(Les compagnons de Baal)
(1968)
Regia di
Pierre Prévert
Regia di
Pierre Prévert
(fratello del poeta Jacques Prèvert)
Scritto da:
Jacques Champreux
e Pierre Prèvert
Jacques Champreux
e Pierre Prèvert
Cast dello sceneggiato:
Jacques Champreux: Claude Leroy
Gérard Zimmermann: Pierrot Robichat
Claire Nadeau: Françoise Cordier
Jean Martin: Hubert de Mauvouloir/Maire de Blaingirey/Pr Lomer/Comte de Saint-Germain/Malshadoc
Popeck: Joseph/Frère Cheval
René Lefèvre: Pépère
Raymond Bussières: Diogène/Jacques Arnaud
Martine Redon: Viviane Arnaud/Liliane, la jeune fille folle
René Dary: Le commissaire Lefranc
André Rousselet: L'inspecteur Labasse
Jacques Robiolles: Un adorateur de Cosmochronos
Marcel Champel: Le clown
Pierre André Krol: Professeur Lomer
Etienne Decroux: Compagnon Ukobach
Gaston Floquet: Compagnon Fleuros
Marc Fraiseau: Compagnon Xaphan
Bernard Tixier: Compagnon Astaroth
Raymond de Baecker: Andras
Jacques Champreux: Claude Leroy
Gérard Zimmermann: Pierrot Robichat
Claire Nadeau: Françoise Cordier
Jean Martin: Hubert de Mauvouloir/Maire de Blaingirey/Pr Lomer/Comte de Saint-Germain/Malshadoc
Popeck: Joseph/Frère Cheval
René Lefèvre: Pépère
Raymond Bussières: Diogène/Jacques Arnaud
Martine Redon: Viviane Arnaud/Liliane, la jeune fille folle
René Dary: Le commissaire Lefranc
André Rousselet: L'inspecteur Labasse
Jacques Robiolles: Un adorateur de Cosmochronos
Marcel Champel: Le clown
Pierre André Krol: Professeur Lomer
Etienne Decroux: Compagnon Ukobach
Gaston Floquet: Compagnon Fleuros
Marc Fraiseau: Compagnon Xaphan
Bernard Tixier: Compagnon Astaroth
Raymond de Baecker: Andras
Musiche originali di
Henri Sauguet
Lo sceneggiato è suddiviso in sette episodi:
- La Lanterna di Diogene
- I misteri dell'Isola di Saint Louis
- Lo spettro rosso
- L'inquietante professor Lomer
- La notte dell'otto di fiori
- L'eredità di Nostradamus
- Il risveglio di Lilian
- Qual è il primo dei re?
- Il primo dei re è Baal, il demone tricefalo che regna sulla parte orientale dell'inferno. Quante legioni ha al suo comando?
- Sessantasei
- Il primo dei re è Baal, il demone tricefalo che regna sulla parte orientale dell'inferno. Quante legioni ha al suo comando?
- Sessantasei
Era il 1966 e sul piccolo schermo in bianco e nero queste erano le parole d'ordine che facevano riconoscere tra loro gli adepti dei Compagni di Baal.
La
storia dei Compagni di Baal, come tante altre storie del piccolo e del
grande schermo, non è solo frutto di fantasia, ma ha preso ispirazione
dalla realtà, mettendo in evidenza alcune questioni legate a certe
organizzazioni esoteriche che hanno agito e che agiscono nella nostra
società.
I Compagni di Baal non sono solo una setta, ma un Ordine Iniziatico.
A
differenza di una setta, di solito organizzazioni spontanee e popolari,
le finalità degli Ordini Iniziatici non sono solo controllare singole
persone per un proprio vantaggio materiale o altro, ma inserirsi nei
posti chiave dell’economia e della politica, poiché dietro c'è una
precisa visione d'ordine sociale ed esoterico.
Si
può far parte di questi Ordini solo se si appartiene a posti chiave
della società civile: finanza, industria, stampa, politica, religione...
Invece la base operativa è formata da appartenenti alla criminalità.
Quindi gli Ordini Iniziatici sono i meccanismi occulti che dietro le quinte manovrano l'economia e la politica.
Inoltre,
gli Ordini Iniziatici si differenziano da una setta per la loro linea
di derivazione dalla massoneria che a sua volta ha una linea di
derivazione dagli ordini Cavallereschi del medioevo crociato.
Quindi
gli Ordini Iniziatici si considerano depositari di antiche conoscenze
tramandate per via orale o per scritti che circolano solo all’interno.
Invece la base dottrinale delle sette popolari si basa o su una
tradizione popolare - che deriva dal medioevo e a sua volta dalla
dominazione greca nell'Italia meridionale, dove il cattolicesimo si è
unito ai riti misterici pagani (Dionisiaci, Eleusini) - oppure, vedi il
satanismo acido urbano, su libri comunemente trovati in librerie e
bancarelle dell’usato, o ispirazioni dalla letteratura horror e dalla
musica hard rock e metal.
Inoltre,
c'è l'aspetto generazionale, del sangue, ossia possono far parte
dell’Élite esclusiva e di comando di questi Ordini Iniziatici solo
coloro che appartengono alla nobiltà.
C’è uno stretto rapporto tra nobiltà e appartenenza a questi Ordini, tant’è che nel caso dell’iniziazione di un adepto senza titoli nobiliari, il Gran Maestro può dare questi titoli al momento dell’investitura, e nel nuovo battesimo che segue, l’adepto potrà assumere un nuovo nome.
Nella prima puntata, La Lanterna di Diogene,
siamo in un bistrot, aria di Parigi, a uno dei tavolini un gruppo di
amici, la macchina da presa si accosta, sentiamo meglio i loro discorsi:
sono dei giornalisti, due giovani, Claude e Pierrot, ed un altro più
anziano, Pépére.
Claude
e Pierrot si lamentano del lavoro poco gratificante che fanno al
giornale, Claude alla cronaca si occupa solo di fatterelli e Pierrot
porta i giornali alle edicole. Hanno grandi sogni, imbevuti di romanzi
d'appendice, quali Fantomas. Sperano un giorno d'incappare in un caso
che li renderà famosi, ma non solo: che li farà vivere in un’incredibile
avventura.
Al
bancone del bar c’è un uomo, indossa abiti eleganti, seppure chiede al
barman un altro bicchiere che non può pagare. Un altro giovane
giornalista entra in quel momento, si siede con gli altri al tavolo e
prende in giro l’uomo al bancone, che Pépére chiamerà Diogene.
Pépére racconta la storia di Diogene, di Jacques Arnaud.
Jacques Arnaud,
una decina d'anni prima, era redattore del loro giornale, ed era
considerato uno dei più valenti giornalisti francesi, ma ora è solo un
derelitto. Dieci anni prima si stava occupando di un caso delicato, di
cui non aveva rivelato niente a nessuno, quando in una gita in Bretagna
con la famiglia, la barca con sua moglie e sua figlia di nemmeno sei
anni era misteriosamente scomparsa. Non si ritrovarono mai i cadaveri
delle due donne. Da quel giorno Jacques Arnaud
perdette la lucidità e il lavoro, e divenne Diogene, alcolizzato che
farneticava strane vendette: stava cercando un uomo, un vendicatore, a
cui rivelare chissà quale importante segreto.
Nel
bar c'è un uomo seduto ad un tavolino che si nasconde dietro un
quotidiano che fa finta di leggere, ma in realtà sta controllando
Diogene. Questi è Joseph, braccio del destro del Gran Maestro dei
Compagni di Baal.
Quando Diogene uscirà dal bistrot, Joseph lo seguirà in strada e gli chiederà.
"Qual è la punizione dei Compagni di Baal per chi tradisce?"
"La morte… la morte", risponderà Diogene.
Intanto
è arrivato un altro giornalista nel bistrot che trafelato comunica a
Claude di recarsi immediatamente in redazione: il giornalista che si
stava occupando di un caso di rapina di lingotti d'oro su di un treno,
avvenuto dieci anni prima in una cittadina svizzera, è morto in un
incidente stradale.
Il capo redattore affida il caso a Claude.
Nelle
prime scene dello sceneggiato, avevamo visto Joseph, il braccio destro
del Gran Maestro dei Compagni di Baal, scendere da un treno nella
stazioncina della cittadina svizzera, dove dieci anni prima era avvenuta
la rapina al treno e dove stava indagando il giornalista morto
nell’incidente.
Joseph manomette i freni della macchina del giornalista, che in una curva uscirà di strada e rimarrà ucciso sul colpo.
La polizia sbrigativa conclude che si è trattato di un incidente.
Già
da queste prime scene, si mostra il modo d’operare di queste
organizzazioni esoteriche: tutti coloro che provano ad indagare sui loro
affari, muoiono in strani ‘incidenti’.
La
polizia, sia per incapacità sia perché sa che non deve oltrepassare un
determinato steccato, chiude le indagini frettolosamente.
Si è trattato di un incidente d’auto.
Archiviazione.
Claude viene inviato dal giornale nella cittadina svizzera per continuare il lavoro del giornalista ucciso. Sale sul treno e prende posto in uno scompartimento vuoto. Claude sistema la borsa, poi si allontana per andare a comprare una bibita. Entra nello scompartimento un altro uomo che per sua sfortunata coincidenza ha la stessa corporatura di Claude e anche lo stesso impermeabile bianco. Intanto erano saliti sul treno anche cinque uomini che entrano nello scompartimento e scambiano l’uomo per Claude. I cinque sono degli inviati dei Compagni di Baal. I cinque sgherri prendono l'uomo, che inutilmente protesta e tenta d’opporsi, e lo gettano dal finestrino dello scompartimento del treno in corsa.
Questo
omicidio così ‘evidente’ non è la prassi negli Ordini Iniziatici, che
anzi preferiscono nascondere i loro crimini in un 'incidente', come nel
caso del giornalista. Hanno i mezzi per far sembrare tutto un incidente o
una morte naturale: il controllo della polizia - che ha il compito di
non mettere qualche funzionario troppo onesto sulle loro tracce -, della
magistratura - nel caso che qualche poliziotto troppo onesto arrivi a
raccogliere prove e a far aprire un’inchiesta -, ed infine della stampa -
che ha il compito di non far interessare l'opinione pubblica degli
affari dei capi di questi Ordini.
Di
solito il modus operandi dei delitti degli Ordini Iniziatici è:
incidente d'auto, malore, avvelenamento spacciato per suicidio, o
quant'altro possa non destare sospetti.
Ma
torniamo a Diogene… chi era e perché è stato condannato a morte dai
Compagni? E perché sono stati uccisi i suoi famigliari e non lui? Se si
voleva metterlo a tacere, il metodo più veloce sarebbe stata
l’eliminazione diretta, che i Compagni in tutto lo sceneggiato non
lesinano di applicare. E poi, altro indizio a sostegno dell’ipotesi che
esporrò tra poco, è che quando Joseph gli chiederà: ‘Qual è la punizione per chi Tradisce?’, Diogene risponderà, come se fosse uno degli adepti della setta: ‘La morte…’
Ma se Diogene avesse solo tentato di rivelare i segreti dei Compagni di Baal, non sarebbe stato un ‘traditore’. E’ un 'traditore' perché anche lui apparteneva all’Ordine.
Diogene
era uno dei Compagni, ed è stato punito perché voleva rivelare qualcosa
nei suoi articoli. Ma come alto dignitario dell’Ordine fu risparmiato,
seppure tenuto sotto controllo, e la sua condanna a morte era solo
sospesa.
Le
minacce di colpire i famigliari è una delle armi migliori degli Ordini
Iniziatici. Loro sanno perfettamente che alcuni individui potrebbero
aver sprezzo del pericolo e coraggio, ma di fronte alle minacce ai
famigliari, anche quegli desistono. Inoltre, è un segnale per chiunque
altro voglia tradire. Così, con queste minacce, si mantengono
nell’ordine persone che altrimente dovrebebro essere eliminate. Così i
Compagni non riunciano ai favori che questi possono ancora dare
all’Ordine.
Già
da queste prime scene dello sceneggiato si rivela il rapporto che
queste organizzazioni esoteriche hanno con la stampa. I loro uomini sono
infiltrati in molti giornali importanti e con i loro articoli
indirizzano l’opinione pubblica.
Questa
loro capacità d’influenzare l’opinione pubblica - adesso con la
pubblicità televisiva addirittura infiltrandosi come ‘virus’ nei nostri
stessi pensieri -, è stata agevolata proprio dallo sviluppo della
stampa, dei mezzi d’informazione. In passato c’era meno circolazione di
notizie, ma non è che l’attuale migliore conoscenza dei fatti abbia
migliorato la comprensione dei fatti stessi, poiché la stampa si occupa
anche di come intepretare questi fatti, inoltre molti fatti scompaiono
ed altri inesistenti appaiono. Quindi se in passato si finiva sul rogo
per le proprie opinioni, ora non c’è ne più bisogno: l’opera della
stampa è stata di prevenzione, i quotidiani hanno addomesticato
l’opinione pubblica.
La cosiddetta libertà di stampa è uno dei metodi del controllo sociale.
fonte: http://icompagnidibaal.myblog.it
il film in 7 parti
fonte: http://icompagnidibaal.myblog.it
il film in 7 parti
una sola parola:capolavoro..
RispondiEliminaspero che venga ripubblicato in blue ray...
Bellissimo.....
RispondiEliminaLo amo sin da piccolo, ogni tanto lo rivedo, un capolavoro assoluto !
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