di: MAURO LIKAR
Parte 1
DA MORGENTHAU a NORIMBERGA ovvero Dal Genocidio tedesco all’Olocausto ebraico. una estensione creativa del testo di Maurice Bardèche.
Una Premessa: Maurice Bardèche nel suo “Norimberga o la Terra Promessa” poneva all’inizio del libro questa Epigrafe che metteva in evidenza un’atitudine Ebraica verso lo straniero:
Salomone contò tutti gli stranieri che erano nel paese d’Israele e il cui censimento era stato già fatto da David, suo padre. Erano centocinquantatremilaseicento. Ed egli ne prese settantamila per portare i carichi, ottantamila per tagliare le pietre della montagna e tremilaseicento per sorvegliare il popolo e farlo lavorare.
Secondo libro delle “Cronache”.2,17-18
A questa, possiamo senz’altro aggiungerne altre due epigrafi che chiariscono la natura del Dio Ebraico del Patto d’elezione:
Il Signore Jahvé è il Dio delle Vendette e il Dio delle vendette agisce liberamente. Libro dei Salmi. Salmo 93-v.1
Il Signore è un Dio zelota che fa vendetta. Jahvè fa vendetta e si arma di furore. Il Signore fa vendetta dei suoi nemici e serba l’Ira per i suoi nemici.
Libri profetici- Nahum. Cap. 1. v. 2
Scoprire e leggere un testo “proibito”, come quello di Bardéche, può spingere a delle proficue riflessioni, e talvolta, come in questo caso, può indurre ad una meditata riscrittura personale del testo, a uso proprio e altrui, che, conservandone intatti il senso e la memoria, ne estanda però i confini e l’attualità, con riflessioni e connessioni intuitiv e che, all’epoca dello scritto originario, di maurice Bardèche, forse non erano ancora facilmente visibili o esprimibili.
Introdurre nelle parole di un altro le proprie, e viceversa, non è affatto un arbitrio, o un plagio letterario, ma un’operazione di ampliamento e di riscrittura creativa; e, simultaneramente, un tributo di stima e d’assenso dichiarato, che vuole restituire la voce a chi è stato reso muto , per anni; vilpeso dalla censura dei Vincitori e dei loro occulti tutori intellettuali.
Franklin D. Roosevelt e l'ebreo Henry Morgenthau Jr
Il Piano Morgenthau
del B’Nai Brith: Un Piano ebraico americano per lo sterminio di massa
dei Tedeschi. Ideato nel settembre del 1944, il Piano Morgenthau, che è
la vera ragion d’essere del successivo Processo di Norimberga, è un
tipico progetto di vendetta ebraica:un Purim messa in atto dall’Ebraismo
internazionale, attraverso Henry Morgenthau jr., Ministro del Tesoro
durante la presidenza di Franklin Delano Roosevelt. Morgenthau, era un
ebreo, membro eminente dell’organizzazione massonica, esclusivamente
ebraica, B’Nai Brith, e il suo “Piano per la Germania”, implicito anche
nel suo libro “La Germania è affar nostro”,
aveva lo scopo precipuo di ottenere l’impoverimento della Nazione
Germanica e lo sterminio per fame, malattia e deportazione di almeno
dieci milioni di cittadini tedeschi del Reich hitleriano.
Secondo
Morgenthau la Germania nazista doveva, con lo smantellamento completo
dell’industria siderurgica della Rhur e della Saar, venire ridotta a
Nazione agricola e pastorale, dopo la prevedibile morte per fame,
malattie e deportazione nei gulag staliniani, di migliaia dei suoi
cittadini, destinati ai lavori forzati nei territori dell’Unione
Sovietica, gestiti dal regime comunista.
Il
Piano Morgenthau, del settembre 1944, prevedeva, inoltre, la
frammentazione della Germania in staterelli privi di risorse;
l’assegnazione di vaste aree del suolo tedesco alla Polonia, all’Unione
Sovietica e alla Francia, nonché l’esproprio e la distruzione delle
industrie tedesche, incluse quelle chimiche; necessarie alla produzione
di fertilizzanti per l’agricoltura.
Per capire la portata dell’azione di Morgenthau, dobbiamo far luce
su una delle più importanti organizzazioni ebraiche Internazionale: Il B’NAÏ B’RÏTH.
Il “B’naï B’rith” costituisce “la più antica e la più numerosa
organizzazione giudaica di mutuo soccorso, organizzata in logge di tipo
massonico ed in Capitoli, e presente in 58 nazioni. Il numero totale dei
membri è molto superiore ai 500.000″. Si sa che il 13 ottobre 1843
il B’naï B’rith venne fondato al Caffè Sinsheimer, nel quartiere di
Wall Street, a New York. Allora venne chiamato “Bundes-Brueder” o “Lega
dei fratelli”, con un nome tedesco, data la provenienza dei fondatori:
ebrei- tedeschi, che parlavano soltanto la lingua germanica e,
ovviamente, l’Yiddish.
Il
“B’naï B’rith ” è pertanto una delle più antiche associazioni
ebraiche americane ancora esistenti. Il fondatore, Henry Jones, cercò
dei co-fondatori reclutandoli presso la Sinagoga, di cui era uno dei
principali responsabili. Il “B’naï B’rith” stesso riconosce che almeno
quattro dei suoi fondatori erano massoni. L’Ordine del “B’naï B’rith”.
per libera scelta dei fondatori, era riservato esclusivamente ai soli
ebrei.
I fondatori volevano, difatti, creare un Ordine selecto, un organismo lobbystico ebraico, che sarebbe stato il mezzo per riunire gli ebrei d’America ed “illuminare” così “come un faro il mondo intero”. Un mese dopo la creazione dell’Ordine, si decise che la sede sarebbe stata a New York. Il locale scelto per fondare la prima Loggia di New York, non fu una sala della Sinagoga, ma il tempio massonico, situato all’angolo fra Oliver Street e Henry Street; ascelto proprio per evidenziarne e ribadirne l’ origine massonica.
I
fondatori decisero poi di cambiare nome all’associazione, stimando che
un Ordine esclusivamente ebraico dovesse avere anch’esso un nome
squisitamente ebraico. Conservarono così le iniziali B. B., ma cambiarono il nome dell’Ordine, da “Bundes- Brueder ” (Lega dei Fratelli) a “B’naï B’rith” (Figli dell’Alleanza). Il motto dell’Ordine era: “Benevolenza, Amore fraterno ed Armonia”.
Si scelse perciò come simbolo dell’Ordine la “menorah”,
il candeliere a sette bracci, tipicamente ebraico. Henry Jones intuì
la necessità di una stretta coesione della comunità ebraica americana,
in vista del suo futuro incremento, conseguente ad un sempre crescente
afflusso di emigranti europei, e, quindi, creò un’organizzazione che
provvedesse alla loro sistemazione, ed al loro sostentamento. Occultò
così i principi religiosi del Giudaismo Talmudico, di rapace
spoliazione e sfruttamento dei popoli non ebrei, sotto la scorza
falsamente filantropica della Massoneria.
Lo scopo implicito nell’organismo di “mutuo soccorso” di Jones, era quello di selezionare, tra gli immigrati ebrei, gli elementi migliori; per costituire, con essi, i “quadri” e le élites necessarie al governo del Kahal ebraico ed alla gestione del Giudaismo americano, che si apprestava, fin da allora, ad infiltrare ed esautorare progressivamente il Governo Americano non ebraico, inserendosi, come un virus opportunistico, in tutti i gangli nevralgici della vita politica, sociale, intellettuale, e culturale della Nazione ospitante.
Dall’America, assoggettata ai capitali ebraici, gli Ebrei avrebbero potuto tessere la loro trama per la conquista e la sottomissione del Mondo Intero. Gli Ebrei. siano essi ultra ortodossi o sionisti, hanno difatti una tenace fissazione ossessiva, relativa alla loro stessa Fede religiosa: essere i soli sacerdoti dell’umanità: un Popolo di sacerdoti. Per ottenere questo risultato, bisognava perciò conservare il carattere razziale e selettivo del Giudaismo, evitando, allo stesso tempo, ogni implicazione teologica dissociante.
La Sinagoga, che in America era profondamente divisa, non poteva compiere quest’opera di penetrazione: le Logge dovevano quindi interporsi, nelle dispute, ed unificare ciò che i contrasti interne avevano diviso. Il “B’naï B’rith” avrebbe dovuto essere il grande educatore e programmatore condizionante degli ebrei americani; il veicolo pre-sionista per innalzarli al rango che loro compete, secondo il Patto d’elezione con Jahvé, il Dio della vendetta e degli eserciti: essere le guide e i Padroni dell’umanità! L’Ordine aveva quindi una duplice funzione: essere una roccaforte contro la secolarizzazione e la perdita dell’identità ebraica, e, nello stesso tempo, evitare ogni divisione causata da inutili dispute teologiche.
Per favorire questa coesione d’intenti degli ebrei, l’Ordine, rifacendosi ai principi della Massoneria, si poneva al di sopra dei partiti e delle correnti teologiche ebraiche. Esso divenne, così, il centro di tutti gli affari del mondo ebraico americano, ed il punto d’incontro degli ebrei liberali e pre-sionisti e di quelli ortodossi anti sionisti. Grazie alla sua caratteristica pluralista, il “B’naï B’rith” riuscì ad unire ciò che la Sinagoga aveva, fino ad allora, diviso. Inoltre il “B’naï B’rith”, per mantenere intatta la propria capacità d’azione filo ebraica, mostrò sempre una capacità proteiforme di cambiamento apparente, e di adattamento alle circostanze contingenti.
Nell’ambito dei suoi compiti di tutela delle minoranze ebraiche, l’Ordine esercitò, tramite il canale della Diplomazia Americana, quasi completamente in mano sua, enormi pressioni in favore degli ebrei “perseguitati” in Russia, in Romania, in Germania, e negli altri luoghi. Nel 1903, per esempio, il presidente Roosevelt, anch’egli ebreo e membro dell’Ordine, preparò, insieme al “B’naï B’rith” una lettera di protesta da inviare allo Zar di Russia, per condannare i più che giustificati pogrom russi. Le richieste contenute nella lettera, trasmessa dal Segretario di Stato americano, non furono, ovviamente, accolte dallo Zar, il quale anzi, vedendo che gli ebrei capeggiavano in misura preponderante le schiere dei rivoluzionari russi, decise di sottomettere gli ebrei, considerati stranieri stranieri, ad un regime speciale di permessi e passaporti, per poterli meglio sorvegliare.
“Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la libertà che esso desidera, allora una Rivoluzione installerà una Repubblica in Russia, mediante la quale otterremo i nostri diritti”.
E così difatti accadde puntualmente, con l’aiuto dei Rotschild e dei banchieri ebrei di Wall Street, che finanziarono e tutelarono la Rivoluzione Russa, traendone, con il massacro della famiglia Imperiale Russa, che lasciava i suoi depositi nelle loro banche europee, enormi profitti finanziari. Il B’naï B’rith ha attualmente, in 58 nazioni il mondo, delle Logge maschili, dei Capitoli femminili, e una Organizzazione giovanile molto attiva.
L’Ufficio Nazionale Americano, situato a Washington, D.C., pubblica il giornale The International Jewish Monthly , e altri periodici di nicchia. Attualmente, Negli USA le campagne presidenziali passano, inevitabilmente, attraverso il filtro delle assemblee, o tornate del “B’naï B’rith”, dove i candidati, sia democratici che repubblicani, per ottenere voti e sponsorizzazioni, vengono a porgere i loro messaggi di sostegno; all’Ebraismo Internazionale e ad Israele.
Per esempio, nel 1953 il vice presidente Richard Nixon fu il principale oratore politico al banchetto della Convenzione, ed il presidente Dwight Eisenhower inviò un caloroso messaggio d’incoraggiamento alla Loggia. Eisenhower prese poi parte al banchetto per il 40° anniversario dell’A.D.L. Anti-Diffamation League of “B’naï B’rith”: il “braccio armato” del “B’naï B’rith”. Mentre nel 1963, per i 50 anni dell’A.D.L., l’invitato d’onore fu il presidente John Fidgerald Kennedy. Alcuni mesi più tardi, anche il nuovo presidente Lyndon Johnson fu invitato dall’Ordine. Per finire, il presidente del “B’naï B’rith”, Label Katz, incontrò in udienza privata Giovanni XXIII, nel gennaio 1960. Tramite Jules Isaac l’Ordine ha così giocato un ruolo di primo piano nella preparazione del documento: Nostra Ætate del Concilio Vaticano II.
L’Organizzazione ha creato così tre Istituzioni che hanno svolto un ruolo chiave nella vita mondiale degli Ebrei, e non solo nella loro: La Anti-Defamation League (1913); Hillel (1923), la più grande organizzazione di Campus universitari ebraica, e il B’nai B’rith Youth Organization (1924), organizzazione giovanile impegnata nel risolvere i problemi posti dall’Assimilazione dei giovani Ebrei della diaspora, e che opera intensamente con una rete di campi estivi per giovani.
Logge del B’nai B’rith sono state stabilite in Medio Oriente, iniziando
con la Loggia Maimonides, al Cairo, nel 1887. e con la Loggia Eliahu
Hanabi , ad Alexandria (1891), seguite dalle Logge di Istanbul,
Edirne, e Beirut (1911). L’organizzazione centrale promuove e
sponsorizza programmi tesi a mantenere l’Unità Ebraica, la Sicurezza
Ebraica e la Continuità Ebraica , ovvero la sua presenza dominante, in
tutto il mondo.
Oggi i
membri del “B’naï B’rith” cercano di non accennare al loro intimo
legame con la Massoneria non ebraica, di cui costituiscono il Livello
superiore e direttivo, ma, come abbiamo già detto, almeno quattro dei
fondatori del “B’naï B’rith” erano massoni, e si riunivano in templi
massonici.
Bisogna
esaminare a questo scopo, ciò che autori o riviste massoniche, o filo
massoniche, scrivono a proposito del ” B’naï B’rith”: Daniel Ligou ne
parla nel “Dictionnaire de la franc-maçonnerie”(1932), accenni si
trovano anche nell’ “Almanach maçonnique de l’Europe”, in Jean-Pierre
Bayard, e nella rivista “Globe”, secondo la quale il “B’naï B’rith” è
“il ramo ebraico della Massoneria”. Daniel Beresniak, nella “Guide de la
vie juive en France”, parla, a proposito del “B’naï B’rith” di una
“Massoneria tinta di Giudaismo”. Infine per la “Tribune Juive” i “B’naï
B’rith” hanno creato un tipo di “obbedienza massonica riservata ai soli
ebrei”.
Ufficialmente il “B’nai B’rith” avrebbe dovuto abbandonare la regola del segreto nel 1920, ma ancora nel 1936, Paul Goldman, presidente della prima Loggia di Londra, parlava, in un articolo che ne tratteggiava la storia, del segreto: o silenzio sulle attività delle Logge ebraiche. Vi siano, ovviamente, nel “B’naï B’rith” delle “riunioni aperte”, a cui possono assistere anche i profani, e le “vere riunioni”, chiuse o segrete, riservate ai soli fratelli ebrei.
Il 16 novembre 1991, il Cardinale Albert Decourtray, Arcivescovo di Lione e Primate di Francia, riceveva il Premio internazionale dell’azione umanitaria del distretto XIX (Europa) del “B’naï B’rith”.
In seguito, l’attitudine filo ebraica del Cardinale Bea gli è valsa
l’accusa di essere un agente segreto B’naï B’rith”. Qualcuno, come ha
detto Léon de Poncins, ha accusato Bea di essere un infiltrato
d’origine ebrea; egli si chiamerebbe Béja, o Béhar, ed avrebbe agito,
nel Concilio, come agente segreto del “B’naï B’rith”.
Si sa che anche Sigmund Freud era un membro della Loggia del “B’naï B’rith” di Vienna, e che l’Ordine ” ha influito molto pesantemente sullo sviluppo e sugli indirizzi intenzionalmente patologici della psicoanalisi. Inoltre è noto il sostegno, dato dal “B’naï B’rith”, alla Rivoluzione bolscevica e comunista del 1917.
Si sa che anche Sigmund Freud era un membro della Loggia del “B’naï B’rith” di Vienna, e che l’Ordine ” ha influito molto pesantemente sullo sviluppo e sugli indirizzi intenzionalmente patologici della psicoanalisi. Inoltre è noto il sostegno, dato dal “B’naï B’rith”, alla Rivoluzione bolscevica e comunista del 1917.
Leggendo la stampa del “B’naï B’rith”, si viene informati che la Rivoluzione bolscevica non costituiva, a quel tempo, nessuna minaccia per l’esistenza e lo sviluppo della comunità israelitica russa; vi erano, semmai, delle inquietudini per un’eventuale assimilazione degli ebrei nello Stato comunista, e per le eventuali difficoltà della loro pratica religiosa.
Non si
trova, nella stampa del “B’naï B’rith” dell’epoca, nessuna condanna
del regime dittatoriale comunista; né tanto meno un rifiuto della sua
ideologia. Per quanto riguarda “l’eliminazione degli ebrei ortodossi” ,
avversi da sempre al movimento sionista e alle sue azioni criminose,
essa fu condotta proprio dalla sezione ebrea del partito comunista
Russo: la ‘Evsekzija’.
“Si assistette perciò al triste, ma non inusuale spettacolo, di ebrei che spogliavano e massacravano, senza riserve, altri ebrei”.
Il “B’naï B’rith” può essere definito a tutti gli effetti, un movimento pre-sionista, o infra- sionista, dato che è fin dall’origine e per sua natura, un Ordine d’ispirazione chiaramente sionista, anche se, nel 1843, questo termine non esisteva ancora. Paul Goldman, presidente della Prima Loggia d’Inghilterra, scrisse, nel 1936, un piccolo opuscolo sulla storia di tale Loggia. In esso sono contenute notizie interessanti sull’influenza delle logge londinesi del “B’naï B’rith” nell’ulteriore sviluppo del Sionismo. ” In Palestina — scrive Goldman — “B’naï B’rith” ha esercitato un ruolo unico, prima che il Sionismo ne facesse la base dello Stato ebraico”.
Nel 1865, ventitré anni prima dell’Organizzazione sionista mondiale di Herzl, il “B’naï B’rith ” organizzò una grande campagna d’aiuto, alle vittime ebree di un’epidemia di colera in Palestina. Dopo di che, esso non ha più smesso di sostenere finanziariamente le iniziative private in Israele. Nel 1948, dopo l’affare di Norimberga e l’avvio del Business dell’Olocausto, l’Ordine inviò più di quattro milioni di dollari in Israele. Tuttavia, a causa di una minoranza anti sionista tra gli stessi ebrei, il “B’naï B’rith”; che ha sempre cercato di evitare ogni querelle e divisione tra israeliti, non ha mai preso ufficialmente posizione, fino al settembre 1947, in favore delle tesi sioniste; pur difendendole e partecipando attivamente a tutte le conferenze sioniste.
È stato il “B’naï B’rith” che ha provocato il riconoscimento (de facto) dello Stato d’Israele da parte del presidente americano Harry Truman, che era ostile ad un riconoscimento rapido d’Israele, e che a causa del suo “ritardismo” veniva accusato dai dirigenti sionisti di essere un traditore. Nessuno dei leaders sionisti era ricevuto, in quei frangenti, alla Casa Bianca. Tutti, tranne Frank Goldman, presidente del “B’naï B’rith”, che non riuscì però a convincere il Presidente. Allora Goldman telefonò all’avvocato Granoff, consigliere di Jacobson, amico personale del presidente Truman.
Harry Truman
Jacobson, un “B’naï B’rith”, pur non essendo sionista, scrisse tuttavia un telegramma al suo amico Truman, chiedendogli di ricevere Weizmann (presidente del Congresso Sionista mondiale). Il telegramma restò senza risposta. Allora Jacobson chiese un appuntamento personale alla Casa Bianca. Truman lo avvisò che sarebbe stato felice di rivederlo, a condizione che non gli avesse parlato della Palestina. Jacobson promise e partì. Arrivato alla Casa Bianca, come scrive Truman stesso nelle sue “Memorie”:
«Delle grandi lagrime gli colavano dagli occhi… allora gli dissi: “Eddie, sei un disgraziato, mi avevi promesso di non parlare di ciò che sta succedendo in Medio Oriente”. Jacobson mi rispose: “Signor Presidente, non ho detto neanche una parola, ma ogni volta che penso agli ebrei senza patria (…) mi metto a piangere” (…) Allora gli dissi: “Eddie, basta”. E discutemmo d’altro, ma ogni tanto una grossa lacrima colava dai suoi occhi (…)Poi se ne andò».
Poco
tempo dopo, Truman ricevette Weizmann in segreto, e cambiò radicalmente
posizione, decidendo di riconoscere immediatamente lo Stato d’Israele.
Così, il 15 maggio 1948, Truman chiese al rappresentante degli Stati
Uniti di riconoscere de facto il nuovo Stato. E quando il Presidente
firmò i documenti di riconoscimento ufficiale d’Israele, il 13 gennaio
1949, i soli osservatori non appartenenti al governo degli Stati Uniti
erano tre dirigenti del “B’naï B’rith”: Eddie Jacobson, Maurice Bisyger
e Frank Goldman
Sappiamo che il “B’naï B’rith” ha lo scopo di rendere compatti gli
israeliti, per far “progredire l’umanità” verso quello stato di
servaggio ad Israele previsto nel Patto mosaico e dal Talmud. L’Ordine
cerca, pertanto, di sviluppare in senso sionista il carattere morale ed
intellettuale dei propri correligionari; tuttavia, nonostante la cortina
fumogena delle buone intenzioni dichiarate, rimane evidente, in tali
programmi, l’innegabile matrice razzista ebraica. L’Ordine dei “Figli
dell’Alleanza” presuppone, difatti, una fedeltà totale al Giudaismo
sionista, che serve a rafforzare la coscienza razziale ebraica e, in
questo senso, non ammette defezioni di sorta.Uno dei compiti più alti dell’Ordine, è, difatti, quello di preservare il popolo ebreo da ogni pericolo di “assimilazione”, da parte di altre nazioni; ovvero di mescolanza razziale, e da una conseguente perdita di identità genetica. Nessuno sembra mai notare, la perfetta identità di questi “legittimi” propositi ebrei, con il programma di salvaguardia della razza ariana, varato da Adolf Hitler nella Germania Nazionalsocialista; programma, dichiarato, non si sa perché, “ Criminale”.
La “Lega Anti-Diffamazione” (A.D.L.) dichiara che essa “crede nell’integrazione, cioè nell’accettazione degli ebrei, come eguali., da parte degli altri popoli, ma che si oppone all’assimilazione: ovvero alla perdita della propria specifica identità razziale ebraica. Come dire che gli ebrei vogliono essere accettati in quanto unico popolo razzista del pianeta. Uno dei principi dell’Ordine è che “non vi è posto nel “B’naï B’rith” per un Fratello che tiene i suoi figli lontani dalla comunità israelitica”.
Nelle pubblicazioni del “B’naï B’rith” traspare anche una velata nostalgia del Ghetto: luogo chiuso, che garantiva l’ identità ebraica, e alcuni membri, affermano che “il nemico mortale degli ebrei non è l’antisemitismo, ma è l’assimilazione”. Il “B’naï B’rith” lotta perciò, proprio come faceva il Nazionalsocialismo, anche contro i matrimoni misti, nei quali uno dei coniugi sia un “goy”, ovvero un sotto- uomo non ebreo; anche se il matrimonio dovesse venire celebrato in una Sinagoga.
Negli Stati Uniti, l’organizzazione agisce come una potentissima Lobby ebraica, che cerca continuamente aiuti e supporto per Israele. La lista del CHRPP del B’nai B’rith’s, che si occupa della sicurezza e dell’assistenza di Israele, combatte la militanza islamica, il risorgere dell’antisemitismo nell’Europa dell’Est e nell’Unione Sovietica, e tutela, ovunque, la sicurezza delle comunità ebraiche, segnalando e condannando ogni posizione contraria agli interessi e all’operato dello Stato di Israele. Essi anatemizzano come “Pregiudizio antisemita” ogni critica pur legittima riportata dai media, siano essi nazionali o stranieri.
Il B’nai B’rith è, inoltre, l’unica organizzazione non governativa ad essere accettata come parte dell’Organizzazione degli Stati Uniti d’America, e mantiene una presenza assai visibile negli Stati dell’America del Sud. Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, essa ha sostenuto tutti i tentativi degli Stati Uniti di stabilire forti legami con le repubbliche dell’Azerbaijan, del Kazakhstan, del Kyrgyzstan, e dell’ Uzbeki- stan.
Ciao questa è una mia esperienza: Tempo fa conobbi una ragazza tedesca, parlo di sei sette anni fa, che qui in Italia ha terminato l'università (era venuta a Venezia per fare arte). Poiché la grammatica italiana non era il suo forte e ci conoscevamo l'aiutai a sistemare la tesi e le spiegavo le correzioni, una volta ero correttrice per le case editrici e dei giornali. Un giorno mi raccontò che in Germania ancora oggi al popolo tedesco è stato imposto un tipo di educazione: sin da piccoli devono imparare e ricordare che non sono padroni del mondo che non sono nulla e che devono solo ubbidire e così gli fanno una specie di lavaggio di testa. Il loro inno è stato epurato in una parte dove il popolo osannava la loro terra e devono imparare con le buone o con le cattive ad accettare senza proteste. Non fa nulla se sono trascorsi oramai più di 50 anni il popolo tedesco non deve più essere ciò che era. Lo hanno distrutto nel loro intimo. Mentre me lo raccontava non riuscì a non farmi venire in mente il popolo cinese che andò incontro ad un vero programma di rieducazione delle masse o al popolo russo. Ci siamo tanti indignati per i cinesi o i russi e per i tedeschi non p la stessa cosa? Oggi che la verità sta saltando fuori e che vogliono la globalizzazione dovrebbe rispondere in modo globale il popolo europeo per far vedere che tra esseri umani ci si rispetta al di là dello Stato di appartenenza e che sono loro a tener in piedi la divisione. I colpevoli di ciò che è accaduto non hanno mai pagato ed è stato tutto parte di un programma congegnato nel tempo. Sarebbe ora di fermare tutto se no si ripeterà. Scusa se sono stata prolissa buona serata
RispondiEliminagrazie della tua testimonianza diretta,non mi stupisco di quanto da te raccontato, la cosa che mi disturba è che cosa aspetta la gente in tutta europa per prendere questi traditori nei governi e i loro padroni della finanza predatoria mondialista e impiccarli ai lampioni,qui non c'è altra soluzione o si inbracciano le armi o si muore,perche dopo aver depredato quello che resta l'altra opzione sarà l'eliminazione fisica della maggior parte degli europei, questo noi lo sappiamo per certo,quindi qui la questione è o li facciamo fuori o ci fanno fuori.
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