Prima di entrare nel vivo è necessario che io faccia una precisazione. Tutto quanto segue riguardo la natura dell’universo non deve essere preso come una “verità” nè come un atto di fede. Mi rendo conto che i principi esposti da Don Juan attraverso i libri di Carlos Castaneda siano spessi presi come le rivelazioni della Bibbia. Bisogna però rendersi conto che i toltechi non cercano la verità assoluta bensì la percezione quanto più possibile profonda, precisa ed efficace della realtà che ci circonda. Essi hanno un approccio alla conoscenza estremamente pragmatico, anche come effetto della loro lotta contro il senso di importanza personale.
Sostanzialmente i guerrieri sanno molto bene che la verità ultima non è alla nostra portata; la nostra natura di percettori implica di per sè un processo di interpretazione. Quindi, per quanto la nostra descrizione del mondo possa essere precisa essa sarà sempre, appunto, una descrizione. La natura del mondo e di noi stessi rimane un mistero insondabile e l’unica cosa che possiamo fare è accordarci con essa nel modo più armonico possibile; possiamo solo rendere la nostra vita un’opera d’arte invece che una casualità.
E ora possiamo venire al dunque….
I toltechi fecero una serie di scoperte sconvolgenti riguardo la natura del mondo in cui viviamo e la nostra stessa natura. Dico sconvolgenti perchè giunsero a queste scoperte non per deduzione, non attraverso strumenti, ma essendone testimoni diretti ed escludendo il dominio della mente lineare.
Il primo e fondante fatto di cui furono testimoni è che l’universo in 
cui viviamo è composto da una infinita quantità di campi energetici 
organizzati; questa è la reale natura del mondo. Ciò che noi percepiamo è
 pura interpretazione, il mondo come insieme di oggetti materiali esiste
 solo in quanto risultante di un processo di percezione-interpretazione,
 che può però essere spezzato.
I campi energetici (chiamati anche emanazioni) si organizzano in grandi 
fasce di emanazioni ad ognuna delle quali corrisponde un universo. 
L’organizzazione dei campi energetici prende il nome di allineamento, 
perchè in effetti così appare alla visione energetica, come un 
allineamento. Quindi un universo, un mondo totale, esiste in quanto 
risultato dell’allineamento coerente dei campi energetici.
I veggenti toltechi, osservando i flussi dell’energia, si resero conto 
di un’altra questione fondamentale: l’esistenza di una forza che di 
fatto agiva sull’allineamento determinandone l’esatta organizzazione e 
funzionamento. Videro che questa forza era un aspetto dell’energia 
capace di agire sull’energia stessa. Chiamarono questo aspetto 
dell’energia volontà dell’infinito o lato attivo dell’infinito o 
intento. Si resero conto che l’intento ha effetto su tutto ciò che esiste, anche 
sugli esseri umani e che la sua azione si esplica attraverso comandi 
irrevocabili e ai quali non è possibile sottrarsi. Di fatto l’intento fa
 il mondo e lo fa in modo del tutto impersonale.
Come
 dicevo prima il limite imposto dalla nostra nostra condizione di 
percettori presuppone che noi interpretiamo sempre la natura ultima 
della realtà. Tuttavia esiste un modo che permette di ricevere il 
“riflesso diretto” dell’energia come azione. Questa forma di percezione 
estremamente raffinata fu una conquista dei nuovi veggenti, nel momento 
in cui compresero quale fosse il carattere dell’intento, del lato attivo
 dell’infinito.
Una
 volta stabilita una relazione efficiente con questo aspetto 
dell’energia, ricanalizzando se stessi fino a rendersi coincidenti 
all’intento, poterono valutare in modo totalmente impersonale il loro 
vedere. Si accorsero allora che le fibre energetiche sono fatte di tempo
 e da quel momento ebbe inizio una ulteriore revisione dello stato di 
conoscenza.
Ciò
 che definiamo come “posizioni del punto di unione”, può essere chiamato
 più precisamente “modalità del tempo”. In altre parole ogni posizione 
del punto di unione è caratterizzata da una diversa modalità del tempo, 
il quale non scorre, come sembra a noi, ma si estende in infinite 
posizioni parallele, ognuna delle quali è un mondo a sè.
I
 toltechi si resero conto dell’esistenza di una linea della terra molto 
particolare; questa linea infatti sostiene le modalità del tempo 
relative alla configurazione terrestre, quindi anche tutte quelle 
dell’uomo. I guerrieri imparano a usare questa linea per modificare 
volontariamente la propria modalità del tempo.


Nessun commento:
Posta un commento