di: Enrico Marino
Coniò l’espressione ‘radicale chic’ per
definire quei rampolli dell’alta società che appoggiano le cause più
estremiste, purché esotiche, come mezzo per mondare la coscienza del
loro viscerale odio verso i poveri.
Il politicamente corretto, spiegava, è uno strumento di controllo di questa classe di privilegiati sui ceti più bassi.
E la Nuova Sinistra sessantottina, col
ripudio della continuità generazionale con antenati e posteri, ha aperto
la via all’individualismo e all’atomizzazione della società.
(Citazione dal web)
Chi ha sempre apertamente detestato
marxismo e liberismo, denunciandone i vizi e presentandoli come le due
facce della medesima medaglia, certamente non s’è meravigliato per la
notizia della presenza, il 5 maggio a Treviri, di Jean-Claude Junker
alla commemorazione dei duecento anni dalla nascita di Marx. Ancora una
volta la prova provata che, in realtà, liberismo e marxismo non sono
stati mai veri nemici, ma solo coniugi litigiosi che nel corso dei
secoli, però, hanno sempre trescato assieme, trovando alla fine su tutto
delle convergenze inconfessabili.