
conquistare un regno esteso alla metà della nostra Penisola con solo un
migliaio di uomini senza un consistente appoggio delle popolazioni.
Pochi anni dopo, il vento era completamente cambiato e si manifestava il
fenomeno del cosiddetto brigantaggio, in realtà una vera e propria
insurrezione popolare in conseguenza delle spoliazioni e delle ruberie
che la gente del sud subiva ad opera dei “piemontesi”.
Riflettendoci, mi parve chiaro che tutti noi, “risorgimentali” e “anti-risorgimentali” eravamo caduti nel medesimo equivoco confondendo due cose affatto diverse: UNA era l’insorgenza naturale, spontanea del nostro popolo oppresso da una lunga serie di tirannie e dominazioni straniere, TUTT’ALTRA COSA era il movimento di un gruppo di uomini che a un certo punto, di questo moto spontaneo si era impadronito DISTORCENDOLO A FINALITA’ DEL TUTTO DIVERSE.
La massoneria da società iniziatica e di cammino al miglioramneto dell'uomo, ormai spoglia della sua tradizione è divenuto mezzo dell'ebraismo internazionale per infiltrare i ranghi del potere delle nazioni e usarli ai propri fini.
La
cartina di tornasole, il momento in cui gli interessi della Patria e
quelli della loggia divergevano, entravano in conflitto e si vedeva bene
quale fosse la vera “patria” dei liberal-massoni, si vide nel 1870, in
occasione della guerra franco-prussiana, che vide i garibaldini
mobilitarsi IN AIUTO ALLA FRANCIA.
Per chiarire bene i termini della
questione, noi con la Prussia di Bismark non avevamo alcun genere di
contenzioso, anzi, era grazie ad essa che avevamo ottenuto il Veneto nel
1866, e quel che stava facendo la Prussia era esattamente analogo a ciò
che il Piemonte aveva fatto nel decennio precedente, ossia costituire
con la sua eccellenza militare un punto di aggregazione intorno al quale
realizzare la risorgenza e l’unificazione tedesca. I Francesi, invece
nei confronti dell’Unità italiana erano stati ed erano tuttora un
ostacolo. Nel 1848 avevano distrutto la repubblica romana.
Provvisoriamente alleati del Piemonte nel 1861 avevano compiuto il
voltafaccia di Villafranca e preteso (e ottenuto) ugualmente Nizza e la
Savoia per i loro servigi, e al presente erano l’ostacolo al
completamento dell’edificio risorgimentale impedendo l’annessione di
Roma.
Tutte considerazioni che non valsero nulla: i garibaldini esprimevano L’ODIO IDEOLOGICO dei liberal-massoni contro la Prussia di Bismark e l’unificazione tedesca, colpevoli di esprimere la rinascita del principio aristocratico contro la democrazia liberal-massonica emergente e senza connessioni con il vecchio potere nobiliare ormai declinante dappertutto. Odio ideologico che portò poi direttamente alla tragedia delle due guerre mondiali e a distruggere, insieme alla Germania, la posizione egemone del nostro continente.
Questi
concetti li misi alla base di un saggio piuttosto ampio che mi fu poi
pubblicato sul n. 70 de “L’uomo libero”. Questo scritto in seguito fu
ripreso da diversi siti internet, alcuni dei quali però vi affiancarono
uno sciagurato commento, non voglio ricordare di chi, nel quale si
affermava che si, insomma avevo ragione, ma anche il clericalismo aveva
le sue colpe.
Qualcuno che proprio aveva capito tutto, se a voi che
leggete i miei scritti su “Ereticamente” pare che io possa essere
definito un clericale! La cosa più spontanea sarebbe quella di sorridere
di compatimento, ma poi mi sono accorto che sotto c’è un problema
piuttosto serio: “Se sei contro massoni e marxisti, devi essere per
forza un clericale”. Non è forse chiaro da dove esce una pensata di
questo genere? Cristianesimo-cattolicesimo-clericalismo,
demo-liberal-massoneria e marxismo sono in pratica le tre forme che
assume nella nostra cultura il pensiero abramitico. Un(o)
(s)ragionamento di questo genere dimostra in maniera lampante il fatto
che anche fra di noi molti tendono a pensare in termini prettamente
abramitici, e questa è forse la stimmata più evidente del potere
condizionante della “cultura” abramitica, alla quale spesso anche molti
di noi non riescono a sottrarsi.
A
questo riguardo, è bene chiarire che l’indirizzo
democratico-liberal-massonico talvolta lo definiamo “laico”, ma se per
laicismo noi intendessimo un pensiero a orientamento razionale e
neutrale rispetto alle questioni religiose, allora beh, non ci siamo
proprio.
Guardate
a quella che è oggi la massoneria con il suo esoterismo di cartapesta, i
suoi simbolismi: vendicare l’assassinio di Hiram (sia o no mai
veramente avvenuto), ricostruire il tempio di Gerusalemme, il sigillo di
Salomone, la stella di David, tutto sa di ebraico, di biblismo
riciclato da preti o rabbini mancati.
Negli Stati Uniti la massoneria
non è solo molto forte, è un elemento fondante dell’identità americana;
basta guardare i dollari che portano sul retro un chiaro simbolismo
massonico: la piramide sormontata dall’occhio onniveggente. Vi cito una
curiosità che sarebbe umoristica se non fosse tragica: le “tredici
colonie” fondatrici degli Stati Uniti erano in realtà quattordici, ma il
Maine fu fatto sparire dall’elenco per poter godere delle valenza
magiche e propiziatorie del numero tredici. In un mio scritto pubblicato
sul sito del Centro Studi La Runa, “Il fascismo secondo Indiana Jones”,
mi sono occupato dell’aspetto stregonesco e superstizioso
dell’antifascismo, ma forse il discorso è da estendere alla democrazia
in quanto tale. Se questa congerie di superstizioni abramitiche è il
laicismo, è una ragione in più per dire: “Laici? No davvero, noi siamo
pagani”.
La massoneria è stata svuotata del suo vero significato e del suo vero fine, oggi più che mai la massoneria è solo un centro di affaristi che si scambiano favori o peggio, usata dalle elite finanziarie usuraie per i loro scopi, come ad esempio la rivoluzione francese il cui importante ruolo della massoneria è oramai un fatto storico, e sempre gli stessi poi la usano come capro espiatorio.
Che la Germania sia stata responsabile delle due guerre mondiali, è una cosa che oggi viene data per scontata in base alla logica che la storia la scrivono i vincitori e i vinti hanno sempre torto, ma questa non è che una menzogna propagandistica.
Ci sono delle dichiarazioni dei vincitori del secondo conflitto mondiale che testimoniano esattamente il contrario; io ne ho citate alcune, di Winston Churchill prima di tutto, che dichiarò: Il delitto imperdonabile della Germania prima della Seconda Guerra Mondiale fu il suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di costruire un sistema di cambi indipendente di cui la finanza mondiale non poteva più trarre profitto.”
Poi di un ex comandante di questa guerra divenuto storico, il generale britannico J. P. C. Fuller:
“Non fu la politica di Hitler a lanciarci in questa guerra. La ragione fu il suo successo nel costruire una nuova economia crescente”.
Infine di James Baker, segretario agli esteri statunitense che nel 1992 dichiarò:
“[La seconda guerra mondiale] era solo una misura economica
preventiva”.
Citazioni
che ho riportato in due contesti un po’ diversi, i due distinti
articoli “Romanticismo e luoghi comuni” su “Ereticamente” allo scopo di
difendere da prevedibili accuse la Germania e la cultura tedesca che ha
avuto nel romanticismo la sua maggiore espressione, e ne “Il coltello
alla gola” pubblicato sul sito del Centro Studi La Runa nell’ambito di
un discorso più ampio: l’ascesa in Europa del potere parassitario del
grande capitale finanziario, il suo sfruttamento dei popoli sotto la
maschera dell’ideologia liberista, a cui la Germania nazionalsocialista
tento di opporsi, e questa fu la causa REALE del conflitto, quello
stesso capitalismo finanziario che ha provocato “la crisi” in cui non
c’è nulla di imprevisto o di transitorio, che oggi sta strangolando i
popoli europei.
La crisi economica del 1929 fù voluta dalla cricca ebraica dopo che prese nel 1913 il possesso della Federal Reserve Americana, impoverendo il popolo e accerchiando il potere dato che le banche fallite e le grandi industrie furono comprate dagli stessi che ne causarono la rovina.
sopra nella foto, masse di americani che si recano alle mense pubbliche dopo aver perso tutto.
Delle ammissioni alquanto scottanti per uno dei condottieri della lotta contro la Germania. La colpa imperdonabile di Hitler e del nazionalsocialismo è stata quella di fare gli interessi del popolo tedesco invece che dei grandi usurai internazionali, quegli stessi avvoltoi della finanza internazionale che oggi grazie a strumenti nelle loro mani quali la moneta unica, la BCE, l’UE, stanno spolpando i popoli europei. La verità è questa, e il resto è solo fumo negli occhi.
Occorre capire una cosa fondamentale. Durante il periodo della Guerra Fredda, dal 1945 al 1991 le due superpotenze sovietica e americana che si confrontavano su scala planetaria si sono in un certo senso ed entro certi limiti neutralizzate a vicenda e a quell’epoca l’americanismo sembrava il male minore rispetto al pericolo dell’estensione planetaria del comunismo sovietico. Era un errore? Difficile da dire, forse se alla fine fosse stata l’Unione Sovietica a prevalere, avrebbe trasformato il mondo in un inferno simile alla Cambogia dei Khmer rossi su scala planetaria, ma il comunismo sovietico presenta comunque un enorme vantaggio rispetto all’americanismo, quello di essere scomparso nel 1991.
Si tratta di una crisi voluta e provocata, costruita a tavolino. Il parlamento e le altre istituzioni europee sono istituzioni evanescenti, a eccezione di una, che è il vero potere nell’Unione Europea, la BCE che è un’istituzione PRIVATA. In pratica l’Unione Europea è un paravento dietro il quale un gruppo di affaristi del grande capitale bancario e finanziario sta manipolando gli stati invischiati nella tela di ragno di questa cosiddetta Unione, e la crisi serve precisamente allo scopo di indurre gli stati a cedere pezzi sempre più grossi della loro residua sovranità, oltre a trasformare il lavoro di centinaia di milioni di persone nella ricchezza e nel potere di pochissimi.
“Non
dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per
fare passi avanti, i passi avanti dell’Europa sono per definizione
cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario, è
chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei
cittadini a una comunità nazionale possono essere pronti a queste
cessioni sono quando il costo politico e psicologico del non farle
diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto
visibile e conclamata. Abbiamo bisogno delle crisi come il G20 per fare
passi avanti, ma quando una crisi sparisce, rimane un sedimento perché
si sono messe in opera istituzioni, leggi ecc… per cui non è pienamente
reversibile. (…).
In poche parole, la crisi è provocata, l’hanno provocata LORO, e lo scopo è quello di togliere di mezzo le sovranità nazionali che possono ostacolare la trasformazione dell’Europa in un unico enorme mercato oltre a due secoli di conquiste sociali.
Il fatto che Mario Monti riveli in tutta tranquillità il piano dei suoi padroni della BCE per l’assoggettamento dell’Europa così come le rivelazioni del generale Fuller o quelle di James Baker che risalgono al 1992, significativamente appena dopo la conclusione della Guerra Fredda, non può esso stesso essere considerato senza preoccupazione: significa che la classe dei grandi pescecani internazionali è o si sente così vicina alla presa del potere totale da non sentire più nemmeno il bisogno di mascherarsi, da non temere più nemmeno la verità.
Alla fine tutto si tiene: coloro che sotto la maschera liberal-democratica hanno agitato le rivoluzioni dell’ottocento per sostituire al potere del sangue quello dell’oro, coloro che hanno provocato due guerre mondiali per spezzare l’ascesa della Germania, coloro che oggi stanno riducendo alla disperazione i popoli europei per far loro cedere le sovranità nazionali, il potere sul proprio futuro in cambio di un tozzo di pane che alla fine si rivelerà meno della famosa minestra di lenticchie di Esaù, sono sempre gli stessi, generazione dopo generazione.
E noi, cosa aspettiamo a ribellarci?
Fonte articolo
Niente paura ci stiamo riprovando, dopo le due guerre mondiali, finalmente chiamate la "seconda guerra dei trent'anni" ci riproveremo a breve, non ce ne sarà per nessuno stavolta, nemmeno Dio in persona e i santi del paradiso potranno fermarci.
RispondiEliminajj
So,che non centtc' con l'articolo
RispondiEliminaMa oggi ho fatto uno strano sogno controllato: uno acheletro di legno,ricoperto di muschio mi ha fatto un dono dopo un breve scambio di battute. Michael toccato la fronte ma non al centro,al terzo occhio, ma di lato a sinistra,dicendo che mi sarebbe servito e usando lo ha fatto il dito gli si è illuminato. PS: quel giorno avevo fatto per la prima volta il respiro del fuoco
parlane poco, per nulla con i profani, altrimenti la cosa si sciacqua e perde efficacia, i frutti di questa cosa potrebbero essere interessanti, tienila per te e basta.
RispondiEliminajj
Grazie jj. Comunque per la politica io penso che Salvini potrebbe essere buono e stia agendo con lentezza perché senno potrebbe fare una brutta fine...il nemico e potente e io agirei cosi, fingendomi un loro burattino per poi tagliare i figli al momento opportuno Il dux e Adolf sono stati messi la da loro ma si sono ribellati a lor signori senza un piano di più lungo respiro o camminavano a tentoni afferrando solo una parte della verità.
RispondiEliminaEsatto emme puri come le colombe e furbi come le vipere
Eliminajj