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mercoledì 3 settembre 2014

RITI SCIAMANICI: La cerimonia del peyote tra i Nativi Americani












Fin dall’alba della civiltà la religione ha sempre ricoperto un ruolo molto importante nella vita dell’uomo.
Ha viaggiato di pari passo con la comparsa sul nostro pianeta delle prime creature appartenenti al genere umano, e si è moltiplicata nei suoi numerosi culti, servendo da scudo contro le forze del male. 

La religione ha fornito agli antichi guerrieri armi efficaci quanto incredibili per combattere le altre tribù, esercitando un influsso sinistro sul nemico. Nel 1870 la religione apparve tra gli indiani delle pianure in una forma fino ad allora sconosciuta chiamata “Peyotismo”, anche se già nel 1560 gli spagnoli giunti da poco in Messico scoprirono che i nativi si nutrivano di una “radice diabolica”.
Il peyote era al centro di un culto che si diffuse anche tra gli indiani del Sud e del Sudovest. I missionari si opposero al suo utilizzo e stigmatizzarono questo rito come diabolico e blasfemo, a causa delle allucinazioni provocate dalla droga che generavano le visioni, portando l’individuo in un regno spirituale al di là del mondo reale, in un paradiso insolito e surreale che nulla aveva a che fare con l’esistenza materiale.
 

Sembra che sotto l’effetto di questa droga i nativi riuscissero a stabilire un rapporto intimo e profondo con le forze spirituali.



 
nativo americano durante la cerimonia del peyote







SCIAMANO IN ABITO DA CERIMONIA











Sia i protestanti che i cattolici si opposero duramente al culto del peyote, ma i seguaci aumentavano di anno in anno, dando vita alla “Chiesa dei Nativi Americani”, che a tutti gli effetti veniva considerata una branca della religione Cristiana.
Il peyote, o mescal, è una strana, misteriosa e potente droga che provoca visioni e allucinazioni che vanno oltre la realtà della vita quotidiana. Gli indiani guardano ad essa come a qualcosa di spirituale, i bianchi come a una forza diabolica.
L’utilizzo di questa pianta per scopi medici e religiosi è molto antico. Vi sono testimonianze del fatto che la cerimonia del peyote era diffusa in tutte le tribù dal fiume Arkansas alla valle del Messico, e dalla Sierra Madre fino alla costa, sebbene pare che gli indiani Navajo e Moki non la conoscessero.




 gli strumenti cerimoniali
















Un ventaglio da cerimonia


Gli indiani consideravano la pianta un elemento sacro per le loro cerimonie religiose, tanto che i Mescalero Apache devono ad essa il loro nome.
James Mooney, del dipartimento di Etnologia degli Stati Uniti, fu il primo a rendere nota questa cerimonia in una relazione presentata alla Società Antropologica di Washington il 3 novembre 1891. Si legge: “So per esperienza che il mescal è un potente stimolante e consente alle persone di resistere a grandissimi sforzi fisici senza riportare alcun danno; è qualcosa di totalmente differente da ogni altro stimolante conosciuto.”


Gli indiani considerano il mescal come una fonte di ispirazione e una chiave per accedere alle meraviglie di un’altra dimensione. In campo medico lo ritengono una panacea, particolarmente efficace per combattere le emorragie e le malattie polmonari. Essi preparano spesso un decotto con il mescal, senza alcun rituale, efficace contro la febbre e il mal di testa.


Il mescal non crea dipendenza, non ha effetti seri e duraturi sulle persone e il suo uso abituale non si ripercuote sulle facoltà mentali. Il suo sapore è estremamente sgradevole e nauseante, e assunto in dosi eccessive, specie se si tratta della prima volta, generalmente causa il vomito. Gli indiani dicono che meno di dieci “bottoni” di mescal non provocano alcun effetto sulla mente; il numero indicato per una persona da assumere nel corso della notte va da dodici a venti.

Masticare la droga, secondo il rituale indiano, svela il mistero del paradiso e avvicina al Grande Spirito. Il Peyotismo è molto popolare tra alcune tribù di indiani per lo stato di contentezza e di esaltazione mentale che genera, stato che offre loro un meccanismo di fuga dall’esistenza quotidiana. Il culto prevede l’uso della droga sotto forma di sacramento durante le cerimonie, le quali necessitano per il loro svolgimento dell’attrezzatura necessaria.


Essa non è un’attrezzatura convenzionale, ma varia da una tribù all’altra. Una parte del rito è caratterizzata dall’uso simbolico di ventagli puramente decorativi, che raffigurano uccelli variopinti che servono da messaggeri tra lo spirito divino e l’uomo. La grandezza e la forma dei ventagli variano, e vengono utilizzate le piume di numerose varietà di uccelli, sia per gruppi singoli che per composizioni. Generalmente l’impugnatura, alla quale viene appeso un fiocco, è ricoperta da bellissime decorazioni di perline colorate che rappresentano le visioni avute sotto l’effetto della droga.




 

Il cactus peyote (mescal) - Lophophora Williamsii, Fam. Cactacee, il cui principio attivo – la mescalina (3,4,5-trimetossi-ß-fenetilamina) – è il prototipo delle sostanze allucinogene. 
La sua potenza è comunque, a parità di peso, circa 4000 volte minore dell’LSD, che è attivo in quantità di microgrammi (mcg); da qui la minore diffusione (oltre che per la diversa facilità di reperimento sul mercato)











Don Juan addestra il volenteroso discepolo, nel suo cammino per diventare un uomo saggio, alla raccolta, alla preparazione e all’uso di almeno tre droghe vegetali, principali ‘alleate’ dell’uomo sul sentiero della conoscenza. ”Ma è un mondo” – avverte don Juan – “dove nulla viene regalato; non c’è una scorciatoia per imparare tutto quello che c’è da imparare…


La datura (yerba del diablo) Datura stramonium; D. inoxia, D. meteloides; Fam. Solanacee. Possiede numerosi principi attivi; tra di essi gli alcaloidi josciamina, joscina e atropina contenuti in concentrazioni diverse nella varie parti della pianta; dotati di molte proprietà farmacologiche tra cui anche quelle allucinogene.

Ammaestra Don Juan: - “La yerba del diablo …è possessiva, è violenta, è imprevedibile, ha un effetto deleterio. [...] …L’erba del diavolo è per quelli che cercano di ottenere il potere… E ancora… “La yerba del diablo ha quattro teste: la radice, lo stelo e le foglie, i fiori e i semi. Ognuna di loro è diversa [...]. La testa più importante si trova nelle radici; il potere dell’erba del diavolo viene conquistata attraverso le radici…”

“…L’erba del diavolo è così. Arriva di soppiatto alle tue spalle come una donna. Non te ne accorgi neanche. L’unica cosa che conta è che ti fa star bene e ti fa sentire potente: i muscoli pieni di vigore, le mani che prudono, i piedi che fremono dal desiderio di rincorrere qualcuno. Quando un uomo la conosce, comincia ad avere un’infinità di desideri…”.









Colui che guida la cerimonia porta con sè un sottile bastone di legno lungo circa novanta centimetri, intagliato con immagini simboliche e decorato con perline. I disegni sono di varie dimensioni, a seconda della tribù di appartenenza. Di solito i sonagli per la cerimonia del peyote sono fatti con zucche vuote che spesso sono decorate con disegni variopinti. Le zucche sono fissate su un’impugnatura in legno ricoperta di perline che le trapassa completamente; alla cima dell’impugnatura viene attaccato un ciuffo di crine di cavallo colorato, e la base viene spesso decorata con un fiocco. Il sonaglio viene tenuto in posizione verticale e fatto vibrare con un movimento ritmico che segue l’asse dell’impugnatura.

 






I tamburi, molto importanti nel rituale del culto, sono ricavati da bricchi in ghisa con treppiede ai quali sono state rimosse le impugnature. Alla sommità viene distesa una pelle di daino bagnata che asciugando si restringe, rimanendo così molto tesa. I lembi laterali vengono fissati con una corda, fino a descrivere il disegno di una stella a sette punte. Sul lato esterno, sotto i lembi della pelle, si trovano sette pietre tonde in marmo che rappresentano le punte della stella e che servono per fissare la corda.

 

 Il disegno che viene descritto dalla corda tesa potrebbe somigliare al bottone del peyote o alla Morning Star. Le corde sono trattenute da punte di corna di cervo. Il bricco viene riempito a metà con acqua, e vengono gettati dentro alcuni carboni ardenti. Si aggiungono erbe officinali o essenze, a seconda se la cerimonia sia condotta o meno per la cura di malattie. Viene utilizzata una sola bacchetta per il tamburo, di lunghezza variabile e spesso intagliata; in genere si tratta di un piccolo bastone senza corteccia. Secondo il culto Kiowa, il tamburo simboleggia il tuono, l’acqua contenuta in esso la pioggia, e i carboni ardenti rappresentano il fulmine.





La struttura di una capanna in uso nella cerimonia del peyote



Molti dei partecipanti alla cerimonia custodiscono la loro attrezzatura all’interno di una scatola che può avere varie forme ma che è grande abbastanza per contenere i ventagli, i sonagli ecc. Generalmente sui lati e sul coperchio della scatola vi sono intagli che riproducono immagini simboliche del peyotismo.
Non vengono indossati abiti particolari, benchè la tendenza sia rivolta verso i costumi tribali. Alcuni capi indossano copriabito decorati, coperte e piume. I partecipanti alla cerimonia non possono indossare abiti realizzati dai bianchi e spesso si adornano con collane fatte dei semi scuri del mescal. Al centro della collana vi è una piccola sacca rotonda ornata di perline che contiene un bottone del peyote.




La cerimonia del peyote può essere condotta per scopi curativi, come segno di riconoscimento per qualcosa o verso qualcuno, per il quarto compleanno di un bambino oppure per assicurare buona salute ai partecipanti alla cerimonia stessa.
Di solito gli indiani attribuiscono poteri mistici eccezionali al peyote e nutrono una sorta di adorazione nei confronti della pianta, destinando ad essa alcune delle loro preghiere, mangiandone i frutti oppure bevendo il decotto per avvicinarsi allo Spirito Divino. L’uso del peyote da parte degli indiani è stato paragonato all’uso nella religione cristiana del pane e vino, simboli della divinità.


La cerimonia, molto simile ad una normale funzione religiosa, si tiene una volta alla settimana e varia da tribù a tribù. Gli indiani Delaware dell’Oklahoma tengono le loro riunioni in un tepee costruito con ventuno pali e con l’entrata situata ad est. Un particolare, questo, che permette al sole nascente del mattino di intrufolarsi nella tenda e incontrare la luna, rappresentata da un altare basso a forma di mezzaluna, le cui punte sono rivolte a ovest e ad est. Un solco sul piano dell’altare rappresenta il percorso del peyote lungo il quale passano tutte le visioni per raggiungere lo spirito. Il fuoco arde lungo il lato orientale dell’altare e i partecipanti siedono su giacigli di paglia o sopra alcune coperte.


La persona che conduce la cerimonia viene chiamata Capo del Viaggio; il suo incarico è sovrintendere la costruzione del tepee, compiere il rituale e nominare altri tre Capi: il Capo del Fuoco, il Capo del Cedro e il Capo del Tamburo. Il Capo del Fuoco si occupa di accendere e di sorvegliare il fuoco, che deve essere acceso con una pietra focaia. Sono necessarie dodici fascine di legno di cedro distribuite in gruppi di quattro a formare una mezzaluna, il tutto cosparso in abbondanza con semi di cedro. Tutto il legname necessario viene procurato dal Capo del Cedro.



La cerimonia, che si apre con una processione dei capi, inizia dopo il tramonto e termina all’alba. Il Capo del Viaggio entra nel tepee, seguito dagli altri tre capi, per assicurarsi che tutto sia pronto per la cerimonia. Subito dopo entrano gli uomini e le donne e tutti siedono a terra. Il Capo del Viaggio posa un grande bottone di peyote sull’altare a forma di luna e recita queste parole: “Madre, ho posato questo ‘Padre Peyote’ qui, tutto questo peyote essiccato e questo infuso di peyote è per te”.

Il Capo del Viaggio arrotola una sigaretta fatta di tabacco e salvia, avvolti in un sottile involucro di foglie di mais. Egli passa la miscela di tabacco al Capo del Cedro, che a sua volta la porge agli altri partecipanti alla sua sinistra, fino a raggiungere il Capo del Fuoco, il quale prende un piccolo ramoscello da “Nonno Fuoco” e accende tutte le sigarette, compresa la propria per ultima.


Tutti aspirano per quattro volte il fumo della sigaretta. Il Capo del Viaggio recita una preghiera, seguito da tutti quelli che desiderano recitare a loro volta una preghiera.
Il peyote viene passato di mano in mano sotto forma di infuso o di bottoni essiccati.
L’intera notte viene dedicata a canti e preghiere, accompagnati dal suono del tamburo. Ogni partecipante può recitare quattro preghiere oppure cantare quattro canti particolari: il Canto di Apertura, il Richiamo dell’Acqua di Mezzanotte, il Richiamo dell’Acqua del Mattino e il Canto dell’Abbandono.











A mezzanotte il Capo del Viaggio canta il Richiamo dell’Acqua di Mezzanotte. L’acqua viene portata dal Capo del Fuoco e benedetta dal Capo del Viaggio, il quale esce dal tepee e, rivolto verso est, emette con il suo zufolo un suono lungo, quattro suoni brevi e un altro suono lungo. Quindi si ferma e prega, prima rivolto verso est, poi verso sud, ovest e infine nord. Rivolto nella stessa direzione, ad ogni preghiera il Capo del Cedro canta un canto diverso.

Il Capo del Viaggio rientra quindi nel tepee e si occupa dei partecipanti alla cerimonia. Alle cinque canta il Richiamo dell’Acqua del Mattino, mentre il Capo del Fuoco annuncia: “È in arrivo un messaggero che porta l’acqua.”
A questo punto, una donna che non ha partecipato alla cerimonia e che è moglie, sorella o figlia del Capo del Viaggio, entra con un secchio d’acqua.
All’alba il sole fa capolino nel tepee e illumina l’altare della luna che simboleggia la sua compagna.


La colazione preparata appositamente per questa cerimonia viene portata da un messaggero donna. È composta da hominy, una sorta di polenta integrale tipica del luogo, carne di cervo essicata e carne cruda di manzo tritata. Tutti mangiano e trascorrono la giornata dormendo per smaltire l’effetto della droga.
Lo scopo principale della pratica di questo culto nelle riserve è combattere le malattie; le funzioni secondarie riguardano il desiderio di “guardare” nel futuro attraverso sogni e visioni e combattere l’uso dell’alcol. Le donne e le ragazze di alcune tribù possono partecipare alla cerimonia, la quale è stata condannata dalle critiche tradizionaliste che sostengono che essa rappresenti un incoraggiamento ad una forma di intossicazione degradante per l’organismo.









Il peyote ha un lieve effetto terapeutico non specifico e una blanda azione analgesica, condizioni seguite da una sensazione di appagamento e pace totale. Provoca inoltre una stimolazione del nervo ottico, causando, come effetto secondario, una sensibile alterazione nella percezione dei colori. Questa sostanza viene utilizzata nel trattamento di alcune malattie come il diabete e il cancro, oltre che per la guarigione di fratture.

La struttura chimica del peyote è piuttosto interessante. Dal suo bottone sono stati isolati nove alcaloidi, e le visioni di colori che appaiono durante l’intossicazione sono dovute ad uno di essi in particolare, la mescalina. L’intossicazione causa un disturbo che produce visioni riconducibili alla bellezza di forme e colori, spesso seguite dall’apparizione di figure grottesche con varie sagome e dimensioni.


Le pupille si dilatano, le pulsazioni rallentano, la funzionalità del cuore è indebolita, sopraggiunge una sensazione di estemporaneità con un rilassamento parziale dei muscoli, insieme all’impressione di trovarsi in un’altra dimensione. Il livello di attenzione diminuisce ma la capacità di valutazione intellettuale rimane intatta.







Il piacere provocato dall’intossicazione da mescal proviene principalmente dalla sensazione gradevole prodotta dalla visione dei colori, che spazia da flash colorati a figure meravigliose, paesaggi, forme e danze. La sostanza ha effetti ridotti sulla razionalità o sulla forza di volontà dell’individuo, ma la dilatazione delle pupille, presente in tutti i casi osservati, dura da dodici a ventiquattro ore, e causa l’impossibilità di dormire per circa dodici ore.

La perdita del senso del tempo si verifica soltanto nei casi di intossicazione volontaria da mescal, mentre non accade se la sostanza viene somministrata in dosi terapeutiche. Anche se assunto in piccole dosi, il mescal provoca sensazioni di benessere, euforia mentale e appagamento totale, condizioni molto ambite dagli indiani durante le loro cerimonie religiose.


Tendono a verificarsi due diverse reazioni all’assunzione di mescal: la prima è costituita da nausea, ansietà e comparsa di visioni spaventose; l’altra da un senso di pace, appagamento ed euforia.
Il peyotismo è basato sul potere di Padre Peyote di curare le malattie, la pigrizia e le cattive abitudini, un potere derivato dalla Natura, donatrice di tutte le cose. Esso serve a superare i complessi di inferiorità e le ansie che derivano dal confronto con le altre persone.


 Il peyote conferisce potere alla persona che lo assume, rappresenta una difesa contro la paura della distruzione in senso allargato. Sotto la sua influenza gli indiani hanno stabilito un clima di armonia terrena e spirituale. Questa sostanza è stata introdotta nei riti religiosi grazie ai cambiamenti fisici che induce sull’individuo, alla sensazione di benessere e all’effetto sedativo che calma l’irrequietezza e lo stato d’ansia.

Ma l’aspetto più sorprendente di questa pratica è forse la fusione spontanea della religione degli antichi spiriti con la moderna cristianità.








 

 

 

 Preparazione per il rito

 

 Diamo un'occhiata alla struttura di un tipico rito del Peyote Kiowa. Le informazioni che abbiamo derivano dalle osservazioni e dai ricordi di Omer Stewart, che partecipò a numerose cerimonie dei Kiowa e di altre tribù. Dagli Stati Uniti al Canada, ci sono due distinte varianti rituali: il rituale Cross Fire e quello Half Moon.

Molte delle differenze fra i due stili si riferiscono al fumo. Oltre a non usare tabacco durante i riti del Peyote, nelle cerimonie Cross Fire è possibile distinguere un forte riferimento alla Bibbia: durante il rito il testo sacro viene visualizzato e sermoni che si riferiscono ai testi della Bibbia vengono recitati per l'intera nottata.
Tuttavia, il leader della cerimonia - chiamato anche Capo del Peyote o Roadman - ha sempre un suo ruolo specifico da rispettare: "è libero di condurre il rito come meglio ritenga, permettendo anche minime variazioni. Tuttavia, quasi tutti i rituali seguono il modello Half Moon o quello Cross Fire".

 

Tra le 7 e le 8 della sera, i partecipanti si radunano in una casa, in un hogan o in un tepee. L'incontro non avviene mai in un luogo aperto. Preferibilmente, tutti i partecipanti indossano un abito tradizionale indiano, dopo aver fatto un bagno. Non ci sono altre preparazioni preliminari particolari, come il digiuno o la trasudazione. L'ultima cena viene assunta ai normali orari. Lo spazio cerimoniale è stato preparato dal leader e da un ospite della riunione, che si occuperà del rituale. Ha predisposto un altare e provveduto ai sacri oggetti, come il Peyote Padre, gli strumenti e la verga. Normalmente durante un rituale compare il crocifisso.

Tipi


Il Capo del Fuoco è responsabile del fuoco al centro del tepee, acceso prima dell'inizio della cerimonia. Sua responsabilità è che il fuoco si mantenga vivo, durante la preghiera. E`il responsabile, inoltre, del benvenuto e del commiato ai partecipanti. Esiste un ordine determinato di ingresso al sacro spazio, a cui i partecipanti sono tenuti ad attenersi. Secondo questo ordine, il leader entra per primo, seguito dal Capo delle Percussioni, dall'Uomo del Cedro, poi da tutti gli uomini, donne e bambini e, infine, entra il Capo del Fuoco. L'ordine a sedersi è circolare, gli uomini sono separati dalle donne. Le donne, normalmente, siedono dietro agli uomini. Gli uomini, generalmente, siedono vicino al leader, mentre le donne vicino all'uscita. A ciascun fianco del leader siede un assistente. Ci sono sempre almeno due assistenti, a volte anche quattro e più.

Una volta che tutti sono seduti, normalmente su una coperta, la cerimonia può avere inizio, con preghiere o orazioni, o entrambe. L'Uomo del Cedro si sederà alla sinistra del leader. I Kiowa fumano tabacco, fornito dal leader. Il tabacco viene rollato in sigarette fatte con scorza di mais e foglie di quercia. Queste sigarette vengono, quindi, passate di mano in mano in senso orario e fumate durante le preghiere del leader. Il fumo viene soffiato verso l'altare.

Insieme al tabacco, vengono fatti girare, sempre in senso orario, mazzi di salvia. Ma queste non vengono bruciate: vengono strofinate nelle mani e masticate. Al termine delle orazioni e delle preghiere, il capo sistema gli strumenti fra il leader e l'altare. A questo punto il primo cedro viene gettato nel fuoco. I bottoni di Peyote vengono, ora, incensati, prima di venir fatti girare, a loro volta, in senso orario. Ciascun partecipante ha, per iniziare, quattro bottoni. Ciascun bottone va masticato, quindi sputato nelle mani, rollato, offerto all'altare e, infine, ingerito.




La musica è fondamentale per la cerimonia

Una volta che tutti hanno ingerito il sacramento, la musica ha inizio. La musica, durante la cerimonia, segue una procedura standard: c'è una "verga delle autorità", un bastone della lunghezza di 3-5 metri, meravigliosamente decorato, che viene passato in circolo e la persona che lo detiene deve condurre il canto. Insieme alla verga, alla stessa persona vengono passati anche un sonaglio di zucca decorato ed un ventaglio di penne d'aquila. Il leader della canzone deve anche suonare il sonaglio.

Il leader inizia a cantare con quattro canzoni d'apertura fisse e stringe il bastone di fronte a sé. Il Capo dei Tamburi lo accompagna. Dopo le quattro canzoni d'apertura il tamburo ad acqua, il sonaglio, la verga e il ventaglio proseguono il loro giro in senso orario. Ciascun uomo in cerchio è tenuto a cantare quattro canzoni, e ciascuna canzone viene ripetuta quattro volte. L'uomo seduto alla sua destra lo accompagna musicalmente suonando il tamburo ad acqua. "Chi sta cantando stringe la verga nella sua mano sinistra e si accompagna con il sonaglio, che tiene nella mano destra". Tradizionalmente, le donne non suonano né cantano.



I Kiowa piazzano del carbone nell'acqua utilizzata per realizzare il tamburo ad acqua. Il tamburo, infatti, viene legato in pelle di daino prima della riunione. Normalmente si usa un solo tamburo durante l'incontro. Il leader prende una bacchetta per tamburi principale, mentre i partecipanti ne possono usare una loro. Ogni partecipante uomo (alle donne non è permesso suonare il tamburo) potrà, eventualmente, suonare il tamburo durante il canto della persona alla sua sinistra; c'è un suonatore capo di tamburo incaricato di suonare per il leader e siede alla sua destra. Il suono del tamburo e i canti accompagnano il trascorrere dell'intera nottata, con una pausa durante la chiamata dell'acqua di mezzanotte.

 

L'acqua chiama

Nessuno può bere acqua, in nessun momento, così che ci sono due momenti rituali dedicati al bere: le chiamate dell'acqua. E sono due: una a mezzanotte e l'altra al mattino. Il momento dell'acqua viene annunciato dal fischio di un osso d'ala di aquila, utilizzato esclusivamente in simile occasione. Solo il leader è autorizzato a suonare il fischietto. Il rituale dell'acqua segue una rigida dinamica: il leader richiama il tamburo, il bastone, il sonaglio e gli altri oggetti che stanno girando. Il Capo del Fuoco ravviva il fuoco e vi pone quattro bastoncini di cedro. Si occupa, inoltre, di pulire l'altare e il suolo. Il leader, allora, prende un secchio d'acqua e canta particolari canzoni per benedire l'acqua. Una volta benedetta, sparge un po' d'acqua sul terreno e, quindi, fa passare il secchio al cerchio, in senso orario, in modo che ciascuno possa bere.

Una volta ripresa la cerimonia, il Roadman dispone nuovamente tutti gli strumenti sul terreno e lascia il tepee per un breve momento, per pregare rivolto ai punti cardinali. Fino a quel momento, era stata utilizzata solo l'attrezzatura fornita dal Roadman ma, passata la mezzanotte, sonagli e ventagli personali potranno essere impiegati. A questo punto dell'incontro, ognuno cerca di mangiare quanto più Peyote possibile, mentre la sacca con i bottoni riprende a circolare. Subito prima riprendono le musiche e le preghiere vengono recitate a voce alta, sia dagli uomini che dalle donne. Nessuno lascia il tepee finché qualcuno sta cantando, pregando o mangiando Peyote. La musica continua fino alla chiamata dell'acqua mattutina, quando si ripeterà il rituale prima descritto.

La cerimonia si conclude con preghiere e la raccolta degli strumenti, i partecipanti si allineano di fronte all'uscita e viene distribuito del cibo. Viene seguito un determinato ordine per il pasto: acqua, mais, frutta e carne. Il cibo viene prima benedetto e poi consumato. I partecipanti, inoltre, bevono l'acqua del tamburo. Alle 9 del mattino tutti lasciano il tepee per salutare il sole e, quindi, si rilassano, fumando e parlando nel tepee. Alla fine, il tepee viene smantellato e l'altare distrutto.





Tra i nativi americani consumatori di Peyote, circolano una serie di credenze. Tra queste, la fede nel Grande Dio o Grande Spirito è centrale. In ordine sparso, alcune delle altre credenze:
 

Le forze spirituali sono asservite al Grande Dio;
 

• Il Peyote è una forza spirituale eletta per guidare gli Indiani;
• Il Peyote ha una funzione medicinale;
• L'obiettivo finale dell'assunzione di Peyote è quello dell'illuminazione e del miglioramento fisico;
• L'individuo può trarre aiuto dalla preghiera concitata;
• L'individuo deve purificarsi prima di affrontare le forze spirituali;
• Un'importante funzione di un rituale del Peyote è la purificazione;
• Modifiche del rituale sono concesse in caso di nuove rivelazioni;
• L'approccio alle forze spirituali deve essere umile;
• Il numero sacro è il quattro.


I Kiowa ponevano particolare attenzione alle proprietà medicinali del Peyote e consideravano il Peyote una medicina. Ricorrevano al Peyote per curare influenza, scarlattina, tubercolosi e malattie veneree.





Fonti:

- Omer C. Stewart, "Peyote Religion" (Norman: University of Oklahoma Press, 1987)

- “The tracks of the little deer”, ultima versione del 1992, www.peyote.org

- Willard Rhodes, "Music of the American Indians" (Washington: The Library of Congress, 1982), 15.

- Nettl Bruno, "Music in Primitive Cultures", (Cambridge:Harvard University Press, 1956)

- McAllester David P, "Peyote Music" (New York: Viking Fund Publications in Anthropology, 1949)

farwest.it

zamnesia.it




LIBRI: 








 























 

2 commenti:

  1. Fellini assieme allo scritttore De Carlo partì per il Messico , voleva girare un film su Castaneda , non se ne fece nulla , non conobbe gli sciamani , incontrò diversi ostacoli e ricevette minacce . Ne parlava un articolo uscito di recente .

    Mark

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    1. Sicuramente lo hanno sabotato,castaneda ha detto troppo,sapeva troppo,gli sciamani sono sempre stati un pericolo per loro,perché la loro conoscenza è diretta e immediata,e non prevede intermediari.

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