di: Enrico Marino
Spesso ci si
chiede come sia potuto avvenire, in un lasso di tempo relativamente
breve, lo stravolgimento di valori e del sentire comune a cui assistiamo
quotidianamente. Nel volgere di pochi decenni, un insieme di principi e
un conseguente modo di pensare paiono definitivamente scomparsi,
lontani nello spazio e nel tempo, incredibilmente capovolti e
contrapposti all’attuale percezione e alla, apparentemente diffusa,
valutazione sociale di tanti fatti della vita comune. In realtà, un
lavoro obliquo di sovversione è durato decenni e il veleno inoculato
goccia a goccia ha prodotto i suoi risultati lentamente, senza lasciare
tracce evidenti, salvo determinare via via effetti sempre più
appariscenti e devastanti, ma ormai irreversibili. Sono quegli effetti
che percepiamo oggi sotto forma di un’asfissiante cortina di costrizioni
e di rigidità veicolate nel pensiero unico, nel linguaggio corretto,
nella storia falsificata, nella verità mutilata o negata, nei valori
invertiti, nei simulacri imposti, nei principi disconosciuti e
nell’ipocrisia imperante.
Com’è stato detto più volte, ci troviamo
all’interno di una realtà orwelliana che è stata costruita nel tempo
anche da sussiegosi e blasonati opinionisti, senza plateali o dirompenti
affermazioni, ma attraverso un’opera di sottile disinformazione e
occultamento della memoria. Un chiaro esempio di quanto detto può
essere rinvenuto nell’articolo di Sergio Romano pubblicato sul Corriere
della Sera del 13 aprile scorso.
In sintesi, Romano, analizzando gli
eventi successivi all’attacco chimico contro la città di Khan Shaykun,
come prima cosa ipotizza la probabile fine del governo siriano, in
quanto “Ora, il giudizio di Washington è cambiato e il regno degli
Assad, secondo il segretario di Stato americano, sta volgendo alla fine.”, quindi riassume brevemente gli eventi che hanno sconvolto tutto il medioriente e scrive: “Sappiamo
che cosa è accaduto. L’Iraq è diventato teatro di una guerra che dura
da quattordici anni, ha contagiato l’intera regione e ha lasciato sul
terreno un numero incalcolabile di vittime civili. La Tunisia ha
dimostrato di avere forti spiriti democratici, ma è continuamente
minacciata da gruppi jihadisti lungo le sue frontiere meridionali ed è
diventata un vivaio di reclute per le milizie dell’Isis.
L’Egitto è
stato governato per parecchi mesi dalla Fratellanza Musulmana (una
organizzazione che ha rivelato, quando è andata al potere, il suo volto
integralista) ed è passato dalla semi-democrazia di Mubarak al regime
autoritario e poliziesco del maresciallo Al Sisi. La Libia è stata
devastata da una guerra tribale non ancora conclusa ed è oggi il
principale capolinea mediterraneo delle migrazioni provenienti dal
continente africano.”
In questo quadro, secondo Romano, la vicenda siriana si presenta più complessa poiché “Quella
che si combatte in Siria, dunque, è una doppia guerra civile. La prima è
politica e sociale mentre la seconda, molto più pericolosa e
sanguinosa, schiera in campo, gli uni contro gli altri, sciiti e
sunniti, vale a dire le due grandi correnti religiose dell’Islam. Gli
effetti di questo doppio conflitto sono caotici. L’Iran e gli Hezbollah
sono sciiti e difendono risolutamente i cugini alauiti; mentre i sunniti
che combattono contro Assad sono aiutati dai loro correligionari del
Golfo anche quando appartengono a formazioni jihadiste e allo stesso
Stato islamico. In questa vicenda le democrazie occidentali sono fra
Scilla e Cariddi. Possono fare del loro meglio per cacciare Assad
privandolo di qualsiasi riconoscimento internazionale o assestando, come
nel caso della rappresaglia americana, qualche duro colpo militare. Ma
rischiano in questo modo di favorire una forza di opposizione, l’Isis,
che l’esercito sciita iracheno sta cercando di sconfiggere a Mosul con
l’aiuto degli Stati Uniti. L’unico modo per uscire da questo
imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad
o l’islamismo fanatico e radicale?
La Russia ha scelto senza esitare
perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso
islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le
democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni
alla pubblica opinione e tenere d’occhio il barometro elettorale. Ma se
hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione
irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere
in Siria il giorno dopo.”
Una simile analisi rappresenta il
trionfo dell’ipocrisia radical liberista, perchè ripropone le astrazioni
giacobine che presumono di attuare la società ideale, sacrario dei
diritti e della fratellanza universali, in cui siano compiutamente
realizzate libertà e democrazia e, perciò, dotata di un primato morale
indiscutibile.
Questo le da il diritto di giudicare e di intervenire con
ogni mezzo per riaffermare quei valori, anche se coprono in realtà
interessi egoistici e mire di carattere economico. Sono le stesse
astrazioni che, in tutt’altri campi dell’essere, creano uno scenario
artificioso sovrapposto alla vita reale, dove l’ideologia è contro la
verità, la ragione è contro la natura, la pretesa s’impone sul diritto,
dove l’umanità è calpestata e si creano situazioni da incubo nelle
quali, ad esempio, si può stabilire per legge che un bambino possa
essere acquistato e possa avere due genitori dello stesso sesso.
Dall’etica alla genetica, dalla morale alla politica è sempre
l’arroganza ideologica dei migliori, dei progressisti, dei democratici,
degli illuminati, quella che stabilisce e impone i suoi dogmi.
E’ la
stessa arroganza dei guardiani del pensiero e della storia, quelli che
assolutizzano la democrazia come “bene supremo” e le attribuiscono
compiti salvifici e poteri censori inoppugnabili. Il racconto di Romano
si articola tutto all’interno di questa logica, in un’ottica di rapporti
e di ruoli apoditticamente cristallizzati: di qua l’Occidente
democratico a cui tutto è permesso, con diritto di vita e di morte; di
là un popolo e un governo che devono solo sottostare. Per Romano, le
democrazie occidentali potrebbero decidere “che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile”.
La abnorme normalità di questo sopruso è accettata, giudicata ovvia e
commentata con distacco, senza spiegare con quale diritto e in nome di
chi agiscano questi giustizieri occidentali allorchè “Possono fare
del loro meglio per cacciare Assad privandolo di qualsiasi
riconoscimento internazionale o assestando, come nel caso della
rappresaglia americana, qualche duro colpo militare.”.
Nella prosa di Romano, la vaghezza sul
mandato che giustifichi tali scelleratezze è assoluta, così com’è totale
l’ipocrisia di certe sue affermazioni, allorchè fornisce la sua
versione edulcorata e minimalista di certi fatti: “Sappiamo che cosa è accaduto. L’Iraq è diventato teatro di una guerra che dura da quattordici anni (…) La Libia è stata devastata da una guerra tribale non ancora conclusa”.
Non è così. L’Iraq è stato invaso con la scusa della ricerca di
fantomatici depositi di armi nucleari, chimiche e biologiche, mai
trovate; la Libia è stata distrutta col pretesto di democratizzarla e
liberarla dal regime di Gheddafi.
Quelle azioni criminali hanno
devastato un’intera area geografica, provocando l’espansione a macchia
d’olio di fenomeni terroristici e d’instabilità politica. Sono decenni
che i democratici americani portano morte e distruzione in quelle terre
martoriate, ostentando la ripugnante pretesa di portarvi, non richiesti
da alcuno, libertà e democrazia.
Affermano di combattere le dittature,
ma adottano da sempre comportamenti dittatoriali e metodi banditeschi.
Dichiarano di voler difendere la libertà, ma si prendono la libertà di
bombardare, di appropriarsi di fonti energetiche, di imporre la loro
volontà, di far prevalere i loro interessi economici e di scaricare
sugli altri le conseguenze catastrofiche dei loro default finanziari,
geostrategici e financo le loro scorie tossiche. Hanno provocato ovunque
distruzioni inaudite, milioni di profughi e centinaia di miglia di
morti, fra i civili inermi, donne, bambini e anziani, per i loro turpi
interessi economici, politici e per le forniture di petrolio e di gas.
Leggere, come scrive Romano, che “il giudizio di Washington è cambiato e il regno degli Assad, secondo il segretario di Stato americano, sta volgendo alla fine”
da la misura della protervia con cui questi banditi si arrogano il
diritto di decidere a loro piacimento la sorte di governi, popoli e
Stati sovrani, nel colpevole immobilismo dei Paesi democratici e di quei
pletorici Organismi preposti a dirimere e giudicare i contrasti
internazionali.
Accettare passivamente, giustificare e
addirittura approvare l’aggressione a un capo di Stato di cui si
pretende, senza alcun titolo, la rimozione forzata, da la misura del
servilismo delle Istituzioni mondiali e dei governi europei. Che tra
questi figuri anche il governo italiano non può stupire, visto che è
formato dai nipoti degli sciacalli resistenziali e degli sciuscià
“cobelligeranti” con gli invasori del 1945.
E’ solo un indegno
spettacolo che suscita repulsione e rabbia. Due reazioni sacrosante, due
stati d’animo da coltivare gelosamente e trasmettere alle giovani
generazioni come antidoto nei confronti di quelli come Romano e di tutti
coloro, intellettuali e politici, che con la loro noncuranza hanno
diffuso la banale accettazione dell’ingiustizia e hanno eroso, negli
anni, le capacità di reazione e ribellione del popolo italiano contro la
tirannia, morbida e spietata, degli invasori e contro la retorica
appestante della democrazia, degli Usa, della Nato, dell’Occidente e dei
buoni per antonomasia. Quelli come Romano, peraltro apprezzato anche in
certi ambienti moderati, sono solo lacchè del nemico e quinte colonne
della sovversione mondialista. Colonne alle quali è giusto riservare
solo le deiezioni dei nostri fedeli amici a quattro zampe.
Sogno e ho fede che arriverà la vendetta di Piazzale Loreto, ma anche per i giudici uccisi, tutti, di qualsiasi nazione, quelli che sono stati sentenziati dalle varie massonerie di pena capitale, che per loro è sempre eseguita dalle organizzazioni criminali, ho fede che arriverà la vendetta anche per tutti quei veri intellettuali, anche quelli sfruttati dalla sinistra e tacciati di esserlo, scomodi perchè parlavano di petrolio con nomi e cognomi o cantavano di petrolio e massonerie dalla rosa rossa, ho fede che arriverà la vendetta per tutti i caduti nostri e tedeschi e giapponesi e francesi, che seppero opporsi all'ipocrisia delle cricche ebraiche internazionali e per tutti quegli innocenti che patiscono le guerre e la fame ad opera di questi signori! Quando devo odiare e lo faccio spesso, è un buon esercizio di intelligenza e muscoli, mi piace pensare al generale Patton nelle tenebre dei vili, nell'inferno dei bastardi edei senza terra! A NOI! SEMPRE W IL NOSTRO GRANDE DUCE BENITO MUSSOLINI ED IL FUHRER ECCELSO ADOLF HITLER!!!! Lucio Astarti
RispondiEliminaIo mi sorprendo solo di una cosa : come fa il popolo Italiano a sopportare ancora questi personaggi che venderebbero anche I propri figli per accontentare il padrone ebreo .Mentire al proprio popolo fin dalla scuola alla TV, al cinema di traditori dove ci sono solo brutti esempi furto volgarita' stupidita' passata come essere di moda.Materialmente si sta bene per ora ma spiritualmente siamo pari a zero dei servi come un gregge di pecore inanimato ,basta mangiare,I soldi first questa mentalita' mi ricorda le donnine lungo certe strade ne piu' ne meno
RispondiElimina2 bei film da vedere per destare un po' il popolo Italiano: empoli 1921 il Rosso e il Nero ,le soldatesse.Sergio Romano ha scritto un libro intitolato: lettera al mio amico ebreo,scrive sul corriere di sion di mieli( ebreo),cosa ci si poteva aspettare ,questi a fine del mese prendono dei salari che neanche immaginiamo,non sanno far altro che adulare il loro padrone ebreo e le sue tare mentali,dei veri venduti
RispondiEliminasi Lucio arriverà il giorno in cui storicamente sarà riconosciuto chi, su un fronte o su quello opposto ha cercato di fare del suo meglio in buona fede, oltre ai giudici ricorderei anche tutti i caduti e i feriti nelle forze dell'ordine che nel bene e nel male pur lavorando per un branco di politici conigli, con i loro limiti e i loro atti anche eroici, ci hanno garantito quel minimo di giustizia tranquillità e libertà che ci ha permesso di crescere, ricorderei anche quelli che tutti i giorni dell'anno feste comprese h24/24 svolgono un lavoro difficile e ingrato e sono spesso giudicati dalla gente comune che non conosce affatto quanto devono affrontare, che quando sbagliano vengono abbandonati al loro destino. Ne conosco diversi che solo per il fatto di avere agito in modo etico si sono trovati ai domiciliari o costretti a cercarsi un altro lavoro. Che poi anche li come in tutti gli altri campi della società esista il male della corruzione ne siamo tutti consapevoli. Sappiamo anche che il tempo è galantuomo e alla fine la verità viene sempre a galla.
RispondiEliminajj
Sono pochi i canali di informazione alternativa di cui possiamo fidarci; io stesso ho seguito siti di cui oggi diffido. L' importanza dei canali d' informazione alternativa non è il contenuto in sè che ci testimoniano, ma la possibilità che lo stesso fatto, interpretato dai mass media in un certo modo, possa assumere un significato se non completamente opposto almeno diverso; il vostro scopo secondo me è quello di far pensare (e quindi vivere) alla gente con la propria testa senza appiattirsi sulla propaganda quotidiana. Le cose che affermate come canali d' informazione alternativa (con l' eccezione di questo e pochi altri) sono nella maggioranza dei casi false o quantomeno limitate ma danno la possibilità alla gente di uscire dalla matrix mass mediatica nella quale è stata confinata. La verità arriverà col tempo, l' importante per ora è spezzare le follie dogmatiche che ci fanno passare per verità assolute-incontrovertibili-democratiche fatti ideologicamente interpretati (dal profugo-migrante all' UE) e questo è reso possibile soprattutto da internet (uno strumento che gli è sfuggito di mano a quanto pare), perchè è chiaro, come diceva il Grande Pasolini che nel mondo attuale tutto è mediato: spezzare LA mediazione e introdurne altre significa aver fatto già un passo enorme, proprio perchè la verità si imporrà da sola.
RispondiEliminaChe dire poi di quelli che incentrano tutto sui rettiliani ? L' importante e' non fermarsi a Icke, e capire che ci vogliono i rudimenti di sociologia, antropologia , storia , filosofia ecc, avere uno sguardo di insieme per capire la complessità' del reale. Fare buone letture e sviluppare il proprio spirito critico. Fermarsi a molti siti di controinformazione e' un primo passo ma e' ancora poco.
EliminaMark
Provate a vedere I film di Alberto sordi , manfredi,tognazzi,pasolini ,fellini ,mastroianni ma tutti dal dopoguerra in poi,un cinema di traditori,con l' Italiano sempre rappresentato volgare, morto di fame,prostitute,stupido,vile,avido,ecc ecc.Pare che vi sia una regia occulta.tutto cio' che piu' ci abbassa moralmente e spiritualmente permette all'ebreo e ai suoi valori di innalzarsi,una sovversione dei valori finalizzata alla distruzione Della famiglia Della religione e del senso patriottico e razziale senza il quale siamo destinati a dissolverci in altre popolazioni.Come diceva Celine :"l'ebreo ha paura solo di una cosa,il razzismo,di tutto il resto se ne impipa altamente non e' affar suo
RispondiEliminaE' vero quelle opere cinematografiche sono state propaganda psicologica per deprimere e deturpare la figura dell' Italiano , ricalcarci un carattere servile di cui gli anglo- sionisti potevano utilizzare. Non a caso Fellini ha fatto incetta di oscar , lo stesso Alberto Sordi pur con una sottile satira verso l' americanismo ha dipinto quell' immagine dell' italiano ricettacolo dei peggiori vizi.Mentre la nobiltà' d' animo e la laicità' di un Toto' non e' stata mai utilizzato degnamente. Ancora una volta e' il protestantesimo sionista - imperiale che calpesta i paesi cattolici e latini.
EliminaMark
.....E RAZZISMO SIA!!!Lucio Astarti
RispondiElimina