di: Paolo Sizzi
L’attuale
Repubblica Italiana partorita dal secondo dopoguerra, e dunque modellata
dalle grinfie di democristiani, partigiani, liberali, sinistrati e
altri servitori dei “vincitori” alleati, non è altro che una colonia
svuotata da ogni rimando genuinamente nazionale (ed etno-culturale).
Lo stato italiano che ci ritroviamo sul
groppone da una settantina di anni non serve l’Italia e il Popolo
italiano, a meno che per “Italia” si intenda la galleria di orrori
stereotipati che tanto diverte gli Americani; lo stato italiano attuale è
un apparato apolide, internazionale ed internazionalista, mondializzato
dove l’appartenenza di sangue, suolo e spirito conta meno di zero
perché a contare qualcosa è solo la vuota retorica patriottarda a base
di tricolori francesizzanti, ruote dentate, drappi azzurri e continua
confusione tra Risorgimento (affrancamento degli Italiani dal giogo
straniero) e Resistenza, cosiddetta (affrancamento degli Italiani
dall’Italia a tutto vantaggio di Americani, banchieri e agenti
globalisti anti-identitari).