di: Paolo Sizzi
In Italia vige il
culto della “sacra” Costituzione antifascista, vergata nel dopoguerra
da tutti coloro che hanno deciso di accodarsi al volere dei vincitori e
che già facevano parte delle accolite partigiane: comunisti,
“socialisti”, liberali, democristiani e altra robetta repubblicana.
È la costituzione di una repubblica
postbellica i cui valori sono quelli universali, e non nazionali, del
cristianesimo laico, dove la Patria sia sottomessa al mito
dell’uguaglianza, della fratellanza globale, della cessione di sovranità
in favore di enti sovranazionali il cui unico fine è quello di
perseguire un disegno globalista capeggiato da banchieri e gendarmi
d’oltreoceano.
La natura della Repubblica Italiana si
riassume nell’antifascismo dunque e in tutto quello che tale etichetta
significa; nulla a che vedere con il genuino patriottismo (senza tirare
in ballo il nazionalismo) poiché nei fatti la RI è un soggetto
euro-atlantico che esegue la volontà dei suoi padroni americani, che
d’altronde occupano la Penisola con 113 installazioni militari. Dove
starebbero libertà, democrazia, giustizia in Italia, stando sotto il
tallone degli anfibi statunitensi? Coloro che tanto osannano i
partigiani dovrebbero aprire gli occhi così magari capirebbero che dai
cosiddetti “nazifascisti” si è passati semplicemente ad un altro regime,
che è quello mondialista dell’Occidente americano.