di: Luciano Lago
Il mese di Novembre segna quella che si può’ considerare una svolta definitiva nei delicati equilibri che fino ad oggi hanno retto una relativa pace nel continente europeo, con le eccezioni del conflitto nella ex Yugoslavia e del conflitto in Ucraina. La svolta viene segnata dagli attentati di Parigi del 13 Novembre e dall’abbattimento dei due aerei russi, il primo sul Sinai, un aereo civile, il secondo nel nord della Siria, per azione dei caccia turchi.
Per queste ultime due azioni appare chiaro che non si è trattato di episodi casuali ma piuttosto di provocazioni ben studiate per provocare la reazione dell’orso russo dopo che questo aveva messo piede in Siria, bloccando momentaneamente il piano di smembramento del paese che rientra nel più’ generale piano di ripartizione del Medio Oriente che gli strateghi degli USA ed Israele stavano pianificando da oltre 15 anni.
L’azione russa ha disturbato il piano di Washington ed i suoi colossali interessi (petrolio, gasdotti/oleodotti, egemonia/Israele) e, cosa più’ grave, ha creato un protagonismo della Russia che ha riunito attorno a se una coalizione sciita nel mondo arabo persiano, con Iraq, Iran ed Hezbollah che si sono schierati al fianco di Mosca. Fatto intollerabile per gli USA e per l’Arabia Saudita, che sostengono occultamente o palesemente i gruppi degli jihadisti sunniti e wahabiti che combattono in Siria ed in Iraq.
Il caccia russo abbattuto (appositamente sotto ordine NATO) dall'aviazione turca mentre operava in operazioni di guerra contro i emrcenari dell'ISIS al confine della Siria.
I queste ore sta maturando la reazione russa con il potenziamento delle difese missilistiche in Siria e con la facile previsione dei prossimi incidenti che vedranno l’ abbattimento di aerei della coalizione NATO e turco-Saudita. La vendetta è un piatto che si serve freddo e Vladimir Putin è un abile giocatore di scacchi, lo ha dimostrato: aspetterà l’occasione giusta per regolare i conti con il turco Erdogan. Il turco ne è cosciente ed inizia a mostrare qualche segno di nervosismo. Per questo è corso subito a chiedere il “conforto” della NATO e degli USA, non appena si è verificato l’incidente.
Una sceneggiata epica: il turco, aggressore e complice dei terorristi islamici, cerca l’aiuto del “fratellone” USA, compagno di merende, mentre l’aggredito, il russo, che ha subito la perdita di un aereo militare ed un suo pilota (oltre all’elicottero abbattuto con l’altro pilota), si lecca le ferite e medita la vendetta.
I giochi sono fatti e nessuno potrà tirarsi indietro. Sarà’ quello il momento della deflagrazione di un conflitto allargato con il blocco NATO- USA- Saudita da una parte, quello Russia- Iran- Siria, dall’altra. Ognuno dovrebbe fare la propria scelta di campo ed anche la Cina ha già fatto la sua a favore del blocco Russo-Iraniano.
L’Italia, come paese membro della NATO, con le sue 113 basi militari USA sul territorio, non potrà’ defilarsi adducendo “motivi di salute” e sarà’ inevitabilmente in guerra contro Russia e Iran. Ne sono coscienti gli italiani? Certo che no.
L’unica possibile soluzione sarebbe quella di una uscita immediata ed unilaterale dalla NATO, una alleanza che, con il turco islamista dentro, ha lo stesso effetto di un detonatore tale da trascinare in guerra tutta la catena di stati aderenti, dalla Grecia all’Italia, alla Germania, fino alla Norvegia ed al Canada. Considerando che un conflitto allargato comporterebbe l’utilizzo inevitabile delle armi termonucleari, probabilmente da parte della Russia che le utilizzerebbe per non soccombere, possiamo immaginare quale scenario catastrofico si verificherebbe.
Possiamo farci una domanda: potrebbero mai essere all’altezza i nostri governanti di comprendere i rischi che il Paese sta correndo? Tutti possono guardare la faccia dei vari Renzi, Alfano, la Pinotti e Gentiloni per capire a quali livelli di classe politica è sceso il paese. Forse non sarebbe sufficiente neanche un Giolitti, un Salandra o un Cavour per tirare fuori dagli impicci un paese così inguaiato come l’Italia. Figuriamoci questi personaggi che non dispongono dell’autonomia neppure per sottrare il Paese al disastro dell’euro, tanto meno da quello delle guerre della NATO.
L’opinione pubblica italiana non ha percepito la gravità del momento, anche perchè è disinformata e manipolata dal solito apparato dei media che tende a distorcere completamente la realtà e tende a far apparire l’aggressore come aggredito e il potere USA come il “grande alleato” che “difende la democrazia” e la nostra sicurezza.
Forse qualcuno ha percepito, dopo gli atentati di Parigi, il rischio che corriamo per la nostra sicurezza e si inizia a scorgere qualche riflessione sul ruolo delle alleanze dell’Occidente con paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar e le altre Monarchie del Golfo ma questo si limita al problema dell’immigrazione islamica e del terrorismo islamista, come sempre si parla degli effetti e si trascurano le cause.
Gli avvenimenti di Parigi del 13 Novembre avrebbero dovuto far comprendere che ci troviamo già in guerra anche in Europa. Tuttavia l’opinione pubblica non percepisce il fatto di trovarsi già in guerra perchè in Europa abbiamo avuto una pace troppo lunga da 70 anni (con l’eccezione degli episodi della ex Yugoslavia e dell’Ucraina). Questo significa che le generazioni più giovani non hanno mai fatto l’esperienza della guerra e neppure quelle più attempate , nate a cavallo degli anni ’50 del dopoguerra. Un caso unico nella Storia del continente da molti secoli. Nell’immaginario collettivo la guerra non esiste più, non è una possibilità concreta.
Molti fanno l’errore di credere che, dopo il crollo del muro di Berlino, con la costruzione europea si sia creato in Europa uno stato di pace permanente che duri all’infinito. In realtà non è così: l’Europa non ha evitato le guerre ma è stata la fine delle guerre che ha consentito di creare l’Unione Europea (con tutte le sue contraddizioni).
Il vecchio sogno dei “pacifisti” di farla finita con le guerra (per lo meno quelle in casa propria) continua ad essere presente nella mente di molti, nonostante che il mondo non abbia mai conosciuto tante guerre come da quando si è conclusa la “guerra fredda”.
L’aspirazione (e l’illusione) diffusa fra le nuove generazioni è quella di pensare che si vada verso un “Nuovo Ordine Mondiale”, con la fine degli Stati Nazionali, ordine dominato dalle solite centrali di potere sovranazionale, ma dal quale vengano escluse le guerre.
Nella realtà le cause concrete delle guerre, che risiedono nella contrapposizione degli interessi, nei programmi di espansione e di dominio, nella imposizione di un ordine e di un modello unico, non solo non sono finite ma al contrario non sono mai state così presenti come nel mondo di oggi. Un mondo che vede il declino lento ma inesorabile di un impero (quello unipolare USA) e di una egemonia (quella Occidentale) e la contrapposizione di nuove forze e nuovi equilibri, accompagnati ad ideologie a sfondo religioso e fanatico (l’islamismo radicale salafita/wahabita) ) con cui per troppo tempo ha giocato l’Occidente, utilizzandolo per i propri fini, illudendosi di poter poi rinchiudere i demoni nella botte. Grosso errore! I demoni sono fuoriusciti e diffondono caos e violenza, se ne sono forse accorti anche quelli che li avevano nutriti. I francesi a Parigi se ne hanno sperimentato i primi effetti.
Non vorrei essere pessimista ma sembra che lo scontro sia ormai inevitabile ed i popoli si trovano sull’orlo del vulcano. Sarà questo l’inevitabile “Armagedon” nucleare?
Toccare ferro è d’obbligo per tutti ma anche preparare le provviste e pregare.
fonte: controinformazione.info
Il mese di Novembre segna quella che si può’ considerare una svolta definitiva nei delicati equilibri che fino ad oggi hanno retto una relativa pace nel continente europeo, con le eccezioni del conflitto nella ex Yugoslavia e del conflitto in Ucraina. La svolta viene segnata dagli attentati di Parigi del 13 Novembre e dall’abbattimento dei due aerei russi, il primo sul Sinai, un aereo civile, il secondo nel nord della Siria, per azione dei caccia turchi.
Per queste ultime due azioni appare chiaro che non si è trattato di episodi casuali ma piuttosto di provocazioni ben studiate per provocare la reazione dell’orso russo dopo che questo aveva messo piede in Siria, bloccando momentaneamente il piano di smembramento del paese che rientra nel più’ generale piano di ripartizione del Medio Oriente che gli strateghi degli USA ed Israele stavano pianificando da oltre 15 anni.
L’azione russa ha disturbato il piano di Washington ed i suoi colossali interessi (petrolio, gasdotti/oleodotti, egemonia/Israele) e, cosa più’ grave, ha creato un protagonismo della Russia che ha riunito attorno a se una coalizione sciita nel mondo arabo persiano, con Iraq, Iran ed Hezbollah che si sono schierati al fianco di Mosca. Fatto intollerabile per gli USA e per l’Arabia Saudita, che sostengono occultamente o palesemente i gruppi degli jihadisti sunniti e wahabiti che combattono in Siria ed in Iraq.
Il caccia russo abbattuto (appositamente sotto ordine NATO) dall'aviazione turca mentre operava in operazioni di guerra contro i emrcenari dell'ISIS al confine della Siria.
I queste ore sta maturando la reazione russa con il potenziamento delle difese missilistiche in Siria e con la facile previsione dei prossimi incidenti che vedranno l’ abbattimento di aerei della coalizione NATO e turco-Saudita. La vendetta è un piatto che si serve freddo e Vladimir Putin è un abile giocatore di scacchi, lo ha dimostrato: aspetterà l’occasione giusta per regolare i conti con il turco Erdogan. Il turco ne è cosciente ed inizia a mostrare qualche segno di nervosismo. Per questo è corso subito a chiedere il “conforto” della NATO e degli USA, non appena si è verificato l’incidente.
Una sceneggiata epica: il turco, aggressore e complice dei terorristi islamici, cerca l’aiuto del “fratellone” USA, compagno di merende, mentre l’aggredito, il russo, che ha subito la perdita di un aereo militare ed un suo pilota (oltre all’elicottero abbattuto con l’altro pilota), si lecca le ferite e medita la vendetta.
I giochi sono fatti e nessuno potrà tirarsi indietro. Sarà’ quello il momento della deflagrazione di un conflitto allargato con il blocco NATO- USA- Saudita da una parte, quello Russia- Iran- Siria, dall’altra. Ognuno dovrebbe fare la propria scelta di campo ed anche la Cina ha già fatto la sua a favore del blocco Russo-Iraniano.
L’Italia, come paese membro della NATO, con le sue 113 basi militari USA sul territorio, non potrà’ defilarsi adducendo “motivi di salute” e sarà’ inevitabilmente in guerra contro Russia e Iran. Ne sono coscienti gli italiani? Certo che no.
L’unica possibile soluzione sarebbe quella di una uscita immediata ed unilaterale dalla NATO, una alleanza che, con il turco islamista dentro, ha lo stesso effetto di un detonatore tale da trascinare in guerra tutta la catena di stati aderenti, dalla Grecia all’Italia, alla Germania, fino alla Norvegia ed al Canada. Considerando che un conflitto allargato comporterebbe l’utilizzo inevitabile delle armi termonucleari, probabilmente da parte della Russia che le utilizzerebbe per non soccombere, possiamo immaginare quale scenario catastrofico si verificherebbe.
Possiamo farci una domanda: potrebbero mai essere all’altezza i nostri governanti di comprendere i rischi che il Paese sta correndo? Tutti possono guardare la faccia dei vari Renzi, Alfano, la Pinotti e Gentiloni per capire a quali livelli di classe politica è sceso il paese. Forse non sarebbe sufficiente neanche un Giolitti, un Salandra o un Cavour per tirare fuori dagli impicci un paese così inguaiato come l’Italia. Figuriamoci questi personaggi che non dispongono dell’autonomia neppure per sottrare il Paese al disastro dell’euro, tanto meno da quello delle guerre della NATO.
L’opinione pubblica italiana non ha percepito la gravità del momento, anche perchè è disinformata e manipolata dal solito apparato dei media che tende a distorcere completamente la realtà e tende a far apparire l’aggressore come aggredito e il potere USA come il “grande alleato” che “difende la democrazia” e la nostra sicurezza.
Forse qualcuno ha percepito, dopo gli atentati di Parigi, il rischio che corriamo per la nostra sicurezza e si inizia a scorgere qualche riflessione sul ruolo delle alleanze dell’Occidente con paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar e le altre Monarchie del Golfo ma questo si limita al problema dell’immigrazione islamica e del terrorismo islamista, come sempre si parla degli effetti e si trascurano le cause.
Gli avvenimenti di Parigi del 13 Novembre avrebbero dovuto far comprendere che ci troviamo già in guerra anche in Europa. Tuttavia l’opinione pubblica non percepisce il fatto di trovarsi già in guerra perchè in Europa abbiamo avuto una pace troppo lunga da 70 anni (con l’eccezione degli episodi della ex Yugoslavia e dell’Ucraina). Questo significa che le generazioni più giovani non hanno mai fatto l’esperienza della guerra e neppure quelle più attempate , nate a cavallo degli anni ’50 del dopoguerra. Un caso unico nella Storia del continente da molti secoli. Nell’immaginario collettivo la guerra non esiste più, non è una possibilità concreta.
Molti fanno l’errore di credere che, dopo il crollo del muro di Berlino, con la costruzione europea si sia creato in Europa uno stato di pace permanente che duri all’infinito. In realtà non è così: l’Europa non ha evitato le guerre ma è stata la fine delle guerre che ha consentito di creare l’Unione Europea (con tutte le sue contraddizioni).
Il vecchio sogno dei “pacifisti” di farla finita con le guerra (per lo meno quelle in casa propria) continua ad essere presente nella mente di molti, nonostante che il mondo non abbia mai conosciuto tante guerre come da quando si è conclusa la “guerra fredda”.
L’aspirazione (e l’illusione) diffusa fra le nuove generazioni è quella di pensare che si vada verso un “Nuovo Ordine Mondiale”, con la fine degli Stati Nazionali, ordine dominato dalle solite centrali di potere sovranazionale, ma dal quale vengano escluse le guerre.
Nella realtà le cause concrete delle guerre, che risiedono nella contrapposizione degli interessi, nei programmi di espansione e di dominio, nella imposizione di un ordine e di un modello unico, non solo non sono finite ma al contrario non sono mai state così presenti come nel mondo di oggi. Un mondo che vede il declino lento ma inesorabile di un impero (quello unipolare USA) e di una egemonia (quella Occidentale) e la contrapposizione di nuove forze e nuovi equilibri, accompagnati ad ideologie a sfondo religioso e fanatico (l’islamismo radicale salafita/wahabita) ) con cui per troppo tempo ha giocato l’Occidente, utilizzandolo per i propri fini, illudendosi di poter poi rinchiudere i demoni nella botte. Grosso errore! I demoni sono fuoriusciti e diffondono caos e violenza, se ne sono forse accorti anche quelli che li avevano nutriti. I francesi a Parigi se ne hanno sperimentato i primi effetti.
Non vorrei essere pessimista ma sembra che lo scontro sia ormai inevitabile ed i popoli si trovano sull’orlo del vulcano. Sarà questo l’inevitabile “Armagedon” nucleare?
Toccare ferro è d’obbligo per tutti ma anche preparare le provviste e pregare.
fonte: controinformazione.info
Gli Stati Uniti sono in crisi , il loro modello di valori è in crisi , la sua economia è al collasso ,il suo voler imporre a tutto il mondo il suo modello consumistico è in crisi , ecco perchè hanno fatto l'11 settembre , stanno già diffondendo la notizia che con la guerra loro aumentano il pil , La Russia ha detto che l'aereo era a 5 chilometri dal confine turco , mentre l'arabia saudita sta per eseguire una decina di condanne a morte , Ma in Iran sanno da tempo che saranno attaccati . Se la gente non si libererà dal sistema economico vigente costruendosi un alternativa , soccomberà senza neanche accorgersene .
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Nei giorni scorsi una pioggia di fuoco senza precedenti ha investito Raqqa , la capitale del califfato , oltre 100 incursioni , , sono stati fatti decollare bombardieri tupolev , partiti da Rostov , e per la seconda volta Mosca ha utilizzato i Kalibr , micidiali missili da crociera con una gittata da 1500 km , che posoono colpire obiettivi direttamente dalle basi navali del mar caspio , ad una velocità nella fase finale tre volte superiore a quella del suono . , un'arma fino ad oggi sconosciuta alla nato e che ha disorientato gli americani . I risultati dell' offensiva sono stati pesantissimi , molti parlano di 600 jihaidisti uccisi ma fonti dell'intelligence israeliana parlano di di oltre un migliaio , circa 20 gli impianti petroliferi distrutti e centinaia di autocisterne annientate per una perdita per lo Stato Islamico di 1, 5 milioni di dollari . Da qui il nervosismo turco perchè il petrolio transita proprio in turchia come detto anche da Medvedev , The Avionist la rivista online dell' dell' aeronautica ha mostrato un video del ministero della difesa russo che mostrerebbe due caccia iraniani questo proverebbe il diretto coinvolgimento dell'iran . La cosa ha indispettito parecchio Israele che due settimane fa ha colpito duramente depositi di armi di Hezbollah proprio nel nord del libano vicino all ''enclave russa delle operazioni di Latakia , oltre che in Siria , obiettivo principale di Israele è distruggere Hezbollah alleato di Mosca in questo momento .
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La Merkel ''getta la maschera '' ed entra in guerra , decisione storica : una mezza dozzina di Tornado , una nave da guerra , satelliti di ricognizione e un aereo di rifornimento in volo , manca ancora la conferma del Bundestag - e così si realizza il delitto ''rituale '' durante la partita francia -germania - il nazionalismo tanto deprecato con l'unione europea spadroneggia in chiave militare , '' un paese che non ha ancora dedicato una strada a marlene dietrich - dice stenio solinas - dove non si può parlare dei dodici milioni di tedeschi in fuga nell' inverno 1945 espulsi in un esodo di fame ,freddo e morte , la Germania è stata vittima di crolli sostematici nella recente storia che le impediscono un autopercezione nazionale , il ''68 tedesco '' fecero impallidire gli anni di piombo italiani, E poi la sua peculiarità di aver vissuto entrambi i grandi movimenti del XX secolo . UN patriottismo senza pathos è l'unico possibile oggi per aver pagato sulla propria pelle e sulla propria anima il super - pathos patriottico nazista . Ma è anche la spia di una stanchezza , come dire , biologica , da un decennio a questa parte muoiono più tedeschi di quanti ne nascono. E adesso ritorna in guerra , un atto dovuto nei confronti della democrazia liberale ma anche il riflesso di un passato in cui la Germania era solita vincere tutte le battaglie, ma anche a perdere tutte le guerre ''.
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Che incubo stiamo vivendo , e dove i riferimenti a profezie e veggenti si sprecano su ciò che ci spetta negli anni a venire , mancano gli uomini politici , gli uomini di pensiero , i condottieri , i principi inderogabili e da difendere , l'unità e l'identità culturale e spirituale contro i barbari e le barbarie , contro l'abisso . .
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Io spero che salga un politico che ci tolga dall'ONU.
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