"Se il pensiero può corrompere il linguaggio, il linguaggio può corrompere il pensiero."
George Orwell 1984
di: Roberto Pecchioli
Le parole hanno dei padroni? O meglio,
qualcuno determina i significati, orienta il senso di ciò che è detto,
divenendo quindi padrone del linguaggio e dei termini in cui ci
esprimiamo? E’ una riflessione antica, oggetto di indagine della
filologia, della linguistica e della semiologia. E’ evidente il rapporto
tra parole e potere. In queste settimane di aspra polemica politica ne
abbiamo la prova, a partire dalle opposte interpretazioni del nostro
testo legislativo più importante, la costituzione. Ci si accapiglia sul
senso di alcuni articoli della legge fondamentale della Repubblica, in
particolare quelli relativi ai poteri del suo presidente. Al di là delle
strumentalizzazioni, l’unica certezza è che ognuno ha buone ragioni per
intendere in un senso o in un altro ciascuna delle parole che la
compongono.