di: Costanza Bondi e Marco Morucci
Non si avventuri
nella lettura di questo libro chi pensi di trovarsi di fronte a un
testo politico. Si tratta infatti di un excursus simbolico, tema tanto
caro agli autori, che analizza il simbolo sacro ancestrale per
eccellenza: lo svastica, termine rigorosamente al maschile, in quanto
esprime il concetto sanscrito del Su Asti Ka = “ciò che è bene”.
Svastica, quindi, come simbolo presente in tutte le culture primigenie, nelle sue insite espressioni del continuo divenire (il panta rei
di Eraclito e Cratilo), ma anche della ruota solare, perciò del
percorso circolare del Sole attorno alla Terra, nell’alternanza perpetua
delle stagioni con i propri punti di svolta che coincidono con solstizi
ed equinozi. E, pure, lo svastica in quanto molteplicità dell’Uno,
l’energia in perpetuo movimento, l’osmosi immanente tra mondo materiale e
mondo spirituale, vita umana e vita universale, ciò che è in cielo così
in terra. L’analisi, toccando Oriente e Occidente, parte dai primordi
della civiltà umana per poi passare a Etruschi, Greci, Romani, Cretesi,
nativi d’America, buddismo e bramanesimo, esoterismo e sequenze
simboliche. “Un saggio unico nel suo genere – come l’ha definito
l’editore Adriano Forgione – il primo in Italia che affronta in modo
così completo la genesi e il valore di questo remoto simbolo
universale”, arricchito dalla prefazione del docente di Storia e
Letteratura greca all’Università di Perugia Donato Loscalzo e dalla
postfazione del critico d’arte Andrea Baffoni.
Si evince che, nell’excursus del testo,
abbiamo cercato di sintetizzare lo svastica in quanto argomento di
studio, d’altronde amplissimo, entro limiti ragionevolmente
comprensibili, allo scopo di divulgare il concetto– e conseguentemente
di renderlo accessibile anche ai non specialisti della materia – per
cui, come sovente sostenuto anche dallo storico Emanuele Mastrangelo,
rimuovere simboli e personaggi dal loro Zeitgeist
significherebbe esporsi a qualsiasi critica di stampo moralista. E la
morale, aggiungiamo, si sa, cambia al cambiare delle epoche. Resta il
fatto che i simboli parlano un linguaggio universale, o meglio: i
simboli in essi stessi parlano. E parlano indipendentemente dall’uso
che, poi, l’uomo ne faccia (si prenda, come esempio su tutti, il simbolo
universale pre-cristiano della croce); torna, quindi, valida la
convinzione che i simboli siano per la mente ciò che gli attrezzi sono
per le mani. Ogni studio dei simboli, di qualsiasi simbolo e in
qualsiasi forma, rappresenta, infatti, sempre il tentativo di restituire
la storia – indipendentemente dal risultato ottenuto – sia ai nostri
antenati che ai nostri nipoti. Tentativo, peraltro, che non deve perdere
di vista l’assunto socratico del “sapere di non sapere” che ci porta,
quindi, a non accettare e assumere mai nulla di scontato e, tanto meno,
al rinunciare di porsi domande a causa di pregiudizi.
“Chi ama la verità, non segue l’opinione.”
Platone
Quando l’oggetto di una discussione
viene considerato come “notizia a priori”, ne nasce un pre-concetto – o
un pre-giudizio – per cui la notizia stessa viene generalmente percepita
e assunta in quanto “verità”, poiché basata su sensazioni ed emozioni
di natura soggettiva (culturale) e non su un’analisi oggettiva riguardo
alla veridicità dei fatti. Si tratta di ciò che, dal punto di vista
sociologico, viene oggi definito col neologismo di post-verità (nel
quale rientrano, per esempio, pure le bufale mediatiche, attualmente
tanto di moda) per cui, anche fornendo smentite inoppugnabili, una volta
che la notizia o la credenza siano entrate in circolazione diviene
pressoché impossibile cambiare la convinzione su cui le stesse si
basano.
“Al di là dell’esperienza sensibile, esiste una verità eterna e immutabile.” sant’Agostino
Ciò che a noi, qui, interessa è lo
svastica in quanto simbologia universale e ben augurale, la cui
positività concettuale risale – come abbiamo cercato di evidenziare nel
testo – a civiltà così antiche, le cui origini si perdono nella notte
dei tempi. Positività che ancora oggi perdura, tranne in quegli stati
d’Europa che, per le ragioni storiche a tutti note, ne hanno decretato
la damnatio memoriae. Forniamo, allora, una panoramica che
documenta la dimostrazione del collegamento tra popoli di continenti
diversi, per un nuovo percorso di lettura della ricerca storica, che
vede come Asia, Africa, Europa, America e Oceania testimonino, ognuna
nel proprio articolarsi di reperti, la presenza di un tessuto comune e
condiviso. Risollevare, oggi, anche solo dal punto di vista culturale e
quindi archeologico, lo studio della storia di un simbolo come lo
svastica potrebbe dar adito, nel contesto attuale, ad interpretazioni,
se non deliberatamente artefatte, come minimo distorte. Pare, pertanto,
ovviamente chiaro che – lungi, qui, dal doverci perdere in partigiane e
inutili esplicazioni – abbiamo lasciato al Lettore (quello veramente
interessato) la libertà di porsi con coscienza rispetto a questo simbolo
trascendente e al suo altissimo valore spirituale.
Il termine svastica deriva dalla locuzione sanscrita composta dalle tre seguenti parole:
SU(v) ASTIKA
nel significato risultante di ciò che è bene. E qual è il bene massimo per l’uomo che, essendo un animale sociale, deve muoversi all’interno del κόσμος, il cosmostutto e totalein quanto assetto organizzato mondiale?
La pace, ovviamente, che senza la cooperazione tra individui non potrebbe esistere.
Simbolo formato da 4 braccia uguali che
si uniscono per mano, è rappresentato a volte in forma curvilinea, altre
con terminazioni a segmento.
Nel blog “The Buddha Garden” durante la disquisizione dal titolo “Please help me to understandwhat the swastika on Lord Buddha’schestrepresents” questo,
il commento di uno dei partecipanti: “In my home country of Thailand
(whichwasheavilyinfluenced by Buddhist and Hindu culture and
borrowsmuchformallanguage from Sanskrit and Pali), when wegreetsomeone,
wesay Sawasdee Kha. In essence, wesay “Swastika” to you
when wewant to say “GoodMorning” or “GoodAfternoon”. Infact to NOT say
“Swastika”would be consideredvery rude in Thailand!!!” Appunto, il Suvastka = ciò che è bene = l’augurio di una vita lunga e sana. Riassumendo dagli Archetipi Alfabetici (X-Publishing 2016), il Suvàstka che chiameremo svastica,
già conosciuto dalle prime civiltà terrestri, attraversa indenne il
globo e le generazioni tutte fino ai giorni nostri, subendo solo in
Europa, per gli evidenti motivi storici a tutti noti, una damnatio memoriae
dalla II Guerra Mondiale in poi, che ne proibisce l’utilizzo in più di
uno stato, tramite normative sancite per legge. Ciò premesso, lo
svastica era presente in Asia ancor prima delle età dei metalli, dove
tuttora rappresenta il Principio per brahmanesimo, buddismo, induismo, jainismo, shinotismo, tantrismo e altre sette minori.
In Cina, corrisponde all’ideogramma wan e significa le 10.000 cose= tutto ciò che esiste ed esiste tutto insieme nella creazione= pienezza, perfezione, pace, uguaglianza di opportunità万.
In Giappone, è il mangziou = 10.000 anni = creazione compiuta, infinito, perfezione.
In Africa, è la mano di scimmia, conosciuta anche tra i pellirossa come ruota solare = mandala
(poi ripresa dal buddismo) e di cui il reperto più antico al mondo è un
oggetto paleolitico scoperto nel sud del continente. In pratica, è
l’immagine del Grande Spirito in cui la forma della ruota semplifica
l’infinità del divino, nell’unione tra uomo e universo, come
dall’esempio della ruota forata. Per le popolazioni indigene americane, era il segno dell’armonia spirituale e delle forze tra loro abbinate che regolano la vita, oltre che simbolo dei 4 punti cardinali e delle 4 piante sacre di fagiolo, mais, tabacco e zucca.
Interessante, ancor più, come lo stesso numero 4
comunque ricorra anche nelle fasi solari della giornata – alba,
mezzogiorno, tramonto, sera – ma pure nelle fasi della vita umana –
infanzia, gioventù, maturità, vecchiaia – e dell’alternarsi dei due
solstizi ai due equinozi.
In araldica, è il nodo di Salomone ⌘ meglio noto come nodo di Bowen,
frequente nei ritrovamenti paleocristiani. Forse non ve ne siete
accorti, ma… chi utilizza un computer Apple, ogni volta che nella
tastiera digita il tasto in basso a sinistra cmd = command (detto mela), si vede riproposto abitualmente il segno grafico del nodo di Salomone.
Questo simbolo, richiamando le origini scandinave dell’intreccio dei
nodi che vanno a formare semicerchi, era già in uso tra le fila
dell’esercito di Saint John col nome diGorgone Loop. Proprio
perché in seguito sarà utilizzato nelle cartine del Nord Europa per
delineare i siti degni di interesse turistico (per questa sua
particolarità di informativa iconografica), negli anni ’80 sarà scelto
come uno dei tasti di comando Mac. Quando rappresentato in senso polare,
lo svastica è sinistrorso, in senso solare è destrorso: ecco spiegato
l’utilizzo del simbolo in doppia iconografia, cioè con i bracci che
ruotano o a sinistra o a destra.
Il tempo ciclico delle 4 stagioni è inoltre raffigurato dallo svastica-Orsa-Maggiore
Primavera: è Est Sud Ovest
Estate: è Nord Ovest Sud Est
Autunno: è Ovest Nord Est
Inverno: è Sud Est Nord Ovest
Estate: è Nord Ovest Sud Est
Autunno: è Ovest Nord Est
Inverno: è Sud Est Nord Ovest
In ogni parte del mondo svastica ha i lsignificato del concetto originario di idea del movimento rotatorio che è proprio della Terra che gira intorno ad un asse mobile.
Per cui, tutto ciò che nasce dal movimento può perpetuarsi solo
attraverso il movimento stesso: ecco, quindi, il motivo per cui lo svastica-Sole viene raffigurato sempre inclinato.
Ma il digramma più semplice a 4 punte, rappresentante con i vertici delle stesse un cerchio immaginario, è la rosa dei venti:
4 punti cardinali corrispondenti ai venti Tramontana da Nord (0°),
Levante da Est (90°), Ostro da Sud (180°) e Ponente da Ovest (270°). Se
poi tra questi 4 punti cardinali principali fissiamo i punti intermedi,
appare automaticamente il grafico che possiamo vedere in calce e che è
chiamato stella cardinale a 8 punte.
La lunghezza dei bracci della rosa dei
venti varia, infatti, al variare della frequenza del vento a cui
corrisponde la relativa direzione. Il suo utilizzo risale alle
popolazioni agricole antiche che, per necessità di sopravvivenza,
dovettero codificare la connessione imprescindibile che sussiste tra la
direzione da cui soffia un determinato vento e i fenomeni naturali,
quali: caldo e freddo, siccità e umidità.
Noto anche col nome di nodo infinito,
nella forma primitiva, questo segno lo si ritrova in una tomba etrusca
del III sec a. C. rinvenuta a Sovana di Grosseto, precisamente
nell’iscrizione che riporta il nome del committente del Cavone (= una
via cava sotterranea). Inoltre, nella greca del mosaico pavimentale del calidarium
della Domus del Menandro, a Pompei, ma pure su sigilli a stampo delle
civiltà protoasiatiche meridionali, che tra il XXVI e il IXX sec a. C.
scrivevano in lingua indo (lingua non ancora decifrata della quale oggi
si conoscono quasi 5000 segni).
Quanto all’aureola nella sua derivazione diretta dallo svastica-nimbo,
ci interessa quella distintiva del Cristo Redentore, irradiato dalla
stessa luce divina soprannaturale, così come lo videro i discepoli nella
sua trasfigurazione al monte Tabor: “E si trasfigurò davanti a loro; il
suo volto divenne brillante come il sole, e le sue vesti bianche come
la luce”. L’aureola del Salvatore porta al suo interno la croce ed è
tipica anche del Cristo Pantocratore, colui che tutto crea, di Gesù Bambino Redentore, dell’Essente che a Mosè risponde “Io sono colui che sono”. Le prime tracce del nimbo/aureola
sul capo di Cristo compaiono sugli affreschi catacombali del IV secolo,
così come testimonia la chiesa di San Callisto in Roma. Due secoli
dopo, lo stesso nimbo subirà l’usanza di essere contrassegnato anche con
una croce all’interno del disco solare, oppure con un agnello che
sostituisce la figura del Dio Salvatore. Sarà il tempo a
concedere lo stesso privilegio anche alla Madonna, prima, e agli
apostoli poi, mentre nella realtà dei fatti tale condizione di
privilegiata appartenenza a Cristo è rappresentata dalla tonsura monacale.
Certo è che gran parte della fortuna di tale iconografia la si deve anche al ἘνΤούτῳΝίκα = in hoc signo vinces.
Varie le narrazioni in merito alla
genesidell’episodio, delle quali quella accreditata a furor di popolo
sembrerebbe questa: durante i preparativi della battaglia contro il
nemico Massenzio, Costantino e il proprio esercito avrebbero assistito a
un evento prodigioso per cui sarebbe apparsa in cielo all’interno del
sole, quindi in pieno mezzogiorno, la scritta = ἘνΤούτῳΝίκα = in questo segno vincerai. In effetti, così avvenne e Costantino, sconfitto Massenzio il 28 ottobre 312 a Saxa Rubra, entrò trionfalmente in Roma e fu finalmente proclamato imperatore unico d’Occidente.L’idea concettuale della locuzione in questo segno vincerai era rappresentata, infatti, dalla croce all’interno di un sole splendente a significare appunto ciò:se abbraccerai la fede di Cristo avrai anche onori militari.
Al fine di evitare conflitti di prestigio, partendo dal concetto di cooperazione
= azione condivisa di più personeche hanno come scopo il perseguimento di una finalità comune fu studiata la forma per la creazione della famosa Tavola Rotonda
del ciclo arturiano, conosciuto anche come Materia Britannica, cioè il
ciclo di leggende celtiche, riguardanti per lo più l’epopea di re Artù.
In una tavola così disegnata, in effetti, nessuno avrebbe potuto
occupare un posto di predominanza rispetto agli altri, tanto meno il re
che, in tal modo, si equiparava ai propri cavalieri – a tutti, nessuno
escluso – in ogni scelta da prendere. A conferma, infatti, che
mancassero i posti del capotavola.
Se re Artù nasce nel 475 e muore nel 537
in Gran Bretagna, in Irlanda abbiamo una coeva religiosa cristiana,
badessa e poi santa, considerata la prosecutrice dell’opera di san
Patrizio: santa Brigida. A noi, qui, riguarda quanto
allo svastica-croce con cui viene ritratta in tutte le effigi antiche e
moderne.
Narra la leggenda che la santa fu chiamata al capezzale di un
moribondo al fine di convincerlo alla conversione, almeno in punto di
morte. Lei, allora, si sedette al fianco del suo letto e, pregando,
iniziò a intrecciare una croce con dei giunchi che aveva trovato
abbandonati lì in terra, sul pavimento della camera. Il moribondo,
incuriosito, le chiese cosa stesse facendo. Iniziò quindi una
conversazione tra i due, che si concluse con la conversione dell’uomo:
il quale chiese, addirittura, il battesimo.
Da quel giorno, un po’ come
avviene per le nostre palme, il 1° febbraio è usanza per i cattolici
irlandesi di bruciare la croce a forma di svastica (in giunco o in
paglia o in legno) dell’anno precedente e costruirne una nuova, così
nell’imperituro.
di: Costanza Bondi e Marco Morucci
Per info ed acquisto del testo: http://www.booxtore.it/index.asp?itemId=3467
Fonte articolo
Sempre amata. Nella mia prossima attività la produrrò in argento come pendente per collane e orecchini, con metalli meno nobili la produrrò per fare bottoni. Sicuro che sarà un successo planetario la venderó via internet da paesi che non prevedono l'estradizione. ;)
RispondiEliminajj
Salute o simbolo di vita,Illumina d'immenso l'oscurità. Tornerai a risplendere poiché anche se tutti, noi no! ne conserviamo memoria, ne traiamo forza interiore fino alla vittoria.
RispondiEliminaAbraxas
Un ringraziamento a Bondi e Morucci per questa accuratissima descrizione della luce
salve White Wolf,
RispondiEliminavolevo sapere cosa ne pensi di queste organizzazioni:
-Loggia B'naiB'rith
-Skull and Bones
-Bohemian Grove
Admin Moon
Grande JJ da paesi che non prevedono l'estradizione ah ah ah ! Prevedo un flop planetario cambia genere meglio darti alla sartoria delle Belle kippeh o burka digitate:" federica tapparello " su archive sta ragazza ha messo migliaia di video e tutti nuovi una geniaccia del Web video inediti con Hitler ,la perfida setta degli ebrei I loro intrighi I loro bassi istinti le loro trame nascoste I loro capi del tabernacolo I figli Della vedova ecc ecc ecc
RispondiEliminaAndreas credimi ho già commesse dal kkk
RispondiEliminaAvevo intuito ci potesse essere un collegamento tra il simbolo del Cristo e la Svastika. L'energia Solare è movimento, vibrazione, rotazione e quindi presuppone vitalità, cura e in ultima analisi immortalità del corpo (mummificazione o dissoluzione).
RispondiEliminaGrelot
InterrIntere grelot è anche l'allineamento dei corpi lungo l'asse est ovest, questo permette una maggiore durata del corpo fisico, persone che in vita avevano raggiunto un elevato livello spirituale tendono a non decomporsi spontaneamente, il discorso è lunghissimo.
RispondiEliminajj
In Francia si comincia a manifestare la punta dell' iceberg... è solo l' inizio dello scontro di civiltà creato ad arte imponendo a popoli diversi la condivisione dello stesso territorio. Ciò non toglie il fatto che la francia è e deve rimanere europea e non si possono accettare "soluzioni" provvisorie stile banlieue.
RispondiEliminaSarebbe interessante capire cosa succederebbe in caso di attentati contro gli islamici: precipiterebbe tutto. La francia è seduta su una polveriera.
https://voxnews.info/2018/06/25/stavano-per-uccidere-terroristi-islamici-servizi-francesi-arrestato-militanti/
White Wolf, un commento sulla situazione francese?
Mandi Mandi
La Svastica è una RUNA GERMANICA.
RispondiEliminaSi chiama "Fyrfòss" e rappresenta la vita eterna attraverso una trasformazione, miglioramento, evoluzione infinita. Il concetto "nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma". Ci dice che siamo sempre esistiti. Mai un inizio. E se seguiremo la nostra natura divina esisteremo in eterno.
È un simbolo sacro che rappresenta e attrae energie positive se chi ne fa uso appartiene sia a livello spirituale che genetico al popolo nordico europeo indipendentemente dal suo passaporto, luogo di nascita, passaporto o dialetto.
Allo stesso tempo, rappresenta nella cosmologia, l'astro. La stella inteso come corpo celeste.