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giovedì 16 ottobre 2014

Il significato degli archetipi,l'inconscio collettivo e la legge di sincronicità







Jung ha sempre parlato di dominanti dell’inconscio collettivo e di immagini primordiali. Con questi termini Jung intendeva indicare motivi tipici che si ripetono spesso nei miti, nelle leggende, nelle favole ma anche, a livello personale, nei sogni, nelle fantasie e nelle visioni (più tipiche dei deliri di soggetti gravemente ammalati).

Secondo Jung tutto ciò esprime un modo tipico e universale che governa il comportamento degli essere umani in ogni tempo e luogo.
In seguito Jung, per esprimere quanto sopra cominciò ad usare il termine archetipo (dal greco antico ὰρχέτυπος col significato di immagine: tipos (“modello”, “marchio”, “esemplare”) e arché (“originale”); in ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio l’idea platonica); in psicoanalisi da Jung ed altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell’inconscio umano.




martedì 14 ottobre 2014

la natura insegna,la natura è la più grande sovversione














Osserva la natura e conoscerai la verità,tu stesso sei parte della natura,esplora all'interno di te stesso e conoscerai Dio,tu sei parte di Dio.

tradiz. e rituali  lupi bianchi


“La natura non ha creato né padroni né schiavi, non voglio né consegnare né ricevere leggi.”


Denis Diderot






Prefazione:

In questo articolo presenteremo in forma riassuntiva e con l'ausilio di immagini simboliche seguiti da commenti,un ordine cosmico che risiede nella natura stessa,un ordine che non può essere soggetto a relativismi o preconcetti pseudo-scientifici sterili,ma che indicano lo stato effettivo delle cose,e che svelano il vero allo spettatore,semplicemente mostrando e non parafrasando,il grande inganno che è stato adoperato contro l'umanità,di conseguenza la via da seguire per ritornare all'equilibrio originario.

Ex Ufficiale USA: “L’ISIS è un mostro creato dalla CIA”











Da più di due anni l’ISIS combatte nella guerra civile siriana contro il presidente sciita Bashar al Assad, e da circa un anno ha cominciato a combattere anche i ribelli più moderati. L’ISIS è un’organizzazione molto particolare: definisce se stesso come “stato” e non come “gruppo”. Ma da dove viene l'ISIS? Ormai è chiaro, per stessa ammissione di Hillary Clinton, che si tratta di una creatura occidentale(USA-SION NDR) sfuggita al controllo dei potenti.


lunedì 13 ottobre 2014

La “Cattedrale Aliena” di Scientology. Perchè la setta ha un bunker segreto nel deserto del New Mexico?













Nel deserto del New Mexico si trova un misterioso impianto segreto che presumibilmente appartiene alla setta Scientology. Il sito è caratterizzato da un grande simbolo inciso sul suolo del deserto e visibile solo dall'alto: due diamanti circondati da una coppia di cerchi che si intersecano. L'iscrizione vorrebbe essere un enorme messaggio per gli extraterrestri.

L’intero complesso si trova a Mesa Huerfanita, a circa due ore da Santa Fe e tre ore a nord di Roswell, sede di numerosi avvistamenti Ufo.
  

mercoledì 8 ottobre 2014

COME L'ELITE INTERNAZIONALISTA HA VINTO SULL'EUROPA











La chiave del potere ebraico si basa principalmente su due cose: il controllo delle banche e della finanza e il controllo dei mass media. Uno è utilizzato come strumento per renderci schiavi fisicamente, l’altro mentalmente. Nel corso degli ultimi cento anni essi hanno guadagnato quasi un monopolio completo in tutto il mondo, specialmente in Occidente. Al fine di cogliere la reale portata del potere ebraico odierno e capire come l’hanno acquisito si ha la necessità di guardare brevemente alla storia delle banche a cominciare dalla Banca d’Inghilterra.

martedì 7 ottobre 2014

I teschi allungati di Paracas











Il teschio di Paracas è stato trovato a Paracas, una penisola sul mare nella provincia di Pisco, nella regione di ICA a sud di Lima presso la costa meridionale del Perù.
Parte della zona è ora una riserva per i leoni marini e altre specie marine.

Il popolo Paracas viveva sulla costa e probabilmente erano discendenti di una popolazione giunta via mare. Era un popolo dedito alla pesca, infatti, sono stati trovati cumuli di conchiglie di mare e una rete sepolta nella sabbia.
Strumenti di pietra rinvenuti in zona sono stati datati a 8.000 anni fa, fu nel 1928 a Paracas la scoperta da parte dall’archeologo peruviano Julio Tello dei resti di un villaggio sotterraneo che si estende per uno o due chilometri all’epoca già pieno di sabbia.


E di un enorme cimitero anch’esso sotterraneo. Nel 2011 una troupe televisiva andò a filmare il luogo ma il cimitero e il villaggio erano riempiti di sabbia trasportata dal vento dell’oceano. I luoghi di sepoltura non sono visitabili.
Le tombe contenevano famiglie intere, i resti erano avvolti da vari strati di stoffa colorata e decorata purtroppo le tombe erano state saccheggiate, dagli huaqueros (scavatori clandestini) in cerca di manufatti d’oro e d’argento vasellame e dei famosi tessuti Paracas.

Che avevano invece lasciato i teschi ne furono rinvenuti 90 databili a 3.000 anni fa. Probabilmente ve ne sono ancora altri in collezioni private, nei magazzini di Musei oppure ancora sepolti in zona. I teschi di Paracas sono tra l’altro i teschi allungati più grandi al mondo. E sono soprannominati i “Paracas skulls”.



lunedì 6 ottobre 2014

Gli Dei Biondi che sapevano maneggiare le Pietre con il Suono,gli atlantidi
















Da molti anni qualcuno studia le risonanze acustiche nei monumenti antichi, alla luce delle avanzate tecnologie a disposizione del mondo moderno.

Molto è stato scritto in vari libri riguardo a questo argomento. Testimoni oculari narrano di monaci tibetani in grado di sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri.

Un ingegnere svedese, Henry Kjellson, scrisse su misteriose e sconosciute tecnologie, in alcuni libri come “Teknik Forntiden” e “Forsvunden Teknik”, nei quali riportò un paio di queste esperienze. Scrisse di un medico svedese, che lui chiamò “Jarl”, che nel 1939 poté assistere, a sud-ovest di Lhasa, come i monaci tibetani spostavano grossi blocchi di pietra a ben duecentocinquanta metri di altezza, dirigendoli dentro una caverna che si trovava su di una parete rocciosa davanti a loro.