da un saggio di J. Weidner ed S. Rose
Sintesi e traduzione di: Anticorpi.info
seconda parte
Cosmologia di Tolkien.
Per avere un'idea più esaustiva della trilogia del Signore degli Anelli, è utile dare un'occhiata al mito della Creazione, secondo l'universo narrativo di Tolkien. Come documentato nel Silmarillion, dalla convergenza armonica dei Valar (Poteri Primari del Creatore) appare la visione creativa della Terra.
Gli insegnamenti alchemici del Medioevo narrano della
Prima Era, o Era dell'Oro, come ad una età in cui 'gli dei abitarono la
Terra.' Nella cosmologia di Tolkien, i Valar, al fine di manifestare
pienamente la loro visione, scesero dal cielo sulla Terra, a volte come esseri di luce, a volte incarnati in corpi materiali (16). Crearono la loro casa, o Eden, nota come Valinor, ai confini estremi dell'Occidente, ed iniziarono a preparare la Terra per la venuta dei figli di Dio: gli elfi, noti come i Primogeniti (iperborei di atlantide NDR), e gli uomini, noti come i Secondogeniti.
Nella saga di Tolkien - come in molti grandi poemi epici - quasi subito
ha luogo una 'caduta': quella di Melkor - il più importante dei Valar -
successivamente noto come Morgoth. Si tratta della forza oscura
originale che nel corso della Prima Era perverte Sauron - uno degli
abitanti di Valinor - asservendolo e relegandolo al ruolo di 'avatar del
male.' Nel racconto incluso nel Silmarillion, intitolato Valaquenta, Tolkien descrive la 'caduta' di Melkor:
"Dallo splendore cadde - attraverso l'arroganza ed il disprezzo per tutte le cose salvifiche - uno spirito avido e spietato. La comprensione si rivolse a sottigliezza per pervertire la sua volontà, fino a renderlo un bugiardo senza vergogna. Iniziò desiderando la luce, ma quando comprese di non poterla possedere scese nelle tenebre, trasportato dall'ardore e dall'ira. Ed usò le tenebre nella sua malvagia opera su Arda (Terra), la quale si riempì del terrore di tutti gli esseri viventi." (S 31)Secondo tale visione la corruzione della divina arte della Creazione si manifesta fin dal principio del mondo. Essendo caduto in disgrazia con modalità che ricordano il mito del Demiurgo dei cristiani gnostici, Melkor realizza che non potrà mai essere un vero Creatore, ma solo un costruttore di versioni contraffatte di creature preesistenti, attraverso la manipolazione degli esseri creati dall'Uno. In questo modo, nel mondo si origina una frattura.
Con l'apparizione dello spirito di Melkor ha inizio la grande epopea della Terra di Mezzo.
Le narrazioni di Tolkien sulla Prima Era riguardano principalmente la storia della 'caduta' di molti altri elfi primogeniti, che si schierano dalla parte di Melkor e Sauron. Ciò comporta la loro espulsione da Valinor / Eden ed il susseguente primo contatto con gli uomini della Terra di Mezzo. La Prima Era si conclude con il risveglio del potere divino contro Melkor e Sauron (qui Tolkien attinge a piene mani dalla visione di Ragnarok della mitologia norrena), la distruzione del loro regno oscuro e l'esilio fisico di Melkor nel Mondo nel Vuoto. Come nella storia alchemica delle Ere, tra i piani di esistenza iniziano a frapporsi i veli della materialità, e la consapevolezza dei regni sottili inizia progressivamente a venir meno nella Terra di Mezzo.
L'alba della Seconda Era vede salire al potere Ar-Pharazôn, 25° sovrano del popolo umano di Númenor. I númenóreani possiedono enormi insediamenti nella Terra di Mezzo, e sono i sovrani e signori degli uomini. Ma già durante il regno di Ar-Pharazôn l'influenza delle tenebre inizia a diffondersi come un virus, perché sebbene Melkor sia stato fisicamente imprigionato nel Vuoto, la sua volontà è ancora libera, ed i semi della corruzione che ha seminato con la sua opera proseguono a crescere grazie agli accoliti ed al suo servo: Sauron. Quest'ultimo nella Seconda Era si cimenta nella forgiatura dell'Unico Anello del Potere, con il quale inizia a vincolare molti esseri al proprio dominio. La crescente minaccia rappresentata da Sauron, intenzionato ad appropriarsi del potere assoluto, induce Ar-Pharazôn a muovergli guerra.
Preso atto della debordante potenza schierata da Númenor, Sauron - che conserva il talento della persuasione ed una immensa conoscenza delle arti nere - si lascia catturare e condurre nel cuore del grande regno, ove nell'arco di circa tre anni riesce ad ammaliare Ar-Pharazôn, diventando il suo più autorevole consigliere. Approfittando della bramosia di immortalità che assilla il cuore del Sovrano, Sauron gli descrive i poteri del Signore Oscuro, a sua detta capaci di sconfiggere la morte. La capacità persuasiva di Sauron è talmente efficace che Ar-Pharazôn decide di consacrare il proprio regno al culto di Melkor e dell'oscurità, attraverso la costruzione di un grande tempio nel quale vengono officiati indicibili sacrifici di sangue. Ma nonostante il fervore del culto, la morte non si allontana affatto dal regno. Al contrario, in mezzo a questo male inizia a serpeggiare una diffusa follia. Ar-Pharazôn, del tutto soggiogato dall'influenza di Sauron, decide di imbarcarsi in un viaggio verso Occidente con il delirante obiettivo di conquistare Valinor, terra degli immortali.
Come in ogni epoca, comprese quelle più oscure, le forze del bene e della verità sopravvivono nei cuori di alcuni. Costoro sono gli antenati di Aragorn, noti come i Fedeli. Amandil, loro capo, li incarica di raccogliere tutti i manufatti, cimeli, libri e tesori prodotti nei giorni della saggezza, imbarcarli sulle navi e portarli via dal regno disgraziato di Ar-Pharazôn.
Mentre Ar-Pharazôn e la sua flotta si avvicinano alle terre dell'estremo Ovest, terribili tempeste e terremoti si scatenano su Númenor. E nel momento in cui il sovrano muove il primo passo sulla riva di Valinor, il Creatore "attraverso il suo infinito potere stravolge la forma del mondo e spalanca un grande abisso nelle acque tra Númenor e le Terre Benedette" (21). Le navi dei numenoreani precipitano nel baratro. Come nella leggenda di Atlantide, la terra di Númenor vene investita da una grande onda, e si inabissa negli oceani. Il Creatore rende la Terra tonda, così che da questo momento gli uomini potranno viaggiare solo in circolo, non più gratificati dalla facoltà di percepire fisicamente ciò che Tolkien definisce: "la via dritta, o retta via.''
La Terza Era della Terra di Mezzo.
Ed eccoci giunti all'Era che fa da sfondo alla grande guerra dell'Anello descritta nella Trilogia. La Terza Era ha inizio con la fondazione del regno di Gondor da parte dei Fedeli númenóreani, e la conquista dell'Anello del Potere da parte di Isildur, in un'epica battaglia contro Sauron. Dopo qualche migliaio di anni, l'Era si concluderà con gli eventi narrati nella Trilogia, cioè la distruzione dell'Anello del Potere e l'incoronazione di Aragorn a Re della Terra di Mezzo, evento che suggella la conclusione dell'Era del Bronzo e del 'terzo round' della battaglia tra le forze del bene e del male.
In ogni Era ha luogo questa contrapposizione, ed in ultima analisi da tale dialettica scaturisce una battaglia che diventa la fase di transizione tra l'Era in via di conclusione e quella in procinto a nascere. Allo stesso tempo ha luogo una purificazione del mondo, con la soppressione della manifestazione del male. La conclusione di ogni Era sortisce la comparsa di un nuovo livello di separazione - o velo - tra i piani sottili ed il mondo della materia.
Nella cosmologia di Tolkien, come negli insegnamenti alchemici e tantrici sugli Evi, con il passare del tempo i veli tra i mondi dello spirito e quelli della materia diventano sempre più densi. In occasione della caduta di Númenor (Atlantide), alla fine della Seconda Era, Tolkien scrive:
"Sulla Terra cessa di esistere una manifestazione visibile del divino, o immortale. La consapevolezza di Valinor (o Eden) viene rimossa, restando impressa solo nella memoria della Terra. Da quel momento in poi, per quanto gli uomini navighino verso occidente, non fanno altro che compiere un giro e tornare al punto di partenza. Il mondo diventa tondo e finito [come l'Anello], un circolo vizioso da cui ci si salva solo con la Morte. Solo gli 'immortali', gli Elfi, possono comunque, se ne hanno la volontà, imbarcarsi, navigare verso Occidente e trovare la 'retta via'." (23)Secondo la visione descritta dal Signore degli Anelli ed il Silmarillion, ogni specie di esseri senzienti che abbia popolato la Terra di Mezzo non è associabile solo ad un luogo, ma anche ad un tempo. Alla fine della Terza Era Tolkien fa capire che il tempo degli esseri 'fantastici' che hanno popolato fino a quel momento la Terra di Mezzo stia avviandosi a rapida conclusione. Gli elfi 'immortali' si dirigono verso Occidente e spariscono alla vista dell'umanità, cioè - in termini alchemici - abbandonano questo piano di esistenza. E alla fine della storia gli uomini vengono lasciati soli. Si può addirittura ipotizzare che il vero nemico combattuto da Sauron nella Grande Guerra dell'Anello non fosse tanto il genere umano, quanto il Tempo; un disperato, estremo tentativo di arrestare l'ineluttabile conclusione di un'Era.
La Magia, la Macchina, il Potere.
"Comunque, il tutto ha a che fare principalmente con la caduta, la mortalità e la macchina. Ha inevitabilmente a che fare con la caduta, in diversi modi. Attraverso il problema della mortalità, soprattutto, perché aggredisce con un desiderio intrecciato ad un amore appassionato per il mondo reale primario, frustrato dal senso di mortalità. Ha varie opportunità di 'caduta'. Può diventare possessivo, aggrappandosi alle cose che ha creato e considerandole proprie. Il sub-creatore vuole essere il Signore e Dio della sua propria creazione privata. Si ribella alle leggi del Creatore, soprattutto alla legge della mortalità. La caduta e la mortalità conducono al desiderio di potere, e quindi alla macchina (o Magia).JRR Tolkien, Lettere
Ecco un altro notevole tema riscontrabile nel lavoro di Tolkien: il rapporto fra creazione, arte, desiderio, potere ed immortalità. I veri adepti dalle grandi tradizioni esoteriche parlano della trappola del potere personale che brama il potere e dunque, sopra ogni cosa, l'immortalità. La tradizione alchemica si riferisce all'iniziato come ad un artista ed imitatore della natura e della divina Grande Opera. Nel percorso di colui che si addentri nel cuore della natura e degli elementi alla ricerca della sfuggente materia prima, della Pietra Filosofale e dell'elisir di lunga vita', vi è sempre la possibilità di errare e 'cadere.' Troppo spesso, come rappresentato nella Trilogia dal personaggio di Saruman, l'adepto diventa vittima di squilibri e distorsioni mentali, che Tolkien descrive come 'perversioni dell'arte.' Sedotto e fuorviato da una crescente comunione con le 'forze' che promettono tesori infiniti, capacità fisiche e psichiche straordinarie, potere sugli uomini e - naturalmente - immortalità fisica, l'alchimista, dopo aver perduto di vista lo scopo essenzialmente spirituale della sua arte, viene intrappolato in una sempre più fitta rete di oscurità ed illusioni, la quale è sostanzialmente antitetica rispetto alle finalità della Grande Opera.
Tolkien asserì che all'interno dell'economia narrativa delle sue opere la funzione degli elfi fosse quella di illustrare la differenza tra la pura magia senza macchia e ciò che definiamo magia nera o stregoneria (24).
Soffermiamoci un attimo sul tema delle arti magiche. Nella sua forma essenziale la magia sarebbe la comunione, risonanza e capacità di visualizzare un potere spirituale (energia o forza). Alla sua radice vi è una pura, immacolata forza creativa. Nel mondo di Tolkien, come nel nostro, fin dai tempi della prima 'caduta' sono esistiti due principali flussi opposti di questa magica forza 'sub-creativa'.
Il primo si traduce nello sviluppo dei talenti innati al fine di raggiungere una crescita e fioritura del seme originale ed una pura visione del Divino. Questa magia o arte, piena di luce divina e potere di guarigione è quella di coloro i cui cuori restino fedeli alla 'retta via.' Galadriel, Elrond, Gandalf e Aragorn nella Trilogia. Il secondo ed antitetico flusso è definito da Tolkien "l'uso dei piani esterni o dispositivi (apparecchi) in luogo dello sviluppo dei talenti interiori, o addirittura l'abuso dei talenti interiori con lo scopo perverso di dominare, manipolare il mondo reale e soggiogare l'altrui volontà" (25). Si tratta della magia oscura della Macchina, la magia nera di Sauron e di tutte le creature che lo stregone clona attraverso la manipolazione genetica. Più in generale, la magia corrotta di quegli elfi, uomini e maghi le cui menti siano state avvelenate da oscure promesse e tentazioni scellerate.
Maestri di tutte le grandi tradizioni iniziatiche ci avvisano che la deviazione verso le 'forze oscure' abbia luogo sempre a causa di una distrazione dell'iniziato dall'autentico scopo della gnosi, cioè il ricongiungimento con la Fonte Divina. Ci insegnano che nel momento stesso in cui siano ottenute conoscenza e potere, giunga sempre il richiamo delle tenebre, che funge da test. Nella Compagnia dell'Anello Tolkien illustra molto esplicitamente come tale prova si rispecchi continuamente in qualsiasi decisione che ognuno di noi assume nel corso della propria esistenza. Infatti, essendo stati dotati di libero arbitrio come i personaggi della Trilogia, sta sempre a noi scegliere quale strada percorrere.
Galadriel, nobile elfa che ha partecipato all'epopea della Terra fin dagli antichi tempi della Prima Era, viene messa alla prova per l'ultima volta - durante gli eventi narrati nella Compagnia dell'Anello - nel momento in cui Frodo le offre l'anello. Benché sia tentata dalla prospettiva di possederlo Galandriel prende facilmente la propria decisione - e sceglie di allinearsi alle forze della bellezza e del bene universale. Si tratta di una scelta altruistica e malinconica, in quanto segna la fine della sua permanenza sulla Terra di Mezzo. Anche lei viaggerà verso Occidente, e si dissolverà.
Nel corso dell'intera tradizione alchemica si riscontrano innumerevoli esempi di questo tipo di prove a cui sono sottoposti gli adepti, ed esistono innumerevoli avvertimenti circa l'uso della magia in funzione dell'avidità e del potere.
La seduzione delle forze sataniche e la tentazione di rifiutare il mondo dello spirito per regnare nel mondo materiale, sono temi assai ricorrenti in letteratura. La degenerazione che sta avendo luogo nella nostra attuale Era, tramandata nei secoli da maestro ad allievo in una ininterrotta linea di cupidigia e mera esibizione di dominio della natura a beneficio personale, è ciò che ha indotto diversi ambienti a guardare con paura ed odio alla grande arte dell'Alchimia.
"La principale forza dell'Anello (come di qualsiasi altro anello) risiede nella prevenzione o nel rallentamento del decadimento fisico (visto come una cosa deplorevole), nella conservazione di ciò che si desidera o di una persona cara, o quantomeno della sua parvenza. Inoltre l'Anello potenzia le facoltà naturali del possessore intenzionato ad avvicinarsi alla 'magia', un balzo che può facilmente creare uno squilibrio che lo rende corruttibile dal male tramite la brama di dominio."JRR Tolkien - Prefazione a Il Silmarillion
Contemporaneamente all'apparizione dei Tre Anelli, nelle viscere infuocate della terra Sauron forgia segretamente l'Unico Anello del Potere, il quale concentra in se il potere di tutti gli anelli. L'Unico Anello garantisce a Sauron il controllo sugli altri anelli grazie alla capacità di leggere i pensieri dei loro possessori, influenzarne le azioni e legarli alla propria volontà. Grazie all'Unico Anello Sauron guadagna facilmente il controllo delle menti e delle volontà della maggior parte dei númenóreani, e ciò conduce alla caduta di questo primo grande regno degli uomini.
Per cementare il proprio dominio sulla Terra di Mezzo mediante la forgiatura dell'Unico Anello, Sauron è tuttavia "costretto a lasciare che una cospicua misura del suo potere fluisca nell'Anello." Qui Tolkien introduce un argomento estremamente discusso nei circoli alchemici, cioè l'impatto residuo - o impronta - impresso su particolari oggetti, luoghi o menti, dalla energia, forza vitale o potere personale di un individuo (denominata Ka dagli antichi egizi). Infondendo una così cospicua quantità del proprio Ka nell'Unico Anello, Sauron riesce ad infettare le menti ed i cuori ed influenzare le azioni di tutti coloro che cadono sotto la sua influenza.
Per un tempo determinato l'Anello può allungare l'esistenza di un essere vivente, ma in egual misura inevitabilmente ne drena la forza vitale e la volontà. Tolkien stesso ci narra che "tanto grande era il potere lussurioso dell'Anello, che chiunque lo possedesse ne restava soggiogato, e al di là di qualsiasi forza di volontà diventava incapace di danneggiarlo, gettarlo via o trascurarlo." (26)
Gollum, Bilbo, Frodo e probabilmente chiunque altro ne sia entrato in possesso, sperimentano la felice scoperta di invecchiare molto più lentamente, con indosso l'Anello del Potere. Ma solo fino a quando resti in loro possesso. Non appena Bilbo se lo sfila per consegnarlo a Frodo - infatti - tutta la sua età gli piomba addosso in un sol colpo. Si tratta della 'falsa' immortalità, o - come la definì l'eminente studioso e storico Robert Lawlor: immortalità prematura, "la quale sfrutta i nostri desideri materiali per intrappolare e condannare le nostre anime. Questa falsa immortalità distrugge il vero dono del genere umano, che risiede nella possibilità di ricongiunzione con il Divino."
A questo punto diventa fondamentale sottolineare come Tolkien equiparasse l'Anello alla Macchina. E difatti oggi, sul finire della presumibile Quarta Era, è evidente che l'Anello ci circondi come lo steccato imprigiona l'unicorno nel celebre arazzo francese. Disorientati dalla sua grandiosità e stupefatti dalla sua potenza, ci siamo lasciati sedurre dalla sua trappola. Come Sauron e il mago corrotto Saruman, i nostri tecnocrati incapaci di vergogna ci dipingono le sue sbarre come 'libertà', e la sua essenza inerte come 'vita.' Basta aprire gli occhi e guardarsi intorno. I piazzisti della tecnologia promettono costantemente un mondo di energia libera e miracoli scientifici che estenderanno la vita e nutriranno il mondo. Una delle loro principali promesse riguarda la creazione di un essere umano immortale.
I filosofi transumanisti addirittura predicono un giorno in cui sarà possibile scaricare l'anima umana in un computer. Ecco a voi la seduzione finale dell'Anello, della Macchina, un segno dei tempi che - secondo Tolkien - preannunciano la conclusione di questa Era.
Occorre comprendere che l'Anello, o Macchina, è una forma di dipendenza, proprio come il male stesso è anch'esso una forma di dipendenza, ed in quanto tali sono inestricabilmente intrecciate alla loro negazione. Non appena Boromir tocca l'Anello, cede al suo influsso. La creatura patetica di nome Gollum - il cui nome e natura fu molto probabilmente ricavato dalle leggende sui golem creati dagli alchimisti del XVII secolo - viene letteralmente consumata dal suo influsso (27). Di fronte alla consapevolezza di stare per separarsi dall'Anello, Bilbo per un attimo si trasforma in una creatura demoniaca.
Più Frodo si avvicina al Monte Destino, più il suo spirito valoroso e disinteressato viene appesantito ed ossessionato dal pensiero dell'Anello che porta in tasca. Il potere drenante dell'Anello viene reso chiaramente per mezzo dell'indebolimento fisico e spirituale che coglie Frodo ogni qualvolta lo indossi. Ne Il Ritorno del Re descrive questa esperienza:
"Nessun sapore, nessun rumore di acqua o vento, nessuna memoria di albero o erba o fiore, nessuna immagine di luna o stella, restano vive in me. Sono nudo nel buio, Sam, non vi è alcun velo tra me e la ruota di fuoco. Comincio a vedere con i miei occhi di veglia, e tutto il resto svanisce."Una percezione di vuoto provocata dal Ka che Sauron ha infuso nell'Unico Anello, che invade e soggioga il libero arbitrio. Questa stessa forza sopraffà Frodo proprio mentre si trova ad un passo dalla meta, nel Monte Destino, al punto da indurlo a scegliere di rinunciare alla missione pur di conservare l'Anello per se. E' la sua pietà, la generosità e compassione verso l'avida creatura miserabile che è Gollum, che gli fornisce l'ultima spinta verso la distruzione dell'Anello, con la successiva dissoluzione del potere di Sauron.
Conclusione.
Negli antichi insegnamenti sulle Quattro Ere ed il Ciclo del Tempo, il mondo ed i suoi abitanti assumono una sempre maggiore densità, dunque la magia finisce per localizzarsi e diventare anch'essa densa e materiale (tecnologia - ndt). Come si è detto, alla fine della storia Frodo stesso decide di tradire la propria missione per conservare l'Anello. Quest'ultimo diventa una prigione da cui Frodo non può più sfuggire, in assenza di un impulso esterno. E' solo grazie all'avidità di Gollum che alla fine l'Anello precipita nell'abisso del Monte Destino.
E questo è - in sostanza - il messaggio lasciatoci in eredità da Tolkien. Per quanto le probabilità appaiano del tutto sfavorevoli, anche se agli sgoccioli di questa Era finale la corruzione e l'avidità consumano le anime, anche se tutto sembra perduto e le forze delle tenebre sembrano avere in pugno la vittoria, in qualche modo, attraverso bizzarre alchimie e coincidenze, alla fine il bene la spunterà ancora. Tolkien sembra voler suggerire che esistono forze superiori che hanno a cuore i nostri interessi e cercano di proteggerci e guidarci. Queste forze, che occupano ciò che potremmo definire come 'la terra superiore' si danno da fare affinché la missione impossibile di Frodo infine abbia successo. Tolkien afferma senza mezzi termini che anche il più piccolo di noi è di fondamentale importanza. Che creature minuscole come Frodo e Sam possono praticamente da sole sconfiggere il potere delle tenebre, e che chiunque sia mosso da sincero altruismo e buona volontà sia sempre assistito da un Alleato invisibile.
Non è un caso che la versione cinematografica del Signore degli Anelli sia uscita nel 2001, 2002 e 2003. La Croce di Hendaye segna l'equinozio dell'autunno del 2002 come il culmine della Storia. Utilizzando la magica alchimia della luce e del suono, la rappresentazione filmica di Peter Jackson ha salutato maestosamente una simile congiuntura. Pochi mesi prima del rilascio del primo film, l'inizio della fine della Quarta Era si era manifestato con la distruzione delle due Torri di New York City.
Da ragazzo J.R.R. Tolkien amava contemplare la foresta che abbracciava la sua casa in Inghilterra. Durante gli anni in cui partì per combattere nella Grande Guerra, le ciminiere dell'infernale Età del Ferro stravolsero le storie ed i luoghi del villaggio rurale in cui era cresciuto, che al suo ritorno stentò a riconoscere.
Tolkien vide molti amici d'infanzia uccisi dalle mitragliatrici, tra gas velenosi, trincee e barriere di filo spinato. Alla fine della tragedia, durante il periodo di convalescenza dalle ferite riportate sul campo di battaglia, sedette sotto una grande quercia nel sud della Francia, e concepì il Signore degli Anelli. Tuttavia in risposta alle speculazioni di numerosi critici, giornalisti e lettori che insistevano sul fatto che la Trilogia fosse un'allegoria della Grande Guerra, non si stancò mai di affermare che la sua opera avesse poco a che fare con la storia moderna, e che fosse una rivisitazione romanzata degli eventi accaduti nell'Europa pre-storica di 7000 anni fa. Nella Trilogia la sua profonda fede cattolica ed il suo spirito intuitivo si fusero in un'irripetibile miscela che diede alla luce questa grandiosa rappresentazione ambientata sul confine tra due Ere.
Secondo il punto di vista alchemico sulla ciclicità del tempo, l'oscurità di questa Era del Ferro dovrebbe partorire una nuova Era dell'Oro. La 'qualità del tempo' subirà forti alterazioni, ed in un attimo la nostra realtà si trasformerà. I veri maestri ed adepti delle tradizioni spirituali di ogni parte del mondo vi confermeranno che all'interno di ogni essere umano esisterebbero già i semi di questa trasformazione.
Colmo di riferimenti più o meno velati ai principi di una tradizione spirituale antichissima, Il Signore degli Anelli a modo suo potrebbe essere qui per suggerirci dove siamo, e dove stiamo andando.
Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Git Academy
Link all'articolo integrale, in lingua inglese: gitacademy.tripod.com
Sintesi e traduzione a cura di Anticorpi.info
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il grande merito di tolkien è dirci che la guerra è vicina ma che nonostante i disperanti orrori che già iniziamo a vedere e le continue menzogne del potere non solo c'è la speranza ma addirittura la certezza che saranno le forze del bene a vincere sulla tentazione delle forze del male, che ognuno nel suo piccolo sarà una parte importante di questo processo, che quello che ci aspetta è una sfida, una prova dentro e fuori noi stessi. molti dicono che sarà entusiasmante e che essere qui e adesso molto meglio della poltrona in prima fila dell'abbonato rai.
RispondiEliminajj
L'età dell'oro periodo di grande spiritualità è associato al primo quadrante corrispondente al segno zodiacale dello scorpione, ma è sempre stato così? oppure l'età dell'oro era associata alla costellazione dell'aquila? se fosse così perchè la costellazione dell'aquila, nello zodiaco, ha ceduto il posto a quella dello scorpione segno associato al primo chakra che non è quello più spirituale? e poi i segni o simboli dell'aquila e dello scorpione che legame hanno?
RispondiEliminagrazie white wolf
il segno zodiacale che rappresenta la fine del ciclo cosmico è quello dell'acquario, in passato era rappresentato con l'aquila, ma questi servono solo a misurare tale cicli, gli influssi di energie che investono la terra e la galassia non hanno niente di negativo, tu forse ti riferisci agli ultimi disegni lasciati da nostradamus, nei quali era raffigurato sull'ultima tavola di disegno uno scorpione su un albero? ma non c'è niente di negativo anzi stava proprio dicendo i vari allineamenti galattici prima dell'entrata nella nuova era, e l'albero rappresenta l'albero della vita cosmico, non c'è niente di negativo si tratta solo di entrare in un nuovo ciclo per la terra e tutti gli esseri viventi che vi sono, cosa succedera di preciso non lo so, staremo a vedere.
EliminaWW puoi darmi un chiarimento?
RispondiEliminase si conoscono con esattezza le durate delle varie ere e si dice che l'inizio della fase finale della IV coincide con l'11/09/01 è possibile sapere con esattezza anche quando arriverà la fine di quest'era e la grande battaglia giusto? il nwo (unico governo etc) coincide con il biblico regno del anticristo (7 anni)? che sarebbe in estrema analisi il corrispettivo nella IV era di ciò che fu il regno di Sauron (o chi per lui) nella III?
Grazie.
le ere hanno un periodo di 2500 anni circa,un ciclo intero dura 35000 anni circa, però in alcuni testi si aggiungono altri piccoli cicli come in quelli indiani ad esempio,ma al di la di questo i cambiamenti e i passaggi sono sempre graduali, in tutto questo interagiscono più energie e fattori congiunti ma è sempre graduale il suo evolversi,quindi stabilire date esatte è pressochè impossibile, come lo stesso vale per l'alternarsi delle stagioni sulla terra, tutto procede con gradualità, se osservi con attenzione la natura capirai i segreti dell'universo, abbiamo li tutto sotto gli occhi ma l'uomo è stato sviato dalla verità e dalla sua divinità. Lascia stare le stupidagini bibbliche e i loro mendaci catastrofismi, il regno dell'anticristo se vogliamo è una simbologia che si riferisce al tempo del non tempo descritto dai maya, cioè il tempo di confusione che precede l'affluenza delle energie sottili cosmiche che interessano la terra durante il passaggio al centro della galassia dove si esce dalle fasce in cui le energie sono più solide e si arriva in una parte dove le energie sono più sottili, questo rigenera tutti gli elementi che ne sono investiti. Aggiungo che se proprio vogliamo dare conto ai simbolismi invertiti e deformati scritte nella bibbia possiamo dire che il regno dell'anticristo è gia qui da molto tempo e quello che loro spaccieranno per il messia è sempre un tiranno che verrà presentato alle masse come un salvatore, la salvezza è personale nessuno può venire a liberarti perchè solo ognuno di noi dal suo interno deve sviluppare la libertà e ottenerla anche con la forza, la libertà sta nell'essere non nel proclamarla o ostentarla.
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