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martedì 4 luglio 2023

La NATO prepara un false flag sulla centrale nucleare di Zaporozhie per incolpare la Russia

 


“La situazione può essere considerata solo urgente poiché l’Ucraina ha ora reso completamente chiare le proprie intenzioni. 

Se prima sospettavamo, ora è un dato di fatto. Intendono distruggere l’impianto ZNPP come ultimo disperato tentativo di “far intervenire la NATO” incolpando la Russia del crimine nucleare.

giovedì 30 agosto 2018

Lampi di guerra sul Mediterraneo mentre i media di regime tacciono





di: Luciano Lago

Quello che sta accadendo nel Mediterraneo con l’accumulo di forze navali da parte degli USA e dei loro alleati (Francia e Regno Unito) da una parte e della Russia dall’altra parte, con reciproche minacce e tensione fortissima in vista di un prossimo ennesimo attacco USA contro la martoriata Siria, sembra sia qualche cosa di lontanisimo dall’Italia, come se fossero avvenimenti che si stiano verificando in Alaska o in Indonesia.

martedì 11 aprile 2017

La tecnica delle rivoluzioni colorate



di:  Manlio Dinucci

La tecnica delle ‘rivoluzioni colorate’: far leva su casi veri o inventati di corruzione e altre cause di malcontento per fomentare una ribellione.

Un poliziotto sfonda la porta di casa con un ariete portatile, l’altro entra con la pistola spianata e crivella di colpi l’uomo che, svegliato di soprassalto, ha afferrato una mazza da baseball, mentre altri poliziotti puntano le pistole contro un bambino con le mani alzate: scene di ordinaria violenza «legale» negli Stati uniti, documentate una settimana fa con immagini video dal New York Times, che parla di «scia di sangue» provocata da queste «perquisizioni» effettuate da ex militari reclutati nella polizia, con le stesse tecniche dei rastrellamenti in Afghanistan o Iraq.

martedì 22 marzo 2016

La farsa dell'arresto del terrorista jadhaista a 300 metri dalla sua casa.



di:

Chissà perché nell’arresto di Salah Abdeslam qualcosa suona falso. Ricercatissimo, doveva essere in Siria nei ranghi di Daesh, invece era nel quartiere dov’è nato e vissuto, Molenbeek, Bruxelles. Ma non aveva amici nel Califfato? Del resto anche il 14 novembre 2015, dopo che lui e la banda jihadista avevano fatto le stragi del Bataclan e del Caffè Voltaire,  più quella mancata allo Stade De France, se n’era scappato con i complici a Molenbeek, da Parigi; tre ore di auto, la macchina viene fermata dalla polizia a Cambrai, e lasciata ripartire verso il Belgio, perché a quell’ora – dice la versione ufficiale – non erano ancora ricercati. E Salah dà all’agente persino il suo indirizzo di Molenbeek. Decisamente è affezionato al suo quartiere. E perché riparare in Siria, dove non conosci nessuno?

giovedì 26 novembre 2015

Francia: dopo l'attacco terroristico restrizione della libertà in mano al potere politico






Nota personale:

Uno degli effetti del falso attacco terroristico avvenuto a Parigi è il poter dichiarare lo stato di emergenza,comeavevamo gia affermato nell'articolo precedente Analisi dell'attacco terroristico di Parigi , con cui un governo straniero e nemico del popolo francese, ( come gli altri governi degli stati europei odierni) abusa della sua autorità annulando i diritti e le libertà degli uomini, se a questo si aggiunge che la popolazione francese è da diverso tempo ostile allo stesso governo Hollande e alla cricca che dirige L'euro truffa, si capisce perfettamente che questo attentato è una manna dal cielo per chi vuole reprimere il dissenso crescente nella nazione. 

martedì 17 novembre 2015

Documento: Il mito dell’ 11 Settembre e La Guerra al Terrorismo





Dietro gli attentati che hanno colpito di recente la Francia, come per gli attentati terroristici del passato vi è dietro sempre  la stessa regia occulta; l'elite cabalista che agisce creando terrore e ricatti nelle nazioni a loro soggiogate per spingere i popoli verso le direzioni che essi hanno deciso. Questo tipo di operazioni sono constatabili durante tutto il corso della storia sia odierna che remota,ed è sempre la stessa mano che divide e  usa i popoli sacrificandoli per i propri obbiettivi, colpisce le nazioni con operazioni dette false flag, crea crisi economiche,crea guerre e s

martedì 20 ottobre 2015

Il rabbino Dov Zakheim la parte oscura dell' 11/9





di: Maurizio Blondet

Su The National Interest, il 16 ottobre, è comparso un elogio ammirato ed incondizionato alla strategia di Putin in Siria: firmato da Rabbi Dov Zakheim.

http://nationalinterest.org/feature/yes-putin-does-have-strategy-syria-14084

Guarda chi si rivede, è il primo impulso di noi vecchi esperti dei retroscena dell’11 Settembre. 

Ma dato che son passati 15 anni, è facile che il nome non dica niente ai trentenni. Sicché, prima di esaminare la gran lode che costui ha dedicato al presidente russo, occorrerà spiegare l’enorme importanza che ha avuto il personaggio nella strategia Usa di distruzione degli stati islamici. Quando nel gennaio 2001 George ‘Dubya’ Bush viene eletto (in modo discutibile) presidente Usa, al Pentagono, dove è formalmente ministro Donald Rumsfeld, si insediano  3  viceministri. 
Tutti e tre ebrei, tutti e tre sionisti simpatizzanti per l’estrema destra ebraica: Paul Wolfowitz, Douglas Feith, e il rabbino Dov Zakheim. Tutt’e tre sono personaggi interessanti, ma soffermiamoci sull’ultimo.