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venerdì 26 giugno 2015

GEOPOLITICA: gli USA si preparano ad invadere la Siria



di: Tony Cartalucci

Nonostante il pubblico lo ignori, non sono i politici eletti ad elaborare le politiche che determinano il suo destino interno o internazionale. Sono invece i “pensatoi” finanziati dalle grandi aziende, ovvero le squadre di decisori non eletti che producono documenti cui poi si conformano le leggi fatte passare dai politici e gli argomenti ripetuti fino alla nausea dai media al servizio dei grandi interessi finanziari.


Un esempio di tali documenti è stato di recente scritto dal famigerato pensatoio statunitense Brookings Institution, e si intitola: “Smembrare la Siria: verso una strategia regionalizzata per un paese confederato.” (Vedi: Brookings.edu ) Questa cospirazione aperta, firmata e datata, per dividere, distruggere e poi occupare passo passo una nazione sovrana a migliaia di miglia dalle coste americane, è un triste esempio di quanto pericoloso e resiliente sia il moderno imperialismo anche nel 21° secolo.


Il pretesto ISIS: gli USA hanno destinato miliardi a “moderati” che non esistono
Il documento ammette apertamente che gli USA hanno fornito armi e addestramento per miliardi di dollari, alimentando il devastante conflitto che diventa sempre più regionale. Esso ammette che gli USA portano avanti, anzi dovrebbero espandere, operazioni in Giordania e in Turchia per fornire ancora più armi, contanti e miliziani al già catastrofico conflitto. 

Espone poi l’ascesa del cosiddetto “Stato Islamico” (ISIS), senza però spiegare da dove questo abbia preso i soldi e le armi. 

Ai lettori dovrebbe essere evidente che, se gli Stati Uniti hanno fornito contanti, armamenti e addestramento per miliardi di dollari su vari fronti a presunti “moderati” che sul campo di battaglia non esistono, certo occorre una sponsorizzazione statale ancora maggiore per creare e sostenere il fronte di ISIS e Al Nusra, che, come ammette il Brookings, domina l'”opposizione” incontrastato. In realtà, le linee di rifornimento dell’ISIS  conducono dritto alle zone operative USA in Turchia e Giordania  (Vedi: Journal-neo.org/logistics ), perché l’Occidente pianificava di utilizzare l’ ISIS e Al Qaeda già prima che iniziasse il conflitto del 2011, e su di esse ha da allora basato la sua strategia, compresa questa recente branca della campagna.




Alcune immagini di quello che sta subendo la popolazione siriana,grazie ai finanziamenti e armamenti che vengono dati alle bestie del cosidetto stato islamico o ISIS,che viene usato come esercito di mercenari per invadere la Siria,uno degli obbietti strategici dei sionisti-anglo-americani.














L’invasione USA della Siria

Dopo aver armato e finanziato un’armata letteralmente regionale di terroristi di Al Qaeda, gli Stati Uniti ora progettano di usare il caos risultante per giustificare ciò cui ambivano fin dall’inizio del conflitto, quando apparve chiaro che il governo siriano non avrebbe capitolato né sarebbe crollato: l’istituzione di zone cuscinetto, ora chiamate dal Brookings “zone sicure“.

Queste zone, una volta create, ospiteranno forze armate statunitensi sul campo, che occuperanno letteralmente parti di territorio siriano conquistate dalle pedine degli USA, ovvero dai gruppi curdi e le bande di Al Qaeda nelle aree settentrionali, e dalle milizie terroriste straniere lungo il confine tra Siria e Giordania al sud. Il Brookings ammette perfino che molte di queste zone saranno istituite dagli estremisti, ma di “purezza ideologica” non più così alta.

Gli USA assumono che, una volta preso questo territorio e fattovi stazionare le truppe statunitensi, l’Esercito Arabo Siriano non oserà attaccare per paura di provocare una diretta risposta militare USA contro Damasco. Il documento del Brookings afferma:
“L’idea sarebbe di aiutare gli elementi moderati a istituire affidabili zone sicure all’interno della Siria, una volta che ne siano in grado. Le forze americane, saudite, turche, britanniche, giordane e di altri paesi arabi agirebbero di supporto, non solo dal cielo ma alla fine anche sul terreno, tramite la presenza di forze speciali. L’approccio sarebbe reso vantaggioso dal territorio del deserto aperto siriano, che permetterebbe la creazione di zone cuscinetto che potrebbero venire monitorate per rilevare segnali di attacco nemico attraverso una combinazione di tecnologie, pattugliamenti e altri metodi che potrebbero venire forniti da forze speciali esterne ai militanti siriani locali.




 Il presidente siriano Bashar al-Assad




Se  Assad fosse così sciocco da attaccare queste zone, anche se in qualche modo costringesse alla ritirata le forze speciali esterne, perderebbe molto probabilmente la sua forza aerea nel conseguente contrattacco delle forze speciali, privando così il suo esercito di uno dei suoi pochi vantaggi sull’ISIL. Perciò sarebbe molto improbabile che attaccasse.”
In una sola frase, il Brookings ammette che il governo siriano non sta muovendo guerra contro il suo stesso popolo, ma contro l'”ISIL”. E’ chiaro che il Brookings, i politici e gli altri strateghi dell’Occidente stanno usando la minaccia dell’ISIS insieme alla minaccia di intervento militare diretto come strumento di ricatto per arrivare alla conquista finale di tutta la Siria.



L’invasione potrebbe riuscire, ma non per le pedine degli USA

Tutto il piano si basa sulla capacità americana dapprima di conquistare e tenere queste “zone”, e poi di unirle in regioni autonome funzionanti. Tentativi simili di “costruzione nazionale” sono attualmente in mostra negli stati falliti devastati che furono la Libia, l’Iraq, l’Afganistan, la Somalia, e la lista prosegue per molto.

La follia di questo progetto si può solo definire monumentale, sia dei tentativi di usare una credibilità e una volontà militare che non esistono per implementarlo, sia di quanti sono così stupidi da fidarsi di un paese che ha lasciato una scia di distruzione globale e stati falliti che si estende dal Vietnam del Sud alla Libia e ritorno.

Quasi sicuramente questa strategia può venire usata per distruggere la Siria. Non può tuttavia essere usata per fare le cose che gli USA prometteranno per far collaborare i vari attori necessari alla sua riuscita.


Quasi certamente ci sono misure che la Siria, i suoi alleati Iran ed Hezbollah, Russia, Cina e tutti gli altri paesi che fronteggiano le minacce dell’egemonia occidentale possono prendere per assicurarsi che le forze statunitensi non riescano a conquistare e detenere territorio siriano, o ad avere successo in tale invasione al rallentatore. Gli USA hanno già usato le loro orde ISIS come pretesto per operare militarmente in territorio siriano, cosa che, come previsto, ha portato a questa fase seguente dell’invasione incrementale.

Un aumento delle forze di pace non appartenenti alla NATO in Siria potrebbe scardinare del tutto i piani occidentali. La presenza di forze iraniane, libanesi, yemenite, afgane e altre, soprattutto nelle “zone” di confine che gli USA cercano di istituire, potrebbe prospettare agli USA un confronto multinazionale per intraprendere il quale non hanno né la volontà politica né le risorse. La sopravvivenza della Siria dipenderà in ultima analisi dalla capacità della Siria e dei suoi alleati di formare un deterrente sufficiente contro l’aggressione USA, e di tagliare le linee logistiche che gli USA stanno usando per rifornire l’ISIS e gli altri gruppi terroristici che operano nella regione.









Fonte: Journal-neo.org


Traduzione: Anacronista


fonte articolo: controinformazione.info

1 commento:

  1. Ma gli USA mai farsi i cavoli propri? Dove passano creano distruzione e miseria! Spero vivamente che voi lupi bianchi liberiate l'Italia per prima, in modo che si metta a capo di un'alleanza contro i plucrati demoniocratici e che magari sia proprio l'Italia che dia un colpo fatale agli USA(penso che tu abbia sentito che ora le orribbili unioni civili sono legali in USA)

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