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martedì 9 settembre 2014

L'antropologo Semir Osmanagich:“La storia umana è completamente da riscrivere”








L’antropologo americano, Dott. Semir Osmanagich, fondatore del Parco Archeologico Bosniaco, il sito archeologico più attivo del mondo, dichiara che le prove scientifiche, ‘inconfutabili’, venute alla luce, sull’esistenza di antiche civiltà con tecnologia avanzata, non ci lasciano altra scelta se non quella di riscrivere la nostra storia. Un attento esame, sull’età di alcune strutture sulla Terra, rivela definitivamente che sono state costruite da civiltà avanzate di oltre di oltre 29.000 anni fa.






Semir Sam Osmanagich

“Riconoscere che siamo testimoni di prove fondamentali dell’esistenza di antiche civiltà avanzate risalenti a oltre 29 mila anni fa, e facendo un attento esame delle loro strutture sociali, costringe il mondo a riconsiderare totalmente la sua comprensione sullo sviluppo della civiltà attuale e della sua storia”, spiega il Dott. Semir Osmanagich. “I dati conclusivi del 2008 riguardanti il sito della Piramide Bosniaca, e confermati quest’anno da diversi laboratori indipendenti che hanno condotto test al radiocarbonio , hanno rilevato che il sito risale a più o meno 29.400 anni fa, minimo”.



La datazione delle prove al radiocarbonio è stata fatta dal RadioCarbon Lab di Kiev, in Ucraina, su materiale organico presente nel sito bosniaco della Piramide. Due archeologi italiani, il dottor Ricarrdo Brett e Niccolò Bisconti, hanno rinvenuto il pezzo di materiale organico sulla piramide l’anno scorso. Sono stati capaci di aggiornare il materiale, e con esso, la piramide stessa attraverso il radiocarbonio. Questa datazione colloca la piramide 20 mila anni prima delle civiltà Sumero e Babilonese. Il fisico Dr. Anna Pazdur dell’Università polacca di Slesia, ha annunciato la notizia in una conferenza stampa a Sarajevo nell’Agosto 2008. Il professore di Archeologia Classica presso l’Università di Alessandria, Dott. Mona Haggag, ha descritto questa scoperta come “scrivere nuove pagine della storia europea e mondiale”. La data di 29.000 anni del Parco Archeologico Bosniaco, è stata ottenuta da un pezzo di materiale organico recuperato da uno strato di argilla che si trovava all’interno dell’involucro esterno alla piramide. Ne consegue una data campione ottenuta, durante la stagione 2012, dai test fatti su materiale che si trova sopra il calcestruzzo, di 24,8 mila anni, il che significa che questa struttura ha un profilo di costruzione che risale a quasi 30 mila anni.


























 “I popoli antichi che hanno costruito queste piramidi conoscevano i segreti della frequenza e dell’energia. Hanno usato queste risorse naturali per sviluppare tecnologie, e per intraprendere la costruzione di scale che non abbiamo visto in nessun altro posto della terra”, ha detto il dottor Osmanagich.“Le prove dimostrano chiaramente che le piramidi furono costruite come antiche macchine energetiche allineate con la griglia energetica della Terra, fornendo energia al potere e alla guarigione”.

Studiosi di storia antica negli Stati Uniti, hanno notizie altrettanto sorprendenti su qualcosa trovato negli angoli più lontani del globo. Per esempio la scoperta di Rockwall al di fuori di Dallas, Texas, è solo un esempio di come stiamo riesaminando antichi misteri che rivelano molto sul nostro passato. Il sito Texano è un complesso e poderoso muro di dieci miglia di diametro costruito oltre 20.000 anni fa e coperto dal suolo sette piani sotto terra. La domanda è: da chi è stata costruita questa struttura e per quale scopo e, soprattutto, la conoscenza data da queste civiltà del passato, in che modo può aiutarci a comprendere il nostro futuro?

Nuove tracce rivelate o antiche civiltà riscoperte hanno acceso una innata curiosità per le origini umane, come risulta dalla recente copertura nei media mainstream. Il numero di novembre 2013 di National Geographic: “I 100 più grandi misteri delle Civiltà Antiche rivelati”, dice:

“A volte le culture si lasciano dietro misteri che confondono coloro che vengono dopo di loro, dai menhir ai manoscritti codificati, ci indicano che gli antichi hanno avuto uno scopo profondo”.

Scienziati lungimiranti continuano a perseguire la conoscenza del nostro passato che è utile per determinare un futuro migliore. Il rinomato autore Michal Cremo, nel suo libro Forbidden Archeology, teorizza che la conoscenza dell’avanzato Homo sapiens è stata soppressa o ignorata dalla comunità scientifica perché contraddice le attuali opinioni sulle origini umane che vanno d’accordo con il paradigma dominante.


I risultati indicano chiaramente che simili civiltà avanzate di esseri umani erano presenti in tutto il mondo in quel momento storico. Ad esempio, il Gobekli Tepe (la foto in alto) che si trova nella Turchia orientale, è un vasto complesso di enormi cerchi di pietre megalitiche, con un raggio tra i 10 e i 20 metri, molto più grandi di quelle del noto sito di Stonehenge in Gran Bretagna. Agli scavi di Gobekli Tepe che hanno avuto inizio nel 1995, sono stati fatti dei test al radiocarbonio i quali hanno rivelato che la struttura risale almeno a 11600 anni fa. L’archeologo tedesco Klaus Schmidt dell’Istituto Archeologico Tedesco di Berlino in Germania, con il supporto dell’ArchaeoNova Institute di Heidelberg, sempre in Germania, ha condotto lo scavo di questi preistorici circoli megalitici scoperti in Turchia.
“Gobekli Tepe è uno dei più affascinanti luoghi neolitici del mondo”, ha sostenuto il Dott. Klaus Schmidt. Ma, come spiega in un recente rapporto, per capire le nuove scoperte, gli archeologi hanno bisogno di lavorare a stretto contatto con gli specialisti di religioni comparate, con i teorici dell’architettura e dell’arte, con i teorici della psicologia evolutiva, con i sociologi che utilizzano la teoria delle reti sociali, e altri ancora.

“E’ la complessa storia delle prime, grandi comunità insediate, della loro vasta rete, e della loro comprensione comune del mondo, forse anche delle prime religioni organizzate e delle loro rappresentazioni simboliche del cosmo”, ha detto Klaus Schmidt.

Oltre alle strutture megalitiche, sono state scoperte figure e sculture, raffiguranti animali di pre natura storica, come i dinosauri e altri animali selvatici. Dal momento che gli scavi iniziarono nel 1995, quattro dei circoli sono stati parzialmente ripuliti, ma si pensa che ci siano ancora fino a 50 ambienti nascosti sottoterra. Questi enormi monoliti svettanti, di sette metri di altezza e 25 tonnellate di massa a Gobekli Tepe, sono situati proprio nel cuore di ciò che percepiamo come l’origine della civiltà. Questo offre ai ricercatori, delle nuove linee guida per la vera storia della Terra e delle nostre antiche civiltà.

“L’obiettivo della ricerca archeologica non è quello di scoprire semplicemente tutti i circoli megalitici, ma sopratutto cercare di capire il loro scopo”, ha aggiunto Schmidt.
Piramide Bosniaca: Prova di civiltà avanzate di oltre 30.000 anni fa















 
L'Albero della Vita,come nella cabala?


Ormai è l’ottavo anno di scavo nel sito della Piramide Bosniaca, che si estende sui sei chilometri quadrati del bacino del fiume Visoko, 40 km a nord ovest di Sarajevo. Composto da quattro antiche piramidi di cui una, quella del Sole, quasi tre volte più grande di Giza, e da un vasto complesso di tunnel sotterranei situati sotto la piramide. 

La colossale piramide centrale del Sole è alta ben 420 metri e ha una massa di milioni di tonnellate rendendo le piramidi bosniache le più grandi e antiche piramidi conosciute sul pianeta (quella di Cheope è alta ‘solo’ 146 metri). Il Dr. Osmanagich ha stupito l’intera comunità scientifica e archeologica con la raccolta e formazione di un team di ingegneri interdisciplinari, fisici e ricercatori da tutto il mondo per condurre un’indagine aperta e trasparente del sito e per cercare di scoprire la vera natura e il vero scopo di questo complesso piramidale.

“Questa è una cultura sconosciuta che ci presenta arti e scienze altamente avanzate, in grado di formare strutture veramente enormi e noi crediamo che in questo processo si stia dimostrando una capacità di sfruttare le risorse energetiche pure”, commenta Tim Moon, che ha recentemente aderito al team di Osmanagich.

Il progetto archeologico ci ha consegnato un altro importante rinvenimento trovato quest’anno nel complesso di tunnel sotterranei, conosciuto come RAVNE. Mentre esploravano un tunnel che conduce verso la Piramide del Sole, la squadra ha portato alla luce diverse pietre megalitiche. Nel mese di agosto un’enorme pietra stimata in 25.000 kg è stata scoperta a circa400 metri di profondità“Quì abbiamo una pietra massiccia sepolta sotto centinaia di migliaia di tonnellate di materiale. Inoltre abbiamo individuato dei muri di fondazione lungo tutto il suo perimetro formati da blocchi di pietra tagliata”, ha aggiunto Tim Moon.




Grandi quantità di reperti sono state recuperate dalle gallerie associate che portano al sito, tra effigi, dipinti su pietra, oggetti d’arte e una serie di geroglifici e testi antichi incisi sulle pareti dei tunnel.

Il Dr. Osmangich sottolinea che è giunto il momento di condividere liberamente la conoscenza, in modo che si possa capire e imparare dal nostro passato.

“E’ tempo per noi di aprire le nostre menti alla vera natura della nostra origine. La nostra missione è quella di riallineare la scienza con la spiritualità, al fine di progredire come specie, e questo richiede un chiaro percorso di conoscenza condivisa”.







20 commenti:

  1. Recentemente si è riparlato del caso Amicizia , cosa ne pensi ?
    Gli alieni simili agli umani vivrebbero 2000anni avrebbero basi sotterranee a Pescara , in Germania , australia , siberia e argentina , ad ascoli avrebbero incontrato bruno sammaciccia psichiatra nel 56 , nel 2007 affida a Stefano breccia ingegnere il compito di raccontare la storia, e da alle stampe ''contattismi di massa'' . Il giornalista Rai bruno ghibaudi il 15 aprile 1962 sul Corriere della sera avrebbe diffuso una foto di uno alto tre metri di questi presunti alieni , e ciò secondo alcuni gli sarebbe costata la carriera . attraverso particolari macchine ''trasferirebbero'' ai figli la storia e la
    cultura della loro razza '' .Avrebbero dei nemici con cui è in corso un conflitto i ctr da contrari , i weiros , che perseguono solo lo svilupo tecnologico , alla fine avrebbero vinto i Weiros ,e i W56 avrebbero dovuto lasciare la terra nel 78 , , l'anno in cui si registrò il picco di avvistamenti nel centro italia . , gaspare de lama avrebbe addirittura ripreso gli interni delle astronavi dei W56 . Ma lo stesso De Lama ha avuto dei dubbi : '' Perchè degli esseri cosi avanzati ci chiedevano dell' acqua con il mare di fianco ? Ho anche pensato che fose un teatrino , una messa in scena , ma appena pensavo cosi mi si accendeva la radiolina che avevo con me e mi dicevano cambia pensieri ! indovinavano i miei pensieri '' .Stefano Breccia è morto , il consolo Alberto Perego , uno dei primi diplomatici in italia a parlare degli ufo , ha confermato la veridicità del caso amicizia . Ecco le parole del presunto alieno alla domanda perchè non si palesano ; '' Cosa ci guadagnereste ? In questo momento non avete bisogno vero e proprio di guide spirituali, deovete scavarvi la vostra strada da soli , dato che avete le capacità per farlo . Noi siamo qui per studiare e incidentalemnte per difendervi dai CTR '' .

    Mark

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  2. Conosci la leggenda di un certo principe di persia ne sentivo parlare diverso tempo fa da degli ufologi americani sai quelli che parlano di rettiliani e cose varie . Comunque l’Iran potrebbero essere stato creato per fare una guerra , i musulmani appartengono al filone cosiddetto ismaelita .

    Mark

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  3. Ecco la disinformazione questa volta proveniente dall’ Iran :
    Hitler era ebreo e ha collaborato con l'Urss e la Gran Bretagna per la creazione dello stato ebraico!

    L'Istituto d' informazione del Medioriente, il MEMRI (Middle East Media Research Institute), riporta la notizia secondo cui alcuni collaboratori del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad non solo si dicono convinti delle ascendenze ebraiche di Hitler, ma considerano il leader nazista come uno dei maggiori artefici della fondazione dello stato d'Israele!
    In una intervista rilasciata la sito web iraniano Batzab, il principale assistente di Ahmadinejad, Mohammad - Ali Ramin, ha affermato che la nonna paterna di Hitler era una prostituta ebrea, e il figlio di quest' ultima adottò il cognome Hitler intorno ai quarant' anni.
    Ramin spiega i motivi dell' avversione di Hitler per il giudaismo proprio con la promiscuità sessuale praticata dalla nonna: tutto ciò si sarebbe tradotto in un ripudio violento della religione ebraica e dell' appartenenza etnica.
    Ramin cita un libro del 1974 di Hennecke Kardel, titolato " Adolf Hitler: Founder of Israel "(Adolf Hitler: fondatore d' Israele) , dal quale emerge sia il problematico rapporto del fuhrer con i propri correligionari, sia il desiderio di guidarli fuori dell' Europa, verso una terra più sicura, cooperando allo scopo con la Gran Bretagna e l' Unione Sovietca.
    Di nuovo, alla base di questo comportamento schizofrenico due sentimenti ambivalenti e inconciliabili: da una parte l' odio si sè, un antisemitismo viscerale dovuto alla traumatica scoperta delle proprie origini, dall' altra l' attrazione fatale per il ruolo e la missione del popolo eletto.
    Infatti, mentre si circondava volentieri dei suoi simili , nei ruoli di amanti , psichiatri e stretti collaboratori; al contempo Hitler incoraggiava la fuoriuscita dalla Germania dei giudei più ambizionsi e influenti , verso la Palestina sotto controllo Britannico.

    D' Ambrosio

    Mark

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  4. Aaron e Jim sono due giovani filmaker che intendono farsi un nome nel giro che conta realizzando un intrigante documentario sulle fantasiose storie legate alle teorie su cospirazioni globali.
    Ma la loro vita sarà sconvolta da una serie di eventi orrorifici e mortali quando con le loro ricerche finiranno con lo scoprire l'esistenza di un'antica quanto potente e spietata società segreta.
    Riusciranno i due a sopravvivere e a raccontare al mondo interò questa spiazzante e terribile verità? - See more at: f
    Tutto prova tutto e il contrario di tutto. Il fine ultimo, il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NWO), annunciato da George Bush Sr. in un famoso discorso del 11 settembre 1990, attraverso le macchinazioni di società massoniche segrete, di cui la più famosa (scioltasi secondo le fonti storiche ufficiali intorno al 1787, ma da allora, dietro le quinte, responsabile di ogni evento storico d’importanza, almeno per chi crede a queste cose) rimane quella dell’ordine degli Illuminati. Quest’ultimo in particolare sembra aver pesantemente catturato l’immaginario collettivo.
    Ecco in poche frasi, lo spunto per The Conspiracy, pellicola che si colloca tra il classico mockumentary e il filone del found footage (anzi, passa letteralmente da uno stile all’altro), tanto in voga negli ultimi anni. Il film racconta di due amici che decidono di realizzare un documentario su tale Terrance G., un uomo ossessionato dalle teorie di cospirazioni. Quando quest’ultimo sparisce nel nulla senza lasciare traccia, i due si mettono alla ricerca e vengono a loro volta lentamente trascinati nella paranoia, soprattutto dopo aver scoperto l’esistenza del misteriosoTarsus Club…
    The Conspiracy, pur con qualche buco di trama difficilmente spiegabile, si affida completamente al fascino dell’argomento che racconta, catturando lo spettatore. L’ultima mezz’ora poi raccoglie quanto seminato all’inizio, per un finale veramente inaspettato. Un horror fortemente politico, che insinua il dubbio e qualcosa di più, su praticamente tutto e vede l’individuo come semplice pedina in un gioco a lunghissima durata.
    Per chi se lo chiedesse, il Tarsus Club è un’invenzione del regista canadese Cristopher MacBride, che oltre a creare una falsa official website della società, ha anche inserito un’entrata su wikipedia (che ora però è stata cancellata). Chi però si prende la briga di fare qualche ricerca in rete, troverà ben presto un buon numero di discussioni, in cui inevitabilmente qualcuno sostiene che il Tarsus esiste realmente. Questo a dimostrazione di quanto bene funzioni il film. D’altra parte, per citareComma 22 di Joseph Heller, solo perché sei paranoico, non significa che non ce l’abbiano con te.
    http://www.taxidrivers.it/44421/festival/31-torino-film-festival-the-conspiracy-di-cristopher-macbride-after-hours.html

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  5. Alcuni elementi terrificanti o inquietanti ([...]1) puntellano una narrazione già ben costruita e costituiscono i rinforzi di una sceneggiatura che sa dosare le esche e punta sul crescendo del panico da isolamento. Probabile debitore dell’intrigante Kill List di Ben Wheatley, il lavoro di Christopher MacBride porta a casa più di un applauso, reo solo di un finale non completamente all’altezza della linea angosciante sostenuta fino a quel momento.
    Due filmmakers decidono di girare un documentario sul crescente fenomeno dei credenti ad un’enorme cospirazione globale che coinvolge società segrete e potenti della Terra. Tutto sembra filar liscio fino a quando il protagonista del film non scompare nel nulla, lasciando i due ragazzi sempre più interessati e incuriositi alla vicenda. Ora non sarà più un semplice documentario Il protagonista del documentario di Jim e Aaron è un certo Terrance, un anziano che da anni raccoglie prove per dimostrare ciò che sta accadendo e che passa le giornate nelle strade ad urlare in faccia la sua verità ai passanti. Quando Terrance scompare nel nulla, Jim e Aaron capiscono di essersi avvicinati a qualcosa d’importante, a causa anche di furti nelle loro case e strani pedinamenti. Continuano così le loro ricerche nonostante di Terrance non si sappia più nulla. Quando i due ragazzi vengono a conoscenza di una setta che si riunisce in gran segreto i due non resistono all’idea di potersi infiltrare per scoprire cosa realmente stia accadendo. Un interessante mockumentary che propone riflessioni e sguardi nuovi su alcuni aspetti del mondo globalizzato che potrebbero non essere come sembrano. Il tema è intrigante di per sé, come dice Aaron in una scena del film. Perché se si tratta di cose non vere rimane comunque un fenomenosociologico da studiare. Ma se invece fosse tutto vero? MacBride realizza un’opera che probabilmente sotto forma di documentario reale avrebbe assunto un tratto molto più istituzionale ma che, realizzato in questo modo, aumenta ladrammaticità, la suspence e ci regala un’ultima mezzora davvero da batticuore.
    Davide Sica
    http://www.cinemamente.com/recensione-the-conspiracy/


    Mark

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  6. Si questo film non solo non ha avuto distribuzione ma è praticamente introvabile a meno di essere cinefili puntigliosi

    Mark

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    1. su cineblog01.eu lo hanno con i sottotitoli,lo visto un po di tempo fa,ecco il link
      http://www.cineblog01.eu/the-conspiracy-sub-ita-2013/

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  7. mercoledì febbraio 19, 2014 08:12

    Perchè Romania non deve rivelare una scoperta che ha cambiato il destino dell’umanità?
    Radu Chinamar” – soprannome rumeno del Generale Obadiah – capo del Dipartimento di “Zero”, nome in codice per un dipartimento segreto di intelligence romena, che è responsabile per i fenomeni paranormali sul territorio della Romania.
    Radu Chinamar, direttore operativo del Dipartimento di “Zero”. Questo uomo ha capacità paranormali, in particolare, la telepatia e la chiaroveggenza, in tenera età i servizi segreti lo hanno preso sotto la propria ala per la formazione specialistica.
    Nell’estate del 2003, zona poco conosciuta in prossimità dei Monti Bucegi, Romania, ci fu una scoperta che ha cambiato il destino dell’umanità.
    “Monti Bucegi si trovano nel centro della Romania, a sud della città di Brasov. Sono una parte dei Carpazi meridionali. A est del Massiccio Bucegi, è una zona molto ripida che ha reso questa parte del parco molto interessante per gli sport estremi. Molto prima la montagna Bucegi veniva venerata come zona sacra, gli abitanti credevano che sulla cima della montagna e nelle sue grotte erano del mitico dio Zalmoxis. Bucegi massiccio raggiunge altezza massima dicirca 2505 metri sul livello del mare.
    All’interno del parco si nota una grande quantità di pascoli di pecore e cavalli . In molti luoghi, enormi massi formano un monumenti naturali piuttosto bizzarri. Sorprendenteme in montagna si trovano conglomerati calcarei che costituiscono formazioni chiare che hanno ricevuto nomi specifici, come la Sfinge e il Bab, ecc )Dopo il declassamento di nuovi dati da satellite GPR 2 anni fa, è venuto a conoscenza dell’esistenza di un incredibile complesso sistema di labirinti sotterranei in varie parti del mondo. In luoghi come Guatemala in Sud America, le gallerie sono state mappate sotto le piramidi Maya complesse a Tikal, e si estendono per 800 km verso il lato opposto del paese. Per stabilire questo fatto è stato utilizzato anche una nuova tecnologia che ci ha permesso di fare questa meravigliosa scoperta in Romania.
    Apertura in Romania

    Il governo rumeno è stato esercitato da enormi pressioni diplomatiche da parte degli Stati Uniti e del Vaticano al fine di non divulgare informazioni a tutto il mondo di questa scoperta. Il risultato è stato un accordo temporaneo raggiunto tra il Vaticano, gli Stati Uniti e la Romania.
    US azioni rapide della NATO Romania [confermato], e il Vaticano ha dato il governo rumeno alcuni documenti molto importanti relativi al passato del paese. montagne scansione satellite geodetico Pentagono hanno rivelato due barriere di energia principali. Overlap accesso limitato utilizzo di energia artificiale: la prima è stata in forma di muro, subito dopo l’accesso al tunnel. La seconda era enorme, come una cupola o semisfera, all’estremità opposta del tunnel, vicino al centro della montagna. L’intero tunnel è situato in un piano parallelo al terreno, e sovrapposizione verticale emisfero corrispondeva rocce su una cresta called “Baba”.
    Per raggiungere la galleria è stato portato al sito di perforazione un sofisticato, ultracomplesso trapano da roccia, utilizzato dai militari degli Stati Uniti. Il dispositivo utilizza un forte getto di plasma e una specie di campo magnetico rotante, e letteralmente scioglie la roccia senza sforzo visibile.

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  8. Furono in grado di arrivare dopo una penetrazione di circa 60-70 metri di distanza alla prima barriera energetica, e raggiungere la prima galleria, che sembrava un tunnel della metropolitana.
    Le sue pareti erano perfettamente levigate.
    Alla fine del tunnel c’era un massiccio cancello di pietra, protetto da una barriera energetica invisibile. Tre membri della prima squadra di intervento speciale cercarono di toccare la porta, e subito morirono di arresto cardiaco. Qualsiasi oggetto (pietra, plastica, metallo o legno) veniva gettato alla barriera, era subito trasformato in polvere fine. Due generali del Pentagono e il consigliere del presidente degli Stati Uniti arrivarono ​​sul posto. Al di là della barriera di energia formidabile, che aveva causato la morte di tre persone, c’era anche il cancello di roccia solida. Sulla parete della galleria, proprio di fronte al cancello, c’era un’area di 20 cm quadrati, sulla quale c’era appunto disegnato un triangolo equilatero rivolto verso l’alto. La piazza era situata tra l’enorme cancello di pietra e la barriera di energia invisibile.
    I funzionari degli Stati Uniti erano assolutamente storditi. Cezar stimò la barriera essere non più di un centimetro di spessore. Toccò il disegno triangolare situato al centro della piazza, e la porta di pietra gigantesca silenziosamente scivolò a sinistra, nella parete. Questo comando annullò anche la barriera energetica, dando loro accesso a una stanza enorme, che fu poi chiamata “Grande Galleria”. Anche se non vi era alcuna fonte di luce visibile, la Grande Galleria era perfettamente illuminata. Dopo aver spento la prima barriera energetica, l’enorme scudo emisferico all’altra estremità della stanza, improvvisamente si sintonizzò su una vibrazione più elevata e iniziò ad emettere radiazioni più elevate.
    Su una più attenta analisi, il muro all’interno della Grande Galleria sembrava sintetico ma si sentiva anche come se qualcosa di organico era parte di esso. Aveva il colore del petrolio, ma i riflessi erano verdi e blu. Dopo i test hanno rivelato che il materiale del muro era un po ‘ruvida al tatto, ma non potrebbe essere graffiato o piegato. E aveva resistito a qualsiasi tentativo di romperlo, forarlo o tagliarlo. Più tardi, gli scienziati hanno cercato di bruciare il materiale, ma in un modo misterioso, le fiamme sono state in qualche modo assorbite all’interno di esso, lasciandolo intatto.
    Gli scienziati americani hanno convenuto che il materiale è una misteriosa combinazione di materia organica e inorganica. Dopo 280 metri, la galleria piega improvvisamente a destra in un angolo acuto. Più avanti si può vedere una luce blu, frizzante.

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  9. La luce blu alla fine della galleria era il riflesso dello scudo protettivo: Energia.
    Il consigliere degli Stati Uniti su questioni di sicurezza nazionale aveva ricevuto una chiamata e gli era stato notificato che lo scudo energetico da Baghdad, Iraq, era stato improvvisamente attivato, ed erastato anche fatto pulsare ad una frequenza più elevata. Di fronte allo scudo da Baghdad, era apparso un ologramma del nostro pianeta, che in modo sequenziale e progressivamente aveva raffigurato il continente europeo, per poi trasferirsi a sud-est, poi aveva mostrato i Monti Bucegi in Romania e, infine, aveva mostrato la propria posizione all’interno corridoio della struttura. Era ovvio che i due scudi di energia emisferici erano in una connessione diretta.
    La Presidenza degli Stati Uniti aveva chiesto di prendere il controllo della base segreta e dell’intera operazione. I politici romeni, che non sapevano nulla dell’operazione segreta che stavano subendo, erano in preda al panico. I Generali presenti sulla scena del Pentagono, erano stati informati che Washington aveva chiesto un incontro urgente.
    Una sessione di emergenza del Consiglio di Difesa Supremo (CSAT) aveva creato una grande ondata di simpatia per il Dipartimento Zero. La maggior parte fu scosso dalla notizia che avevano ricevuto. La decisione del CSAT era di continuare la ricerca, ma sotto il controllo completo di Dipartimento Zero. Avevano anche chiesto un inventario di tutto quello trovato nella Great Room. A Bucarest (capitale della Romania), gli ordini arrivarono a ondate, annullandosi a vicenda.
    Alcuni erano molto veementi e rigorosi, mentre altri sfuggenti, cosa che denotava l’enorme tensione. Membri del CSAT erano in sessione continua, tenendosi in contatto con il team di Bucegi Mountains. Dopo aver discusso tutto per ore, avevano deciso di rendere pubblica la scoperta. Il governo rumeno intendeva fare una dichiarazione formale a tutto il mondo. Alcuni membri CSAT si erano opposti con veemenza alla decisione.Quando la diplomazia degli Stati Uniti fu informata che la Romania voleva divulgare le scoperte, tutto si sintonizzò nel caos. Il Presidente fu chiamato per una conversazione telefonica diretta con la Casa Bianca. In poche ore, gli USA avevano bloccato tutte le transazioni finanziarie con la Romania e il suo accesso a tutte le altre istituzioni finanziarie. LA Romania stava per dichiarare “stato di emergenza” nelle montagne Bucegi e la capitale.
    I colloqui tra i funzionari degli Stati Uniti arrivarono ​​a Bucarest e il Dipartimento di Emergenza romeno ebbe luogo senza un traduttore. I funzionari degli Stati Uniti furono verbalmente violenti, sempre gridando e proferendo minacce per la Romania ed i suoi funzionari. La divulgazione ufficiale della Romania al mondo avrebbe fornito prove fotografiche e quant’altro indispensabile per un completo chiarimento. Importanti scienziati e ricercatori provenienti da tutto il pianeta dovevano essere invitati per approfondimenti.
    Ma, soprattutto, avrebbe rivelato la verità sul passato remoto dell’umanità e la storia vera.
    La Grande Galleria finiva bruscamente con un auditorium gigante, 30 metri di altezza (98,5 piedi) e una lunghezza di 100 metri (328 piedi). La sala di proiezione era di dimensioni più piccole ed era protetta da uno scudo energetico. Avanzando verso lo scudo, una porzione di esso scomparve, formando una porta e consentendo l’accesso al suo interno. Lo scudo proteggeva la stanza da ogni influenza esterna. Una volta dentro la stanza, lo schermo è diventato compatto e sembrava un muro bianco-dorato.

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  10. In sostanza, faceva da scudo a questa camera a forma di cupola, con pareti curve e soffitto. In fondo alla stanza, ad una altezza di circa un 10-12 metri (33-39,5 piedi), lo scudo terminava dove toccava il muro di pietra della stanza. In questa parete c’erano tre enormi buchi a tunnel: uno si trovava davanti a sé, e gli altri due erano simmetrici su entrambi i lati. Essi erano illuminati da una luce diffusa in una dominante verde. Entrambe le parti decisero di vietare l’accesso a questi tunnel e un protocollo è stato firmato tra di loro.
    Una serie di grandi tavoli in pietra erano disposti lungo le pareti destra e sinistra (cinque per lato), seguendo la loro curvatura. I tavoli erano alti circa 2 metri (6,6 piedi). I piani avevano precisione di taglio in diversi rilievi, segni di una scrittura sconosciuta e personaggi che assomigliava antico cuneiforme. La scrittura conteneva anche i simboli più generali, come triangoli e cerchi. Anche se i segni non erano stati dipinti, emanavano una luce fluorescente che irradiava in diversi colori, diversi per ogni tavolo.
    Su alcuni dei tavoli c’erano diversi oggetti, che sembravano essere strumenti tecnici. Da molti di questi strumenti, cavi traslucidi bianchi scendevano a terra, ed entravano dentro lucide scatole rettangolari come d’argento. Queste scatole erano state collocate direttamente sul pavimento. A un esame più attento, i cavi erano estremamente flessibili e leggeri, e impulsi di luce potevano essere visti circolare lungo la loro lunghezza.
    Ogni volta che qualcuno si avvicinava i tavoli, una proiezione olografica si attivata automaticamente, presentando aspetti di un particolare campo scientifico. Le immagini tridimensionali erano perfette e avevano un’altezza di circa due metri e mezzo (8,2 ft). Le proiezioni erano state automatizzate e avviate da loro stessi, ma allo stesso tempo erano interattive, e modificate secondo le indicazioni date toccando la superficie dei tavoli.
    A causa della grande altezza dei tavoli, gli scienziati hanno usato treppiedi speciali per salire ad una altezza confortevole. Ad un esame più approfondito hanno osservato un materiale vetroso scuro che copriva i tavoli.Il materiale era stato suddiviso in diverse grandi piazze, delimitate da linee rette, che formavano una specie di griglia.Una delle tabelle conteneva informazioni dal campo della biologia, e si proiettano immagini di piante e animali, alcuni dei quali erano completamente sconosciuti al gli scienziati.
    Dopo aver toccato uno dei quadrati, è stato attivato un ologramma che presenta la struttura del corpo umano. L’ologramma era costantemente in rotazione, evidenziando varie zone del corpo umano. Toccando altri quadrati attivati ​​proiezioni olografiche di esseri extraterrestri, da altri sistemi planetari.
    Contemporaneamente toccando due diverse piazze, è stato proiettato un analisi scientifica complessa, che mostrano il DNA di entrambe le specie, e le possibilità di compatibilità tra i due. Sui lati, in linee verticali, non ci sono stati scritti spiegazioni nella stessa, alfabeto alieno. Al termine della simulazione, veniva visualizzato un incrocio tra le due specie.
    La Biblioteca Universale
    La Sala di proiezione conteneva informazioni dettagliate da campi come: fisica, cosmologia, astronomia, architettura, tecnologia, biologia, genetica, e persino la religione. Perché conteneva così tante informazioni, la camera è stata confrontata ad una libreria. Nel centro della stanza, c’era una zona simile a un podio, che conteneva un interessante dispositivo. Gli scienziati hanno ipotizzato che sarebbe stato un dispositivo per migliorare le varie funzioni cerebrali.
    Pannello di controllo della Romania

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  11. Accanto ad essa vi era un pannello di comando, coperto con vari simboli geometrici, in diversi colori. C’erano anche due leve scorrevoli e un pulsante rosso, al centro del pannello, sopra tutti gli altri comandi. Una simulazione olografica spiegava lo scopo del pulsante. Mostrava una immagine dei Carpazi come vista da 25 km (15,5 miglia) sopra di loro e il prossimo, una quantità enorme di acqua allagato pianure e pianure. Avanti, dai territori della Romania, l’Ungheria e l’Ucraina, più flussi di qualcosa che sembrava acqua, che si dirigeva verso l’altopiano della Transilvania, in forma di enormi fiumi.
    L’immagine focalizzata sul territorio della Romania mostrava la maggior parte della sua superficie coperta dalle acque di un grande mare. Alcune delle cime più alte potevano ora essere viste come piccole isole galleggianti. Successivamente, le acque avevano cominciato a ritirarsi, non appena sono stati attivati ​​i pulsanti sul pannello, lasciando affondata solo una piccola area nei pressi della Godeanu montagna Retezat. Un vero e proprio manuale.
    Un Anfora Misteriosa
    Dietro il pannello di controllo vi era un piedistallo quadrato, di circa tre metri (9 ft 10 in) per lato, su cui una misteriosa anfora stava riposando. Il Signor Massini ha avuto conoscenza della sua esistenza e, per lui e la sua elite massonica, questa è stata la scoperta più importante. L’anfora conteneva una polvere finissima bianca. I ricercatori erano costernati per scoprire che la polvere era una formula di elevata purezza dell’oro monoatomico, con una struttura cristallina sconosciuta.
    La polvere d’oro nella sua forma pura stimola notevolmente alcune onde e scambi di energia a livello cellulare e neurale.Questo provoca un accelerato processo di ringiovanimento. Teoricamente, un uomo può vivere nello stesso corpo fisico per diverse migliaia di anni, a condizione di consumare di volta in volta, una quantità ben definita di polvere d’oro monoatomico. Questo spiega molti aspetti sconcertanti circa l’incredibile longevità di alcune figure importanti e scopre una parte delle intenzioni nascoste della elite globale.
    La vera storia del nostro pianeta
    Dietro l’anfora, al centro della piazza, c’era un enorme cupola che proietta ologrammi. È visualizzato i principali aspetti del passato più remoto dell’umanità, fin dal suo inizio. Cezar ha spiegato che secondo le immagini proiettate dal ologramma, circa il 90% della storia ufficiale dell’umanità è falsa e contraffatta.
    Nel centro della piazza è una grande cupola che proietta un ologramma di parti in movimento. Esso contiene i principali aspetti del passato molto lontano di umanità, fin dal suo inizio.Cezar ha spiegato che secondo le immagini proiettate dall’ologramma, la teoria evoluzionistica di Darwin è completamente falsa.
    La vera origine dell’uomo era raffigurata in una forma olografica condensata. Dopo queste lezioni di verità, possiamo dire che il 90% della storia ufficiale dell’umanità è falsa e contraffatta. Incredibile, ma quello che oggi è considerato essere realmente accaduto nella nostra storia, non lo è mai stato, mentre i cosiddetti “miti” e “leggende” sono quasi del tutto veri. Inoltre, la maggior parte delle teorie archeologiche sono false.
    Ad esempio, i dinosauri non si estinsero 65 milioni anni fa, e il vecchio continente di Lemuria e di Atlantide esistevano. Questa strana inversione causò molti problemi e conflitti tra le persone nel nostro passato. Per una corretta datazione degli eventi presentati, una mappa stellare corrispondente a tale periodo venne proiettata sullo sfondo.
    Anche se il periodo di tempo coperto dalle proiezioni era molto grande (centinaia di migliaia di anni) e il ciclo di processione della Terra è di 25920 anni, in base al numero di “anni platonici” (il ciclo di 25.920 anni), l’esatta datazione degli eventi è stata possibile. I monti Bucegi sono vecchi di 50-55.000 anni.
    Rivelazioni scioccanti

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  12. Che cosa ne pensi di questo racconto dei monti bucegi , se lo sono inventati e perchè ?

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  13. Ma a te il film è piaciuto ? O è superfluo , a quanto ho capito dalle recensioni il finale sembra banale . Il soggetto era interessante : uno uomo che grida al complotto universale e viene ritenuto un paranoico . Tenenedo presente che anche Ipotesi di complotto , non so se l'hai visto , con Mel Gibson e Julia Roberts è su una falsa riga simile , ma la rigiraca la questione in chiave pro-sistema .

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  14. Esiste pure un libro uscito nel 2000 per le edizioni all'insegna del veltro intitolato : Agharta Transilvana di Mircea Tamas

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  15. Tamas restituisce il vero volto di luce della Transilvania non quella contraffatta della cultura pop ma proiezione secondaria di Agharti


    Non essendo questa la sede adatta a ripercorrere le complesse vicende storiche della Transilvania e dei popoli che l’hanno abitata fino ad oggi, ci limiteremo a ricordare, a grandi linee, i momenti più salienti ed emblematici nella storia della regione. Nel 1437 la nobiltà magiara, székely e sassone diede vita a quella unio trium nationum che, oltre a garantire una certa autonomia della Transilvania nei confronti della monarchia ungherese, sancì l’emarginazione politica e sociale dell’elemento romeno.
    In seguito alla sconfitta ottomana sotto Vienna (1683) e alla pace di Carlowitz (1699), la Transilvania venne annessa all’Impero absburgico. Fu allora che molti Romeni transilvani, attratti dalla prospettiva di un miglioramento della loro condizione, diventarono “greci uniti”: pur conservando il rituale bizantino, professarono i punti di dottrina caratteristici del credo cattolico e riconobbero l’autorità del Papa di Roma. Siccome i vantaggi desiderati non vi furono, tra la popolazione romena crebbe lo scontento, che culminò nella rivolta contadina del 1784. I diritti che l’Imperatore concesse ai Romeni rimasero lettera morta a causa dell’ostilità della nobiltà magiara, sicché nel 1848 i Romeni di Transilvania si schierarono con Vienna per contrastare la rivolta guidata da Lajos Kossuth.
    Nel 1888 uscì a Brassó (rom. Brasov) la prima serie di Povesti ardelenesti (Racconti transilvani) a cura del romeno Ion Pop Reteganul, che aveva già dato alle stampe una raccolta di poesie popolari.
    Le aspettative nutrite da questi pionieri romantici non sono state deluse dagli esiti che la ricerca etnografica ha potuto conseguire. Quello che oggi risulta evidente, è che la favolistica dei popoli della Transilvania ha custodito, attraverso i secoli, non solo la memoria di eventi e di personaggi storici più o meno trasfigurati in senso leggendario, ma anche una serie preziosissima di elementi mitici e rituali che talvolta risalgono addirittura al neolitico. Né esagerava Mircea Eliade (1907-1986), affermando che miti, simboli e rituali del folclore romeno “affondano (…) le loro radici in un universo di valori spirituali che preesiste all’apparizione delle grandi civiltà del Vicino Oriente antico e del Mediterraneo”, sicché il rigoglioso patrimonio delle tradizioni popolari romene avrebbe conservato non solo elementi della cultura geto-dacica, ma addirittura “frammenti mitologici e rituali scomparsi, nell’antica Grecia, già prima di Omero” (5).
    Un altro motivo di notevole interesse presente in alcune fiabe romene, è quello dell’eroe (o dell’eroina) rinchiuso in una cassa e gettato in balia delle onde. È questo un motivo che si ricollega ad un archetipo attestato sia nell’Europa antica sia nel Vicino Oriente e perfino in Siberia; il Propp lo ha esemplificato tramite le storie di Mosè e di Sargon. A queste storie però se ne potrebbero aggiungere molte altre: ci limitiamo a citare quella di Danae e Perseo, quella di Auge e Telefo, quella di Neleo e Pelia, quella di Penta narrata in un cunto del Basile.

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  16. Lo schema è sostanzialmente il medesimo e non staremo a rievocarlo; faremo invece notare come in tutte queste storie ricorra, accanto al motivo della regalità, il simbolismo della luce, che allude alla presenza dello spirito divino accanto al futuro regnante (9).
    Sulla persistenza di questi antichissimi elementi sciamanici nelle fiabe ungheresi Anikó Steiner effettuò una ricerca che riteniamo di dover segnalare: non solo perché, in questo campo, è uno dei pochissimi studi accessibili al lettore italiano (10), ma anche perché offre allo storico dellereligioni un solido punto di partenza per un’indagine sistematica sulla cultura spirituale dei Magiari precristiani. Passando in rassegna i temi più caratteristici della favolistica magiara, l’autrice fa notare come essi “adombrano le varie tappe dell’iniziazione dello sciamano ed il ruolo a cui egli assolve in seno alla società primordiale” (11). La ricerca in questione individua così, nelle vicende fiabesche, tutta una serie di elementi tipici della tradizione sciamanica: il rapimento, lo smembramento, l’ascensione, l’albero che arriva fino in cielo, il cavallo sciamano (táltosló), la lotta tra sciamani avversari.
    Alcune favole ungheresi mostrano in maniera efficace la varietà delle influenze tradizionali che si sono intrecciate e stratificate nella cultura transilvana. Si legga ad esempio la favola del Prode Rózsa (12): a smembrare il corpo del protagonista sono i Giganti, sicché viene spontaneo pensare ad una contaminatio del tema sciamanico col mito di Dioniso-Zagreus dilaniato dai Titani; tanto più che, come nel mito greco è una divinità femminile a salvare il cuore del fanciullo divino e a consentirne la rinascita, così anche nella fiaba in esame è una figura di donna, la fanciulla-serpente, a restituire la vita all’eroe. Vi è poi, nella medesima fiaba, un altro elemento che può indurre a ipotizzare un’influenza estranea all’ambito sciamanico: la fanciulla che si spoglia della pelle di serpente. Se un’eco del mito vedico dell’Aurora (Rigv. X, 85, 28-30) può essere legittimamente rintracciata nella fiaba francese di Peau d’Ane, a maggior ragione sarà possibile scorgere una tale risonanza nella fiaba magiara, poiché il Rigveda parla espressamente di Ushas come di una fanciulla “senza piedi” (apâd, tipico attributo del serpente), che “depone il suo fosco ornamento” (apa krishnâm nirnijam dêvyâvah) e assume aspetto umano.
    Un’altra favola, quella del Principe Mirkó (13), ci illustra a sufficienza la tipologia del cavallo sciamano, sicché potremmo ricondurre al prototipo sciamanico anche i “cavalli magici” presenti nella fiaba romena di Crâncu, il cacciatore del bosco e riformulare a nostra volta un interrogativo che già Eliade, per altre ragioni, si era posto: “Sciamanismo” presso i Romeni? (14)

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  17. Siccome il cavallo volante sembra essere una figura poco frequente nel folclore romeno (15), non è da escludersi che esso debba venir aggiunto all’elenco di quegli specifici elementi sciamanistici che, pur trovandosi attestati anche tra i Romeni, si ricollegano nella loro origine al patrimonio tradizionale degli Ungheresi, i quali introdussero lo sciamanesimo anche in Transilvania.
    Per le fiabe sassoni, infine, può valere quello che Wilhelm Grimm sosteneva nel 1822 a proposito della favolistica tedesca in generale, ossia che in essa si sono rifugiati i temi e le figure dellareligione e dell’epica nordica. In altre parole, Sigfrido si è trasformato nel cacciatore che mangia il cuore di un uccello prodigioso e comprende la lingua degli animali; Brunilde è diventata la bella addormentata nel bosco, risvegliata dal bacio di un principe che altri non è se non Sigfrido; Gudrun si è dissimulata sotto i panni di Cenerentola . Huni sive Hungari: il “fidelis clericus” di un re come Ladislao IV il Cumano (1262-1290), che volentieri si sarebbe alleato coi khan delle steppe per combattere contro l’Occidente cristiano, non avrebbe potuto affermare con maggior convinzione l’identità degli Ungari e degli Unni. Logico, dunque, che l’onomastica biblica venisse adattata alle esigenze della tradizione magiara e che Magog figlio di Jafet, indicato da alcuni come progenitore degli Ungari, venisse sostituito da Mogor figlio di Menroth; e Mogor diventò facilmente Magyar, come appunto nella leggenda del Cervo prodigioso (19).
    Qualche cronista medioevale, seguendo di padre in figlio la discendenza del fratello di Magyar, è arrivato a Bendeguz e a suo figlio Attila, protagonista, quest’ultimo, della leggenda della Spada di Dio (20): il ritrovamento della spada divina costituisce un auspicio di vittoria e di sovranità universale, che però pone un serio problema, in quanto contrasta con la sconfitta storica del “Flagello di Dio” ai Campi Catalauni e con l’improvvisa ritirata degli Unni dall’Italia. La “spada di Dio” fu dunque l’esca di un inganno celeste? Tale è la convinzione di Georges Dumézil: “la scoperta del gladius Martis, la spada sacra, – egli scrive – si rivela in fin dei conti come una trappola che, dando ad Attila un sovrappiù di assicurazione, l’ha condotto gradualmente a due grandi disfatte, seguite poco dopo da una morte ingloriosa” (2 Quest’ultimo rappresentò dunque per i Székely non solo una figura di re taumaturgo (ancor oggi è noto agli Ungheresi l’”impiastro di Csaba” a base di Pimpinella Germanica saxifraga), ma soprattutto l’archetipo del sovrano o dell’eroe che si è occultato e dovrà prima o poi rimanifestarsi: come Artù, come Carlo Magno, come Barbarossa, come Federico II. Come Stefano il Grande, voivoda di Moldavia (22).
    Con la figura di Arpád e con la Leggenda del Cavallo bianco (23) arriviamo a quella che per gli Ungheresi è la già citata “occupazione della patria” (honfoglalás). Più che non le rispondenze con il fatto storico dell’896,

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  18. ci pare interessante osservare come la leggenda abbia custodito il ricordo di quello che per lo sciamanesimo magiaro era il rito sacrificale più importante: l’immolazione di un cavallo bianco.
    Con i Corvini siamo in pieno Quattrocento, ben lontano dalle scene nebbiose dei primordi barbarici. Tuttavia l’atmosfera leggendaria non è assente né nella biografia di Giovanni Corvino (1387-1457), voivoda di Transilvania e reggente del trono ungherese, né in quella di suo figlio Mattia, re d’Ungheria dal 1458 al 1490. La leggenda di Giovanni Corvino e il corvo (24), scrive Vasile Lovinescu, espone un “mito alchemico evidente, del quale ogni lettore un po’ avvertito decifrerà facilmente i simboli” (25). Interessi alchemici, d’altronde, sono stati attribuiti allo stesso Mattia Corvino, il quale, stando a un manoscritto italiano seicentesco, “faceva oro perfettissimo” (26) trasmutando i metalli mediante l’arte di Ermete.
    Ma la fama leggendaria dello stesso Mattia Corvino impallidisce al confronto di quella di cui gode, nell’immaginario collettivo odierno, Vlad Tepes (l’Impalatore), alias Dracula, che fu principe di Valacchia dal 1456 al 1462.
    È vero che Dracula trascorse una parte della sua vita in Transilvania: nacque nella città sassone di Schässburg (Segesvár per gli Ungheresi, Sighisoara per i Romeni), risiedette diversi anni a Hermannstadt (ungh. Nagyszeben, rom. Sibiu) e impalò molti dei suoi nemici sulle colline di Kronstadt (ungh. Brassó, rom. Brasov). Ma a legare in maniera indissolubile e definitiva il nome di Dracula alla Transilvania fu Bram Stoker, che fece di questa regione la patria dei vampiri.
    *
    Mircea Tamas ritiene che l’immagine tenebrosa e sinistra della Transilvania costituisca il risultato di una contraffazione diffamatoria, operata da scrittori vicini all’occultismo e al teosofismo o comunque permeati di influenze neospiritualiste. Alle personalità citate da Tamas, che sottopone l’opera di questi autori ad un attento esame ermeneutico, se ne potrebbero aggiungere altre, ben più inquietanti di Verne e dello stesso Stoker.
    Per esempio l’attore Béla Blasko, alias Béla Lugosi, il quale, dopo aver passato la vita a interpretare il personaggio del vampiro Dracula nel teatro e nel cinema e a svolgere attività antifasciste nella vita politica americana, morì “pronunciando le parole che suggellano la sua intera esistenza: ‘Io sono il conte Dracula, io sono il re dei vampiri, io sono immortale’” (27).
    O il germanista e mitologo Furio Jesi, il quale presenta i vampiri come il “popolo eletto” (28) che, al grido di “Dracula lo vuole!”, dalla Transilvania e dalla Bucovina dilaga su tutta la terra, instaurandovi il suo regnum. Il racconto di Jesi costituisce un esemplare documento letterario di quella “spiritualità a rovescio” che contrassegna la fenomenologia della guénoniana “controiniziazione”: la storia che Jesi racconta nell’Ultima notte, facendo proprio il punto di vista dei vampiri, è infatti una vera e propria parodia della spiritualità, una contraffazione grottesca che si spinge fino a sfigurare l’immagine stessa del divino e manifesta la consapevolezza e l’intenzionalità dell’autore. Tra i passi più eloquenti a tale proposito possiamo citare quello dell’udienza concessa dal buon Dio agli ambasciatori dei vampiri: a parte la parodia caricaturale del Paradiso, abbiamo qui la scena di un’investitura divina dei vampiri, i quali diventano… i luogotenenti di Dio sulla terra!
    Se queste sono contraffazioni ispirate dallo spirito di menzogna, che cosa fu in realtà la Transilvania? Sviluppando e approfondendo la lezione di Vasile Lovinescu, che indicò nel territorio dacico una stazione “cruciale” della migrazione iperborea, Mircea Tamas ritrova nella Transilvania i segni della presenza di un centro spirituale, una sorta di proiezione secondaria del regno di Agarttha.
    1. G. Gromo, Compendio di tutto il regno posseduto dal Re Giovanni Transilvano e di tutte le cose notabili di esso regno, in Apulum, Alba Iulia 1945, p. 30.

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  19. 2. A. Possevino, Transilvania, II, 1, in Le relazioni tra l’Italia e la Transilvania nel secolo XVI, Roma 1931, p. 80.
    3. L. Petzoldt, Postfazione a Fiabe ungheresi, Milano 1996, p. 194.
    4. A.K. Coomaraswamy, La sposa laida, in Il grande brivido, Milano 1987, p. 315.
    5. M. Eliade, Da Zalmoxis a Gengis Khan, Roma 1975, p. 7.
    6. Geticus (pseud. di Vasile Lovinescu), La Dacia iperborea, Parma 1984, p. 75.
    7. R. Guénon, Le Saint Graal, “Le Voile d’Isis”, n. 170, 1934, p. 48.
    8. Ci si consenta di rinviare il lettore alle nostre raccolte di fiabe transilvane (romene, ungheresi e sassoni): Miti, fiabe e leggende della Transilvania, Newton & Compton, Roma 1996 e Storie e leggende della Transilvania, Oscar Mondadori, Milano 1997.
    11. A. Steiner, Sciamanesimo e folclore. Elementi sciamanici nelle favole ungheresi, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1980, p. 29.
    12. C. Mutti, Storie e leggende della Transilvania, cit., pp. 89-92.
    13. C. Mutti, Storie e leggende della Transilvania, cit., pp. 148-165.
    14. M. Eliade, “Sciamanismo” presso i Romeni?, in Da Zalmoxis a Gengis-Khan, Roma 1975, pp. 169-179.
    16. C. Mutti, Storie e leggende della Transilvania, cit., 219-225.
    17. C.G. Jung e K. Kerényi, Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia, Torino 1972, pp. 56-57.
    Agarttha transilvana
    1 gennaio 2000 (22:05) | Autore: Claudio Mutti centrostudilaruna

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