Anche nel passato, noi fummo i primi a gettare al popolo le parole d'ordine: Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Parole così spesso ripetute, da quel tempo in poi ,da pappagalli ignoranti accorrenti in folla da ogni dove intorno a quest'insegna. Costoro, ripetendole, tolsero al mondo la prosperità e all'individuo la vera libertà personale, che, prima, era stata così bene salvaguardata, impedendo alla plebaglia di soffocarla.
I Gentili, sedicenti dotti ed intelligenti, non percepirono quanto fossero astratte le parole che pronunciavano, e non si accorsero che queste parole non solo non si accordavano fra loro, ma si contraddicevano addirittura.
da: Protocollo 1 i protocolli dei savi anziani di sion
Libertà mal compresa.
Il significato astratto della parola Libertà, rese possibile di convincere le turbe che il Governo non è altro che un gerente rappresentante il possessore- vale a dire la Nazione -; e pertanto può essere messo da parte come un paio di guanti usati. Il fatto che i rappresentanti della Nazione possano essere destituiti, li diede in nostro potere e fece sì che la loro nomina è praticamente nelle nostre mani.
da: Protocollo 1 i protocolli dei savi anziani di sion
di: Emanuele Franz
Oggi viviamo
nell’epoca della libertà e mai come negli ultimi 70 anni abbiamo
assistito a un vero e proprio culto della libertà come quello che oggi
si consacra nel mondo occidentale. Vi sono manifestazioni per le libertà
individuali, per la libertà di qualsiasi gruppo di persone, animali,
collettività e per la libertà dei popoli. Vi sono statue della libertà e
feste della liberazione. Allignano parole come liberismo, liberalismo,
libertà di parola, di circolazione, di espressione, di manifestazione,
di voto, e così via. Ma libertà da che cosa? Liberazione da
che cosa?
che cosa?
Guarda caso i Paesi che si fanno
promotori di questo culto della libertà sono gli stessi che praticano
una politica imperialistica e l’unica libertà da loro concessa è quella
di servire il loro impero. Mentre sul patrio suolo delle libertà si
erige una statua al cielo che inneggia a questa chimerica libertà su
quello stesso suolo si ordiscono rovesciamenti di governi e si attuano
programmi per il controllo del mondo. Nello stesso tempo però i
cittadini si sentono liberi, e questa libertà è loro concessa perché
hanno le ferie retribuite, le vacanze, le santissime feste nazionali, le
domeniche libere da dedicare agli acquisti. È questa la libertà? Che
cosa è dunque la libertà? Essa è la libertà di stare bene? Di godere
appieno dei piaceri e degli averi? La libertà di consumare e produrre?
Dunque la libertà è un vizio. Essa è un
fatto egoistico, e questo lo dice la parola stessa: il latino -líberum-
dalla radice -libère- e più anticamente -lub-ère- significa “far
piacere”, aggradare. Essa è un rilascio, una mollezza, ella è un
estrinsecare, è un portare fuori, un accasciarsi. Quindi è un cadere.
Non è, al rovescio, un portare dentro, un erigersi, un librare, un
innalzare. Chi ha libertà di parola, esterna ogni cosa orizzontalizzando
l’interiorità, chi invece si autolimita nell’espressione produce una
verticalizzazione.
Se il pensiero viene infatti esternato
ogni qualvolta ne ha la possibilità esso si vanifica in un flusso
perpetuo senza avere la possibilità di accrescersi, di estendersi. Non
comunicarlo subito invece, ma farlo maturare dentro noi stessi, permette
la sua elaborazione ed elevazione. Sono pronto ad affermare che tutti i
mali dell’uomo moderno derivano da questa -libertà- ed essa è,
anzitutto, un equivoco terminologico, andrebbe chiamata licenza,
rilascio, e non libertà. Io sono contro la libertà. La libertà è come
catena, come blasfema e come pena.
La libertà è un cancro. Come un tumore
si riproduce senza regola uccidendo l’organismo. Un tumore è
semplicemente una cellula che si rifiuta di aderire ad una appartenenza
superiore, quella di una unità ultima alla quale lei è destinata. Poichè
essa, specifica nella sua funzione al servizio della totalità, ora si
aliena da questa appartenenza e perde ogni rivolgersi al tutto. Tutto
ciò è uno specchio di quest’epoca, che sta perdendo ogni intrinseco
senso di appartenenza e di volizione al tutto, per allignare, come
cellule tumorali, individui identici al servizio solo di sé stessi. Le
malattie non riflettono, in ultima istanza, che un processo metafisico,
che altri chiamano storia. Una storia che ha il suo culmine nel trionfo
della libertà che è poi il suo massimo Pathos, poiché appunto rende
liberi gli individui, ovvero li svincola dal tutto, dall’organismo
completo. La libertà dell’Io individuale, puramente egoistico, che si
riproduce identico a milioni di altri individui sacrificando ogni ideale
superiore al piacere singolare.
Libertà invece dovrebbe essere, ed è,
tutt’altro. Libertà è vincolo, legame con un Ideale altissimo,
sacrificio di sé, la Libertà è superare una resistenza, è il vincere un
peso che ci trae verso il basso e che con fatica superiamo, Libertà è un
patto, un impegno, una relazione indissolubile con l’altro, ciò che è
fuori di noi e sopra di noi. La Libertà è una condizione di reciproca
appartenenza con ciò che di più ineffabile si cela attorno a noi. In
altre parole la Libertà, l’unica e la sola Libertà degna di un Culto, è
quella di un Dovere che ci si pone verso l’Assoluto, un Dovere atavico,
originario che oggi è stato coperto dalla polvere. Ma la Libertà è
sempre e comunque e solo un Dovere, mai un diritto.
La parola Greca per indicare la Libertà, Eleutheria (Ἐλευθερία)
non ha nulla a che vedere con le presunte libertà del moderno, che vede
nella mollezza e nell’agio la sua massima realizzazione. La Dea
Eleuthia, chiamata anche Eileithia (o Ilithyia), era la Dea Greca del
parto e della nascita annuale del bambino divino, collegato al Dio
Poseidon, lo scuotitore della terra. Ma Eleutheria era anche un epiteto
della Dea Artemide. Il culto della nascita divina dal seno della Natura
terrestre che genera la vita culminò nei Misteri Eleusini, che erano le
massime celebrazioni misteriche della grecità antica.
La Dea Eleutheria
A Eleusi, l’adepto che decideva di intraprendere la Via della Conoscenza era chiamato Myste ed egli era chiamato ad una esistenza superiore che non terminava neppure con la morte. Dopo aver intrapreso questa strada era tenuto a un obbligo di silenzio e restrizione che prevedeva per un determinato periodo la rinuncia volontaria alla libertà di parola (Mistico deriva infatti da Myste, l’iniziato agli antichi misteri, etimologicamente significa: colui che è legato al silenzio). Il Tempio di Eileithia a Delo, l’Eileithyiaion sulle pendici del monte Cinto, è costituito da una terrazza con un altare in cui vi si rinvennero rilievi votivi raffiguranti Artemide Ilithyia.
Da questo primitivo centro di culto
provenivano i xòana del tempio di Ilithyia ad Atene, (i xòana erano
delle offerte votive il legno portate dai fedeli alla Dea) e questi
erano coperti per non essere visti dai profani. Dunque la Dea era così
sacra da dover coprire perfino alla vista dell’occhio le sue immagini
votive. Non solo la restrizione della parola ma anche della vista erano
necessari per accostarsi a Lei.
Sostanzialmente per i Misteri antichi la
Via suprema alla conoscenza superiore coincideva con una graduale
rinuncia alle consuete libertà in voto a una Libertà più alta che era di
natura divina, Eleuthia appunto, una Dea che generava la vita. In ciò
sta un potente Simbolo di quello che nella Sostanza è la Libertà: un
darsi agli altri non a noi stessi, un Donarsi, un essere per l’altro,
per il Divino. Divinità alla quale ci si legava, ci si sottometteva, ci
si consacrava. La Libertà è mettersi al Servizio del Divino, non
abbandono al piacere.
Questa infezione della libertà ha
colpito anche tutta la nostra sfera intima ed affettiva al punto da
farci ritenere che la libertà sessuale coincida con l’abbandono al
piacere senza regole e si è parlato allora di libertinismo, ancora una
volta tradendo quello che fu un significato originario ben diverso della
Libertà, che fu dagli antichi rappresentata dal Dio Eros e dalla Dea
Afrodite. L’Amore come attesa, come sublimazione dell’aspetto terreno in
un aspetto celeste, l’amore come trasalimento, come ascensione al
Sacro. Anche in questo caso, nell’attesa, c’è un differimento di una
libertà immediata per una Libertà più alta.
L’Amore poi, inteso come Forza
metafisica che genera la Vita, è quello stesso Dio che viene protetto da
Eleutheria. Eleuthia, come abbiamo detto, presiede alla generazione
della vita e sono innumerevoli le raffigurazioni vascolari che la vedono
patrocinante la nascita delle grandi divinità antiche come Eracle,
Dioniso, Apollo, Atena e così via. Ella, la Libertà, protegge il parto
degli Dei conferendo loro quella Libertà che l’uomo può soltanto ambire
rinunciando alle sue consuete ed effimere contingenze.
La Libertà e l’Amore sono così congiunti
che il processo interiore che li genera è della medesima natura. Il
limitare la parola, senza esternarla subito, consente che essa ascenda,
si purifichi e salga in verticale. Egualmente accade con il desiderio
sessuale, che, se esternato subito, si pone in orizzontale, ma quando al
servizio dell’Attesa si eleva in verticale e culmina nell’Eros. È
assolutamente un fatto fondamentale che la Dea della Libertà sia anche
la Dea del parto e della nascita.
Ma non è tutto. L’uomo moderno, saccente e tronfio, si crede libero di ogni cosa, confondendo la libertà come un possesso. Possesso di beni, possesso di tempo, possesso di corpi sessuali, e anche, non da ultimo, possesso di conoscenza. Quale illusione! Il trionfo della conoscenza come ragione, come libertà di conoscere, non ha nulla da spartire con la Sapienza intesa dagli antichi. Anche qui un equivoco si è generato in tempi moderni. Durante la rivoluzione francese fu edificato un tempio della libertà iniziando quello che gli illuministi chiamarono il culto della Ragione.
Ma non è tutto. L’uomo moderno, saccente e tronfio, si crede libero di ogni cosa, confondendo la libertà come un possesso. Possesso di beni, possesso di tempo, possesso di corpi sessuali, e anche, non da ultimo, possesso di conoscenza. Quale illusione! Il trionfo della conoscenza come ragione, come libertà di conoscere, non ha nulla da spartire con la Sapienza intesa dagli antichi. Anche qui un equivoco si è generato in tempi moderni. Durante la rivoluzione francese fu edificato un tempio della libertà iniziando quello che gli illuministi chiamarono il culto della Ragione.
L'unica vera libertà concessa all'uomo moderno, consumare quello che il sistema gli impone facendogli credere che essi lo desiderino.
Questo culto della ragione è uno degli equivoci linguistici più sconvenienti della storia. Basti ricordare qui che il termine -ragione- deriva dal latino -ratio- che era il resto che veniva dato durante una operazione commerciale. (Ratiònem in latino significa calcolo, conto di dare e avere) La cosiddetta razionalità, altro non deriva da un più bieco interesse di guadagno personale. Irrazionale infatti era agire contro il proprio interesse terreno e consumistico. Abissale è infatti da queste terminologie il Logos degli antichi e la Sophia come contemplazione dell’Ineffabile e del Mistero Universale.
Nella Sapienza c’è la Libertà, non nella
conoscenza razionale illuministica, che è fatta coincidere con un
possesso, con un addizione, con una somma di informazioni. Nella
Sapienza non potrebbe esserci somma alcuna perché l’Essere produce senza
subire diminuzione alcuna; vuoto di ogni significato appare
nell’Infinito un aggiungere e un sottrarre. Sempre la Dea Eleuthia
presiede presso gli antichi alla nascita di Atena dalla testa di Zeus,
Dea della Sapienza; un presiedere, questo, che sancisce l’indissolubile e
intimo legame fra la Libertà e la Sapienza. Ma ancora una volta questo
indica un vincolo, un patto, e oltre che modo una rinuncia, una rinuncia
al proprio interesse personale e quindi una rinuncia alla propria,
bieca, libertà individuale. La Sapienza è infatti un atto irrazionale.
Questa epoca storica in cui si è visto
il dilagare di una libertà per tutti e di tutti ha coinciso con le più
grandi tragedie di tutto il tempo universale. Come scriveva il filosofo e
matematico
A.N.Whitehead:
“I grandi balzi in avanti della civiltà portano sull’orlo del disastro le società nelle quali avvengono”
Rimane da chiederci: chi ci libererà dalla libertà? Chi ci salverà da questo veleno?
I Saviani di Sion come direbbe JJ... Mi ha fatto troppo ridere quel tuo commento sul 25 aprile... Immenso JJ ti saluto. Un post sui principi della libertà che ci liberi dai fomentatori di odio sionista!!!È noto che oggi l’economia e la politica mondiali sono in mano a pochi gruppi di potere che, nel
RispondiEliminaloro interesse, influenzano e dirigono l’operato dei governi controllando le informazioni che
possono giungere alle masse....
I vertici del potere politico ed economico, legati a doppio filo agli organismi militari e scientifici
sono responsabili delle manipolazioni delle notizie attraverso i mas media di soppressioni tecnologiche innovative che, per esempio, potrebbero rendere obsoleto il petrolio.
Il loro obbiettivo è mantenere all’infinito un ordine sociale ed economico vantaggioso per loro.
La ricerca scientifica va forzatamente nella direzione indicata dai finanziatori.
Non è una coincidenza che fondazioni private americane abbiano influenzato le ricerche
sull’evoluzione dell’uomo all’inizio del 900 sppnsorizzando selettivamente le teorie neo darwiniane.
Non è plausibile che le conoscenze dei nostri predecessori aprano le porte a un certo tipo di verità scomode la cui struttura sociale mondiale non è pronta? Quindi sì è la sapienza a renderci liberi come ben viene citata da questa ultima parte di scritto di A.N.Whitehead molto interessante.Mentre tutto ciò che non si conosce ci fa' paura. Credo che la libertà vada conquistata prima con il cuore e poi con la mente e infine difesa, come linfa vitale di una propria essenza che sceglie da sé il suo proprio destino.
Abraxas
Difatti abraxas in lingua infermieristica "liberarsi" è sinonimo di defecare! A volte direi con somma soddisfazione perché costipazione intestinale blocco o altri tipi di disagi legati alla digestione come le intossicazioni possono portare alla morte! Qualche anno fa quando ancora abitavo in città in condominio un vicino non rispondeva agli appelli della moglie che mossa dal sesto senso si era precipitata a casa e mentre i vigili si organizzavano velocissimi per sfondare il portoncino blindato mi calai dal piano di sopra sul suo terrazzo dove c'era una porta finestra socchiusa e aprii la porta a vigili e 118 in maniera che il malcapitato venisse velocemente liberato dal blocco intestinale che ormai lo stava portando al collasso, salvato in extremis dissero, ancora mezz'ora e ci avrebbe lasciato la scorza. Quindi in questo senso la libertà è vitale, in altri contesti invece ha più senso la tripartizione delle società ariane, le iniziazioni eroiche che segnano le varie fasi delle età. Come si dice da noi, ogni età ha i suoi frutti, quindi l'eterna adolescenza garantita da questa società libera non garantisce di salire nemmeno un gradino di consapevolezza e ci si scontra INUTILMENTE e sempre con ebefrenici o oligofrenici senza esperienza che ragionano esclusivamente su un perbenismo ideologico e più si va in alto peggio è perché ho spesso trovato più comprensione fra gli sbirri di basso grado e molta esperienza sul campo, fra gli operai e artigiani che fra chi è nato intruppato nella burocrazia nascendo vivendo e morendo dopo aver solo respirato e mangiato ideologie.
RispondiEliminajj