di: Manlio Dinucci
La tecnica delle ‘rivoluzioni colorate’: far leva su casi veri o inventati di corruzione e altre cause di malcontento per fomentare una ribellione.
Un poliziotto sfonda la porta di casa con un ariete portatile, l’altro entra con la pistola spianata e crivella di colpi l’uomo che, svegliato di soprassalto, ha afferrato una mazza da baseball, mentre altri poliziotti puntano le pistole contro un bambino con le mani alzate: scene di ordinaria violenza «legale» negli Stati uniti, documentate una settimana fa con immagini video dal New York Times, che parla di «scia di sangue» provocata da queste «perquisizioni» effettuate da ex militari reclutati nella polizia, con le stesse tecniche dei rastrellamenti in Afghanistan o Iraq.
Tutto questo non ce lo fanno vedere i nostri grandi media, gli stessi che mettono in prima pagina la polizia russa che arresta Alexey Navalny a Mosca per manifestazione non autorizzata. Un «affronto ai valori democratici fondamentali», lo definisce il Dipartimento di stato Usa che richiede fermamente il suo immediato rilascio e quello di altri fermati. Anche Federica Mogherini, alto rappresentante della politica estera della Ue, condanna il governo russo perché «impedisce l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica».
Tutti uniti, dunque, nella nuova campagna lanciata contro la Russia con i toni tipici della guerra fredda, a sostegno del nuovo paladino dei «valori democratici».
Chi è Alexey Navalny? Come si legge nel suo profilo ufficiale, è stato formato all’università statunitense di Yale quale «fellow» (membro selezionato) del «Greenberg World Fellows Program», un programma creato nel 2002 per il quale vengono selezionati ogni anno su scala mondiale appena 16 persone con caratteristiche tali da farne dei «leader globali». Essi fanno parte di una rete di «leader impegnati globalmente per rendere il mondo un posto migliore», composta attualmente da 291 fellows di 87 paesi, l’uno in contatto con l’altro e tutti collegati al centro statunitense di Yale.
Navalny è allo stesso tempo co-fondatore del movimento «Alternativa democratica», uno dei beneficiari della National Endowment for Democracy (Ned), potente «fondazione privata non-profit» statunitense che con fondi forniti anche dal Congresso finanzia, apertamente o sottobanco, migliaia di organizzazioni non-governative in oltre 90 paesi per «far avanzare la democrazia».
La Ned, una delle succursali della Cia per le operazioni coperte, è stata ed è particolarmente attiva in Ucraina. Qui ha sostenuto (secondo quanto scrive) «la Rivoluzione di Maidan che ha abbattuto un governo corrotto che impediva la democrazia». Col risultato che, con il putsch di Piazza Maidan, è stato insediato a Kiev un governo ancora più corrotto, il cui carattere democratico è rappresentato dai neonazisti che vi occupano posizioni chiave.
In Russia, dove sono state proibite le attività delle «organizzazioni non-governative indesiderabili», la Ned non ha per questo cessato la sua campagna contro il governo di Mosca, accusato di condurre una politica estera aggressiva per sottoporre alla sua sfera d’influenza tutti gli stati un tempo facenti parte dell’Urss. Accusa che serve da base alla strategia Usa/Nato contro la Russia.
La tecnica, ormai consolidata, è quella delle «rivoluzioni arancioni»: far leva su casi veri o inventati di corruzione e su altre cause di malcontento per fomentare una ribellione anti-governativa, così da indebolire lo Stato dall’interno mentre dall’esterno cresce su di esso la pressione militare, politica ed economica.
In tale quadro si inserisce l’attività di Alexey Navalny, specializzatosi a Yale quale avvocato difensore dei deboli di fronte ai soprusi dei potenti.
Tratto da: Altra Informazione
La tecnica delle ‘rivoluzioni colorate’: far leva su casi veri o inventati di corruzione e altre cause di malcontento per fomentare una ribellione.
Un poliziotto sfonda la porta di casa con un ariete portatile, l’altro entra con la pistola spianata e crivella di colpi l’uomo che, svegliato di soprassalto, ha afferrato una mazza da baseball, mentre altri poliziotti puntano le pistole contro un bambino con le mani alzate: scene di ordinaria violenza «legale» negli Stati uniti, documentate una settimana fa con immagini video dal New York Times, che parla di «scia di sangue» provocata da queste «perquisizioni» effettuate da ex militari reclutati nella polizia, con le stesse tecniche dei rastrellamenti in Afghanistan o Iraq.
Tutto questo non ce lo fanno vedere i nostri grandi media, gli stessi che mettono in prima pagina la polizia russa che arresta Alexey Navalny a Mosca per manifestazione non autorizzata. Un «affronto ai valori democratici fondamentali», lo definisce il Dipartimento di stato Usa che richiede fermamente il suo immediato rilascio e quello di altri fermati. Anche Federica Mogherini, alto rappresentante della politica estera della Ue, condanna il governo russo perché «impedisce l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica».
Alexey Navalny nella sua messa in scena davanti alle telecamere |
Tutti uniti, dunque, nella nuova campagna lanciata contro la Russia con i toni tipici della guerra fredda, a sostegno del nuovo paladino dei «valori democratici».
Chi è Alexey Navalny? Come si legge nel suo profilo ufficiale, è stato formato all’università statunitense di Yale quale «fellow» (membro selezionato) del «Greenberg World Fellows Program», un programma creato nel 2002 per il quale vengono selezionati ogni anno su scala mondiale appena 16 persone con caratteristiche tali da farne dei «leader globali». Essi fanno parte di una rete di «leader impegnati globalmente per rendere il mondo un posto migliore», composta attualmente da 291 fellows di 87 paesi, l’uno in contatto con l’altro e tutti collegati al centro statunitense di Yale.
Navalny è allo stesso tempo co-fondatore del movimento «Alternativa democratica», uno dei beneficiari della National Endowment for Democracy (Ned), potente «fondazione privata non-profit» statunitense che con fondi forniti anche dal Congresso finanzia, apertamente o sottobanco, migliaia di organizzazioni non-governative in oltre 90 paesi per «far avanzare la democrazia».
La Ned, una delle succursali della Cia per le operazioni coperte, è stata ed è particolarmente attiva in Ucraina. Qui ha sostenuto (secondo quanto scrive) «la Rivoluzione di Maidan che ha abbattuto un governo corrotto che impediva la democrazia». Col risultato che, con il putsch di Piazza Maidan, è stato insediato a Kiev un governo ancora più corrotto, il cui carattere democratico è rappresentato dai neonazisti che vi occupano posizioni chiave.
In Russia, dove sono state proibite le attività delle «organizzazioni non-governative indesiderabili», la Ned non ha per questo cessato la sua campagna contro il governo di Mosca, accusato di condurre una politica estera aggressiva per sottoporre alla sua sfera d’influenza tutti gli stati un tempo facenti parte dell’Urss. Accusa che serve da base alla strategia Usa/Nato contro la Russia.
La tecnica, ormai consolidata, è quella delle «rivoluzioni arancioni»: far leva su casi veri o inventati di corruzione e su altre cause di malcontento per fomentare una ribellione anti-governativa, così da indebolire lo Stato dall’interno mentre dall’esterno cresce su di esso la pressione militare, politica ed economica.
In tale quadro si inserisce l’attività di Alexey Navalny, specializzatosi a Yale quale avvocato difensore dei deboli di fronte ai soprusi dei potenti.
Tratto da: Altra Informazione
...tecniche già in piena implementazione (e da un pezzo) anche in Italia...
RispondiEliminacomplimenti per il blog.
Vale
Grazie a te, direi che la rivoluzione francese ne è l'esempio più lampante, in cui è iniziata la devastazione delle vecchie aristocrazie europee, per portare alle deboli e corrotti democrazie odierne, sempre la stassoa mano e sempre gli stessi. I protocolli parlano chiaro.
Eliminaun piccolo appunto white, come moltissimi confondi nobiltà e aristocrazia, ebbene non sono la stessa cosa, la prima si è formata nel mondo tedesco fra il settimo e l'undicesimo secolo d.c. con la fine dei regni romano barbarici seguiti al crollo dell'impero romano d'occidente e il conseguente tentativo di rifondare l'impero romano da parte dei carolingi per garantirsi dai continui inserimenti in europa delle variegatissime tribù della steppa e l'avanzata dell'islam, la seconda molto più tardi con l'avvento del commercio cinquecentesco e a seguire la crescita economica della repubblica veneziana fondata dagli ebrei sarmati (samaritani) in fuga dalla distruzione degli unni della loro città di origine aquileia che si espansero poi fondando banche e compagnie commerciali in inghilterra olanda francia e nuovo mondo. In sostanza la nobiltà partiva da un presupposto ideologico religioso teocratico e non oligarchico democratico al contrario dell'altra che ne ha talmente scimmiottato i modi da venirne ad oggi confusa. in sostanza l'aristocrazia che era la fase di transito fra il lento ma inesorabile decadere del potere nobiliare fondato sull'economia agraria e la borghesia basata sul commercio e l'industria, fu proprio la genesi di quel marasma democratico che vide come pietra miliare proprio la rivoluzione francese. La sostanza comunque del ragionamento non cambia in quanto il sistema per minare qualsiasi stabilità vi sia all'interno delle nazioni per lasciare il posto al ricatto mondialista è sempre lo stesso, sia a livello politico sia sociologico, la distruzione delle istituzioni, della famiglia della cultura sostituendo il tutto con farneticazioni quali "l'america way of life" o il nostrano cattocomunismo che ha visto la chiesa cattolica come sempre adeguarsi supinamente e solo apparentemente combatterlo. una società debole asservita malata ignorante tossica e omosessuale è ricattabile manovrabile facilmente condizionabile e questo lo ha capito benissimo quel potere cattolico che non è mai stato distante in nessun modo dall'apice del comando giudaico massonico di cui è parte non secondaria da sempre. Finora hanno sempre vinto e questo succede da migliaia di anni perchè il sabotaggio dell'umanità è talmente pervasivo e raffinato e coinvolge praticamente tutti gli ambiti culturali sociali militari ideologici filosofici spirituali economici che solo quei pochi che riescono a mettere in discussione tutto, a non dare mai nulla per scontato, riescono a comprendere di essere ad ogni livello in un carcere a cielo aperto, le tracce nei millenni di tutti quei popoli e tradizioni che erano fuori da questa follia sono stati normalizzati o distrutti, le tracce delle culture che dimostravano come si potesse vivere bene anzi meglio fuori da questa follia sono state cancellate, ma ... il grande ma è che adesso dopo migliaia di anni abbiamo una possibilità di uscirne, loro lo sanno e anche noi, sanno che non lasceremo nulla di intentato in questa lotta mortale, sanno che perderanno perchè la verità è dalla nostra ma non per questo ci lasceranno vita facile.
RispondiEliminajj
Per I nostalgici 2 film da vedere : empoli 1921 film in rosso e nero,tiro al piccione.Una curiosa lettura da leggere che si chiama "il rapporto iron mountain "mostra come I nostri governi le studino tutte per affossare il popolo sempre di piu'
RispondiEliminaPenso che possiamo farci 2 risate vedendo questi pagliacci in giro per il mondo, la rivoluzione è ben altro e loro sono parte del sistema; i russi non si fanno ingannare facilmente da questi, come praticamente tutti i popoli slavi, probabilmente perchè hanno conosciuto già e meglio di noi la dittatura manifestatasi col comunismo. Quando anche i germanici e i latini di tutto il globo capiranno rifonderemo l' Europa, quella vera, cacciando invasori e traditori. Spero che col tempo si attuino programmi per restituire le terre americane agli amerindi autoctoni che ne hanno tutto il diritto. Roma e Atene trionferanno anche storicamente (oltre che culturalmente) sulla barbarie "anglo-americana".
RispondiEliminaChiunque speri in Putin dia prima un occhiata nel sito " allarme ebreata"sapevo gia' ma xche' tutti lo sappiano visto che in internet non e' facile trovare informazione "pulita" da ZOG
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