di: ROBERTO PECCHIOLI
Una qualunque
città italiana, esterno giorno. Una signora di mezza età, magra magra e
dall’aspetto nervoso aspetta il bus. A tracolla, porta un borsone di
tessuto grezzo tipo bottega equo solidale con una scritta cubitale: Il
razzismo è una brutta storia. Un uomo la guarda corrucciato, lei storce
il viso in un’espressione di disgusto, sibila a mezza voce nazista e si
allontana scuotendo la testa come le beghine di una volta davanti ad una
ragazza un po’ provocante. Le beghine ed i beghini “de sinistra” sono
sempre in azione, in servizio permanente effettivo: il problema era, ed è
ancora, l’incredibile odio dei buoni autoproclamati, fieri, felici,
certissimi sempre di essere dalla parte della ragione.
Nel film di John Landis The Blue
Brothers c’è una famosa, esilarante scena sui nazisti dell’Illinois. Per
i guardiani della Verità, della Democrazia e del Bene, i nazisti
dell’Illinois sono dappertutto, hanno conquistato nuovi adepti in giro
per il mondo. Incuranti del ridicolo, e lontani dalla geniale vena di
Dan Aykroyd e Joe Belushi, professionisti e dilettanti dell’odio in nome
dell’Amore girano alla ricerca dei nuovi torvi ammiratori del Fuehrer.
Nei giorni scorsi, sui principali giornali italiani, il referendum
sull’immigrazione tenuto in Ungheria è stato sobriamente trattato con la
categoria dell’”odio contro gli altri”. Il voto dei ticinesi sulla
limitazione dei frontalieri ha scatenato ferventi toni patriottici quasi
dannunziani per attaccare quei quattro svizzerotti che parlano con
accento lombardo. Chi si azzarda a dissentire da leggi tipo il
matrimonio omosessuale viene prima insultato furiosamente in quanto
portatore di odio (sempre lì vanno a cascare), poi, con finto
compatimento, è invitato a guardare il calendario: siamo nel 2016,
perbacco, anche il bene ed il male hanno una scadenza, come lo yogurt.
Quello che davvero indigna, ed in
qualche misura spaventa, nei sinistri orfanelli del comunismo, che,
perlomeno, era una cosa seria, è l’assoluta indifferenza alle ragioni
altrui, anzi la pervicace negazione che tali ragioni esistano. No, può
essere solo malvagità, o crassa ignoranza, quella che spinge a non
conformarsi alle splendenti evidenze del progresso. C’è di più, ed è
l’attitudine stupefatta quanto indignata di chi vede revocate in dubbio
verità autoevidenti, postulati che, come nella matematica, sono talmente
veri da non richiedere dimostrazione.
Un piccolo aneddoto riguarda il ministro
Del Rio, cattolico dossettiano e renziano della prima ora: in relazione
al rilancio del Fiorentino sulla costruzione del ponte sullo stretto di
Messina, ha affermato che la “loro” idea del ponte non è una
stupidaggine come quella di Berlusconi. Insomma, se costruito dal bieco
Cavaliere, il ponte è una schifezza, ma se munito di credenziali
democratiche – e supponiamo antifasciste – il manufatto è bellissimo.
Stampa e televisione abbozzano, ma sappiamo tutti che se analoghe
sciocchezze fossero uscite dalla bocca di Brunetta o Calderoli avrebbero
scatenato sarcasmo, attacchi violenti, sguaiati insulti personali. Eh,
sì, perché il razzismo è una pessima storia, ma ci sono ampie deroghe se
viene praticato da chi può. Costa il posto, con l’aggravante di
sessismo, dire che certe tiratrici olimpiche sono cicciottelle, ma si
può deridere Brunetta per la sua bassa statura, la Meloni per il suo
accento della Garbatella ed i leghisti che, sempre e collettivamente,
sono una massa di buzzurri incolti che non ha superato la scuola
dell’obbligo.
L’odio dei buoni non conosce sosta, ha
solo bisogno di avere sempre un obiettivo preciso, un bersaglio
preferenziale. Sono stati i fascisti per decenni – ucciderli non era
reato, infatti gli autori di crimini contro quella parte raramente sono
stati perseguiti – poi è toccato a Craxi, colpevole di essere
anticomunista ed anche, probabilmente, l’ultimo vero statista italiano,
infine è arrivato Berlusconi, il cattivo ideale, il super malvagio,
l’empio nemico del popolo. Alcuni suoi avversari sono stati elevati a
salvatori della Patria, ritornata maiuscola per la circostanza, e
parliamo di gentiluomini del calibro di Scalfaro, Napolitano, Ciampi e
Mario Monti. Non si ricorda, a memoria d’italiano, un ventennio di
livore, astio, accanimento, campagne politiche e giornalistiche contro
un solo uomo, sino a renderlo umanamente simpatico anche a chi, come
noi, mai lo ha amato o votato.
Quando gli venne scagliata in volto la
famosa statuetta del duomo di Milano, l’entusiasmo salì alle stelle (ma
non erano pacifisti, non aborrivano la violenza, non vivevano per il
“dialogo”?) ed il processo penale ha stabilito la non imputabilità
dell’autore. Non vogliamo rammentare i numerosi processi a carico di
giovani colpevoli di aver levato il braccio nel saluto che fu di Giulio
Cesare, ma non osiamo immaginare che cosa sarebbe accaduto se il
lanciatore di madonnine non condannato fosse stato, per dire, un
indipendentista veneto o un giovinastro della destra radicale, e la
faccia colpita quella di un fiero democratico, un Nichi Vendola o
persino il mite Angelino Alfano.
Un bellissimo saggio di Massimo Fini
aveva per titolo una domanda retorica: La ragione aveva torto? Folle di
illuminati, di bravi cittadini razionali, istruiti, democratici, che
credono fermamente nella scienza, nell’immancabile “dialogo”, che deve
però avvenire solo tra coloro che già sono d’accordo sull’essenziale,
sono sinceramente persuasi che non abbiano diritto di parola milioni di
“altri” in quanto le loro opinioni sono oggettivamente (ahi, che
avverbio tremendo, in bocca a marxisti immaginari …) il male. Parlano al
singolare: il partito, entità sacrale nonostante un trentennio di
sconfitte storiche, è solo il loro, il sindacato è un soggetto talmente
alto che se ne può parlare esclusivamente al singolare, ed è, ça va sans dire,
sinonimo di CGIL.
Tutti gli altri sono servi, analfabeti, in malafede o
a libro paga. In fondo, non c’è da stupirsi se l’opposizione fu
trattata da psicopatia nell’URSS, ma anche negli Stati Uniti, vedi il
caso Ezra Pound e l’allarmante, ma candido stupore dell’americano medio
nei confronti di chi osteggia l’american way of life.
Se le ragioni degli altri non esistono, o
sono tanto malvagie da non dover neppure essere discusse, la stessa
democrazia diventa un grottesco balletto in cui mille persone affermano
con accenti diversi le stesse cose. Totalitarismo light, con la partecipazione straordinaria, il cameo,
degli intellettuali, la casta più chiusa di ogni altra. Umberto Eco
negò più volte lo statuto umano ai sostenitori delle idee a lui invise,
il matematico ateo à la page Piergiorgio Odifreddi ha scritto
di recente un libro sulla stupidità i cui bersagli, indovinate un po’,
sono i credenti in Dio (tranne i mussulmani, che sono molto permalosi e
rischiano di gettare giù dal piedistallo l’illuminato scienziato
piemontese), i portatori della cultura umanistica, e, sotto sotto, tutti
quelli che non amano il pensiero sinistro. Un pensiero debole,
debolissimo, evanescente, tranne allorché deve insorgere come un sol
uomo contro chiunque non faccia parte dell’eletta confraternita.
La libreria "Il Bargello" di Firenze, è stata assaltata il 15 gennaio del 2016 da un gruppo di venti persone a volto coperto. Hanno distrutto la vetrina lanciando all’interno mattoni, bottiglie, petardi. Una ragazza è stata aggredita, per il gruppo andava punita perché insieme ad altri militanti gestisce uno spazio di CasaPound che vende libri. Uno dei tanti esempi della vera dittatura in atto.
La loro verità è che non esiste la verità, se non quella che ha ricevuto il timbro di lorsignori. E’ il nuovo imprimatur,
uguale a quello del vescovo diocesano per i testi religiosi. Per i
dissidenti, c’è l’oblio, la demonizzazione, la ridicolizzazione,
l’allontanamento da cattedre – se per caso ne occupano una – ben
retribuite collaborazioni editoriali, l’ostracismo per il quale non
hanno diritto neppure di partecipare a dibattiti. I tenutari della
verità (tenutario è vocabolo che ricorda le case di tolleranza di una
volta…) darebbero forfait a qualunque evento, se fosse sporcato
dall’immonda presenza di una pecora nera, anche una sola. La chiamano
democrazia, ed in fondo non hanno torto, se Karl Popper negava la parola
ai “nemici della società aperta”, marchio d’infamia attribuito da loro
stessi dopo una sbrigativa seduta del tribunale della Cultura & del
Bene.
Saint Just, con tracotanza sincera, lo
proclamò nel processo al povero Luigi XVI: “Maestà, noi non siamo qui
per processarvi, ma per condannarvi”. Nasceva in quei giorni l’epoca
della borghesia, dei mercanti e del trionfo della ragione.
Il quotidiano comunista il Manifesto,
che, per inciso, nelle scorse settimane si è distinto in una campagna
pro Europa e pro Euro degna della borghesia progressista perennemente
indignata per cui scrive, in assenza di operai, titolò, in occasione
dell’elezione di Papa Ratzinger, “Il pastore tedesco”, intendendo
evidentemente che le idee attribuite al teologo bavarese fossero
bestialità o latrati. Quanto a Matteo Salvini, simbolo di chi si oppone
all’immigrazione, non è, di suo, una cima, però gode di una fortuna, per
la verità assai rischiosa: non può aggirarsi per un punto qualsiasi
dello Stivale senza essere accompagnato dagli insulti, e dai tentativi
di violenza, dei più stupidi e naif tra i membri della
compagnia di giro del Bene, i membri dei sedicenti centri sociali,
giovani e meno giovani nullafacenti, di incerta alfabetizzazione, dalla
conclamata dipendenza da tutti i luoghi comuni del sinistrismo mondiale,
assorbiti probabilmente con il fumo delle canne di cui sono
consumatori. Ad ogni età, essi sono sempre “ragazzi”. Quando vengono
denunciati – è raro, ma talora capita- si mobilitano per loro principi
del foro, professoroni e la crema dell’intellettualità nazionale. Il
loro razzismo è ripugnante.
Gli idioti antifascisti in servizio permanente effetivo (in assenza di fascismo), che non riescono a vedere il reale nemico che opprime i nostri popoli, e anzi divengono uno dei bracci armati del potere globalista; non a caso questi centri sociali dove la droga, l'alcool e il meticciamento sono condizione necessaria per esserne parte attiva, sono finanziati dall'ebreo Soros, e gli stessi sono mantenuti in vita da un sistema politico di sinistra che serve sempre l'elite finanziaria globalista.
Assistemmo per caso ad un tentativo di
assalire le Sentinelle in Piedi, gente pacifica di tutte le età che
manifesta silenziosamente a favore della famiglia naturale. Ciò che
vomitarono quelle bocche, specie femminili, avrebbe dovuto convincere il
più tollerante dei questurini a denunciarli per violazione della legge
Mancino, sì, quella contro le discriminazioni. Insulti “sessisti”, come
dicono loro, contro donne e ragazze, berci omofobi (ohibò!), derisione
individuale contro chi avesse difetti fisici, minacce proterve, il tutto
con espressioni del viso e gestualità da suburra livida e repellente.
Sono i fondamentalisti del bene, gli squadristi dell’odio ben pagati del
sistema che non si può sporcare le mani, poveracci di quart’ordine che
verranno poi abbandonati dai mandanti al momento opportuno. Quando poi
si tratta di immigrazione, la carovana dell’odio all’ingrosso ed al
dettaglio raggiunge il diapason.
Nessuno sembra interessato ad ascoltare
le ragioni di chi vuole mantenere l’identità nazionale: razzisti,
nazisti, buu. I nuovi eroi sono i falsi rifugiati. Per loro si fanno
film pagati dallo Stato, che verranno immancabilmente premiati come
opere d’arte tra lacrime delle beghine e intemerate dei pennivendoli di
regime; per far loro posto si sfrattano gli italiani e si chiede
all’Europa, con la mano sul cuore, di sforare i mitici parametri del
debito. Per i connazionali, no. Vadano in pensione sull’orlo della
tomba, o, se proprio ci tengono, paghino di tasca un breve anticipo
sulla legge Fornero. Per gli italiani poveri non ci sono i 35 euro al dì
distribuiti a cooperative, Charitas ed affini per ciascun straniero
clandestino seguito. Chi lo fa osservare, viene sepolto da una campagna
di odio e demonizzazione che finisce per tramortire i più, che perdono
il coraggio di dire quel che pensano. In genere, i più baldanzosi
iniziano il discorso con il difensivo ed inutile: “Non sono razzista,
ma….”
I guardiani del Bene e della Ragione
hanno l’improntitudine di diffondere, come argomento a favore
dell’immigrazione selvaggia e sostitutiva, la favola che gli stranieri
ci pagheranno le pensioni. Premesso che non possiamo vendere la nostra
storia, patria ed identità al bilancio dell’INPS, è vero il contrario,
giacché i costi dell’immigrazione (taciuti per evitare che il Bene
vacilli) sono immensi e, in termini previdenziali, agli stranieri
bastano cinque anni di contributi per ottenere l’assegno. Prendi i soldi
e scappa!
Nessuna indignazione a tariffa a carico
del ghanese che ha distrutto quadri ed opere d’arte in più chiese
romane, affermando che “non si tratta del suo Dio” (ha ragione,
bisognerebbe spiegarlo ai parrocchiani “dialoganti” ed ai loro pastori).
Assoluto sdegno, sopracciglia aggrottate, vergogna a comando, al
contrario, se un padre di famiglia spiana un’arma di fronte ai
rapinatori che entrano in casa sua. “Non siamo nel Far West”, un altro
luogo comune, da mettere accanto all’amore che deve vincere, a proposito
dei diritti degli invertiti, alle tirate europoidi, perché fuori
dall’Unione Europea c’è solo povertà ed emarginazione, oppure a
quell’altra storia del progresso ed ai successi della tecnologia, alla
solidarietà ed all’accoglienza. Una volta erano pericolosi in quanto
comunisti, oggi sono distruttivi in quanto luogocomunisti…
Talvolta l’odio dei buoni, il loro
razzismo inconsapevole ma formidabile, riesce a destare qualche sana
risata: un genio a Cinque Stelle ha diffuso la notizia che la
patriottica Giorgia Meloni avrebbe partorito in Svizzera, come
mostrerebbe il nome della bimba, Ginevra. Tra le cinque stelle, mancano
Re Artù, Lancillotto e la Tavola Rotonda.
Naturalmente, il bene ha bisogno di
guerrieri senza macchia e senza paura: per questo c’è una parte della
Magistratura, pronta ad indagare chiunque in caso di catastrofi
naturali, tesa a rivoltare l’Italia come un calzino e a vendicare ogni
torto. Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione Magistrati, ha
fatto sapere che la sua associazione non si schiererà sul referendum di
Renzi, aggiungendo un “contento, Mattarella” che sa di onnipotenza.
Vogliamo rispondergli un bel chi se ne frega? Intanto, il loro moralismo
beghino colpisce anche Massimo Bossetti. Condannato all’ergastolo per
l’orribile assassinio di Yara, nelle motivazioni della sentenza si sono
dilungati sulla sua “malvagità” e sulla sua pessima morale, ben più che
sulle prove a suo carico. Ma non ci avevano spiegato che il processo
penale non ha altro scopo che stabilire se un certo fatto, costituente
reato, sia stato o meno commesso dall’imputato ? No, la polizia del
pensiero neo-moralistico al servizio del buoni ed in odio ai cattivi,
non conosce tregua, impartisce lezioni e, soprattutto, sa sempre,
infallibilmente, ciò che è Bene, Giusto, Etico.
Anche per questo chi scrive queste note
trema: maschio, bianco, eterosessuale, credente, tutt’altro che
progressista e democratico, sta in piedi dalla parte del torto, mal
sopportato, destinatario dell’onesto odio dei buoni, comodamente seduti
dalla parte della ragione. Il razzismo nei riguardi di chi non è come
loro è una brutta storia, ma non lo sanno: il Bene è intollerante.
Alcuni anni fa, Silvio Berlusconi
rivolse un epiteto un po’ forte e sferzante nei confronti del tipo
antropologico sinistrorso. Subito dopo, vedemmo per strada un tipaccio
sulla quarantina, irsuto, un po’ sovrappeso e dallo sguardo poco
rassicurante, con una maglietta su cui era scritto l’insulto di Silvio: “
Sono un coglione”. Un’onesta confessione, probabilmente.
Buongiorno WW, sono Lucio Astarti. Questo articolo di Pecchioli è ineccepibile ed insieme a questa mail è in sintonia con quello che ti ho scritto ieri e mi hai risposto (grazie, come sempre).....ma allo sgradevole sembra non esserci fine : ti ho già scritto in precedenza che lavoro all'Eur e godo della vista delle opere del DUCE, ebbene con grande sdegno, me ne sono accorto solo stamane perchè da agosto non ci passavo, ti segnalo che lo storico ritrovo dei Futuristi "FUTURARTE", di Via della Civiltà del Lavoro, ormai bar da anni ma che aveva sempre mantenuto i suoi graffiti risalenti al ventennio ( opere d'arte a mio modesto parere o quantomeno storia di ciò che fu!), ora, mi dicono da Agosto, si presenta in una becera nuova tinta moderna di ipnotico viola, forse più adatta alle serate lesbo e trans che vi si organizzano dalle 23,00!!! Pur essendomi iscritto anche alla rivista di Pecchioli e condividendone i contenuti, non riesco ancora a digerire ed a fare mio ciò che lui scrive nell'articolo su Di Canio (articolo che avrai letto) che deve mutare la nostra forma esteriore di dissentire, del tipo braccio destro-saluto romano, testa rasata etc.etc per non prestare il fianco all'antico nemico e preparare il cammino alla nostra futura vittoria. Oggi sono molto frastornato e deluso, mi sento come quando da giovanissimo praticante di pugilato, subivo i rimproveri tecnici e non del mio grande maestro Spartaco Bandinelli...sto invecchiando? Un abbraccio, Lucio Astarti...sempre più arrabbiato e voglioso di liberarsi anche del suo nome fittizio (nick) ed uscire allo scoperto!
RispondiEliminaConcordo con Pecchioli, lasciando stare Di Canio che comunque considero uno dei pochi uomini veri e genuini che ancora riescono ad infischiarsene della tirannia del politicamente corretto, e che inconsapevolmente riesce a smascherare questo sistema di cose che sta devastando la nostra Europa, ma il tipo rasato con pantaloni attilati e stivaloni non ci appartiene, anzi penso sia una di quelle manipolazoni volute e gestite appositamente per screditare un vero movimento filosofico e iniziatico che si contrappone a questi usurai e tiranni delle nostre nazioni.
EliminaCiao WW, sempre per quel bisogno di verità insito in noi, nelle mie ricerche sul web mi sono imbattuta sull'"ottava sfera". Ci aiuti a capirne di più? perchè mi sembra possa spiegare molto di questo gran caos che stiamo vivendo.
RispondiEliminaCiao white wolf e grazie.
sinceramente non sono d'accordo con queste analisi di Stainer, su molte cose concordo ma a volte la sua visione si confonde troppo con una sottocultura cattolica-cristiana di cui sicuramente ne è inconsapevolmente portatore, e che riaffiora nei suoi scritti. Detto questo non credo che ci sia una dimensione destinata ad alcuni ed una dimensione invece di cui sono destinati i giusti, gia qui noto un paradossismo tipico della cultura judaca-cristiana, credo invece che nel mondo esistano esseri con anima ed esseri senza anima, gusci vuoti che vivono e possono vivere solo nel mondo fisico materiale, mentre chi ha anima è destinato all'eternità e si trova qui per apportare una delle tante esperienze in vari campi che ha deciso di sperimentare, tra questi due opposti ci sono naturalmente molte sfumature di chi non ha ancora inteso il suo vero io, di chi si trova a fare scelte sbagliate ecc, ma dai nostri studi e scritti abbiamo valutato che esistono esseri senza anima, che alla loro morte fisica vi è il nulla, forse in qualcuno ancora rimane un riflesso etereo del suo corpo materiale, ma questo è inevitabilmente destinato all'oblio. Gli esseri con anima invece si trovano qui con determinati scopi, e non potranno mai fare quello che invece i non animici compiono,perchè essi sentono il peso della loro fine, e sono pronti a vendersi e a vendere per avere benefici nell'unica vita che essi hanno a disposizione; vedi colui che ha l'anima prima o poi sente il richiamo del vero io, e pur non essendo esente da sbagli interviene per corregersi, questo noi lo consideriamo la "loro natura", per questo noi siamo consapevoli che esistono esseri malvaggi non perchè lo siano diventati, ma perchè è la loro natura che è malvaggia. Poi su questo si potrebbe discutere per giorni, ma abbiamo le nostre ragioni per affermare questo, e quando viene narrato: e i figli di Dio si accopiarono con i figli degli uomini, racconto preso da altre antiche religioni, stiamo gia parlando di questo, di coloro che hanno anima i figli di Dio, ch esono uno con Dio, e coloro in cui corpo non alberga la scintilla divina i figli di questo mondo, che possono esistere nel breve periodo della loro esistenza nel mondo materiale.
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