di: Luciano Lago
Come si è ampiamente dimostrato dalla
involuzione del sistema politico per gli eventi degli ultimi decenni, i
politici della “Nuova Sinistra mondialista” sono i migliori servitori
della borghesia, in quanto sono stati in grado di diluire in un mucchio
di rivendicazioni retoriche e scomposte quello che era l’aspetto
essenziale del vecchio marxismo originario: la lotta di classe.
Tutti
questi totem ideologici diffusi dalla propaganda liberal progressista,
come l’identità di genere, il femminismo, l’omofobia e il
multiculturalismo, sono in realtà i sostituti del vecchio mito marxista
della lotta di classe, un surrogato con cui è adulterato il vero
problema rivoluzionario del nostro tempo: la lotta dei popoli contro il capitalismo internazionale.
In realtà questi totem ideologici sono una forma di mascheramento
della totale subordinazione di questa gente, politici, intellettuali e
giornalisti, al potere delle oligarchie finanziarie dominanti.
Si
evidenzia il fatto che il popolo cosciente è costituito dalla nazione,
la cui volontà democratica si esprime nel concetto di sovranità. Ed è
esattamente quello che il regime liberista e subordinato
all’imperialismo svilisce e mette necessariamente all’asta nell’attuale
fase di globalizzazione.
Questo avviene in quanto le esigenze del grande capitale finanziario sono quelle della abolizione di confini e stati nazionali per ottimizzare la libera circolazione dei capitali sui mercati e della mano d’opera e questo richiede come corollario la soppressione del potere popolare sovrano.
Per
questo motivo l’elite finanziaria dominante vede necessario porre fine
all’identità dei popoli, quel quid di cultura, storia o religione che li
unisce istintivamente e fornisce loro una difesa naturale contro la
super-elite dei mondialisti, contro le sanguisughe di Davos e dgli altri
forum finanziari.
Bisogna affermarlo chiaramente:
La lotta di classe allo stato attuale è la lotta delle nazioni contro la plutocrazia mondiale.
La
divisione della società in una somma di minoranze, fra autoctoni e
nativi, fra lavoro dipendente e precario, fra piccoli imprenditori e
operai, è una risorsa tipica di tutto il potere finanziario sui soggetti
che domina, il classico “divide et impera” . Inoltre l’ideologia
globalista e liberal della sinistra favorisce la disintegrazione e
l’atomizzazione dell’uomo, che cessa di essere una persona, con legami
di comunità, di sangue, di spirito, di tradizione, per diventare un
individuo in conflitto con un ambiente diviso tra uomini e donne,
omosessuali ed eterosessuali, produttori e lavoratori dipendenti, nativi
e immigrati.
Quando parliamo della vecchia categoria della lotta di classe,
dobbiamo prendere atto che questa è una delle categorie che sono state
gettate alle ortiche dai sostenitori del multiculturalismo e del mondo
globalizzato per sostituirla con i nuovi totem dei diritti individuali come l’identità di genere, il transumanesimo, il multiculturalismo e l’eutanasia libera.
Risulta
evidente che la sinistra globalista e liberal (alla Saviano, Boldrini,
Bonino, Fico e Zingaretti) ha abiurato le vecchie categorie del secolo
scorso, quali la lotta del proletariato e lotta allo sfruttamento, oggi
quelle non sono più valide.
Attualmente il concetto di proletariato non si riferisce solo alla classe operaia, ma la integra con gli strati sociali di quella che una volta era la classe media della piccola-borghesia, sempre più espropriata e il cui scivolamento nella povertà e precarietà è destinato ad aumentare nei prossimi anni, proprio a causa della concorrenza dei paesi emergenti e delle politiche di immigrazione aperta con massiccia importazione di manodopera a basso costo.
Questa apertura all’immigrazione dal terzo mondo attuata per volontà degli oligarchi europei, avrà l’effetto di poter disporre di un enorme esercito di riserva che porterà il prezzo del lavoro in Europa (specialmente in Italia, Spagna e Grecia) al livello del Bangladesh. Un grande vantaggio per i profitti delle multinazionali apolidi e per le mafie locali. Sarà un caso ma nessuno fra i manager delle grandi multinazionali ha mai protestato contro l’immigrazione di massa, al contrario è ricorso alle assunzioni di mano d’opera fra i nuovi immigrati che hanno meno pretese e sono più docili dei nativi.
L’operaio, il contadino, il piccolo produttore e i quadri tradizionali della classe media sono il nemico della plutocrazia mondiale, che pretende di operare una vera sostituzione demografica molto simile a quanto avvenuto in altri paesi sottoposti allo sfruttamento delle multinazionali occidentali, dall’Asia all’America Latina.
Per ottenere questo, oltre al dominio economico e politico, è fondamentale il dominio culturale:
far sentire i popoli europei colpevoli della loro storia e aborrirla.
Diffondere una nuova foma del disprezzo puritano per se stessi e per il
proprio passato, quello coloniale e delle conquiste del capitalismo
classico, che faceva credere che la povertà era insita nella inferiorità
culturale e razziale e non all’oppressione economica o alla
sfruttamento.
La sottostima della propria identità e la omologazione delle culture , è essenziale in ogni processo di colonizzazione e oppressione dei popoli.
La sinistra globalista è lo strumento ideologico del grande capitalismo finanziario.
Risulta
evidente che la sinistra dominante è lo strumento utile del grande
capitalismo, una versione radicalizzata e particolarmente velenosa del
liberalismo democratico. I grandi banchieri e i fiduciari della elite
dominante non hanno il minimo imbarazzo a confrontarsi con i presunti
leaders sindacali e politici della maggioranza di governo , che è il più
sottomesso che sia mai sia comparso di fronte alle richieste dei
potentati finanziari transnazionali.
Loro sono come i barboncini da
salotto, che saltellano di gioia intorno al loro padrone, sono gli
animali domestici addestrati del Nuovo Ordine Mondiale. Ne’ d’altra
parte si vede nella destra una vera opposizione che non sia di comodo o
di apparenza e che non mette in discussione il sistema, le sue basi
ideologiche del liberismo e della subordinazione ai poteri finanziari ed
egemonici internazionali.
Ci sarà una sollevazione degli sfruttati?
Occorre dire che le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. Soltanto la consapevolezza del proprio stato, può determinare una spinta di ribellione, ma è necessario un risveglio dallo stato di torpore in cui il regime del pensiero unico ha indotto le popolazioni.
Si aspetta un risveglio dal basso
dei popoli, preceduto da una sensibilizzazione delle coscienze, l’unico
fattore in grado di scardinare il sistema.
Il titolo è una balla.Oramai non lo faranno mai
RispondiEliminaGira voce che sono morti la famiglia reale olandese,altri portati a Gitmo
Comunque non faranno mai il NWO hanno perso
Fine del gioco.
Admin moon
Organizzano sparatorie finte ed uccisioni [finte] dei delinquentucci ITALIANI per farr vedere che NON solo i NEGRI sono spacciatori, magnacca, assassini, psicopatici e violenti. Fra poco organizzerano anche qualche Italiano che fa a pezzi e si mangia qualche NEGRA. che abbondano in ogni dove, specialmente a del debbio, che abbbiamo scaricto dopo la starnazzante moglie di amendola la karima burina e ce lo rtroviamo a quarto grado. Nel cesso pure mario giorndano, così impara ad imporci quelli che ci stanno sulle “scatole”.
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