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giovedì 16 aprile 2015

"Starry Eyes": un film che rivela la vera Hollywood occulta








Starry Eyes è un film horror che parla di una attrice che lotta per il suo successo,venendo in contatto con l'elite di Hollywood. Attraverso la metamorfosi del personaggio principale, il film descrive come il mondo dello spettacolo funziona realmente: rituali, sacrifici di sangue, e infine l'iniziazione occulta.


Starry Eyes è un tipico horror: spaventoso, sanguinante e disgustoso. Ma la parte più inquietante di questo film non è il gore e la violenza: è il fatto che non vi è verità in essa, una verità oscura che molti di noi preferirebbero ignorare. Il film mette tutto lì, però, proprio in faccia, come si descrive graficamente tutte le implicazioni terribili. Puts Starry Eye s sullo schermo il lato oscuro e depravato del settore dell'intrattenimento e le motivazioni malati delle persone che lo governano. Essa espone gli spettatori alla ossessione del elite con lo sfruttamento sessuale, sacrifici di sangue e riti satanici come crogiolano ricchezza e ammirazione sociale.

mercoledì 15 aprile 2015

Il controllo dei media-David Icke










nota personale:

Come spesso diciamo,e lo ripeteremo all'infinito come un mantra,il potere globalista che è alla base delle tragedie che vediamo quotidianamente, non potrebbe agire in nessun modo senza la criminale complicità e copertura mediatica di cui dispone;nell'antichita a differenza di oggi tale potere era limitato,oggi invece ha un carattere invasivo e di capillare diffusione proprio grazie alla tecnologia che  è stata diffusa in tutta la società odierna,questo suo pervadere e saturare rende i media ufficiali oggi uno dei maggiori pericoli per l'umanità intera.
Questi criminali guidati dagli psicopatici del potere finanziario loro padroni,sono colpevoli di ogni guerra,di ogni abuso,di ogni violenza,sterminio e massacri di innocenti che sta avvenendo anche in questo momento in varie parti del mondo.

lunedì 13 aprile 2015

simbolismo massonico e misterico: Il Fleur de Lys











Il Fleur-de-Lys

Il giglio stilizzato è l'elemento più diffuso nella simbologia araldica. Il primo utilizzo documentato del giglio in forma di "seminato" su uno stemma reale appartiene al principe Luigi, il futuro re Luigi VIII, nel 1211, dove aveva i colori che ancora oggi sono ufficializzati nel blasone dello stato francese: oro su fondo azzurro. In precedenza, Luigi VII aveva sfoggiato il disegno di un giglio stilizzato che aveva chiamato "Fleur-de-Lys", il nome francese del fiore che ricordava, in un'assonanza fonetica, la locuzione "Flor de Loys", cioè il "fiore del re Luigi".

giovedì 9 aprile 2015

MasterChef,programmi di manipolazione che insegnano a servire i padroni










Aveva visto giusto Corrado Ravazzini, nel suo cortometraggio “Perfetto”, a identificare nel ristorante il luogo dove meglio emerge, e meglio viene esibito, lo status sociale nel capitalismo post-moderno. Si andava al ristorante banalmente per mangiare, ma ora tra cuochi che non sono più cuochi bensì chef, tra piatti che non sono più piatti ma opere di arte moderna impossibilitate a riempire lo stomaco perchè miserrime nel contenuto e nelle dimensioni, diventa chiaro che tra il fine (mangiare, possibilmente bene) e il mezzo (il ristorante, guai a chiamarlo trattoria perchè troppo evocatoria di bifolchi camionisti con la camicia a quadretti) si sono inseriti una serie di sgradevoli ostentazioni di “skill sociali” che contribuiscono a farmi guardare all’ambiente degli chef e dei ristoranti blasonati con una sorta di imponderabile disgusto. L’avevamo già visto con il mercato del vino, dove per “ribrandizzare” un buon Barbera erano arrivate orde di buffoni chiamati sommelier a sentire retrogusti improbabili di tabacco e di cumino a questo e quell’altro vino; era necessario trasformare la bevanda popolare per eccellenza, il vino, in uno skill sociale da esibire per dimostrare il proprio status.

Wernher Von Braun e la Falsa Invasione Aliena







nota personale:
Una civiltà fallimentare e degradata come quella attuale, ha sempre bisogno di un nemico esterno vero o immaginario,con cui possa aggregare le masse nella paura a difesa della stessa;altrimenti gli schiavi che sono sottomessi a questo corrotto potere potrebbero riuscire a vedere il vero nemico,che è il potere usuraio mondialista vero cancro dell'umanità intera.
Lo stesso criminale inganno  lo possiamo vedere in tutte le istituzioni che si ramificano nella società attuale come una piovra dai mille tentacoli, che vanno dalle istituzioni religiose a quelle bancarie,e per finire gli stessi governi e mezzi di propaganda;
Una religione che abbisogna di un nemico immaginario satana,per aggregare i creduloni alla loro corrotta morale e mistica depravata;
economie fraudolente basate su debiti inesistenti e creazione di moneta dal nulla  che hanno bisogno di crisi sistematiche per depredare le masse e tenerli stretti nella loro morsa schiavista;

mercoledì 8 aprile 2015

Il Kālī yuga al quale siamo condannati









di: Eugenio Orso

Più che un’età di gestazione e trapasso, come scrisse Hegel, o l’epoca della compiuta peccaminosità, con Fichte, la nostra mi sembra l’annuncio del Kālī yuga finale, cioè l’avvio di un’epoca più che travagliata, caratterizzata da oscurità da un punto di vista spirituale (oscura è la dea Kālī), e da guerre sanguinose che potrebbero non risparmiarci (violenta è Kālī). Stiamo entrando a grandi passi, con buona probabilità, nell’ultimo yuga, cioè nell’ultimo periodo mondano, secondo la visione gli induisti, in cui la vita sarà a dir poco difficile. La mia sensazione è che sarà molto peggio di ciò che pensava lo stesso Julius Evola, in Rivolta contro il mondo moderno e nelle opere successive (Gli uomini e le rovine, ad esempio), in cui tracciava i contorni di un’epoca oscura – quella moderna – per certi versi corrispondente all’età del ferro di Esiodo e all’ultimo yuga indù.

I segnali del nostro Kālī yuga ci sono già tutti, non soltanto in altre aree geografiche del mondo, come il Medio Oriente e l’Africa settentrionale in fiamme, oppure nei Balcani profondi, ai confini con la Russia, ma anche qui, in Europa occidentale, in mezzo a noi. Quali sono questi segnali, percepibili con chiarezza nella “periferia” italiana dell’occidente neocapitalista? E’ appunto questo l’oggetto del post, che delinea i contorni del nostro prossimo Kālī yuga. Di seguito la risposta.

venerdì 3 aprile 2015

Da Zalmoxis a Gengis-Khan-libro completo









Nato a Bucarest nel 1907, ha vissuto in India dal 1928 al 1932. Ha insegnato filosofia all’Università di Bucarest dal 1933 al 1940. Addetto culturale a Londra e poi a Lisbona, nel 1945 viene nominato professore presso l’École des Hautes Études a Parigi.
Ha insegnato alla Sorbona e in diverse università europee. Dal 1957 è stato titolare della cattedra di Storia delle religioni dell’Università di Chicago, dove nel 1985 è stata istituita la cattedra «Mircea Eliade» a lui dedicata.