Per il nostro scopo, è indispensabile che le guerre non producano modificazioni territoriali. In tal modo, senza alterazioni territoriali, la guerra viene trasferita su una base economica. Allora le Nazioni dovranno riconoscere la nostra superiorità, per l'assistenza che sapremo dare ad esse, e questo stato di cose metterà entrambe le parti alla mercé dei nostri intermediari internazionali dagli occhi di lince. Allora, i nostri Diritti Internazionali cancelleranno le leggi del mondo, e noi governeremo i paesi nello stesso modo in cui i singoli governi amministrano i propri sudditi.
da: Protocollo II dei I "PROTOCOLLI" dei Savi Anziani di Sion.
di: Enrico Marino
Si definisce “avanzo primario” e
rappresenta un importante indicatore dello stato di salute dei conti
pubblici in quanto misura la differenza tra le entrate e le uscite dello
Stato al netto del costo del debito pubblico.
L’avanzo primario viene calcolato
sottraendo alla spesa pubblica le entrate tributarie ed extra-tributarie
e la parte di spesa pubblica finanziata con emissione di base
monetaria, cioè con i titoli di Stato.
In sostanza, si ha un avanzo primario
allorchè grazie a politiche di contenimento della spesa pubblica
quest’ultima (al netto degli interessi sul debito) è addirittura
inferiore alle entrate.
E’ quanto accade in l’Italia dove da 27
anni si registra un notevole avanzo primario con cui, peraltro, si sono
finanziati gli interessi passivi sul nostro debito pubblico, per effetto
dei quali la situazione di avanzo primario da noi si trasforma in
daficit.
Infatti, tutti i sacrifici degli
italiani vengono azzerati dalla spesa per interessi che sono costretti a
pagare per finanziare l’enorme debito accumulatosi negli anni.
Quando si parla di debito peraltro non
si fa riferimento al valore assoluto dell’indebitamento italiano, che ha
raggiunto ormai circa 2.300 miliardi di euro ed è difficilmente
abbattibile. Si fa riferimento piuttosto alla necessità di far calare il
rapporto tra il debito e il Pil, cioè la ricchezza nazionale. Il debito
pubblico italiano nel 1981 si trovava ancora al 60% del Pil.
Gli azionisti della Banca d'Italia S.P.A. sono le banche commerciali, che a sua volta sono detenute dalle azioni di privati, indovinate chi ha la maggioranza di queste azioni?
l'INPS cioè l'unica partecipazione pubblica ha solo il 5% delle quote azionarie, in pratica lo stato prende a prestito da banchieri privati (usurai) carta moneta che dovrebbe stampare esso stesso.
Perché dal
1975 la Banca d’Italia si era impegnata a garantire il successo delle
aste dei titoli di Stato, stampando moneta per comprare le obbligazioni
rimaste invendute. In questo modo il costo dell’aumento del debito
spariva dai conti pubblici mantenendo in sostanziale equilibrio il
rapporto debito/Pil.
Il principio che la Banca d’Italia fosse
garante d’ultima istanza del debito nazionale era valido e sarebbe
risultato ancora più valido se la cronica avversione dei Governi
dell’epoca alla disciplina di bilancio e la loro dissennatezza non
avessero condannato l’Italia.
Infatti, in questo contesto nel luglio
1981 il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore della
Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi avviarono il “divorzio” di via
Nazionale dal Tesoro, liberando l’Istituto di emissione dall’obbligo di
acquistare i titoli di Stato invenduti e rendendolo indipendente nelle
sue scelte di politica monetaria.
La decisione, venne assunta nell’ambito
di precisi accordi di programma europei per permettere alla lira di
restare all’interno del Sistema monetario europeo (SME), la banda di
fluttuazioni tra le valute del vecchio Continente introdotta nel 1979 e
destinata a diventare il nucleo della futura Unione monetaria.
Così, il nostro Paese arriva al 1982 in
condizioni sudamericane: l’inflazione viaggia intorno al 17% divorando
il potere d’acquisto di stipendi, risparmi e pensioni, i tassi
d’interesse all’inizio dell’anno superano il 25%, lo spread tra i
decennali italiani e quelli della Repubblica federale tedesca (BUND
esanleihen) tocca l’inimmaginabile record di 1175 punti base. Una vetta
mai più raggiunta nemmeno durante la crisi del debito sovrano del 2011
che costò il posto a Berlusconi e spianò la strada a Monti (574 punti
base).
Quando con i trattati europei tutti i
poteri e le decisioni di politica monetaria vengono trasferiti a
Francoforte, lo Stato privato della sovranità monetaria, non potendo più
creare moneta dal nulla (facoltà riservata solo alla BCE), per reperire
la moneta ha solo tre possibilità:
- chiederla in prestito ai mercati dei capitali privati (es. banche private) attraverso il collocamento sul mercato primario dei Titoli di Stato (che poi costituiscono il debito pubblico);
- sottrarla a cittadini e imprese attraverso l’aumento delle tasse e i tagli alle voci di spesa pubblica più sensibili (sanità, pensioni, sicurezza, istruzione, giustizia etc);
- favorire l’ingresso di capitali esteri attraverso gli investimenti stranieri e le esportazioni.
Per quanto riguarda la seconda opzione,
occorre osservare che nel caso dello Stato la minore spesa non è sempre
un bene perché la spesa contribuisce anch’essa al Pil. Se lo Stato
adotta politiche di austerità e, ad esempio, interrompe gli investimenti
o i progetti infrastrutturali, il Pil scende perché vengono meno
commesse, lavori, sviluppo e quindi prodotto interno lordo. E infatti,
le politiche di rigore, austerità e contenimento della spesa e i
parametri economici imposti da Bruxelles, in questi anni, hanno puntato
esattamente solo alla creazione di un consistente avanzo primario, a cui
ha però corrisposto un enorme massacro sociale.
La Grecia, grazie alle ricette
economiche imposte dagli “amici” dell’Ue e del Fmi, ha fatto questo
genere di economia e di avanzo primario nella misura del 4% del Pil,
operando dei tagli draconiani alla spesa pubblica e accanendosi verso la
ricchezza collettiva e le tutele sociali, massacrando la sanità, le
pensioni e l’assistenza sociale, riducendo il popolo alla fame.
E infatti, se Atene brucia la protezione
civile non ha neppure i mezzi per spegnere gli incendi, mentre alcuni
beni pubblici greci sono finiti nei patrimoni delle banche tedesche e
fra la popolazione, privata di un sistema sanitario minimo, si registra
un boom di Hiv e tubercolosi.
La terza opzione è stata quella adottata
con le ricette dell’austerità di Monti e della Fornero. Intervistato
dalla CNN, Mario Monti si è espresso così:
“Stiamo effettivamente distruggendo
la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale. Quindi, ci deve
essere una operazione di domanda attraverso l’Europa“.
Come si distrugge la domanda interna?
Alzando le tasse e svalutando i salari. Così la gente non ha più soldi e
compra di meno. Ma non basta: per impedire allo Stato di alzare la
spesa a deficit, cioè di investire sui cittadini, mediante politiche
sociali (esempio: reddito di cittadinanza) o creando lavoro, si inventa
il “pareggio di bilancio” e lo si mette addirittura nella Costituzione,
così da rendere impossibile qualunque ripensamento. Se si costringe la
somma delle entrate e delle uscite di uno Stato ad annullarsi a vicenda e
si punta tutto sulle esportazioni si deve per forza massacrare i
portafogli. E’ quello che ha fatto Monti quando ha preso il potere per
tagliare le pensioni e distruggere la domanda interna, come gli avevano
chiesto le lobby finanziarie, delle quali egli ha perseguito a lungo il
vantaggio materiale come presidente europeo della Commissione
Trilaterale e membro direttivo del Club Bilderberg.
Mario Monti, uno dei tanti fiduciari dei poteri finanziari internazionali,questo personaggio dovrebbe marcire in una galera a vita per i crimini commessi contro l'Italia, mentre è stato fatto senatore a vita.
Abbiamo avuto imprenditori che si sono
suicidati, milioni di poveri, italiani che hanno perduto il lavoro e la
casa, giovani costretti a cercare fortuna all’estero, ma questa azione
politica è stata addirittura impunemente e sfacciatamente rivendicata.
Sempre Monti in precedenza aveva detto:
“Nei momenti di crisi più acuta ci
sono i progressi più sensibili. Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa
abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti
dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità
nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma
anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività
nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo
politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del
farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo
bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando una crisi sparisce
rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi
eccetera per cui non è pienamente reversibile”.
Più chiaro di così il piano di coloro
che vogliono il NWO e più Europa non potrebbe essere illustrato. E’ il
piano dei nuovi Kalergi, coordinato a livello politico sovranazionale
dall’Onu e a livello economico dal Fmi. E’ il piano delle élite
finanziarie transnazionali e dei burocrati europei che ne fanno parte.
E’ il piano che col pretesto della
stabilità, del rapporto deficit/Pil, del pareggio di bilancio e della
economia globalizzata, impone il taglio dei costi di produzione e,
siccome le materie prime si pagano sempre, lo realizza pagando di meno
gli stipendi, comprimendo i diritti dei lavoratori (ad es.: con la
modifica dell’articolo 18) e, per costringerli ad accettare uno standard
di vita meno dignitoso, li getta nella crisi più nera, svendendo tutto
il patrimonio di economia nazionale e permettendo ai nuovi padroni di
delocalizzare all’estero. E’ il piano che toglie le case con Equitalia,
costringe le fabbriche a chiudere e blocca il turn-over nella P.A. e,
così, riducendo l’offerta di lavoro accresce e indebolisce la domanda,
cioè crea milioni di persone senza reddito disposte a qualunque cosa pur
di avere un tozzo di pane. E’ il piano che inventa il lavoro a termine,
precario, senza tutele e sottopagato.
Lo strumento migliore per conseguire
questi obiettivi, peraltro, era privare la politica di ogni potere
decisionale, la democrazia di ogni capacità di rappresentanza, lo Stato
di ogni sovranità monetaria.
Sottratta a ogni controllo l’economia finanziarizzata ha preso il sopravvento su ogni dominio.
Abolita la Legge bancaria del 1936 per
responsabilità di Mario Draghi, il padre del Testo unico bancario del
1993 e, di fatto, rimessa in piedi la pericolosa commistione fra banche
commerciali e banche d’affari, il sistema s’è sempre più privatizzato.
La banca è diventata una Spa e s’è imposto il concetto della migliore
efficienza. In realtà, è cambiata completamente la mission del sistema
creditizio che non s’è più indirizzato verso la qualità del servizio ma
la massimizzazione dei profitti. Le banche sono diventate sempre più
private, sempre più straniere e hanno smesso di raccogliere il risparmio
privato per indirizzarlo sulle imprese che investono o nelle famiglie,
per convogliarlo invece nella maggior parte sui mercati finanziari.
Con la internazionalizzazione del debito
pubblico, la finanza ha messo un cappio al collo agli Stati impedendo
loro di impostare liberamente le politiche economico-sociali,
obbligandoli a procurarsi le risorse delle quali necessitano sul
mercato, presso investitori e speculatori che ne determinano le aste e
le condizioni, a servirsi di operatori specialistici come Goldman Sachs,
Gp Morgan o Morgan Stanley e a sottoporsi, infine, al giudizio di
apposite Agenzie di rating incaricate di valutarne le performance
economiche e l’affidabilità sotto il profilo del debito pubblico. Il
rischio spread che può scaturire al termine di questo prestabilito
percorso finanziario è solo il frutto prima di una dissennata volontà
politica e poi di una scelta tecnico amministrativa operata a monte.
Per questo, secondo molti esperti,
quello del debito pubblico è un grande inganno, come dimostrerebbe il
fatto che Paesi come il Giappone e gli stessi Stati Uniti hanno i debiti
pubblici più rilevanti del mondo ma possono tranquillamente non
curarsene.
Per questo, il debito è solo il
terminale di un disegno criminoso deciso sulla testa dei popoli, di una
strategia complessiva che fonda tutte le sue possibilità di riuscita
sull’esistenza di una élite di potere che domina incontrastata,
attraverso il controllo della meta-finanza e attraverso la costruzione
di un’unica, enorme, sovrastruttura tecnocratica dove il controllo
democratico è inesistente, dove i think-tank sostituiscono i parlamenti,
alla quale i socialismi europei hanno venduto l’anima, per l’ossessione
ideologica di impedire l’ascesa di nuovi fascismi e sperando di
riuscire finalmente ad assicurarsi quella vittoria politica che cercano
da un secolo: creare una “Internazionale” finalmente vincente e
definitiva. Un progetto che ha come termine ultimo la nascita degli
Stati Uniti d’Europa.
E’ questa scelta politica, questo progetto, queste dinamiche economiche che vanno capovolte.
Poiché la maggior parte del debito
deriva dagli interessi da cui sono gravati i nostri titoli e poiché la
collocazione dei titoli è controllata da questo sistema finanziario e
viene gestita con queste modalità, per cui gli investitori ci prestano i
soldi alle loro condizioni determinando per noi il rischio spread, è
esattamente questo sistema che occorre modificare e di questa gabbia
dobbiamo liberarci.
Prima i Btp erano una eccezione, sono nati per andare incontro alle esigenze degli speculatori.
Bisogna tornare indietro, a titoli di
durata breve, per corrispondere interessi più bassi e per garantire al
cittadino che non fa speculazioni e investe i suoi risparmi che questi
sono al sicuro e che in qualsiasi momento, quando servono, deve poterli
riprendere.
Visto che la normativa europea vieta
alla Banca centrale di comprare titoli in asta e di prestare soldi agli
Stati e a tutti gli enti pubblici tranne che alle banche pubbliche
attualmente, con questo sistema, nelle aste dei titoli di Stato la Cassa
Depositi e Prestiti potrebbe comprare in Italia l’invenduto. Se si nota
che il prezzo sale troppo può interviene la Cassa e comprare una parte
dei titoli e poi rivenderla nei giorni successivi sul mercato, come
fanno in Germania e come fanno anche in Francia. Non c’è bisogno di
chiedere il permesso a nessuno per questi interventi, nessuna norma
nazionale o internazionale li vieta. In tal modo si può calmierare
l’interesse da corrispondere sui titoli.
Inoltre, dobbiamo ricordare che solo una parte del debito italiano è in mano a stranieri.
I maghi della finanza ci hanno messo
nella condizione di farci prestare i soldi dai mercati consentendo
sostanzialmente a loro di decidere le condizioni e oggi è evidente che
le condizioni si sono adattate al loro interesse, cioè quello di
guadagnare il più possibile. Possiamo fare il contrario. Sapendo che c’è
una massa enorme di liquidità (4.200 miliardi di risparmi) si possono
invitare gli italiani offrendo loro l’1% o il 2% per un certo tempo,
invogliandoli a investire. Con quanto arriva si potranno riacquistare i
Btp sul mercato e, poco alla volta, nazionalizzare il nostro debito
pubblico, facendo crollare lo spread.
Jean Claude Juncker l'ubriacone che dovrebbe essere presidente della Commissione europea, naturalmente questo imbecille è solo un uomo di paglia,che esegue gli ordini superiori.
Con i miliardi investiti dagli
italiani possiamo salutare la Commissione europea e i vari Junker e
Moscovicì e gli speculatori internazionali, la Deutsche Bank, i fondi
europei e americani, i vari Goldman Sachs e compagni.
Gli restituiamo i loro soldi, ma gli diciamo basta, la pacchia è finita.
Di tutto il post, mi interessa in modo particolare le ultime due frasi.
RispondiEliminaQualcuno mi sa dire se è già in circolazione in Italia, un mago di siffatta specie, che può
affondare finalmente la nave, carica di mortifere pestilenze in forma umana? Io credo di no.
Comunque, trovo completamente erroneo nutrire ancora con i nostri soldi queste voraci sanguisughe delle banche e loro reggipanza, che con l'inganno del finto debito ci hanno dissanguato. Sappiamo tutti perché succede tutto ciò.
La soluzione per liberarsene sarebbe semplice e fattibile. Basterebbe che gli italioti addormentati ritrovassero un po' dell'antico coraggio che si è perso da tempo nelle nebbie dell'inconsapevolezza. Di lampioni ne abbiamo a sufficienza, di corda insaponata anche, basta metterci dentro i colli di tutti questi traditori della patria e tanti saluti a Belzebù.
non c'è bisogno di sprecare energia, corda, sapone. Basta che coniamo una moneta sovra, che fa concorrenza alla BITCOIN. Un bel nome...ed è fatta. Una volta c'era la PATATA, ma ora è scaduta. Mi rifiuto di chiamarla BUCO, però...!
RispondiEliminaOhè Bambilù, ma tu ti rendi minimamente conto che cosa c'è dietro?
EliminaE sì che sono anni che ne parliamo qui. Non hai prestato granché attenzione vedo.