Robert
negli incontri con Marilyn rifiutava la scorta e per non farsi
riconoscere metteva una parrucca e una barba posticcia. Marilyn dal
canto suo si metteva una parrucca nera e occhialoni che le coprivano il
volto. Gli agenti federali che li pedinavano se la ridevano, si
domandavano di quanto fossero sciocchi quei due. Anche con quel
travestimento, erano facilmente riconoscibili. Marilyn si presentava a
qualche festa o riunione dove c’era Robert con parrucca, occhiali e
impermeabile. Ma con quel corpo e quell’andatura da ‘puttana’,
scrivevano sui rapporti, come sperava di passare inosservata? Però
Marilyn si divertiva, quelle messe in scena con Robert mettevano a prova
le sue doti da attrice. E allora taccuino alla mano e penna si
avvicinava al ministro della giustizia, al fratello del presidente, e
seria gli poneva delle domande. Dopo poco Robert e la ‘sconosciuta’
giornalista scomparivano in qualche stanza d’albergo, sotto gli sguardi
della scorta, degli spioni del Bureau e dei loro registratori. Tutte le
stanze d’albergo che frequentavano a Los Angeles e sulle spiagge della
California erano sotto controllo dell’FBI.
A
Palm Beach c’era la villa di Patricia Kennedy che con il marito Peter
Lawford era un po’ la ruffiana del clan, sia a John che a Bob, per i
loro incontri con Marilyn, aveva messo a disposizione la sua villa.
In
spiaggia Bob e Marylin facevano il bagno nudi, e come con John, la loro
relazione stava in bocca a tutti, eppure nessun giornale scandalistico
osava parlarne. Il controllo del patriarca Joe era totale sui mezzi
d’informazione. Era lui ad aver fatto la fortuna della famiglia
alleandosi con mafiosi e criminali, poi finanziando la campagna
elettorale di un democratico come Roosvelt, e aveva deciso che uno dei
Kennedy sarebbe diventato presidente. La scelta cadde sul primogenito
Joe, che si fece ammazzare in un’azione di guerra. La palla passò al
successivo fratello maggiore, l’eroe del pacifico John. In famiglia e
dagli amici il futuro presidente era chiamato Jack.