I militari nazionalisti avrebbero posto fine alla dittatura dei Fratelli musulmani in Turchia, ma l’intervento dell’aviazione della NATO ha impedito il piano di salvezza dei kemalisti.
Nella notte del 15 e 16 luglio, il panico s’impadroniva di Istanbul e Ankara, dopo il tentativo di rovesciare il regime islamico guidato dai soldati nazionalisti, che avevano annunciato la presa del potere da parte dei militari in risposta all’alleanza tra Erdogan e i terroristi dello Stato islamico di cui ricicla il petrolio rubato in Iraq e Siria, e alla deriva dittatoriale del Fratello musulmano in giacca e cravatta. Molti turchi sono scesi in strada per esprimere la soddisfazione per sbarazzarsi del tiranno, mentre la lotta infuriava tra i militari nazionalisti-kemalisti e i lealisti dei Fratelli musulmani. Dopo 18 ore di confronto ed incertezza, il colpo di scena si è avuto con l’intervento dell’aviazione della NATO che ha bombardato le posizioni dei ribelli nazionalisti. Almeno 100 persone, tra cui 17 poliziotti ad Ankara, sono stati uccisi durante gli scontri. Colpi di armi da fuoco da elicotteri erano stati segnalati e delle bombe avevano colpito il Parlamento.