di: Paolo Sizzi
Le affermazioni
del candidato leghista alla presidenza della Regione Lombardia, Attilio
Fontana, a riguardo della difesa e preservazione della razza bianca
minacciata dall’immigrazione di massa allogena, hanno – come era
prevedibile – scatenato un putiferio mediatico attorno al centrodestra
lombardo, ma soprattutto hanno sollevato l’ennesimo polverone
relativamente alla tematica su razza, razze, questione razziale e
razzismo, con la poderosa strumentalizzazione delle parole del leghista
da parte dei soliti menagrami di sinistra, che sembrano nutrirsi di
queste polemiche come fosse il loro (unico) pane quotidiano. D’altronde,
se levate alle sinistre tutta la loro brava paccottiglia ammuffita di
vieto antifascismo da volanti rosse cosa rimane? Il nulla assoluto.
Ho già parlato diverse volte di queste
faccende, ma siccome l’attualità offre il destro ad un ulteriore
approfondimento ne approfitto per mettere in chiaro alcuni punti
fondamentali, mai compresi abbastanza (se non deliberatamente ignorati),
soprattutto da coloro che amano confondere il piano razziologico, ossia
relativo allo studio delle razze umane, con quello del razzismo, che
riguarda cioè tutta una serie di manifestazioni violente ed intolleranti
tese alla discriminazione pesante di una o più razze in nome di una
presunta superiorità di un’altra su queste. Vorrei fosse chiaro, una
volta per tutte, che sostenere la bontà del concetto di razza (o
sottospecie) nell’uomo, con il suprematismo non ha nulla a che vedere,
non foss’altro, al di là della morale, che la questione della
superiorità risulterebbe essere altamente opinabile ed intrisa di
aspetti socioculturali, non certo biologici.
Il concetto di razza, nel mondo animale,
non è nulla di diabolico, anzi, è qualcosa di più che ovvio poiché
riguarda un raggruppamento biologico (fisico e genetico) che per un
certo numero di caratteri comuni può essere distinto da altri gruppi
della stessa specie; questa, infatti, si suddivide in razze (o
sottospecie) e sottorazze (sotto-sottospecie) caratterizzate da elementi
fisici trasmissibili ereditariamente, in conseguenza di vari
meccanismi, come ad esempio l’isolamento geografico, la selezione
sessuale, le mutazioni genetiche. E, se non sbaglio, l’uomo è un
animale, non una creatura angelica eterea ed immateriale…
I negazionisti amano trastullarsi con
l’obsoleta sparata di Einstein sull’esistenza di una sola razza, quella
umana; Einstein di genetica non ne sapeva nulla, perché negli anni ’30
del secolo scorso di genetica delle popolazioni non si parlava ancora, e
il DNA non era ancora stato scoperto. Infatti, ad essere unica e umana
(nel senso, cioè, di condivisa da tutti gli uomini) è la specie sapiens del genere homo, e non la razza intesa come sub-specie. Se “razza” non vi piace parliamo pure di sottospecie o sub-specie (meglio ancora subspecies, in latino scientifico), che sono termini, anzi, più scientifici che “romantici”.
Mi preme sottolineare che il razzismo,
nel senso moderno del termine, con tutto questo non c’entra nulla perché
nulla c’entrano con il concetto biologico di razza gli aspetti sociali,
culturali, psicologici, comportamentali, intellettivi. Certo, vi sono
studi sulla correlazione tra QI e gruppi razziali e tra questi e abilità
matematiche (quanto ci annoiano, ad esempio, con l’intelligenza degli
Ebrei aschenaziti?) ma non hanno un’importanza e una precisione tale da
poter gerarchizzare, e dunque discriminare, una razza piuttosto che
un’altra.
Il fatto è che il negazionismo razziale
si basa sull’antropologia culturale, disciplina di stampo neomarxista,
che per ovvie ragioni politiche, a partire dagli anni ’60 del secolo
scorso, conduce una spaventosa campagna di demonizzazione totale non
solo del razzismo in sé ma pure del concetto biologico di razza, come se
sostenere l’esistenza delle razze umane volesse dire gerarchizzare,
discriminare e magari pure sterminare! Tutto questo è assurdo, perché
seguendo questa “logica” tutto potrebbe portare a gerarchizzare e
discriminare (o peggio), come del resto la storia ci insegna a
proposito, per fare un esempio, delle guerre di religione. Aboliremo
forse le religioni perché in passato, e tuttora, ci sono state e ci sono
sanguinose guerre combattute in nome di opposti estremismi basati sul
dio che “ce l’ha più lungo”?
Chi nega e sputa sul concetto biologico
di razza, negli uomini, lo fa per mera propaganda politica e ideologica
di sinistra, o liberale, e trovo patetico evocare il KKK o il
nazifascismo (una delle crasi più cretine che esistano) accostandoli
all’antropologia fisica e alla genetica delle popolazioni, e dunque alla
biologia. Pensate che la diabolica agenda progressista arriva a dire
che la razza sarebbe solo un costrutto sociale che esiste nella testa
dei razzisti!
Beh, in effetti, l’indice cefalico, l’indice nasale,
l’indice vertico-longitudinale, l’angolo facciale, la rilevazione di
altezza, peso, somatotipo sono solo opinioni, certamente, e così anche
gli aplogruppi, il cromosoma Y, il DNA mitocondriale e quello non
sessuale autosomico, l’altissima intolleranza al lattosio di mongoloidi e
negroidi, il gene Duffy ecc. ecc. sono tutte mere idee, senza
sussistenza scientifica… Rendetevi conto a che imbarazzanti livelli può
arrivare la crociata dell’antropologia culturale…
Gli eroi di questa strampalata armata
Brancaleone sono due tizi come Boas (antropologo culturale) e Lewontin
(genetista smascherato da un altro genetista e biologo come il
britannico Edwards) con le loro tesi ormai superate e, soprattutto,
inflazionate dalle proprie personali paranoie etniche, in quanto ebrei.
Richard Lewontin
No, non è antisemitismo affermare ciò, ma solo constatare
l’ipersensibilità ebraica quando si viene a parlare di razza e razze. E
con l’emotività, signori, non si può parlare di scienza. Il Lewontin, in
particolare, fu colui che affermò, basandosi su una striminzita
quantità di marcatori genetici (17), che la naturale variabilità
genetica interna ad un popolo sarebbe maggiore rispetto a quella tra
questo e altri popoli, il che fa letteralmente scompisciare perché solo
il principe degli scartati ai provini del Grande Fratello può credere
che un tizio indigeno di Bergamo sia più simile ad un Masai che ad un
altro tizio indigeno di Bergamo, o Brescia, o Firenze o Napoli.
Purtroppo per gli antifascisti, le
paranoie antirazziali non possono nulla contro l’attendibilità
scientifica di craniologia e antropometria, discipline ancor oggi tenute
in gran considerazione da medici forensi, anatomopatologi, archeologi, e
men che meno contro la totale affidabilità della genetica delle
popolazioni, grazie a cui si possono agevolmente distinguere le note 5-6
razze della specie umana: caucasoidi, mongoloidi, amerindioidi,
australoidi, congoidi, capoidi (a volte compresi nell’unico macro-gruppo
razziale negroide).
La stessa genetica determina le
percentuali razziali varie nel caso dei meticci, il che smentisce tutti
quelli che pensano di invalidare il concetto di razza perché sarebbe
impossibile distinguere i confini tra una sottospecie e l’altra. A nulla
serve, oltretutto, evocare la supposta comune origine africana degli
uomini perché nell’arco di 100.000 anni l’isolamento, la selezione, il
clima, la dieta, l’adattamento, la genetica ha portato ad una ovvia
distinzione continentale (ma non solo, si prenda l’Africa) tra i diversi
gruppi razziali umani. Ad accomunarci, in quanto uomini, è il 99,5% del
DNA (e non il 99,9% come si credeva) ma in quello 0,5% c’è un mondo
intero di differenza, basti pensare che la somiglianza con lo scimpanzé è
del 98,5% e la differenza tra questo e il bonobo (due specie distinte,
addirittura) è dello 0,3%.
Inutile anche cassare la dicitura “razza”
per utilizzare quella di “etnia” essendo questo un concetto culturale
(per quanto, sicuramente, basato anche su un dato biologico che
distingue, ad esempio, i Lombardi dai Sardi), anche perché la distanza
che intercorre tra un Tedesco e un Italiano non è certo la stessa che
intercorre tra questi e un Arabo, e ancora tra caucasoidi e negroidi e
così via. La tassonomia dell’homo sapiens sapiens (ossia
dell’uomo anatomicamente moderno) è dunque genere, specie, razza
(sub-specie), sottorazza (sub-sub-specie), etnia, ricordando che
all’interno delle sottorazze (ad esempio quella europide del ceppo
razziale caucasoide) vi sono tutta una serie di sfumature fenotipiche, e
logicamente genetiche. Non dimentichiamo che un’ulteriore distinzione
tra razze è data, ad esempio, da quel massimo di 4% di DNA
neanderthaliano presente nel genoma caucasoide e assente nelle altre
razze, che a loro volta potrebbero avere invece remote ibridazioni con
altri sapiens arcaici.
Quando Fontana parla di “razza bianca”
andrebbe corretto precisando che egli si riferisce alla sottorazza
europide (“bianca” è un arbitrario termine coloniale usato dagli
Americani, il che è tutto dire), le cui peculiarità non sono solo di
pigmento ma anche e soprattutto antropometriche e antroposcopiche, oltre
che genetiche. Ciò che invece dice di sacrosanto è la necessità di
difendere, preservare e trasmettere i nostri geni europidi per
sconfiggere l’orripilante auto-genocidio degli Europei, che non è solo
culturale ma è anche etnico e quindi, sotto sotto, biologico.
Non servono persecuzioni e massacri per
accorgersi di come, oggi, vi sia il più totale sprezzo del dato
etno-razziale, tra immigrazione di massa, società multirazziale,
meticciamento e sostituzioni etniche dettate dal turbo-capitalismo che
tanto piace ANCHE alle sinistre europee, a cui si sono prostituite più
che volentieri dimenticandosi dei bisogni dei moderni proletari indigeni
d’Italia e d’Europa. L’unico odio che vedo non è quello verso gli
immigrati (un fenomeno amplificato retoricamente ma che in realtà è ben
poca cosa) ma quello verso gli autoctoni europei, demonizzati per il
solo fatto di essere “bianchi”, prova ne è l’ottuso terzomondismo di
antifascisti, preti (papa in testa), antirazzisti vari secondo cui gli
abitanti del sud del globo sono sempre povere vittime dell’imperialismo
razzista dei bianchi senza alcuna colpa e responsabilità per la
situazione di spaventoso degrado, miseria, corruzione in cui vivono.
In conclusione, possiamo giustamente
affermare che le razze umane esistano e che quella caucasoide europide
sia a rischio estinzione (naturalmente più per colpa sua che altrui, è
evidente). Da qui la necessità non di discriminare, di aggredire, di
segregare violentemente gli allogeni, ma di salvaguardare tutto quello
che compone il nostro patrimonio etno-culturale e razziale (dunque
biologico) senza cui l’Europa sarebbe completamente svuotata della
propria anima a tutto vantaggio del carrozzone funebre di Bruxelles, o
meglio ancora dei famigerati “stati uniti d’Europa” che tanto eccitano
la fantasia dei piddini e degli altri “socialisti” europei. Il
comunitarismo, l’etnonazionalismo, il socialismo nazionale sono dottrine
tutte tese alla tutela della nostra identità, che in accezione schietta
e genuina non può limitarsi alla sola cultura; senza più sangue e suolo
(incontaminato) europeo, a che servirebbe un’identità civica
europeista, e a vantaggio di chi andrebbe? Il nostro continente è
intrinsecamente europide, da millenni; cambiargli democraticamente (?) i
connotati vorrebbe dire snaturarlo e condurlo ad una ecatombe.
Democratica eh, ma sempre di ecatombe si tratta.
Ave Italia!
P.S.: a chi volesse approfondire la
questione della tendenziosa disinformazione riguardo razze umane,
antropologia fisica e genetica delle popolazioni consiglio questo
utilissimo collegamento, divulgativo e accessibile a tutti. A meno che abbiate paraocchi politici, si capisce.
Da iperborea veniamo , a iperborea ritorniamo.
Fonte
Bello, Paolo. Bravo.
RispondiEliminaNon mi fido della Lega , tantomeno di Fontana , la Lega Nord al pari dei 5stelle non ha alcuna credibilità e non si affida a persone preparate e determinate. Fontana ha detto un ovvietà ma puo averlo fatto solo come uscita estemporanea per prendere voti o peggio ancora per vedere quanti capiscano quello che ha detto .La tattica è sempre la stessa fanno credere di essere dalla parte dell' identità del popolo e poi la utilizzano per i loro scopi . Quando Bossi dava fastidio , per poco non lo facevano secco, lo stesso potrebbe essere accaduto al patriota europarlamentare Buonanno che aveva saputo delle cose sulla Libia e voleva sputtanarli sul traffico di migranti. Questa Lega non mi sembra abbia eroi né persone con gli attributi , anzi ampiamente gestita.Il punto è che chi dirige i giochi non ti fa neanche alitare se non sa di averti in pugno o neutralizzare quanto prima.
RispondiEliminaIn Lombardia governa Maroni, fu ministro dell'Interno, Cossiga disse che per alcuni ministeri vengono sottoposti i nomi all'America , tra questi quello dell'Interno ,la Lombardia ha creato un Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità.Maroni di recente , ex maoista , si è dichiarato leninista ,e ha dato dello stalinista a Salvini, niente male per gli alleati del mangiacomunisti Berlusconi.
Mark
Maroni è stato il cavallo di Troia da inserire nella Lega quando questa stava acquistando consensi e parlava di "indipendenza della Padania". L'ebreo Maroni ha rimesso le cose a posto. Solita tattica. La cosa che mi faceva ridere di quel periodo è quante pecore sotto ipnosi si sforzassero di vomitare il cliché che avevano imparato a memoria dalla tv: "la Padania non esiste!!" Andavano a leggere sui libri per cercare se esistesse la Padania... in questo senso hanno almeno in parte ragione gli ebrei, la maggior parte di noi sono cani inutili, persone la cui esistenza non ha un senso, prive di anima.
Eliminala lega era nata come movimento popolare volto alla liberazione del nord dalla colonizzazione imposta, poi è scesa a compromessi e ha tradito i nordici in nome delle poltrone e dei vitalizi; avremmo dovuto capirlo prima che la lega non ci rappresentava: la moglie di bossi non è nordica eppure dirigeva il partito, il trota non faceva altro che offendere mezza italia senza rendersi conto che i suoi geni provengono anche da li, siamo stati presi in giro sin dal principio. Ciò non toglie che l' indipendenza o almeno l' autodeterminazione delle genti oltre la linea gustav sia un diritto e soprattutto un dovere ancora presente nell' inconscio collettivo e che prima o poi produrra gli effetti cercati da decenni. Se milano non deve trasformarsi in kabul tantomeno dovrà diventare napoli.
RispondiEliminaMandi Mandi
L'originaria Lega era la Liga essrezialmente Veneta , in quanto il Veneto era il territorio piu florido e con mentalità asburgica , difficilmente gestibile dalle cupole affaristiche della DC di Roma.
RispondiEliminaBasti dire che per gli indipendentisti veneti che sono saliti sul campanile di San Marco sono intervenute le squadre speciali , e hanno sequestrato piu di recente un trattore travestito da carro armato , figuriamoci se consentivano il riconoscimento di un movimento senza poterlo manovrare ,con la farsa del giuramento sulla Costituzione che prevede l’ integrità territoriale. Allora a chi è servita questa commedia degli equivcoci ?
http://mattinopadova.gelocal.it/regione/2017/05/08/news/assalto-a-venezia-vent-anni-fa-i-serenissimi-sfidarono-lo-stato-1.15308192/amp/
http://www.ilmessaggero.it/AMP/ros_arresti_secessionisti_veneto_ex_deputato_forconi_carro_armato-353085.html
Terroni lo erano anche Belsito e la Mauro. La moglie di Bossi andata in pensione a 38anni, Belsito parlava di lei nelle intercettazioni come una maga .
Bossi è stato usato e lui neanche si rendeva del tutto conto:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/13/mi-dicono-che-sei-massone-e-giorgetti-replica-a-bossi-umberto-sei-impazzito/322379/amp/
La Lega fu usata in periodo tangentopoli per picconare il pentapartito , con l’ accusa di ladri , e plaudire i giudici che avevano il manforte dagli atlantisti.
Uno smembramento e un accusa allo stato nazionale e unitario , che avrebbe visto dilagare gli affari della criminalità organizzata. Cioè spostare l’ obiettivo dallo stato che sperpera e distrugge ogni impresa al sud che vuole vivere di rendita , cosicché sud = nord , Nord puo fare a meno della zavorra del sud , triste sapere che per austriaci e bavaresi i padani sarebbero come i terroni del sud. E che quella mafia vive proprio come azienda dei servizi per l'aristocrazia e la borghesia del nord .
Già nella fondazione la Lega non risulta estranea a influenze gesuite e massoniche.
“Bossi era un “pupo” che faceva comodo, perchè sarebbero nate delle Leghe del Sud, che all’opinione pubblica sarebbero state vendute come opposizioni spontanee al fenomeno padano, ma che in realtà servivano gli interessi della Mafia…”:
https://azioneprometeo.wordpress.com/2012/05/08/lega-nord-massoneria-mafia-3/amp/
E poi il crack della banca padana, l’ acquisto del marchio ….
https://azioneprometeo.wordpress.com/2012/12/18/quando-forza-italia-compro-lega-nord-per-2-miliardi-di-lire/
Mark
Errata corrige : prima intendevo l'equazione Sud= Mafia , spostare l' obiettivo dal governo di Roma che volutamente vuole impedire ogni crescita d'impresa e autonomia della classe politica veneta , al Sud dove la mafia é un azienda dei servizi per Roma e le classi borghesi e industriali del Nord , sul quale far ricadere le colpe come causa di tutti i mali endemici come capro espiatorio da dare in pasto per placare la folla inferocita . Una scelta quella di lasciare il Sud come mercato per le aziende del Nord nata sin dall' unificazione unitaria dagli anglo- massoni del Piemonte. In corso Tangentopoli si fa confluire la crescente voglia di secessione del lombardo- veneto per dare un ulteriore spallata allo spirito unitario del paese , approfittando del vuoto di potere creatosi si mobilita la mafia , urtilizzata come esercito al servizio dei padroni parassitari dell' Italia che si arricchiranno a piu non posso con le privatizzazioni depredando tutto il patrimonio nazionale , e quindi rendendo l'Italia uno stato schiavo e dipendente che entrerà nella tagliola dell'euro e poi legata con i trattati europei e Francia e Germania che la utilizzano come vediamo ora come uno zerbino.
RispondiEliminaMark
l' anima più forte della lega è certamente rappresentata dal veneto grazie alle sue pretese indipendentiste (le stesse affiorate già nel primo dopoguerra e ancor prima nel periodo austriaco); in lombardia il consenso è dovuto principalmente all' opposizione alla colonizzazione meridionale piuttosto che a un forte sentimento identitario.
RispondiEliminal' obiettivo primario è l' autodeterminazione se questa passi necessariamente attraverso l' indipendenza bisogna ancora capirlo ma la risposta piu gettonata è un si lapidario. non vogliamo stare ne con gli austriaci ne con i bavaresi ma con i nostri (l' italia è la patria ma se non ci rispetta non si puo fare altro, anche per la salvazza stessa del belpaese perchè un italia priva di nordici non è piu tale). ti ricordo che la marina austriaca imperiale si chiamava marina austro-veneziana con sede a venezia e i marinai erano tutti italiani, se ora ci considerano terroni è solo per motivi contingenti. per quanto riguarda la mafia questa morirebbe al nord se l' italia si smembrasse e fossero concesse cittadinanze per discendenza nella "padania".
condivo quello che scrivi perchè comunque parliamo dell ennesimo movimento popolare strumentalizzato: nulla di diverso. Cose viste e riviste, quello che mi premeva sottolineare è la sua legittimità e e la sua natura popolare.
Mandi Mandi