di: Marco Dolcetta
Le
differenti componenti che sottointendevano l’ideologia occulta del Nazionalsocialismo non sono mai state apertamente dichiarate né se ne è mai
avuta una visione sincretica e completa. L’unico momento storico-culturale del
Nazionalsocialismo al potere in cui si è cercata questa sintesi è stato il
decennio che va dal 1935 al 1945, a Wewelsburg, il castello dell’Ordine SS, all’interno
della sezione Ahnenerbe sotto il comando di Heinrich Himmler.
I
teorici appartenenti a questa sezione «culturale» delle Waffen SS erano Herman
Wirth, Karl Maria Wiligut (alias Weisthor), Hans Horbiger, Friederich Hielscher
(alias Bogumil o Bogo), e ancora Ernst Schäfer e Otto Rahn. Non è semplice
ricostruire il puzzle del sistema ideologico, scientifico, magico e divinatorio
del sistema Ahnenerbe. Negli anni più recenti sono stati pubblicati numerosi
libri su Himmler e le sue SS, ma, nella maggior parte dei casi, è evidente un
certo riserbo degli autori nell’affrontare le ambizioni politico-culturali di
Himmler, nonostante queste ultime abbiano rappresentato un riferimento di
notevole importanza non solo per la storia delle SS, ma anche per quella delle
idee nazionalsocialiste.
Questa
emblematica lacuna, ovviamente, non è imputabile a una penuria di fonti né
sembra motivata da un disinteresse della ricerca, ma pare riflettere la
direzione di un particolare principio storiografico. Dopo il 1945, infatti,
appariva più importante rendere visibili le strutture del dominio
nazionalsocialista e i meccanismi che lo resero efficace piuttosto che
evidenziarne l’aspetto spirituale.
In questo modo ci si limitò raccontare la
storia dell’organizzazione e delle istituzioni, senza approfondire in che
misura l’ideologia del Nazionalsocialismo avesse contribuito a formare le
strutture interne ed esterne dell’apparato di dominio.
Perciò è indispensabile,
per una valutazione obiettiva delle gerarchie del Terzo Reich, la comprensione
del cosiddetto Führerprinzip, strettamente
legato alla concezione nazionalsocialista del mondo. La ricerca ha spesso
ignorato di conoscere fino a che punto le massime del Nazionalsocialismo,
ritenute dai critici vuote e prive di contenuto, avessero rappresentato un
sommario del patrimonio di idee nazionalsocialiste ed etnico-tedesche degli
ultimi cento anni e quanto esse, per la loro origine storico-spirituale,
dovessero essere prese sul serio.
Uno
dei temi fondamentali del pensiero e della ricerca delle Ahnenerbe era quello
della dottrina della razza: nonostante venga tuttora considerato la parte
culturalmente più debole degli studi portati avanti dall’associazione (si
tratta di una dimostrazione forzata, da un punto di vista scientifico e storico,
della legittimazione del razzismo ariano più rigido e intransigente), il
concetto di razza su base biologica fu una delle componenti fondamentali della
dottrina, anche se Himmler e i suoi uomini si mostravano soprattutto
interessati a una definizione spirituale del razzismo ariano. Tutta la componente esoterica non derivata dalle
tradizioni primarie (Sciamanesimo, Induismo, Islamismo, Germanesimo) venne
quindi presto ripresa da una nuova sintesi di pensiero di chiara ripresa
teosofica: le teorie della Blavatski (vedi qui a p. 21), incentrate sul
principio di mediazione tra il divino e l’umano, acquisirono da subito diritto
di cittadinanza nelle pubblicazioni e negli insegnamenti esoterici delle SS.
Il
termine Ahnenerbe (‘Eredità Ancestrale’) può risvegliare, a primo impatto, idee
di un vago romanticismo: interpretazione non del tutto errata. Al contrario di
quanto si pensi, non fu Heinrich Himmler a coniarlo. Esso proveniva dal
repertorio spirituale dell’ideologo etnico Herman Wirth e presupponeva la ripresa,
sul piano pratico e ideologico della vita quotidiana nazionalsocialista, del
mitico mondo degli avi germanici. Eppure Wirth non fu il primo a parlare di
Ahnenerbe. Già nel 1928 un’associazione omonima, un’«unione di aiuto in
genealogia araldica», offriva i suoi servizi a tutti i tedeschi incensurati,
per allacciare «al di là delle solite mete delle associazioni di tipo puramente
genealogico, il legame necessario tra le ricerche genealogiche e la genealogia
con la eugenetica, la genetica e la cura razziale». Nel 1936 prese vita una
collana di scritti: Eredità degli antenati, lettura per l’insegnamento del
tedesco e della Storia.
La
parola Ahnenerbe corrispondeva, in senso più vasto al vocabolario etnico di
quell’epoca, all’autosollevamento nazionale che riuscì ad esprimersi all’estero
unicamente nel Terzo Reich. Poi la parola divenne parte integrante del pensiero
nazionalsocialista, anche se non fu mai termine d’uso per la maggior parte dei
tedeschi. Ma, a ragione, Martin Broszat, direttore dell’Istituto di Storia
Contemporanea di Monaco, la abbinò alla già proverbiale espressione «Blut und
Boden» (‘sangue e suolo’), inserendola storicamente nell’«arsenale di
fraseologia nazionalsocialista» e Walter Darré, ministro dell’Agricoltura del
Terzo Reich, scriverà Nobiltà di sangue e suolo ispirandosi ai giuramenti magici che risalivano alle
saghe nibelunghe.
La comunità per ricerche e
insegnamento «Das Ahnenerbe» risale quindi al 1935. Si presentavava come una
società dotta che su ordinamento di Himmler si dedicava prevalentemente allo
studio della protostoria germanica. Ciò determinò il carattere profondamente
politico di tale associazione, che già prima della guerra contribuiva insieme
alle SS e alla polizia a disseminare le basi del terrore nazionalsocialista.
1935:
le origini delle SS Ahnenerbe
Alla
fine del giugno 1935, quando il cancelliere Adolf Hitler invitò a Berlino il
movimento nazionalsocialista di Monaco per festeggiare la copertura del tetto
del Haus der deutschen Kunst (Casa dell’arte tedesca), accadde un evento molto significativo per la politica
culturale del Terzo Reich. La prima mostra, fortemente voluta dal Führer, si
doveva svolgere sotto il motto «Mille anni di arte tedesca». Tra i numerosi
ospiti d’onore mancava il capo delle SS del Reich, Heinrich Himmler, e questa
clamorosa assenza era pienamente giustificata non tanto perchè l’indomani egli
avrebbe dovuto inaugurare la Grande Scuola per i capi delle SS a Brunswick,
quanto perché l’1 luglio, negli uffici delle SS, avrebbe dovuto fondare, con
sei persone d’idee affini, l’Associazione di Studi per Preistoria Spirituale «Deutsches
Ahnenerbe».
La
Società Ahnenerbe precede di molti anni la fondazione delle SS Ahnenerbe. Era
un gruppo di studio legato al conservatorismo tedesco nell’ambito dell’archeologia,
della poesia, della filologia e delle scienze linguistiche e delle tradizioni
germaniche, nel tentativo di identificare e riesumare una linea di Germanesimo
puro e ancestrale. Himmler se ne interessò moltissimo, ma all’inizio fu ,per così
dire, snobbato da questi studiosi. In seguito, con la presa del potere da parte
dei nazionalsocialisti, fu però in grado di cooptare la Società facendola
divenire una delle sezioni delle neonate SS, divenendone il tutore politico, e
reindirizzandone gli sforzi scientifici in maniera più funzionale all’espansionismo
aggressivo del nuovo regime. Così Himmler, che nella struttura di potere del
Nazionalsocialismo era uomo d’ordine e di polizia, introdusse nel neonato
Ordine le componenti spiritualistiche e superomistiche sconosciute, perlomeno
in forma consapevole, ai nazionalsocialisti della prima ora.
Le
Ahnenerbe mantennero indubbiamente un primato, per ampiezza di ricerche e
sforzi profusi nel sostenerle, rispetto alle altre due componenti culturali del
Nazionalsocialismo: quella di Alfred Rosenberg, cioè la Sezione culturale del
Partito Nazionalsocialista, e quella di Joseph Goebbels e del suo apparato di
propaganda. Queste due associazioni ebbero indubbiamente grandissimo impatto e
visibilità all’interno dell’intero sistema, ma non di certo la profondità di
campo e la visione storica degli studiosi assoldati dalle Ahnenerbe. Le
Ahnenerbe funzionarono dunque e sempre come un vero e proprio Ordine esoterico,
Ordine che non aveva alcun interesse ad apparire a livello di comunicazione di
massa. Se ne guardarono bene, sia durante gli anni del regime, sia durante i
lunghi decenni del dopoguerra in cui continuarono ad operare di nascosto.
Karl Maria Wiligut
L’incarico di coordinare
le ricerche alla fondazione delle Ahnenerbe venne conferito da Himmler
direttamente a Herman Wirth (1885-1981), poeta e letterato amburghese che,
appassionato della cultura nordica riprese la tradizione dell’Edda, reinterpretandola in chiave nazionalsocialista, e
si interessò allo studio e all’interpretazione delle rune. Wirth, sotto
indicazione di Himmler, che voleva aprire le Ahnenerbe alla magia operativa
accentuandone il carattere di vera e propria setta iniziatica, fu affiancato
dall’austriaco mago e astrologo Karl Maria Wiligut, in arte Weisthor, che si
dedicava principalmente alla pura divinazione e alla magia nera. Egli era in
contatto con la Loggia del Vril a Berlino e con Aleister Crowley a Londra, e
millantava addirittura una discendenza eroica e semi-divina.
Wiligut creò una
serie di nuovi simboli nazisti che avrebbero dovuto sostanziare esotericamente
la potenza degli eletti: a lui si attribuisce la creazione dell’anello delle SS
e di una serie di altre suppellettili e fregi iniziatici.
Ma l’astro di
Weisthor era destinato a tramontare in un clima di congiura cui non fu estranea
l’influenza del filosofo italiano Julius Evola. Quest’ultimo odiava a morte
Weisthor, perché costui gli aveva precluso l’ammissione nelle Ahnenerbe tra il
1939 e il 1940, criticandolo, sia nelle sue pubblicazioni sia nelle conferenze
che aveva tenuto a Berlino, in quanto troppo filo-romano, quindi latino e
potenzialmente antigermanico. Evola lo ripagò facendo giungere a Himmler la
notizia che Weisthor aveva fornito dati falsi nel suo giuramento di ammissione
alle SS (in realtà la sua città natale sarebbe stata Bolzano e non Vienna), e
Himmler se ne ebbe talmente a male da espellerlo dalle SS, condannandolo all’oblio
(e alla follia, che presto lo assalì). Da quel momento fino alla fine della
guerra, data dello scioglimento ufficiale dell’Ordine, capo delle SS Ahnenerbe
fu Himmler stesso.
Altro personaggio di
grandissima influenza nelle Ahnenerbe, e destinato a salvarsi al Processo di
Norimberga (al quale fu solo convocato come testimone), è Friederich Hielscher,
che in molte foto ufficiali di manifestazioni dell’Ordine Nero vediamo, unico
tra i membri, non in divisa. È a Hielscher che si deve, come testimoniato da
Ernst Jünger nei suoi diari di guerra, la codificazione di una vera e propria
ritualità religiosa e iniziatica delle Ahnenerbe. È lui, secondo molte fonti
dirette, il vero «Grande Falconiere», il vero ispiratore della politica
culturale di Himmler e delle Ahnenerbe.
Friederich Hielscher
La vita a Wewelsburg
Nel
1934 Himmler scelse, come sede dell’Ordine delle Ahnenerbe, il castello in
rovina di Wewelsburg, nel Nord-Ovest della Germania. Rivisitando in chiave
strettamente germanica la tradizione cavalleresca del popolo dei Franchi, egli
decise di farlo restaurare sull’esempio del simbolico castello di Re Artù,
restauro che consistette, ovviamente, anche nell’inserimento di tutta la
simbologia ripresa dal nuovo Ordine iniziatico, come l’antichissima icona della Schwarze Sonne (‘Sole Nero’), che
da allora è uno dei simboli più ripresi dalle correnti esoteriche di destra.
Particolare rilievo assunse la collocazione geomantica del castello, che aveva
la forma di una freccia diretta verso Est, e che si considerava parte di una
rete di monasteri e castelli di matrice benedettina, collocati in posizioni
simboliche importanti (come nel caso di Montecassino).
I dodici principali leader
delle Ahnenerbe si riunivano nel castello di Wewelsburg, e avevano ciascuno una
propria stanza. La simbologia numerica ripresa nelle loro riunioni, in cui si
traevano auspici e vaticinii dalla lettura delle volute di fumo di fuochi
rituali, voleva riproporre il cerchio dei Dodici fedelissimi della Tavola
Rotonda arturiana. Himmler stesso si propose come reincarnazione di Enrico I
(il sovrano che nel 1936 avrebbe simbolicamente compiuto mille anni e che
Himmler fece rievocare con importanti cerimonie ufficiali).
Il castello di Wewelsburg
Il centro del'irradiazione magnetica, ed il castello stesso è a forma di freccia, che punta verso il nord.
A
Wewelsburg, isola cattolica in terra protestante, il capo delle Ahnenerbe
voleva selezionare la nuova élite dei suoi fedeli SS: non più solo guardie del
corpo, così come erano nate, ma qualcosa di più, di differente. Secondo lui,
Wewelsburg era destinato a diventare il centro non solo geografico e ideologico
dell’Impero, ma anche del potere del nuovo mondo, se a guerra finita i
vincitori fossero stati tedeschi.
Quello
che oggi resta da vedere sono solo alcune testimonianze di questo diverso
sistema di vita: piatti, brocche, posate con rune e svastiche incise. Ma in
questo particolare castello-museo, qualcosa di più inquietante è rimasto: il Valhalla, il sotterraneo voluto dallo stesso
Himmler. Dodici piedistalli su cui stavano ritte dodici SS. Lo stesso numero
La sala sotteranea
La struttura iniziatica delle Ahnenerbe
Non
vi era, perlomeno ufficialmente, un vero e proprio rituale di iniziazione per
entrare nelle SS Ahnenerbe. Il circolo più interno di questo Ordine, comunque,
era costituito da non militari, cioè da una rete di scienziati e di esoteristi
preesistente al Nazionalsocialismo (e che avrebbe continuato ad operare anche
in seguito). Ovviamente vi erano vari livelli di appartenenza all’Ordine, e non
sempre le persone di maggiore spicco erano quelle più visibili, o quelle che
indossavano una divisa delle SS. Si poteva far parte delle Ahnenerbe in quanto
studiosi di materie umanistiche, scienziati, linguisti o anche come tipografi:
i libri dell’Ordine venivano stampati infatti solo in poche e selezionatissime
officine tipografiche abilitate, con procedimenti speciali di cui rimane oggi
traccia solo in alcuni filmati d’archivio.
Come abbiamo visto con Friederich
Hielscher, si poteva avere un ruolo importantissimo nell’Ordine pur non
appartenendo ufficialmente a nessun grado militare. Si può dunque
ragionevolmente parlare di un gruppo esoterico-iniziatico «a monte» dell’intero
processo scientifico di ricostruzione delle matrici ancestrali, un gruppo di
cui la SS Ahnenerbe sarebbe diventata poi un’espressione storica e militare.
Alcuni membri della Ahnenerbe, ad esempio, non erano neppure iscritti al
Partito Nazionalsocialista.
Della
cerchia più ristretta dell’Ordine facevano parte Heinrich Himmler, Ernst Jünger,
Armin Moehler, Friederich Hielscher, Wolfram Sievers, Karl Maria Wiligut detto
Weisthor, il professor Havenbeck, Herman Wirth e Otto Rahm. Vi era poi la
struttura ufficiale, di carattere militare, seguita da una amministrativa e
logistica, che organizzava e gestiva le missioni di studio, l’acquisizione di
libri e di reperti archeologici.
Le missioni erano supportate da giovani
ufficiali e altri militari, ma di fatto erano organizzate e programmate dagli
studiosi delle varie discipline. La scelta delle Ahnenerbe ricadeva ovviamente
su studiosi particolarmente vicini al Nazionalsocialismo, ma quando il valore
della persona era particolarmente rilevante non si escludeva la possibità di
fare ricorso a scienziati del tutto estranei alla politica del regime.
Per
quanto riguarda invece la cerimonia della «prima iniziazione», di certo si sa che
si bevevano gocce del sangue di Hitler, o di altri leader, «potentizzate»
secondo gli insegnamenti di Steiner, amico di Rudolf Hess. Tramite procedimenti
speciali, come poteva essere l’uso di acqua distillata «potentizzata», si
riusciva infatti creare una magica comunione con la natura, che Faust e gli
alchimisti già utilizzavano per attirare, ammaliare, o repellere gli altri
esseri, umani e non.
Dai
documenti segreti di cui si è in possesso si attesta che nel Valhalla, in
questa stanza sotterranea nella biblioteca del museo, avveniva una cerimonia,
in particolare «La Prima
Cerimonia dell’aria soffocante». Qui dodici militari sull’attenti davano fuoco,
a ogni cambio di stagione, a una bandiera (molto probabilmente una delle
bandiere che Hitler battezzava simbolicamente con il sangue), unita a quella
dei primi morti del Nazionalsocialismo. Il battesimo delle bandiere era un rito
di unione con il sangue collettivo: tutti partecipavano. Qui, secondo un
vecchio rito taoista, i dodici militari e i dodici segreti che stavano al piano
di sopra, leggevano, vaticinando il futuro, le volute di fumo che passava
attraverso la grata forma di svastica del soffitto del sotterraneo. Qui si
sedevano i dodici iniziati: Himmler, Hieschler, Taubert, Weisthor, Wirth, e
altri. Ma purtroppo non sappiamo molto delle loro attività.
Il rituale del battesimo delle bandiere officiato da Hitler stesso; la bandiera insaguinata dai martiri che persero la vita nel Putsch di Monaco il 9 novembre del 1923, trasferiva la sua forza energica alle altre bandiere che poi andavano ai vari reparti tedeschi.
Molti
di questi riti iniziatici presupponevano l’uso delle rune. Nel
Nazionalsocialismo l’oracolo delle rune fu sostenuto, all’interno dell’Ahnenerbe,
soprattutto da Wirth e dal professor Havenbeck, i quali prediligevano l’aspetto
nordico dell’occulto (mentre Hieschler era un grande conoscitore dell’Oriente).
Quello che risulta è che anche le SS utilizzavano le rune per sviluppare un
sistema di meditazione di Yoga Runico.
Le
rune corrispondono ai Chakras, le
ruote, i centri occulti di energia che sono dentro di noi, paralleli agli
organi fisici ed erano fondamentali per la creazione del Sonnenmensch, l’uomo-sole, per il passaggio dall’Uomo al
Super-uomo. L’uomo eterno. «Questa è gente immortale nel vero senso della
parola. Sono i morti viventi. Sono passati attraverso la morte mistica», disse
Himmler presentando a Rosenberg alcuni membri dell’Ahnenerbe, a Wewelsburg, nel
1937.
Le altre anime delle Ahnenerbe
Tra
i componenti delle SS Ahnenerbe, una delle figure di maggior richiamo era
sicuramente «l’anima romantica» di Otto Rahn, che dedicò gran parte dei suoi
studi alla rivalutazione dei miti dei Catari, dei Templari e del Santo Graal.
Fu lui a suggerire ad Hitler di portare nel sotterraneo del talario del Partito
di Norimberga, il giorno dell’Anschluss, la lancia di Longino: apparteneva al
tesoro degli Asburgo e si diceva che fosse la lancia che trafisse il costato di
Cristo, e che si bagnò del suo sangue. Fu ritrovata, per puro caso lo stesso
giorno in cui Hitler si uccideva a Berlino.
Ma
chi era il vero regista di tutto il sistema?
Così
come lo scrittore occultista Dietrich Eckart, negli anni Venti, scrisse di
Hitler: «Lui canterà e ballerà, ma io ho scritto la musica...», tante
testimonianze reticenti, ma fortemente allusive, conducono a un nuovo
personaggio: Friederich Hieschler, il «Bogo» dei racconti del suo amico del
cuore Ernst Jünger. Nel libro Le scogliere di marmo, il personaggio di Bogo è alla pari, se non
superiore, a quello di Kniebolo, che poi è Hitler stesso.
Bogo è la figura
misteriosa che suona Bach all’organo, quando tutto è finito, come lo descrive
Marc Auger, il tenente Saint-Loup della SS Charlemagne, a cui Bogo aveva
confidato nel 1951, che la rivelazione del grande segreto del Graal sarebbe
apparsa da un contenitore del ghiaccio austriaco di Zillerthal: i ghiacci, cioè,
si sarebbero sciolti quando, dopo cinquant’anni dalla morte di Hitler, ci si
sarebbe resi conto che era lui il vero vincitore, quando l’Unione Sovietica
avrebbe ceduto e tutto l’Occidente ne sarebbe stato sconvolto. Hielscher era il
Re del Mondo, colui che in abiti civili avrebbe comandato tutte le armate per
il cambio dei tempi: le armi falliranno, ma l’idea dopo vincerà: parola di
Ernst Schäfer (1938).
Il
periodo che va dal 1935 al 1939 fu una stagione densa di ricerche,
pubblicazioni per la costruzione e il consolidamento di un potente sistema
ideologico-dottrinario. Lo scopo ultimo era creare il Sonnenmensch, l’uomo-sole immortale, ed Erfurt, Bad Tolz e
Wewelsburg furono i castelli dell’Ordine dove Hielscher e il suo braccio destro
Himmler, assieme ai vari luogotenenti, compirono la Grande Opera.
Dopo il 1931
l’adempimento di tali funzioni divenne il vero impegno dell’associazione
Ahnenerbe. Dalla minaccia del terrore alla sua applicazione il passaggio,
sappiamo, fu breve: l’associazione di ricerca fece esperimenti con detenuti e
provocò la deportazione di singoli ebrei in campo di concentramento, entrando
così nella sfera del crimine reale. Fu proprio in questo momento che la società
delle SS Ahnenerbe si trasformò in uno degli strumenti più sicuri della
dittatura criminale di Hitler.
Fino
al 1939 Otto Rahn riceveva finanziamenti e appoggi per la sua ricerca del
Graal, in Francia, al Montsegur, ed Ernst Schäfer andò in Tibet dal Dalai Lama
per creare un fantasmagorico Erbario delgli altipiani tibetani. Entrambi rifiutano il loro ruolo di vere e proprie
spie sia in Francia sia in Tibet. Rahn scompare – suicidatosi? –
Schäfer cerca di farsi dare una missione in Sudamerica sul lago Tihuanaco. Lo
scoppio della guerra si direbbe prematuro nel piano elaborato da Hieschler. Nei
primi anni svolge un continuo andirivieni con Parigi, dove poi dà incarico al
suo amico e discepolo Ernst Jünger di insediarsi coadiuvato dal fedelissimo
Stubert. Qui ricontatta i vecchi amici dello scomparso Rahn. I francesi
Marques-Rivière e Guyedan de Roussel, che erano insieme a Rahn nella setta
guenoniana dei Polari, diventano così i più validi collaboratori dei tedeschi
nella campagna anti-massonica in Francia.
Ernst Schäfer
Hielscher era un grande
nemico della Massoneria di rito scozzese che considerava degradata in quanto
egualitaria e democratica. Il grande progetto fu così interrotto dalle sorti
della guerra. Hitler è ormai in difficoltà. Il gruppo di Hieschler tentò un
colpaccio: inviò il numero uno della Società Thule bavarese, Rudolf Hess, a
trattare pace con i suoi referenti inglesi dell’altro suo gruppo segreto, la
Golden Dawn, nocciolo del Partito Nazionalsocialista: la Loggia berlinese del
Vril. Quello che avrebbe dovuto essere un incontro, si rivelerà, invece, un
vero e proprio scontro. Hess restò in galera, Heydrich, altro delfino di
Hieschler, capo della SD, Gestapo ed Interpol, il «Boia di Praga», venne ucciso
dagli inglesi. Hieschler capì che lo scontro era insostenibile: la resa dei
conti fu rimandata.
Diminuirono le sue apparizioni in pubblico. Nel 1943 andò a
Parigi, poi ancora a Wewelsburg. Nel 1944 scomparì per poi riapparire a
Norimberga a guerra finita. Ma l’attività di Wewelsburg e degli altri centri
dell’Ordine s’interruppe e i documenti andarono perduti in un incendio che però
si diceva avesse bruciato solo «paglia, fieno e altre cose inutili». Il tesoro
dell’Ahnenerbe si sparpagliò nel mondo intero: Germania, Austria, Spagna,
Islanda e Sudamerica.
Solo
due italiani risultarono, dai documenti custoditi nel museo, come ospiti
ufficiali delle SS Ahnenerbe di Wewelsburg: Julius Evola e il capitano
fiorentino delle SS italiane, Leale Martelli. Evola era molto vicino a questi
ambienti, ed era l’unico intellettuale italiano ben visto nonostante il suo
fanatismo enfatico per l’imperialismo pagano di Roma. Il suo pensiero era di
gran lunga più affermato in Germania che in Italia. Leale Martelli, ha lasciato
di sé un documento difficilmente reperibile (vedi qui a p. 268): non è un testo
occulto o esoterico bensì un manuale semplice e dettagliato dell’ideologia
delle SS italiane. La formazione politico-militare della nuova Europa, stampato a Como nelle ultime ore di guerra, è un
testamento allucinato e allucinante, un inno di non arrendevole necrofilia e al
totale distacco dalla realtà. Ricorda l’inquietante sentimento di un
determinato amor mortis come
quello di Krimilde, nella saga dei Nibelunghi, dopo la morte di Sigfrido. La
copertina di questa pubblicazione riporta la svastica alla rovescia.
Quello
delle cosiddette «radici occulte del nazionalsocialismo» è un campo di studio
talmente vasto da finire per assomigliare un po’ a un labirinto,
in cui è possibile fare sempre nuove scoperte. La pubblicistica di settore ha
già sviluppato parecchi degli spunti che in questo labrinto è possibile
trovare. Altri, forse, saranno qui trattati per la prima volta. Tra gli
argomenti che finora non sono stati sufficientemente approfonditi vi è quello
che potremmo definire del «germanismo psichedelico», intimamente legato alla
riscoperta di forme pagane di religiosità. Protagonista principale di tale
riscoperta fu proprio l’organizzazione delle SS, nel suo preciso disegno di
ricostruzione delle radici «pure», pre-cristiane, della Germania e del suo popolo. La religione considerata «ariana» per
eccellenza era il wothanismo, ed era dunque al wothanismo che bisognava
tornare. Per evocare il dio Wothan era necessario, all’interno di un complesso
rituale, assumere sostanze psicoattive, che si supponeva fossero in grado di
conferire poteri psichici (in particolare di preveggenza e possessione)
estremamente raffinati.
Da qui l’interesse costante mostrato dalle SS per il
recupero dell’antica sapienza botanica delle popolazioni ariane. La diffusione
degli Arii in tempi antichi ha interessato un’area assai vasta, che partiva
dall’Islanda e dall’antica Groenlandia («L’Ultima Thule») e giungeva, passando
tra l’altro dal Nord della Germania, fino alla Turchia. Jacques de Mahieu ha ipotizzato
che popolazioni germaniche siano anche sbarcate in America prima di Colombo,
spingendosi fino al Mato Grosso e all’Amazzonia. Secondo alcune ipotesi
sarebbero stati questi esploratori i primi a scoprire le proprietà psicoattive
di alcune erbe utilizzate nello sciamanesimo.
Il
partito nazionalsocialista finanziò dunque parecchie spedizioni, tanto nell’area
latino-americana quanto in quella indiano-tibetana, che partivano alla ricerca
delle autentiche ed originali droghe sacre della tradizione. Droghe come lo yagè,
una resina estratta da liane di alberi che, tra gli altri effetti, avrebbe
quello di permettere il passaggio di personalità tra due individui che non si
conoscono. Un prezioso documento di questa attività sotterranea sono i filmati
di animazione di Fritz Arno Wagner. Ex-direttore della fotografia di Fritz
Lang, in questi filmati Wagner rappresentava le esperienze psichedeliche fatte
dalle SS durante le spedizioni in Tibet, Sudamerica e India. Nei filmati
venivano introdotti anche dei messaggi subliminali, con una tecnica che verrà
ripresa da Kubrick in Arancia Meccanica, rappresentanti tutto quanto di buono e
desiderabile vi poteva essere in Germania (bambini, contadini al lavoro, ecc.).
L’Ahnenerbe portò avanti
anche altre ricerche in campo botanico. Alcune di esse, sul territorio
germanico, erano volte al recupero delle coltivazioni di un particolare tipo di
mela da cui era ricavato l’idromele, la bevanda sacra a Odino. Altre, all’estero,
si interessavano di sostanze psicoattive utilizzate in rituali sciamanici e in
grado di conferire poteri psichici, il più importante dei quali era quello di
possessione di corpi altrui. Lo stesso Himmler, in una lettera a Sievers del
1942, dimostrerà di dare grande importanza a questo tipo di poteri affermando
che, se la guerra fosse stata persa, i tedeschi avrebbero potuto ancora
trionfare «possedendo» i loro nemici.
Tibet,
India e radici esoteriche del
Nazionalsocialismo
Molte furono le correnti
ideologiche e mistiche di cui il Nazionalsocialismo si propose come elemento di
sintesi. Ma la potenzialità del Sacro non era certo contenibile in un sistema
gerarchico con delle divise e una semplice e rozza valenza di espansione.
Mentre la stretta alleanza con il mondo islamico, che ha la sua espressione nella
presenza a Berlino, per tutta la guerra, di Hayamin Husseini – il Gran
Muftì di Gerusalemme – è soprattutto di tipo strategico, ben più profonde
ed interessanti, dal nostro punto di vista, sono state le relazioni tra
Nazionalsocialismo (non a livello di massa ma di ricercatori ed intellettuali)
e religioni orientali: Buddhismo, Induismo e Taoismo.
Husseini
rappresentava la sintesi già esistente, nella tradizione del mondo arabo, fra
leader spirituale e politico. Si rivelò un buon elemento di propaganda e un
astuto politico nella sua tattica di spostamento ciclico tra Italia e Germania.
Lo hanno rilevato già dal punto di vista storicistico sia Coglia sia De Felice.
Husseini rappresentava per il Nazionalsocialismo una sorta di «cugino
ideologico» e anche, come spesso accadeva, un ottimo tramite per amplificare
ideologie e creare basi e presupposti logistici nei territori controllati dalle
forze britanniche.
Dal punto di vista strettamente militare la più bizzarra
delle formazioni SS fu la XIII Waffen Gebirgs Division, la Handschar, formata,
nell’agosto 1943, da reclute musulmane di Croazia e Serbia. In questa divisione
confluirono la Kama e la Skandenbeg albanese, il cui compito era stato quello
di combattere i partigiani di Tito: avevano compiti tattici simili a quelli dei
cosacchi nell’unione Sovietica, che arrivarono a fine guerra sino in Italia. «Mi
affascinarono quando li vidi, da piccolo, a Gorizia, con i loro cavalli e
colbacchi», ha raccontato recentemente Claudio Magris.
Fervente
illustre tradizionalista fu poi Subbas Chandra Bose, che lavorò a stretto
contatto con Husseini e con i giapponesi. Il suo legame con l’Italia passava
attraverso l’ISMEO (Istituto di Studi per il Medio ed Estremo Oriente), nella
persona del suo maggiore esponente, lo studioso Giuseppe Tucci, il quale viaggiò
moltissimo in India e in Tibet, e per
questo considerato, come Fosco Maraini (padre di Dacia), in Giappone, il
commissario-culturale, l’ambasciatore «occulto» italiano, in Oriente. Bose,
nato a Calcutta, fu un rigoroso sostenitore dell’interpretazione tradizionale
vedica delle caste e dell’origine polare della razza ariana, d’accordo con il
filosofo Otto Tilak.
Era anche un fervente devoto della dea Kali (la Devi nera
della distruzione che rappresenta la madre che mangia i suoi figli, alla fine
del ciclo dei tempi). Bose ebbe una giovane biografa greco-francese, tale
Savitri Devi, che a piedi scalzi e con lo sguardo rapito divulgò per anni i
dettagli della sua vita (oltre a testimoniare quanto Hitler fosse affascinato
dall’Oriente, da cui ricavò l’interesse per la dieta vegetariana).
L’Induismo
filo-tedesco fu qualcosa di molto serio e radicato, non solamente riconducibile
a fenomeni di moda. Con la scomparsa di Bose si accentuarono i legami con la
filosofia orientale. Di fondamentale importanza era il parallelismo esistente
fra la concezione della vita e della morte, fra tantrismo del culto di Kali in
India – soprattutto nella zona limitrofa a Calcutta – e la
venerazione implicita in ogni espressione simbolica del Nazionalsocialismo.
Bose era molto stimato da Nehru e da Gandhi, che diffidavano di lui solo per il
connaturato senso asociale e non-costruttivo di quella ideologia che derivava
dal culto «nero», di magia tantrica «della mano sinistra», che riservava alla
dea Kali (il sentiero della mano sinistra si differisce da quello della mano destra nelle tecniche e nell'aproccio alle pratiche spirituali; nel sentiero della mano sinistra si cerca di accedere agli stati più elevati, l'illuminazione, tramite la pratica della magia sessuale,pratiche che vengono condotte insieme ad una sacerdotessa che deve conoscere le tecniche necessarie a favorire il risveglio della kundalini tramite l'energia catalizzata dell'atto sessuale, mentre per sentiero della mano destra si intende le pratiche spirituali che riversano nella ricerca interiore, strada più difficile e complessa, mentre la via sinistra viene considerata una scorciatoia e non necessariamente utile allo scopo NDR).
Subbas Chandra Bose
Così
lui e Tilak vennero estromessi dal movimento pacifista nazionalista indiano: il
Partito del Congresso. Su una cosa però concordavano – e questo fu un
tema di grande suggestione portato avanti da Bose e che lo avvicinava molto ai
giapponesi: la sua avversione nei confronti della cultura occidentale in
generale, considerata decadente, egualitarista, antielitaria anche nelle sue
espressioni imperialistiche, soprattutto le più insinuanti e melliflue come ad
esempio le campagne di «conversione» da parte dei gesuiti, equiparate al
Demonio, il vero nemico, metafisico, degli ambienti più chiusi del mondo
induista, taoista e buddhista.
Ernst
Schäfer era figlio di un importante industriale di Amburgo. Ornitologo, era
intenzionato a studiare soprattutto il Tibet. Già nel 1930-32, da studente, e
poi nel 1934-36 aveva partecipato alle spedizioni dell’americano Brook-Dylan.
Quando nel 1937 si preparava per la successiva spedizione in Tibet ebbe una
proposta da Himmler di lavorare con Wust e Sievers per lo sviluppo della razza
ariana nel progetto Ahnenerbe. Si discusse la spedizione in Tibet nell’ambito
del progetto Ahnenerbe sotto la guida di Himmler. Schäfer, nonostante non fosse
affatto contrario al Nazionalsocialismo, era troppo cosmopolita, grazie alle
tante esperienze all’estero, per accettare qualsiasi ordine nazionalista.
Vedeva la proposta di Himmler con un certo scetticismo.
Ernst
Schäfer sulla destra
Si fece però convincere
che in tempi di una dittatura nazionale, l’appoggio del Reichführer-SS per
viaggi di ricerca all’estero fosse una condizione per riuscire a realizzare il
progetto. Presto però nacquero tensioni personali tra Schäfer da un lato e
Sievers e Wust dall’altro. Inoltre ci furono problemi finanziari che sembravano
irrisolvibili e così il progetto «SS Spedizione Schäfer» fu interrotto e
cancellato. Ma nel 1939 Schäfer ebbe dal Reichsführer-SS una missione speciale
per la quale doveva controllare gli inglesi nelle loro colonie tradizionali in
Russia e in Oriente, e soprattutto in Tibet. Insieme al ricercatore svedese
Sven Hedin, che nella Germania di Hitler era molto popolare, trasformò, nel
1943, il reparto Ahnenerbe dell’Istituto del Reich, in un ente indipendente,
con il nome di «Istituto Hedin per l’interno dell’Asia e spedizioni». Dopo la
guerra, Schäfer sostenne che questo Istituto non aveva mai avuto a che fare con
il progetto Ahnenerbe.
articoli collegati:
libri:
Quindi i membri delle SS erano devoti ad Agharti,visto che il sole nero è il suo simbolo...ho letto che per attivare al meglio la ghiandola pineale serve riattivare il kundaini con la meditazione...è corretto?
RispondiEliminasi c'è molto di più di questo,ma non posso parlare per adesso, agharti è il principio ispiratore del nazionalsocialismo, che poi il partito era solo la componente più esterna di una struttura ben più inaccessibile.
EliminaTeoricamente Agarthi lo si può definire come un'eggregora che vuole che ogni nazione sia a livello di sangue che spirituale sia attiva e pura!?
Eliminacomplimenti ..bellissima sintesi.
RispondiEliminaComunque si per attivare la kundalini e aprire il terzo occhio o ghiandola pineale, una delle tecniche è la meditazione, ma ci sono inoltre altre tecniche e pratiche,inutile elencarle perché comunque ognuno deve trovare quella a lui più affine, noi per esempio predilegiamo le pratiche sciamaniche di cui abbiamo sviluppato dei percorsi personali e adattabili nel tempo, lo sciamanesimo pensò sia uno dei mezzi più potenti per entrare in sintonia con le energie sottili o con il proprio se interiore.
RispondiElimina..dove parla del ritrovamento della 'lancia di Longino', pero' mi viene in mente un libro Tedesco , in cui viene spiegato che , I Russi entrando nei sobborghi di Berlino effettivamente la trovarono ,nei pressi del bunker ma , si trattava di una imitazione esatta , costruita da un'abile artigiano giapponese..Pero' . penso che trarre la vera spiritualita' esoterica nazional-socialista sia molto arduo per forte segretezza iniziatica della frat. Ariana.
RispondiEliminaC‘e‘ ancora una questione rimasta irrisolta dopo tanti anni ,e cioe‘ il ruolo che ha avuto il capitano delle SS italiane Leale martelli all´interno dell´ Ahnenerbe, si pensa che sia scomparso durante una missione segreta voluta da himmler stesso per il recupero di importante manufatto ,almeno stando a quanto riportato su alcuni siti ,specialmente su Paranormalis chronovisor video,forse qualcuno ha delle informazioni piu‘ dettagliate?
RispondiEliminaSi narra che il suo corpo sparì nell'aria quando usò quel manufatto e che non fosse in possesso dell'oggetto sacro giusto per proteggersi nel viaggio. Molto più avanti scoprì un oggetto che lo proteggesse ma esso non si trovava sulla costa tirrenica e dovette spostarsi nell'entroterra. Si dice che il Capitano ora non sia più umano. Sarà stato forse quell'oggetto a elevarlo spiritualmente?
RispondiEliminaDa una confidenza trapelata nell' ambienti gesuiti,pare che nel primo dopoguerra ,un ufficiale nazista di origini italiane, sia rimasto sepolto nella frana di un tunnel sotterraneo causata da una infiltrazione d'acqua sotto l'abbazia di Valle Benedetta in provincia di Livorno,pare che lo spirito del defunto ufficiale non voleva darsi pace manifestandosi in continuazione ,sembra che venne presa la decisione intorno agli anni sessanta,di inviare un esperto esorcista,certo padre Valentino Davanzati,forse il dannato potrebbe essere Leale Martelli?
RispondiEliminaUn anatema fu scagliato, una maledizione. Lui fu maledetto come molti in quel posto infernale.
RispondiEliminaUn posto infernale,ora capisco la presenza di Cavalieri Templari,forse essi tentano di esorcizzare quel luogo.
EliminaChi era il prete Maltese Emmanuel Magri?
RispondiElimina