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venerdì 20 novembre 2015

A. Watt: Il vero Ruolo delle Stelle dello spettacolo




Estratto da un’intervista ad Alan Watt 

realizzata da Prison Planet

Quando istituirono la Lega delle Nazioni, cioè la struttura che anticipò le Nazioni Unite, affermarono che fosse loro intenzione distruggere l’unità del nucleo familiare. Tutti i lavori ‘non-fiction’ di H.G. Wells promossero questa agenda. Fu proprio lo scrittore britannico a coniare, verso la fine dell’Ottocento, l’espressione ‘amore libero.’ In uno dei suoi scritti affermò che sarebbe stato opportuno promuovere l’amore libero per distruggere e liberarsi dell’unità tipica del nucleo familiare. Una volta che ciò fosse avvenuto – sostenne – la famiglia non si sarebbe più interposta tra la volontà dello Stato ed il singolo individuo. Ogni individuo sarebbe stato assoggettato alla volontà del governo, in quanto non avrebbe avuto più una famiglia alla quale appoggiarsi come avveniva ai tempi del tribalismo.


In quella stessa fase molte Fondazioni statunitensi, inglesi e di altri paesi, erano impegnate a finanziare gruppi ed organizzazioni di sinistra, gruppi comunisti, in maniera tanto evidente che la commissione Reese approfondì questi temi già negli anni ’50. Si domandavano perché diversi capitalisti di altissimo livello, a capo di grandi banche e multinazionali, fossero impegnati a creare fondazioni per il finanziamento di gruppi di estrema sinistra – o meglio – come risulta chiaro oggi, gruppi impegnati a distruggere la vecchia cultura al fine di introdurne una nuova, una società nuova.

Quindi avemmo la proliferazione del ‘sesso libero’, e nuovamente si presentò il problema delle ‘gravidanze indesiderate’, per quanto in misura molto ridotta rispetto al passato, grazie ai nuovi metodi contraccettivi. Ecco che comparve sulla scena la ‘carica delle femministe’ – finanziata dalla Fondazione Rockefeller negli Stati Uniti – impegnatissima a battersi per ottenere il ‘diritto all’aborto.’ Il nuovo obiettivo era quello di svilire il valore della stessa vita umana, argomento ricorrente nelle opere di Julian Huxley, il quale ebbe ad affermare che:
“Nell’ambito della società dobbiamo promuovere la svalutazione della vita umana, così da rimuovere l’umanità dal proprio piedistallo di specie di riferimento. Solo a quel punto potremo condurre tutti all’interno della nostra società controllata per operare su una popolazione meglio gestibile.”
Bisogna capire che ogni elemento presente nell’ambito di una determinata cultura ha la funzione di favorire una precisa agenda. Lo stesso Platone, 2.300 anni fa, consigliò che la cultura e le trasformazioni sociali fossero sempre guidate dall’alto, perché se fosse accaduto il contrario, il cambiamento avrebbe rischiato di avere luogo al di fuori del controllo della classe padrona. Sempre secondo Platone, le trasformazioni sociali più importanti erano implementabili attraverso la rappresentazione drammatica, cioè l’istinto di imitazione del pubblico nei confronti di attori ed attrici. Il cambiamento sarebbe potuto essere implementato mediante numerosi input: dalla moda, alla musica, alla fiction. Ed ogni cambiamento sarebbe stato autorizzato e regolato preventivamente dall’alto.

Tali applicazioni, che sono a tutti gli effetti una vera e propria disciplina scientifica, furono utilizzate a pieno regime per trasformare in maniera drastica la cultura. Una trasformazione così radicale – specialmente per ciò che riguarda gli anni ’60 e ’70 – da far diventare impensabile un ritorno agli stili di vita precedenti.




  Bertrand Russel


A tal proposito possiamo citare un altro personaggio di rilievo: lord Bertrand Russel, il quale si fece artefice di una serie di ‘scuole sperimentali’ con tanto di ‘autorizzazione reale.’ Ebbe la licenza di condurre attività che sarebbero costate l’arresto a chiunque altro. E ad un certo punto affermò che – in base a studi e riscontri scientifici – se si fosse anticipata l’attività sessuale degli individui alla pre-pubertà, incoraggiando l’idea di poter avere a disposizione un numero elevato di possibili partner già dalla fase pre-puberale, la cosa avrebbe causato la tendenza al rifiuto della monogamia per il resto della vita. Il matrimonio sarebbe stato considerato un fatto obsoleto, non funzionale. Fu proprio sulla base di tali determinazioni che a partire degli anni ’60 fu dato il via libera alla rivoluzione culturale dell’amore libero e dello sballo. Il che costituì la fase iniziale di ciò che oggi definiamo ‘relazioni a breve termine’, con i divorzi che sono diventati un fatto del tutto comune e diffusissimo.

La pratica dei divorzi non decollò in funzione di una reale istanza sociale scaturita dal basso, cioè di una necessità sentita dalle persone. La pratica dei divorzi si diffuse perché le ‘stelle’ di Hollywood iniziarono a divorziare.
 
Il potere si è sempre molto affannato a promuovere lo spirito d’emulazione delle persone ‘normali’ nei confronti delle ‘stelle’ dello spettacolo. In effetti furono definite ‘stelle’ proprio per il loro ruolo di punti di riferimento, di esempi da emulare per la popolazione comune. Noi tendiamo a mitizzare i ricchi, i personaggi famosi. Vorremmo essere come loro; siamo portati ad identificarci con loro.


Dunque, l’idea stessa del divorzio provenne direttamente da Hollywood, con le principali ‘stelle’ che furono protagoniste dei primi divorzi, descritti nelle riviste e nei giornali. Gradualmente nel pubblico andò sviluppandosi un’idea: se divorziano loro, dovrei divorziare anch’io.

Le tecniche persuasive di Bernays furono regolarmente utilizzate in ogni rivista, ed il 97% delle riviste aveva come target il pubblico femminile. Secondo un principio che ancora oggi viene insegnato nelle scuole di marketing, le donne sono molto più suscettibili a seguire le ‘nuove tendenze’ rispetto agli uomini. Sicché tutte queste riviste piene di grandi stelle dello spettacolo ebbero la funzione di fornire alle donne una serie di modelli da emulare. Fu fatto loro credere che potessero fare ed avere qualsiasi cosa: una carriera, una famiglia, una casa lussuosa. Fu coniato all’uopo l’aggettivo: superdonna. Ma erano solo sfacciate menzogne.




D’un tratto in Europa, negli USA ed in Canada – all’unisono – iniziarono a promuovere questo concetto, diffondendo capillarmente le storie di alcune ‘superdonne.’ Ad esempio: l’amministratrice delegata di una compagnia che aveva anche tanti bambini (succede ancora oggi quando i media di regime propongono false storie di donne menager che hanno figli,e fanno capire che si può coniugare vita familiare e lavoro cosa pressoche impossibile NDR), un marito splendido e che era in grado di gestire qualsiasi cosa: lavoro, rapporto coniugale, educazione dei figli, gestione domestica e bla bla bla. Era ovviamente una fantasia irrealizzabile nella pratica. Tuttavia il lavoro dei media fece in modo che numerose donne interiorizzassero quella fantasia. 
 In effetti gran parte degli input che incameravano attraverso i mezzi di comunicazione di massa era semplicemente pubblicità, oppure, nei casi più infimi, pura manipolazione psicologica.

Dobbiamo ricordare che fu proprio Bernays il primo a teorizzare la cosiddetta ‘società dei consumi’, composta essenzialmente da persone bene educate – almeno fino a quando il denaro fosse rimasto in circolazione – troppo impegnate a consumare nel mondo materiale, per preoccuparsi di mettere al mondo dei figli. Si tratta dello stesso concetto teorizzato da Charles Darwin:
“Se riuscissimo ad incoraggiare le donne e gli uomini a ricercare i vantaggi di carattere materiale offerti dal mondo che li circonda, avremo buone possibilità che la prospettiva di procreare diventi un semplice ostacolo economico al consumo.”
Le persone divennero dipendenti dalla televisione in brevissimo tempo.
Ancora oggi la maggior parte delle persone è convinta che l’industria della fiction esista solo per un fatto di introiti economici ed intrattenimento, ma in realtà le cose non sono mai state in questi termini.




I più importanti input di ingegneria sociale sono veicolati proprio tramite la fiction, tramite l’imposizione di sequenze emozionali; non attraverso percorsi logici, ma mediante espedienti narrativi progettati per agire al livello emotivo, collocati in determinati punti dell’opera affinché causino una data reazione emotiva nello spettatore, ed in tal modo fissino nella sua mente determinati concetti. Il contenuto emotivo ricopre un ruolo molto, molto importante. Durante queste fasi la tua guardia si abbassa, la parte censoria della tua mente si disattiva; ti trovi in effetti in uno ‘stato alfa’ che rende il tuo cervello riprogrammabile con nuove idee, esattamente come può avvenire con il download dell’aggiornamento del software di un dispositivo.



L’Unione Sovietica aveva perfino un dipartimento denominato Industria della Cultura. Le loro stelle e registi erano denominati esplicitamente: leader culturali.

E’ sufficiente fornire al pubblico ‘aggiornamenti’ regolari per modificare – nel tempo – un intero paese, una nazione, un insieme di nazioni le quali ricevano contemporaneamente gli stessi aggiornamenti che le indirizzino su specifici sentieri.





Articolo tratto da un’intervista ad Alan Watt, del sito Prison Planet
 

Guarda il video dell’intervista (sub ita)





Fonte: anticorpi.info








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3 commenti:

  1. WW secondo te questa riprogrammazzione puo anche essere fatta in modo positivo, ossia per inculcare i valori della famiglia e tutto il resto? Magari passando per altre vie tipo il mondo dei videogiochi o film amatoriali

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    1. ogni cosa dipende dall'uso che se ne fa, quindi può essere usata per inculcare valori positivi, purtroppo la maggioranda dei media compresi le società di videogame sono in mano ai lor signori quindi li usano per i loro scopi.

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  2. Forse é meglio imparare presto l'autocontrollo mentale per evitare il controllo esterno.

    Questi mezzi non considerano il libero arbitrio, comunque, e creano uomini-oggetto, incapaci di sentire autonomamente e di agire conseguentemente senza inputs.
    Anche se usati in modo costruttivo ("positivo"), ho i dubbi che aiuterebbero il soggetto realmente a raggiungere
    livelli superiori di coscienza.
    In realtà, rovinano l' anima e una volta che é andata, é andata.


    Ulvebinne

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