di: Roberto Pecchioli
Prosegue la
protesta degli automobilisti francesi che invadono Parigi con i loro
giubbotti gialli, simbolo della collera incubata da almeno un anno,
maturata con il passaparola in rete fino all’occupazione dei centri
nevralgici della Francia. Macron si indigna e dispone la dura
repressione della polizia, ma il movimento ha buone ragioni, molti
sostenitori, nemici potenti e un convitato di pietra, l’Unione Europea.
Il motivo del contendere sembra modesto, a uno sguardo superficiale.
E’
l’aumento di 6,5 centesimi al litro del prezzo
dei carburanti per autotrazione, chiamato virtuosamente tassa
ecologica, una specie di carbon tax destinata a finanziare il passaggio
alle auto alimentate ad elettricità. Quel che non viene detto dai media
italiani, sempre al servizio dei potenti, è che l’aumento è l’ultimo di
una serie che in Francia ha portato in un solo anno la benzina e il
carburante diesel a rincari del 15 per cento, tutte nuove tasse. Piove
sul bagnato, sul reddito in discesa di milioni di francesi delle
periferie, dei piccoli centri, delle aree rurali, già colpiti
dall’interminabile crisi economica e da un crescente disagio sociale,
poco serviti da mezzi pubblici cari e poco efficienti, per i quali l’uso
dell’automobile privata è una necessità vitale.
E’ gente non abbastanza
povera per usufruire di protezione sociale, in genere si tratta di
francesi, non di immigrati, lontana anni luce dal reddito e dagli agi
della borghesia “affluente” ultimo bastione elettorale di Emmanuel
Macron, vedovo del giovane bodyguardBenalla, guardato con perplessità
dagli stessi circoli finanziari, massonici e riservati che lo hanno
portato all’Eliseo per scongiurare il demonio Marine Le Pen.
A milioni di automobilisti è stato fatto
credere per anni che dovevano acquistare auto diesel, le meno
inquinanti e il cui carburante era il meno tassato. Contrordine, gli
esperti, i competenti hanno emesso un nuovo verdetto: anche il gasolio
inquina, dunque si deve passare all’auto elettrica. Le sedicenti élite
non hanno calcolato che la gente comune, il populace di Voltaire,
avrebbe capito il gioco. Un’altra tassa per finanziare le auto
elettriche, più care, ancora lontanissime dal costituire un’alternativa.
Finora, un lusso per ricchi pagato da tutti gli altri, un episodio in
più della lotta delle oligarchie contro popoli superflui al momento di
decidere, ma decisivi quando la mano del potere si infila nel
portafogli. Dietro la battaglia francese si muovono interessi immensi,
non solo quelli di Elon Musk e di Tesla, i pionieri americani delle auto
elettriche, ma anche il futuro dell’intera filiera dell’energia. La
partita è enorme, e il dramma, per i francesi e per tutti gli europei, è
che il campo di battaglia, le nostre vite, il nostro portafogli,
l’ambiente, l’economia legata ai combustibili fossili, ha un convitato
di pietra: l’Unione Europea, la vera palla al piede di mezzo miliardo di
cittadini. La verità è che, sì, dobbiamo cacciare dalle città le
automobili a combustione, ma l’agenda tracciata dagli gnomi di Bruxelles
è improponibile e costituisce un colpo mortale per l’industria
automobilistica del nostro continente.
immagini di repertorio
Siamo immersi in un conflitto
geopolitico e geostrategico in cui, nella scacchiera globale, solo Usa e
Cina muovono le pedine, oltre alla Russia, superpotenza militare.
Ognuna con la sua specifica forma di governo, totalitarismo di Stato
contro totalitarismo invertito (Sheldon Wolin).Il neoliberismo,
governance al servizio di pochi, ha pervertito il governo del popolo e
sta inclinando le democrazie liberali di ieri all’autoritarismo
oligarchico. E’ nel lungo regno del neoliberismo che la Cina ha
approfittato in maniera eccezionale degli spazi offerti dal capitale
americano come sede di produzioni basso costo dal 2001, data di ingresso
del Dragone nell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Un’incredibile
ingenuità suprematista unita alla miopia di chi non guarda oltre il
proprio naso e ignora la storia di una grande nazione con trenta secoli
di civiltà. Su ispirazione di Deng Xiaoping venne progettata la
combinazione di nazionalismo, comunismo e capitalismo esacerbato che ha determinato
ciò che noi non riusciamo a realizzare, un cambio di paradigma
produttivo e culturale in grado di portare il gigante asiatico a
competere per il primato planetario. Nel frattempo, l’Europa viene
trascinata verso il basso sotto lo sguardo impotente delle sue sedicenti
élites economiche e politiche. Il settore automobilistico ne è un
esempio. E’ innegabile il cambio di scenario che porterà l’industria
verso l’automobile elettrica, autonoma e condivisa. Il trasporto
mondiale sarà del tutto modificato dall’irruzione dei motori elettrici.
L’Unione europea si sta unendo entusiasticamente al cambiamento, senza
governarlo tenendo conto dei ritardi dell’industria automobilistica di
casa propria. L’auto a combustione è destinata a sparire a causa dei
problemi ambientali e di salute pubblica che genera. Il problema,
enorme, è che l’agenda della transizione tracciata dalle autorità
dell’UE è il colpo di grazia per l’industria europea, impreparata peril
calendario a tappe forzate disposto a Bruxelles. La grande novità è che
il potentissimo settore dell’automobile, una delle lobby più influenti
dei palazzi europoidi, non riesce a opporsi alle direttrici tracciate da
burocrati e politici. Strano davvero, giacché il potere politico ha
sempre beneficiato i suoi danti causa delle élite industriali.
Il fatto è che gli interessi che guidano
il cambio di paradigma nei trasporti non sono europei. I cittadini –
non è una novità- non contano nulla, ma la governance neoliberista
globale ha ormai occupato l’UE, trasformata in un covo di lobby di ogni
tipo e origine. Chi orienta il mondo di domani, specie nel capo delle
tecnologie, offre ai responsabili politici parole e teorie magniloquenti
accompagnate da grafici eleganti. La teoria dominate è che siamo
immersi nella rivoluzione industriale 4.0, sulle ali dell’intelligenza
artificiale e del mondo dei Big Data, Google, Apple, Facebook e pochi
altri.
Le parole degli esperti a contratto sono spesso temerarie e
ottimistiche, ma tacciono l’evidenza che una vera rivoluzione
industriale deve possedere certi ingredienti: uno è incrementare il
tasso di crescita; il secondo è aumentare la produttività del lavoro,
del capitale, della ricerca. Infine, deve elevare la conoscenza e il
livello di vita della cittadinanza. La rivoluzione tecnologica in corso
non consegue alcuno di questi obiettivi di sistema. Sul fronte della
produttività, Robert Gordon, uno dei massimi docenti americani, ha
dimostrato che non ci sono stati significati miglioramenti. Lo stesso
Robert Solow, un premio Nobel, affermava che l’era dei computer si vede
dappertutto tranne che nelle statistiche di produttività. La spiegazione
è che le prime rivoluzioni industriali andavano direttamente a
migliorare la capacità di produzione industriale, mentre le innovazioni
più recenti hanno a che vedere piuttosto con l’intrattenimento e il consumo.
E’ facile andare oltre nel giudizio,
constatando che le rivoluzioni 3.0 e 4.0 hanno generato e continueranno a
generare soltanto bolle finanziarie, accumulazione di rendita e
ricchezza in pochissime mani, Per di più, le imprese tecnologiche
emergenti utilizzano territorio e spazio radioelettrico di proprietà
pubblica. E’ giunta l’ora che questi redditi miliardari di cui si
appropriano sia restituito alla cittadinanza per via tributaria. Accade
precisamente il contrario, si continua a spremere la popolazione con
tasse ed imposte, comprimendo i redditi e tentando con vari espedienti
di non deprimere i consumi.
Creano e creeranno ricchezza, certamente, le
imprese europee fornitrici di energia elettrica per autotrazione (da
combustibili fossili o da altre fonti?), ma soprattutto esploderanno i
profitti di chi possiede la tecnologia necessaria per fare
dell’automobile elettrica una produzione di massa.
Si tratta
esclusivamente di soggetti americani e cinesi, alleati con le grandi
piattaforme informatiche che canalizzano e dirigono il consumo di dati
destinato ai primi. Anche qui, predominio americano e presenza cinese.
La Cina pratica un’economia diretta dallo Stato, con controllo rigido
dei capitali teso a impedire la concorrenza dei competitori globali
stranieri; gli Stati Uniti impediscono l’acquisizione dei suoi giganti
da parte del capitale estero opponendovi l’interesse nazionale.
Al contrario, le élites economiche e
politiche europee restano paladine del mercato libero, senza rendersi
conto di come finisce un’economia capitalistica lasciata agli “spiriti
animali” dei predatori: impoverimento di massa, dominio di pochi,
mercato monopolistico, distruzione delle economie nazionali. Hanno
partecipato entusiasti alla distruzione dello Stato sociale, ma la
democrazia liberale non funziona senza benessere diffuso e coesione
sociale.
Di fronte al comportamento di certi giganti tecnologici
americani – quelli citati più Uber, Airbnb, Amazon – che non pagano un
soldo di imposte mentre estraggono profitti multimiliardari, l’Europa ha
il dovere di reagire, sfidarli e favorire lo sviluppo di imprese
concorrenti. E’ ora che politici e oligarchi europei si tolgano la benda
che hanno sugli occhi (corruzione, incapacità, cecità ideologica?) e
rispondano alle sfide americane volte a indebolire il vecchio alleato.
Va ricostruito in Europa uno Stato di diritto e del benessere che
espella dal campo chi gioca con carte truccate, elude le regole
tributarie, gli standard ambientali e lavorativi, costituisce monopoli.
Siamo tristemente persuasi che non avverrà, a meno che i movimenti
sociali che sorgono qua e là in Europa non diventino fenomeno di massa.
In quest’ottica, viva la lotta dei giubbotti gialli francesi, tra i
primi a cogliere il nesso tra aumento delle imposte a carico dei
cittadini, dominio delle nuove tecnologie, complicità con le cupole
globaliste dei governi e degli gnomi dell’Unione Europea.
A tutti
costoro rammentiamo un principio della filosofia politica di cui si
dicono seguaci: no tax ation without representation, nessuna tassazione
senza rappresentanza. Governi eterodiretti, di fatto illegittimi, che
hanno tradito il principio di rappresentanza, hanno perduto il diritto
di chiedere e pretendere e i loro cittadini hanno il diritto di
resistere alle imposizioni.
Non nacque così, come ribellione economica
al continuo innalzamento delle tasse dell’impero britannico, la
rivoluzione che portò alla nascita degli Stati Uniti d’America?
Cerasella cerasèèèèè schizza veleno....si augura, dopo nuove elezioni,il Popolo Sovrano Italiano ringrazia della concessione ! un governo udite udite fra FiFì, PeDeRe, e Lega...lega di chi del condannato furtarellastro umbertino fino fino?...Ma che tipo di droga usano questi giornalonari? son tornati all'LSD? Pare proprio di si...
RispondiEliminaLa solita storia, come se non ci ricordassimo di quello che hanno già combinato precedentemente: anziché dare il "reddito di cittadinanza" tradotto la vecchia, semisecolare "disoccupazione" erogata tramite gli uffici di collocamento i furbetti dei quartieri alti vogliono dare questi soldi pagati quasi totalmente senza quasi da Lavoratori Subordinati e Pensionati Comuni, alle "AZIENDE" perchè assumano i Lavoratori, pagando stipendi e contributi previdenziali. Abbiamo visto coi "governi" precedenti gli abolitori dell'Articolo 18, i piagnoni forneriani di giovè, che hanno assunto PRECARIAMENTE per pochi mesi dei "lavoratori" per INCASSARE la "grana" per poi licenziare gli stessi una volta finiti i soldi, sempre che li erogassero...poi. Indagare meccanismo.
Tutti, invidiosi, a criticare e mettere in dubbio la veridicità dell' "esperimento" sulle gemelline cinesi cui avrebbero modificato il DNA per preservarle dall'HIV di cui il padre è malato. Ma non è la stessa cosa che fanno "loro" a tutti Noi DOPO la nascita con farmaci e soprattutto vaccini e perché no con le scie chimiche ed i 4G e 5G? La stessa cosa, forse la Cinese è ben più semplice e salutare e magari anche efficace. I Cinesi sono Cinesi, rassegnatevi, loro hanno Lao Tzu, Sun Tu non madre teresa di valbrutta o l'attore karol w, non hanno madonne, né eternamente morti sulla croce. Hanno il Tao, il Vuoto ed il Pieno. Rassegnatevi. Mangiano i Cani,è vero, ma voi mangiate tutti gli altri animali, anche le Pamele e le Désirée, povere Animalette U-mane, della stessa vostra specie. Come si dice Cane non mangia Cane, Voi vi mangiate fra di voi. Rassegnatevi alla superiorità dei Cinesi.
Poco prima delle H 09:00 un Grandissimo Coerente Leale Claudio Borghi ha spiaccicato al suolo i due maghetti moscerinari di radio 24...slinguazzatori dei perdenti, morti e rimorti, che i cerasé s'illudono di poter resuscitare contro il ribrezzo degli Elettori Italiani. Borghi si è un Economista e i giornalonaleccari sputamerda non ce la ponno contro di lui...Fuck your asses merlimorga del "galllo". Dalla rabbia scoppierete ed alfin ci llascerete.
I giornaleckisti di rado 24 merlino morgana e milànino sono CONTRO i Lavratori a favore di monti e fornero, quelli che ci hanno mezzo ammazzato azzerando le Lotte dei Nostri Padri, Madri, Nonni, Nonne, quelle con le Gonne ! Sono quindi i Nostri nemici, quelli che li mantengono tramite i loro mandanti padroni a vivere a tarallucci e vino alla faccia dei Contribuenti Italiani, Lavoratori Subordinati e Pensionati Comuni, di cui si augurano caldamente la fine ogni giorno che Natura manda, non capendo da STUPIDI MARAMALDI che con Noi finiranno anche loro e saranno GIUSTAMENTE SCARICATI da chi ORA li impougna come ARMI. La loro fine sarà MOLTO MENO DIGNITOSA DELLA NOSTRA. Quella che tocca ai TRADITORI.
Ricordiamoci che varoufakis, di cui stanno parlando ora a radio 3 mondo, s'è dimesso dalla partita con la merdangela perché il governo tsipras non l'ha appoggiato, preferendo la ue capestro al Popolo Greco.
I Cinesi ci stanno acquistando all' asta lasciandoci in mutande perché hanno i soldi liquidi e non messi nelle Banche, le Banche e lo Stato in mano alle banche hanno fatto chiudere l'economia italiana , i Cinesi si impossessano del deserto economico lasciato dalla Demo -Banco- crazia che ha pignorato i beni degli Italiani.
EliminaMark
non solo i cinesi ma tutti saccheggiano chi si lascia saccheggiare, a tutti piace fare ottimi affari specialmente quando sono al saldo, la colpa è di chi lascia fare senza opporre resistenza,quando l'emissione della moneta viene data ai privati( lor signori) la nazione non può che fare questa fine e questo ancora e niente in confronto a quello che verrà.
EliminaForza GILET GIALLI,siamo con VOI!!!!!
RispondiElimina,USURAI INTERNAZIONALI A PIAZZALE LORETO!!!!!!!
Admin Moon
E' sempre il solito cliché usato dai gesuiti per destabilizzare la società.
RispondiEliminaLa gente non ha minimamente afferrato che fare questo tipo di rivoluzioni è un controsenso.
Non si accorge che ogni volta che manifestano, ci sono sempre le infiltrazioni del Black bloc, detti anche i legionari di cristo(giovani figli dell'aristocrazia europea, soprattutto tedeschi, sotto stato ipnotico permanente operato dalla fronda gesuitica della vatican incorporated), che in puro regime militaresco spaccano tutto capillarmente e con metodo, senza essere disturbati dalla polizia, che ha l'ordine 'dall'alto' di non intervenire, come successe a Genova al g20.
E' possibile che così poche persone se ne accorgono? Che siamo costantemente ingannati? La rivoluzione non si fa con giubbetti gialli o di altro colore, con forconi o stronzate varie. Bisogna attrezzarsi diversamente.
Stare qui a spiegarla è inutile. La plebaglia che manifesta è restia alla conoscenza, conosce solo il belare, alzare cartelli e sventolare bandiere, pensando che così possono dare un avviso al sistema che ottemperi le loro ragioni. Poveri illusi.
Gilet gialli,Forza!!!!!
RispondiEliminaMacron,burattino Delle banche,fuori dai coglioni
Admin moon