di: Roberto Pecchioli
La società occidentale odierna è un
mondo eterodiretto, un prodotto di ingegneria antropologica secolare
giunto al suo compimento. I cambiamenti sono adesso così rapidi che i
più sensibili sono colti da un senso di straniamento, l’alienazione
profonda di chi si sente separato da se stesso e da ciò che gli era
familiare. La decadenza civile, etica e persino individuale è tanto
avanzata da non essere neppure più percepita. Motus in fine velocior, insieme con la scissione radicale dal passato, l’obliterazione di ogni principio e orizzonte preesistente.
Si è determinata, anzi è stata prodotta
una mutazione antropologica che ha creato nuovi tipi umani. In ogni
società sono le élite a improntare per imitazione i comportamenti di
massa. E’ dunque utile analizzare i mutamenti di quella classe sociale
per capire gli esiti dei processi politici, sociologici, esistenziali
che ci avvolgono. Il più significativo osservatore è stato l’americano
Christopher Lasch, etichettato sbrigativamente come populista di
sinistra, con saggi di capitale importanza come La cultura del
narcisismo, La ribellione delle élite e L’io minimo, nei quali tracciò
una fenomenologia dell’uomo occidentale delle classi alte, sradicato,
narcisista, privo di idee forti e soprattutto personali.