di: Stefano Moggio
La
democrazia non può che essere la forma di Governo dell’età ultima,
difatti è il “dèmos” [δῆμος], la folla errante e pettegola, indemoniata –
come indica l’etimo della parola stessa – e quindi divisa, a
contendersi il potere, la reggenza della Nazione (che oggi più non è,
essendo sostituita dallo Stato, con tutto ciò che tale cambiamento
implica e su cui non ci soffermeremo in questa sede); è il popolo (dal
latino “poples”, ovvero “ginocchio”), colui che arranca sulle ginocchia,
piegato, a decidere quale autorità dovrà tenere la frusta, mentre nella
forma più alta di Governo, nell’idea di Stato che trascende se stesso
portando seco ogni suo membro, non può ravvisarsi che l’Impero: qui, il
vero Popolo, unito, non disperso in tante fazioni contrastanti – specchi
per le allodole della diabolica democrazia –, agisce come un unico
organismo, unito e armonico, al medesimo tempo coeso seppur nella
divisione di differenti ruoli all’interno del macro-organismo imperiale
(ruoli assegnati per vocazione, secondo la tradizione dei mestieri
antichi).
Ogni individuo adempie con gioia al
proprio dovere, non per sé né per l’Imperatore – che è figura simbolica e
analogica essendo il suo ruolo semplicemente quello
di rappresentare il centro dell’Universo, l’axis mundi, il perno
attorno a cui tutto deve girare, principio ordinatore del cosmo,
anch’esso soggetto alla Legge – ma per il bene della comunità, che
UNITA, senza bandiere, senza fazioni, senza lotte di classe, senza
partiti, lavora e gioisce nella reciproca diversità e condivisione dei
beni, essendo il servizio offerto alla Comunità – e non a sé e per sé –
opera d’altruismo e d’Amore che eleva gli animi di chi in tal senso
operi, affratellando uomo a uomo, donna a donna, come la cellula del
corpo umano che pur agendo da cellula secondo il ruolo assegnatole dalla
Natura, diviene “Uomo” in quanto la sua azione permette all’Uomo di
esistere.
Così la concezione primordiale ed aurea
dell’Impero – lungi dall’essere assimilata a perversa tirannide, sua
degenerazione – è la più elevata forma di Governo e di coesione sociale,
volta all’altruismo, al bene comune, alla vera nobilitazione tramite il
lavoro, poiché questo non viene fatto per profitto – il lucro economico
essendo di secondario interesse o addirittura assente – bensì per
servire la causa superiore del Bene della Comunità e, tramite questo
servizio, trascendere ogni sensazione di appropriazione e possesso, di
ritorno per sé soli, di arricchimento personale, in un’azione che volge
parimenti verso l’Alto e verso il prossimo, essendo il suo frutto
raccoglibile da chiunque, azione che induce così alla rinuncia verso
ogni brama e finalità personale.
L’operato di ognuno non è per sé soli ma
per la comunità intera, il sudore del lavoro versato sotto il vessillo
imperiale, che affraterna ogni essere in un altruismo letteralmente
cattolico (dal greco “katholikós” [καθολικός], ovvero “universale”), è
spinto dall’Amore per l’Umanità intera verso cui non ci si sente
separati ma parti integranti: per questo motivo io ritengo che solo
quando l’Aureo Impero risorgerà, si porrà fine a questa Età Oscura, e
l’Umanità tornerà ad essere UNO.
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