Nota personale:
In Italia l'antifascismo militante in assenza dello stesso fascismo, non è solo il mestiere dei parassiti, redditizio tra l'altro, ma è la promessa di fedeltà che viene fatta da chi è pronto a vendere il suo paese a favore dell'elite finanziaria ebraica che governa le demoniocrazie odierne. Dopo aver mostrato in pubblico tramite i media, questo tipo di predisposizione al servilismo nei confronti dell'invasore (vedi articolo link ), viene tenuto il giuramento di fedelta a questa elite demoniaca, inginocchiandosi davanti ai monumenti dell'onnipresente olocausto ebraico. Questo è l'atto finale di sottomissione che assicura a questi vili di avere una carriera sicura nella politica, nel giornalismo o altro, assicurando agli stessi che portera avanti il loro piano di dominio mondiale e di distruzione dei popoli.
white wolf
di: Enrico Marino
L’imbarazzante ministro della Difesa
Roberta Pinotti ha fatto l’infelice affermazione per cui “quelli di Isis
sono fascisti perché pensano che chi è diverso da loro deve essere
schiacciato”. E’ disgustoso il solo pensiero che siamo nelle mani di
ministri come la Pinotti che in un momento in cui servirebbe serietà e
chiarezza di linguaggio e di scelte, si slancia in questo parallelismo
ridicolo e ignorante della storia, pensando in tal modo di assolvere se
stessa e il suo governo dalle gravi responsabilità che sta collezionando
in sede interna e internazionale.
Ormai le parole vengono usurpate e
abusate senza ritegno, ma soprattutto la viltà e l’ipocrisia di non
chiamare i fenomeni con il loro vero nome, sono alcune delle cause che
portano ad affermazioni miserabili come quella della Pinotti. Il timore
di parlare con chiarezza di “terrorismo islamico”, di un problema
interno all’Islam, porta a prendere a prestito termini storici che nulla
hanno a che vedere con la realtà, mimando il frasario ignorante dei
centri sociali. Ma se è pur vero che ormai le parole sono usate a
vanvera, che il linguaggio è completamente usurato e ovunque impera la
demagogia delle chiacchiere, segno della decadenza dell’Occidente e
della sua miseria culturale, è anche vero che in questo disgraziato
Paese, ormai a distanza di quasi 100 anni dalla fondazione dei Fasci di
combattimento, sopravvive incredibilmente un antifascismo rancido e
antistorico.
Un antifascismo che è tanto più rabbioso
e livoroso in quanto vive di infamità e luoghi comuni e si manifesta
con una smania di sopraffazione innata, ma oltre misura in rapporto al
tempo trascorso.
La propaganda e le mistificazioni sparse
a piene mani negli ultimi 70 anni hanno fatto crescere generazioni di
ignoranti che non sanno del passato niente altro che quella “verità”
inventata e imposta dai servi di coloro che oggi dominano con la
dittatura della finanza; generazioni che ignorano i massacri collettivi e
individuali perpetrati a guerra finita contro soldati disarmati e
contro civili, uomini, donne e ragazzini, decine di migliaia di morti,
in un delirio di sopraffazione e vendetta – storicamente accertato – che
non ha eguali in tutta la nostra storia unitaria, una primavera di
sangue nascosta dal silenzio e dalla complicità delle Istituzioni; non
sanno che l’Italia è una colonia sottomessa, con 113 basi militari
statunitensi e decine di bombe atomiche di proprietà Usa stoccate nel
nord Italia;
non sanno cosa fecero i “Liberatori” nel nostro Paese né che tra loro c’erano anche i marocchini inquadrati nel “Corpo di spedizione francese in Italia”; non sanno di quella mattina del 19 luglio 1943 quando venne distrutto il quartiere di San Lorenzo a Roma, allorché più di 520 bombardieri americani sganciarono più di mille tonnellate di bombe sulla capitale e circa tremila civili vennero uccisi e almeno diecimila feriti; credono di essere stati liberati ma non si rendono conto che i liberatori sono peggiori degli altri, che sono gli unici nella storia, ad aver usato bombe atomiche (nonostante il Giappone fosse già sconfitto), che sono quelli che – col pretesto della democrazia – creano guerre in tutto il mondo per preservare il loro dominio globale, rovesciando governi legittimi, spesso per depredarne le risorse naturali, che sono tra i peggiori per quanto riguarda i diritti umani ma si permettono di sentenziare e di giudicare l’operato degli altri.
non sanno cosa fecero i “Liberatori” nel nostro Paese né che tra loro c’erano anche i marocchini inquadrati nel “Corpo di spedizione francese in Italia”; non sanno di quella mattina del 19 luglio 1943 quando venne distrutto il quartiere di San Lorenzo a Roma, allorché più di 520 bombardieri americani sganciarono più di mille tonnellate di bombe sulla capitale e circa tremila civili vennero uccisi e almeno diecimila feriti; credono di essere stati liberati ma non si rendono conto che i liberatori sono peggiori degli altri, che sono gli unici nella storia, ad aver usato bombe atomiche (nonostante il Giappone fosse già sconfitto), che sono quelli che – col pretesto della democrazia – creano guerre in tutto il mondo per preservare il loro dominio globale, rovesciando governi legittimi, spesso per depredarne le risorse naturali, che sono tra i peggiori per quanto riguarda i diritti umani ma si permettono di sentenziare e di giudicare l’operato degli altri.
Ora finalmente siamo liberi. Liberi di
avere un paese dove tutto è stato malamente privatizzato; liberi di
avere milioni di italiani sulla soglia di povertà; liberi di sottostare a
un’imposizione fiscale del 60% per non avere nulla in cambio, ma per
salvare la banca del padre di una ministra; liberi di avere una moneta
privata, emessa da banche private, caricata di un interesse privato
deciso da agenzie di rating private al servizio delle stesse banche;
liberi di avere i figli disoccupati; liberi ma sottoposti a un’entità
astratta e indifferente come l’UE, guidata da burocrati che pretendono
sacrifici, che impongono rigidi parametri economici e chiedono tagli
salariali, precarietà e riduzione delle tutele del lavoro.
La favola di un’Europa nata male e unita
solo da una moneta comune rappresenta, invece, la reale dimensione di
una sudditanza voluta e nella quale siamo stati ridotti da scelte solo
apparentemente tecniche che, in realtà, sottintendono precise strategie
politiche perché, imbrigliando gli Stati entro le gabbie del Fiscal
Compact o del pareggio di bilancio, impediscono ogni scelta in campo
economico finanziario, impongono la libera circolazione di merci,
capitali e persone, impoveriscono interi strati sociali ma obbligano ad
accogliere e mantenere extracomunitari.
Non vi è dubbio che viviamo una realtà
paradossale. Nel nome della libertà e del libero mercato c’è stata
imposta la globalizzazione e ora non possiamo decidere sulle nostre
politiche nazionali, abbiamo svenduto la nostra sovranità, non possiamo
emettere moneta ma dobbiamo prenderla in prestito, siamo assoggettati da
norme e trattati che ci impediscono di scegliere, decretare,
determinare qualsiasi cosa senza la supervisione di organismi non eletti
e banche, non possiamo pianificare nemmeno le più elementari strategie
economiche e politiche ma, anzi, siamo obbligati ad applicare assurde
sanzioni commerciali nei confronti della Russia che ci stanno mettendo
in ginocchio, siamo costretti a farci carico delle conseguenze di azioni
scellerate che hanno ridotto la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e
lo Yemen, a focolai di terrorismo, morte e distruzione e, infine,
sempre in nome della libertà, entro il 2015 dovremo accettare a scatola
chiusa che sia siglato l’accordo TTIP (Transatlantic Trade and
Investment Partnership), l’accordo commerciale tra UE e USA per il
“libero scambio”.
La loro demoniocrazia
Ignazio Silone scriveva che “non vi è peggior schiavitù di quella che s’ignora”.
Tanto più si conferma attuale quella
frase allorché ci si confronta con le reazioni isteriche dei sostenitori
del NWO quando si contesta loro tutto questo.
Criticare questa Europa, rifiutare
l’immigrazione, tutelare le proprie tradizioni, rivendicare la propria
identità, difendere la famiglia, contestare la Nato, opporsi alle
politiche neoliberiste e al potere della finanza, riaffermare la
centralità dell’uomo e del lavoro contro il mondialismo, l’usura e la
desertificazione etica e sociale, battersi per la salvaguardia del
proprio popolo e dell’interesse nazionale viene immediatamente tacciato
di razzismo, omofobia, xenofobia e fascismo.
Il fascismo, in particolare, è ovunque:
nella commemorazione dei propri caduti, in un saluto romano, in un canto
o nello sventolio di una bandiera, in un concerto rock o in un raduno
politico congressuale, nella difesa del matrimonio, in una
manifestazione di quartiere o nella raccolta di firme per una mozione,
nella visita di controllo a un campo di zingari come nella richiesta di
protezione contro i rischi dell’immigrazione incontrollata.
A ogni iniziativa presa in nome della
Nazione corrisponde una protesta “democratica” e una
contro-manifestazione, un proclama e una mobilitazione, un presidio
antifà e la richiesta di un divieto. L’antifascismo è militante,
aggressivo, violento, ma è “democratico e costituzionale”, perciò è
tollerato, coperto non perseguito. Anche i giudici sono democratici.
La retorica e la faziosità vetero partigiana sono la medaglietta di latta che ci si appunta sul petto in occasione delle spaghettate antifasciste organizzate il 25 aprile dall’Anpi, un’associazione comunista sostenuta dai lauti finanziamenti dello Stato. Le leggi repressive s’invocano sempre più spesso e si fanno sempre più intolleranti, anche verso la semplice manifestazione di dissenso o di pensiero non conforme. Le leggi Scelba e Mancino non sono considerate più sufficienti e allora si introducono nuovi divieti e nuove aggravanti, si prevede il nuovo reato di negazionismo e si chiede sempre più la repressione di ogni atto etichettato come apologia del fascismo. In nome della democrazia, si comprimono sempre più gli spazi di libertà e di esercizio democratico.
La retorica e la faziosità vetero partigiana sono la medaglietta di latta che ci si appunta sul petto in occasione delle spaghettate antifasciste organizzate il 25 aprile dall’Anpi, un’associazione comunista sostenuta dai lauti finanziamenti dello Stato. Le leggi repressive s’invocano sempre più spesso e si fanno sempre più intolleranti, anche verso la semplice manifestazione di dissenso o di pensiero non conforme. Le leggi Scelba e Mancino non sono considerate più sufficienti e allora si introducono nuovi divieti e nuove aggravanti, si prevede il nuovo reato di negazionismo e si chiede sempre più la repressione di ogni atto etichettato come apologia del fascismo. In nome della democrazia, si comprimono sempre più gli spazi di libertà e di esercizio democratico.
Ma perché questo lugubre revanscismo, dopo 70 anni di “democrazia” imperante?
Perché in tantissimi italiani cresce il
disgusto e la rabbia vedendo che la democrazia ha tradito le sue
promesse e viene usata solo per coprire meschinità e nefandezze.
Un tempo, nel breve volgere di un
ventennio, presa in mano un’Italia lacerata da crisi economica e
politica e insanguinata da criminali tentativi di trasformarla in un
soviet, il Fascismo ha segnato le sue realizzazioni con pietre miliari
imponenti: strade, autostrade, ferrovie, canali di irrigazione, Parchi
naturali, centrali elettriche, scuole, stadi, aeroporti, porti, igiene
sociale, ospedali, sanatori, bonifiche, industrie, commercio, espansione
economica, sconfitta della Mafia, lotta contro la malaria, battaglia
del grano, edificazione di intere città (Littoria, Sabaudia, Pontinia,
Guidonia), restaurazione di Roma e del suo patrimonio archeologico,
Carta del Lavoro, IRI, collaborazione di classe, corporazioni,
Dopolavoro, Assistenza sociale, Opera Maternità e Infanzia, Carta della
Scuola, Enciclopedia, Accademia, Codici mussoliniani, Patto del
Laterano, Conciliazione, pacificazione della Libia, marina mercantile,
marina da guerra, aeronautica, conquista dell’Abissinia.
Tutto ciò che ha fatto il Fascismo è
consegnato alla storia. E niente riuscirà a cancellare queste prove
sorprendenti di una volontà indomabile di creatività e di ricostruzione.
Questi sono fatti per cui ogni
antifascista che si dichiari semplicemente tale, ovvero contro tutte
quelle realizzazioni, non può che essere considerato al pari di chi si
dichiari idiota. Si può essere contro l’istituzione del sabato festivo
per i lavoratori, con conseguente riduzione delle ore lavorative
settimanali da 48 a 40? Si può essere contro l’istituzione del sistema
pensionistico? Si può essere contro la bonifica di paludi malsane e
pericolose? Si può essere contro l’economia dell’unico Paese che
(insieme alla Germania Nazionalsocialista) seppe uscire dalla crisi del
1929?
A confronto con quelle
realizzazioni, per quanto ancora possa sovrastare la verità con la
propaganda, il Potere è consapevole di aver fallito e, tanto più oggi,
mentre si addensano venti di guerra e pericoli ai confini del Paese,
appare privo di una forza interiore che sappia fornire risposte
all’altezza delle sfide epocali che ci sovrastano.
La rimozione di ogni tradizione europea,
di ogni valore identitario, di ogni slancio eroico e vitalistico,
irriducibili al pacifismo e all’egualitarismo predicati per anni, ha
restituito generazioni di imbelli, incerti e inconsistenti che non si
riconoscono in un qualsiasi Inno nazionale ma piuttosto in “Imagine” di
John Lennon, la canzonetta che tratteggia come aspirazione l’archetipo
esistenziale di un’umanità amorfa e annebbiata dai fumi degli
stupefacenti, immersa in un mondo privo di ogni ragione e di ogni
stimolo che valgano un impegno, un sacrificio o una scelta di coraggio
(Immagina non esista paradiso … nessun inferno sotto noi, sopra solo
cielo… Immagina che tutta la gente viva solo per l’oggi …Immagina non ci
siano nazioni… Niente per cui uccidere e morire …E nessuna religione
…Immagina tutta la gente che vive in pace …ecc).
L’alchimia con la quale siamo
mantenuti in questo stato di inconsapevolezza e di torpore viene
riassunta da quello che diceva Orwell “Chi controlla il passato
controlla il futuro” e per questo il potere vuole demonizzare e oscurare
quel passato, vuole che resti nell’ombra e che sia repressa ogni
adesione ad esso, perché solo così facendo il Potere può restare tale e
soggiogare ogni risveglio dello spirito e ogni rinascita della Nazione.
Per quanto ci riguarda, rimaniamo fedeli
ad un’Idea che riteniamo matrice di dignità nazionale e di giustizia
sociale, nel segno di una diversità antropologica con i liberatori
(interni e stranieri) che ci induce a continuare nella nostra lotta
contro la melma democratica che ha trasformato una Nazione in una
espressione economica al guinzaglio dell’usura internazionale.
Sempre irriducibili, con l’orgoglio di
continuare quella battaglia del sangue contro l’oro e con la certezza
che anche la passata sconfitta, con Onore, rappresenta per noi il
riferimento ideale a cui attingere forza e sostegno per il futuro.
Fonte: ereticamente.net
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WW sto notando che su FB stanno nascendo gruppi fascisti anti mondialisti-banchieri ecc...secondo te e segno che la gente si sta risvegliando? Il fascismo ha fatto tante cose buone e per Mussolini i patti laterabensi sono stati una mezza sconfitta perche concedeva tanti soldi del popolo alla chiesa...
RispondiEliminaE' inevtabile direi, c'è sempre un eterno ritorno, al di la del fascismo come ideologia che non potrà mai ritornare in quella forma comunque, è solo l'inizio di quello che sta arrivando.
EliminaChe intendi dire con "eterno ritorno" quindi per te un italia fascista ci svoncolerebbe dal mondialismo e altro?
EliminaCitavo il libro di Julius evola, comunque mi riferivo ai cicli temporali, e alla legge di causa effetto, loro non possono regolare le cose come vorrebbero, ci sono cose più grandi di loro e gli effetti sono sempre imprevedibili, al mondialismo totalitario la risposta è il ritorno al nazionalismo, nessuno sfugge alla legge, e questo ancora e niente di quello che arriverà.
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