Di: Fabio Calabrese
Pare proprio che questo 2015 sia
un’annata di ricorrenze: il 25 aprile di quest’anno cadono i
settant’anni dalla conclusione – sfortunata e tristissima per l’Italia –
della seconda guerra mondiale, e un mese più tardi, il 24 maggio, il
centenario del nostro intervento nel primo conflitto, la Grande Guerra,
come fu chiamata quando non s’immaginava che in meno di una generazione
ne sarebbe seguita un’altra di ancor più grandi dimensioni e più
catastrofica.
Ma non vi preoccupate: ho già pronta e
vi sto tenendo in caldo una serie di articoli che svelano alcuni
retroscena dell’intervento italiano nel primo conflitto mondiale, su cui
solitamente la storia ufficiale non si sofferma con attenzione, intenta
come sempre a raccontarci ciò che fa comodo al potere. Ne riparliamo
presto, ma ora concentriamoci sul significato del 25 aprile.
Settant’anni di sedicente repubblica
democratica, in realtà di proconsolato dipendente da interessi
stranieri, hanno gravemente compromesso l’immagine dell’Italia nel
mondo, non hanno soltanto gravemente danneggiato le posizioni italiane
in ogni settore, ci hanno anche coperti di vergogna e di ridicolo a
livello planetario.
Una delle cose che senz’altro suscitano
l’ilarità nei nostri confronti fuori dai nostri confini, è questa
celebrazione, questa “festa” del 25 aprile, che non è soltanto la
materializzazione della peggiore e più squallida retorica concepibile.
Io credo che il caso italiano sia veramente unico a livello mondiale e
inedito nella storia, di una nazione che celebra una sconfitta, e una
sconfitta pesante quale fu quella che subimmo nel secondo macello
planetario, come se fosse stata una vittoria. Ma come volete che gli
stranieri ci rispettino quando siamo noi per primi, e ormai da
quattordici lustri, a tirarci lo sterco addosso?
In realtà una simile bizzarria non è per
nulla inspiegabile, perché il 25 aprile non è per nulla una “festa”
nazionale, ma celebra la vittoria di una parte sull’altra della guerra
civile che fu parallela al conflitto internazionale sul nostro
territorio, “festa” non della nazione ma della fazione. Fazione, va
detto, che ottenne la sua “vittoria” a poco prezzo, approfittando del
fatto che l’Italia e chi realmente la difendeva, furono stritolati
dall’avanzare di un nemico che vantava un’imponente superiorità di
mezzi. Fazione che è quella anti-nazionale, quella “rossa” che da noi
disgraziatamente gode ancora di una credibilità che ha perso quasi
dovunque, ispirata a un’utopia mortifera che, come si è ben visto negli
eventi del 1989-91 con la caduta del muro di Berlino, con la
liquidazione dei regimi comunisti dell’Europa orientale e infine della
stessa Unione Sovietica, i popoli che l’hanno subita, hanno
immediatamente defenestrato per le vie brevi appena è stata data loro la
possibilità di farlo.
In tempi recenti, man mano che gli
ambienti della “destra neofascista” sono diventati sempre più “di
destra” e sempre meno “neofascisti” e hanno perso parecchio non solo in
termini di consenso elettorale ma di spina dorsale, hanno sempre più
spesso avanzato la proposta di trasformare il 25 aprile in una “festa
della riconciliazione nazionale”, proposta che gli ambienti antifascisti
hanno sempre “sdegnosamente” respinto (naturalmente, si è sempre
trattato di uno sdegno simulato, poiché per provare realmente sdegno
occorre possedere una dignità). Non c’è niente da fare, il 25 aprile è e
rimane la festa della fazione, anche se capace occasionalmente di
travestirsi da nazione. L’unica cosa da fare per far recuperare un po’
di dignità a questa sciagurata Italia, sarebbe al riguardo quella di
abolire questa festività immonda.
Il problema è quello che è stato
(pudicamente) chiamato “della memoria divisa”. Continuano a esserci due
parti di Italia che interpretano la storia recente in maniera opposta e
ne abbiamo avuto un esempio tre anni fa col rifiuto di ricordare gli
eroi di Nikolaewka e di El Alamein, caduti della “guerra fascista”, e
tempi infelici attendono un Paese che dimentica i suoi eroi ed eleva al
rango di eroi traditori e rinnegati quali furono i “resistenti”.
Truppe italiane in Libia |
Un carro italiano M 13/40 |
Per far comprendere l’esatta portata delle cose, soprattutto a beneficio dei più giovani, sarà bene spiegare con chiarezza cosa fu la seconda guerra mondiale e come vi fummo coinvolti, anche perché le versioni ufficiali propagandate dai media, dai libri di testo scolastici e – sempre a scuola – dai docenti di sinistra, sono perlopiù false e inattendibili, manipolate per creare consenso attorno al sistema di potere che da settant’anni abbiamo la (s)ventura di subire.
La vulgata canonica ufficiale
attribuisce la responsabilità dello scoppio della seconda guerra
mondiale al fascismo, ai fascismi, in particolare quello
nazionalsocialista, ai Tedeschi e forse in definitiva a un solo uomo:
Adolf Hitler. Ora tutto questo è falso, non è altro che una
mistificazione che è l’esatto contrario della realtà.
Coloro che hanno voluto, programmato,
provocato la seconda guerra mondiale, hanno attirato la Germania
hitleriana in una trappola, costringendola ad agire attaccando i due
Paesi slavi, prima la Cecoslovacchia, poi la Polonia dove le minoranze
tedesche rimaste entro i loro confini a causa del trattato di
Versailles, erano oggetto di durissime persecuzioni.
I bambini tedeschi dei Sudeti salutano i soldati della Wehrmacht nell’ottobre 1938, al loro ingresso in Cecoslovacchia. La regione dei Sudeti era abitata da una popolazione tedesca e in base al principio di nazionalità sancito dalla Società delle Nazioni avrebbe dovuto essere assegnata alla Germania alla fine della prima guerra mondiale; era stata invece assegnata alla Cecoslovacchia per punire la Germania sconfitta. (Hulton Deutsch Collection)
E’ diverso il caso dell’Austria. Essa,
una repubblichetta formata dalle terre tedesche che avevano fatto parte
dell’impero asburgico, reclamava l’annessione alla Germania dal 1918.
Qui era nato lo stesso Hitler, qui il nazionalsocialismo era più diffuso
e sentito che nel Reich tedesco, qui le truppe della Wehrmarcht
entrarono senza sparare un colpo, accolte dagli applausi e dai
festeggiamenti di ali di folla festante.
Sicuramente, i regimi cecoslovacco e
polacco furono incitati a perseguitare le minoranze tedesche da chi
voleva provocare l’intervento della Germania nazionalsocialista e
trascinarla in un nuovo conflitto mondiale, colpevole di essersi rimessa
in piedi troppo presto dopo le condizioni umilianti imposte a
Versailles e la crisi del 1929. La seconda guerra mondiale non è stata
che il secondo tempo del conflitto iniziato, o meglio entrato nella sua
fase esplosiva nel 1914, e dietro il quale si legge la tendenza della
massoneria e dell’alta finanza internazionale a imporre il proprio
potere planetario distruggendo le élite e l’ordine tradizionale
dell’Europa, un’unica mano che si scorge già dietro le rivoluzioni
“liberali” dell’ottocento, e a partire dalla rivoluzione francese del
1789.
La cavalleria tedesca è accolta con i fiori dalle donne renane. La Renania, regione storica della Germania occidentale, dopo il trattato di Versailles del 1919 era stata in parte smilitarizzata e in parte occupata dalle truppe francesi, provocando il malcontento della popolazione. (Hulton Deutsch Collection)
Giovani austriaci festeggiano l’annessione dell’Austria alla Germania, sventolando bandierine naziste. Dopo l’occupazione militare dell’Austria del 12 marzo 1938, Hitler fece svolgere un referendum che sancì l’unione tra i due paesi. (Hulton Deutsch Collection)
Nel maggio 1940, dopo il crollo della
Polonia e con la Francia ormai prossima alla resa, Hitler fermò le
divisioni corazzate ormai che stavano per annientare il contingente
britannico intrappolato nella sacca di Dunkerque. Era la mano tesa di
chi voleva la pace, dopo essere stato provocato e trascinato nel
conflitto.
Il grave errore di Hitler fu quello di
pensare che i dirigenti britannici avessero a cuore il benessere del
popolo inglese come lui aveva a cuore quello del popolo tedesco, invece
di essere agenti o strumenti di una cospirazione planetaria pronta ad
annientare il popolo inglese come quello tedesco o chiunque, pur di
travolgere l’ordine tradizionale europeo e assicurare il dominio della
plutocrazia mondiale.
In mezzo a tante menzogne che sono ormai
divenute da settant’anni “la verità” ufficiale, occorre cercare di
ristabilire la verità autentica anche sulla partecipazione italiana a
questo conflitto. Uno dei nostri migliori storici “non convenzionali”,
Antonino Trizzino, scovò un documento dell’ammiragliato britannico, che
riporta all’inizio del suo libro Navi e poltrone, in cui si
richiede una grossa commessa di siluri aerei in vista del conflitto
ormai imminente con l’Italia, nel quale si prevedeva il teatro
aeronavale avrebbe avuto un ruolo determinante, ma la cosa sorprendente è
la data di questo documento, al punto che lo stesso Trizzino pensa a un
errore: 1938. Vale a dire che nello stesso momento in cui Francia e
Inghilterra chiedevano la mediazione di Mussolini per risolvere la crisi
cecoslovacca, mediazione che portò all’accordo di Monaco, la Gran
Bretagna preparava la guerra contro l’Italia, il coltello da piantarci
nella schiena.
Del resto, basta pensare a
quell’incredibile farsa che furono le reazioni franco-britanniche alla
campagna di Etiopia, le sanzioni e tutto il resto. Ma come? Costoro
avevano imperi coloniali estesi nel loro insieme a più di metà del globo
terrestre e trovavano intollerabile che l’Italia sottomettesse
l’Etiopia? Per loro era così essenziale che gli Etiopi godessero di
quella indipendenza che negavano senza alcuno scrupolo ai popoli da loro
assoggettati?
C’è un piccolo particolare che di solito
non viene considerato: tutti i rifornimenti italiani diretti in Africa
orientale dovevano necessariamente passare per Suez, che era in mani
inglesi; sarebbe bastato loro chiudere il transito per il canale di Suez
alle navi italiane per renderci impossibile la conquista dell’Etiopia.
No, SI VOLEVA che prendessimo l’Etiopia, in modo da avere il pretesto
per isolarci internazionalmente, non lasciarci alternative all’alleanza
con la Germania e distruggere noi e i Tedeschi nella guerra che andavano
preparando.
Alcune foto d'epoca del trattamento che veniva riservato ai popoli sottomessi al dominio Inglese nelle loro colonie in Africa e nel resto del mondo,gli stessi che oggi impongono la subcultura del multiculturalismo e l'antirazzismo ipocrita e falso,per imporre un invasione massiccia dell'Europa e creare caos etnico,sociale e razziale di cui ad avvantaggirsi saranno ancora una volta la solita cricca internazionalista.
Alcune foto d'epoca del trattamento che veniva riservato ai popoli sottomessi al dominio Inglese nelle loro colonie in Africa e nel resto del mondo,gli stessi che oggi impongono la subcultura del multiculturalismo e l'antirazzismo ipocrita e falso,per imporre un invasione massiccia dell'Europa e creare caos etnico,sociale e razziale di cui ad avvantaggirsi saranno ancora una volta la solita cricca internazionalista.
Un’altra cartina di tornasole molto
rivelatrice è rappresentata dalla guerra civile spagnola. Tutte le
simpatie, tutti gli aiuti da parte franco-inglese-americana andarono
chiaramente alla parte “repubblicana” cioè comunista. E’ credibile che
costoro sottovalutassero così gravemente il pericolo insito nel trovarsi
con due stalinismi convergenti dal lato orientale e da quello
occidentale del nostro continente?
O piuttosto la verità è un’altra: il
comunismo era già da allora incluso nella coalizione destinata a
stritolare “i fascismi” e l’Europa. Della ben nota ferocia del regime
staliniano, delle sofferenze del popolo sovietico, della privazione
della libertà e dei diritti umani più elementari, ai “campioni della
democrazia” non fregava nulla!
Ci sono dei retroscena della nostra
partecipazione alla seconda guerra mondiale, mai adeguatamente
approfonditi, che ci raccontano una storia molto diversa da quella
consacrata dalle versioni ufficiali. A volere la nostra partecipazione
al conflitto nel giugno 1940, che i Tedeschi avevano sconsigliato
giudicando impreparate le nostre forze armate, furono soprattutto la
monarchia e gli alti comandi militari, che moltiplicarono le pressioni
su Mussolini, prendendo a pretesto il collasso militare francese, che
poteva generare l’illusione che il conflitto fosse prossimo a
concludersi.
L’Italia in quel momento era nelle
condizioni peggiori possibili: al cronico ritardo industriale e
tecnologico rispetto alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra agli
Stati Uniti, si sommava il fatto che ci trovavamo con gli arsenali
vuoti, avendo da poco sopportato ben due conflitti, la guerra d’Etiopia e
quella di Spagna, che Franco vinse grazie soprattutto all’aiuto
italiano, ma le condizioni di impreparazione delle nostre forze armate
furono ben occultate a Mussolini, a cui furono fatte credere cose molto
diverse dalla situazione reale, in modo che prendesse la decisione
fatale sulla base di informazioni errate.
La verità che emerge è sconcertante,
eppure è incontestabile: a volere la guerra furono la monarchia e gli
alti gradi militari a essa legati, e costoro perseguirono scientemente
la sconfitta. I legami di casa Savoia con la massoneria internazionale
non erano mai venuti meno, e ora la sconfitta militare appariva il mezzo
più idoneo per sbarazzarsi del fascismo, ormai visto come un ostacolo
ai disegni massonici di dominio planetario.
Nei suoi libri, soprattutto in uno dal titolo estremamente esplicito, Gli amici dei nemici,
Antonino Trizzino ha raccolto un dossier impressionante di cattivo
impiego delle nostre forze armate, di “errori” tattici e strategici, di
sabotaggi, di informazioni passate al nemico. Era uno sporco,
sporchissimo gioco sulla pelle dei nostri combattenti e della
popolazione civile, sempre più coinvolta nel conflitto.
Nonostante l’indiscutibile valore dei
nostri combattenti, si pensi alla Folgore a El Alamein, il fronte
nord-africano crollò soprattutto per la penuria dei rifornimenti dovuta
al fatto che i nostri convogli furono mandati senza scorta ad
attraversare un mare dominato dalle flotte britanniche, mentre le
corazzate e gli incrociatori che li avrebbero dovuti difendere
rimanevano alla fonda, e i nostri marinai pagarono uno spropositato
tributo di sangue del tutto inutile.
Di disastro in disastro, si arrivò all’invasione della Sicilia poi dell’Italia peninsulare nel 1943.
La capitolazione della Sicilia portò
alla tempestosa seduta del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio,
che si concluse con la sfiducia a Mussolini.
L’antifascismo, va detto, soprattutto il
martellamento mediatico antifascista postbellico che ci assorda da
settant’anni, non è solo in malafede, è anche meschino e stupido. Ci si è
voluto dare a intendere che il vistoso dimagrimento che allora
Mussolini cominciava a manifestare dipendesse dal fatto che egli fosse
in qualche modo consustanziale al potere e che si andasse contraendo
anche fisicamente man mano che il suo potere diminuiva, una spiegazione,
come si vede, degna di minorati mentali. La realtà ovvia è esattamente
opposta; furono i problemi di salute da cui il duce cominciava a essere
afflitto, che verosimilmente gli impedirono di predisporre le misure per
cautelarsi dai nemici del fascismo, dai nemici interni dell’Italia,
oltre che di seguire l’evolversi della situazione strategica come
sarebbe stato opportuno. Da cosa fosse affetto, precisamente non si sa,
ma si sono ipotizzati un’ulcera o un tumore allo stomaco o
all’intestino.
Per gli antifascisti è sempre stato e
continua a essere motivo di imbarazzo il modo “parlamentare” in cui si
svolse la caduta del fascismo. Dopo aver ricevuto la sfiducia del Gran
Consiglio, Mussolini si recò dal re a presentare le proprie dimissioni
come un qualsiasi presidente del Consiglio; è questo il comportamento di
un “dittatore”, di un “tiranno”? Di certo, è il comportamento di un
uomo dalla coscienza pulita.
E’ falso che all’uscita dal quirinale
Mussolini sia stato “arrestato”; in realtà fu rapito con un atto che non
aveva nessuna parvenza di legalità, e portato via in incognito su di
un’ambulanza. Questo sequestro di persona del tutto illegale dimostra
che il re e gli altri congiurati del 25 luglio temevano la reazione dei
fascisti e la reazione popolare, la popolarità di cui, nonostante i
rovesci bellici, Mussolini ancora godeva.
Una domanda tuttora senza risposta è se,
e fino a che punto Mussolini avesse avvertito il clima di cospirazione
da basso impero che gli si stava addensando intorno. E’ tipica delle
persone oneste, leali, lineari, l’incapacità di cogliere la tortuosità e
la malafede altrui. Le sue parole: “Il tradito può anche essere un
ingenuo, ma il traditore è sempre un infame”, si attagliavano ora alla
sua situazione, ma non è da escludere che egli fosse più consapevole di
quel che si crede, di ciò che si andava preparando, c’erano state delle
avvisaglie di cui non era possibile non tenere conto, fra queste
l’assassinio di Ettore Muti, “il più bello” e certamente uno dei più
stimati gerarchi fascisti, ucciso in un agguato in stile mafioso. Può
essere che egli scegliesse di ignorare queste avvisaglie e di andare
incontro al suo destino per risparmiare all’Italia il sommarsi alla
sconfitta militare che si andava profilando sempre più chiaramente,
l’orrore della guerra civile.
In ogni caso, la figura di Mussolini
campeggia come quella di un gigante in mezzo a una torma di squallidi
nani intenti a trarre vantaggio dalle sventure della Patria.
Sfortunatamente, quella guerra civile
che Mussolini aveva cercato di evitare, e che i fascisti cercarono di
evitare non reagendo al cambiamento di regime, era dietro l’angolo.
....O piuttosto la verità è un’altra: il comunismo era già da allora incluso nella coalizione destinata a stritolare “i fascismi” e l’Europa. ....
RispondiEliminaEsattamente ! Tanto che gli anarchici che da tutta europa si mossero per aiutare la popolazione a resistere a Franco furono trattati dagli stalinisti peggio delle bestie
....E’ diverso il caso dell’Austria. Essa, una repubblichetta formata dalle terre tedesche che avevano fatto parte dell’impero asburgico, reclamava l’annessione alla Germania dal 1918.....
questa è divertente ! l'austria non era una repubblichetta ma è stata impero fino alla fine del 1918, che l'austria reclamasse l'adesione alla germania una coglionata apocalittica, in caso l'austria avrebbe forse potuto concedere alla germania di farne parte ! che all'atto dell'Anschluss la wehrmacht non abbia avuto problemi è abbastanza normale dato che fra fratelli si cerca di non farsi guerra, la scarsa e superficiale conoscenza della storia austriaca dell'articolista si evince anche dal fatto che da come scrive non conosce le tensioni etniche che tuttora covano sotto la cenere fra tedeschi d'austria e austriaci. da ricordare come l'austria fosse avanti anni luce rispetto agli altri stati europei germania compresa a livello di organizzazione statale, amministrativa, di perequazione sociale, di rispetto delle minoranze e molto altro, in austria all'epoca dell'ultimo kaiser si parlavano ufficialmente 15 lingue e in ogni zona dell'impero gli atti pubblici erano scritti sempre sia in tedesco sia nella parlata locale, ampiamente considerato l'italiano dal kaiser che era ammiratore e studioso di Dante. L'Austria era la mittel europa, la cultura, la Germania era la tecnologia e l'organizzazione del lavoro, la stessa diversità che si può vedere fra una firenze una roma e una napoli con una milano. Definire l'austria una repubblichetta mi provoca prurito ! quella di weimar o quella italiana lo erano, per distruggere l'Austria c'è voluta una guerra mondiale ! senza quella l'Austria sarebbe ancora la matrice culturale e cristiana dell'europa e il resto solo trippa per gatti.
... la Gran Bretagna preparava la guerra contro l’Italia, il coltello da piantarci nella schiena....
Non stupisce per nulla, gli inglesi sono sempre stati così, la cosa ridicola è che poi additano gli italiani errando anche concettualmente come "machiavellici". Se si va indietro nella storia la considerazione che avevano i normanni dei sassoni era talmente bassa che nella letteratura da loro pervenutaci erano nel migliore dei casi apostrofati come i migliori ladri e attaccabriga d'europa, l'allocuzione che generalmente in ogni parte del mondo che sia stato calcato da piede inglese che si sente citare è: "figli di puttana", purtroppo sono più smaliziati e furbi di noi tedeschi ed è la ragione per cui sono ancora loro a comandare il mondo, ma ancora per poco perchè se i tedeschi si incazzano non ce n'è per nessuno. gli inglesi hanno anche delle qualità ma non ho ancora capito quali siano.
..non lasciarci alternative all’alleanza con la Germania e distruggere noi e i Tedeschi nella guerra che andavano preparando..
ragionamento perfetto che andrebbe applicato anche al dopo guerra, questa volontà distruttiva è andata avanti come guerra economica, dal dopo guerra fino agli anni 90 hanno lasciato creare ricchezza all'Italia per poi prendersela a due soldi dopo tangentopoli e l'epoca delle privatizzazioni, adesso quasi tutti i brand storici italiani sono in mani straniere, molto spesso di sceicchi arabi (leggi massoneria inglese e israele)
jj 1/2
... Antonino Trizzino ha raccolto un dossier impressionante di cattivo impiego delle nostre forze armate, di “errori” tattici e strategici, di sabotaggi, di informazioni passate al nemico....
RispondiEliminama questo avvenne ampiamente anche nella prima guerra mondiale quando gli ufficiali italiani mandavano all'attacco contro gli austriaci truppe equipaggiate pessimamente e praticamente disarmate, impossibilitate a sostenere conflitti a fuoco superiori alla mezz'ora. Emblematica la battaglia dell'ortigara costata 20 mila morti italiani
http://www.lagrandeguerra.net/ggbattagliaortigara.html
la ragione dell'idiozia del comando italiano dell'esercito nelle due guerre è di tipo culturale, questo è anche la ragione della debolezza politica attuale dell'Italia. I tedeschi culturalmente sono un popolo solo e una razza (spesso i tedeschi dicono di se stessi: un solo popolo una sola razza una sola religione) quindi si muovono pensano e combattono come un solo uomo, i soldati italiani invece erano contadini comandati da ufficiali di una borghesia superba e saccente che si sentiva superiore e distaccata dal suo popolo, mai in Italia avrebbe potuto nascere un Canaris o un Rommel.
...Sfortunatamente, quella guerra civile che Mussolini aveva cercato di evitare, e che i fascisti cercarono di evitare non reagendo al cambiamento di regime, era dietro l’angolo...
gli ultimi due paragrafi dell'articolo sono ampiamente condivisibili, ma in realtà furono anche i partigiani a deporre le armi e ad evitare la guerra civile, per dirla tutta da entrambe le parti erano stanchi di violenza e nonostante gli episodi criminali dei partigiani dopo l'armistizio la guerra civile non ci fù per fortuna, questa è anche la dimostrazione che umanamente gli italiani generalmente hanno qualità che altrove si trovano più raramente. Mussolini non era uno stupido ed era molto più consapevole di quanto si creda, sapeva perfettamente il circo che aveva intorno e le sue frasi a tal proposito erano inequivocabili, l'ascesa sua e di hitler fu chiaramente eterodiretta, fascismo nazismo e comunismo dall'altra parte sono stati due esperimenti politici creati a tavolino dalla massoneria inglese, questo spiega il perchè dell'impiccagione simbolica per i piedi a piazzale Loreto di Mussolini (che prese palesemente ordini e fu appoggiato dalla massoneria inglese), spiega la vera ragione per cui si cancellò ogni traccia, macerie comprese del carcere di Spandau dopo la morte di rudolf hess (che nel 41 volò da solo fino in inghilterra per proporre una pace separata e l'eliminazione di hitler per salvare la germania dalla disfatta, proposta ovviamente rifiutata) e il sostegno dato dagli usa e dal vaticano alle operazioni dell'organizzazione odessa (tuttora attiva) che portò in nord america quella parte di SS che venne cooptata nella c.i.a. e quella parte dirottata verso cile e argentina e che permise ad hitler ed eva braun di morire di vecchiaia nel loro buen ritiro argentino, cosa che in Italia si crede ancora a stento ma che invece è assodata anche se non pubblicizzata dagli italiani e dai tedeschi che gravitano attorno a quelle zone dell'argentina nelle vicinanze di bariloche.
p.s. per anni dopo la guerra alcuni sottomarini tedeschi furono utilizzati per il trasporto di cocaina verso usa ed europa, segno che l'intreccio strettissimo fra governo occulto e criminalità descritto in questo blog in articoli precedenti è assolutamente credibile
jj 2/2
D’accordo con jj ,analisi ineccepibile ,la distruzione dell’austria è stata la nostra rovina , e faceva parte di un piano premeditato , la II guerra mondiale non la si capisce se non come seconda parte del primo atto , priima parte del piano , che era della I guerra mondiale e che quell’Italia serva e ignominosa partecipò al fianco dei suoi aguzzini , senza ricevere nulla in cambio , la sorte di Germania e Italia nazioni assoggettate era già segnata , inoltre l’Italia era cosi malmessa e cosi serva degli inglesi nei suoi ceti dirigenti , dove Badoglio era solo la punta dell’iceberg ,che non avrebbe dovuto proprio partecipare alla guerra doveva restare neutrale come la Spagna di Franco . Ma i Master of Puppets avevano già deciso che l’Italia doveva fare da cavallo di troia degli americani , se vogliamo capire le cose dobbiamo guardarle nella loro interezza e sul lungo periodo ,e non soffermarci sull’epilogo infausto delle cose , come giustamente fa jj ,l’Italia avrebbe conosciuto una ripresa industriale ma era già stabilito che si sarebbero ripresi tutto per quattro simbolici soldi per farci ritornare un popolo di straccioni . O pensiamo che Churchill si sia ricreduto su Mussolini ? Faceva tutto parte del piao no ? Semmai era Mussolini che si era preso delle licenze , il signor Churchill stava sul lago di Como a far sparire le carte , il carteggio di Mussolini , far sparire cosa ? IL fatto che Mussolini ce lo avevano messo su loro. E Hitler ? Anche io penso che sia morto in tranquillità in Argentina , in Sudamerica c’è stato un pullulare di Nazisti , da Genova anche di recente è ufficiale che il Vaticano aiutò a fuggire i nazisti , ma di questo non si parla , non si pongono domande , i nostri media sono totalmente lacchè , solo il magistrato Spataro ha scritto un libro sull’oro dei nazisti . Vedete anche come l’ex ss Gelli aveva rapporti stretti in Argentina , Hitler per quanto mi riguarda è uguale a Napoleone , lo stesso tipo di figura , messo su dagli stessi , cambiano i nomi e i contesti ma la sostanza è sempre quella , anche Napoleone lo hanno fatto andare avanti e ha commesso lostesso fatale sbaglio invadere la Russia , quello che morì a Berlino , a Mosca hanno un falso teschio fu un sosia di Hitler , la messa in scena fu fatta forse da Bormann , agente del KGB , fuggito poi in Cile , sono stati tutti ricompensati bene , lo stesso Himmler è morto in Svezia ! Vi siete mai chiesti come mai la Svezia non è stata invasa ? Solo Mussolini ha pagato che si è sacrificato per l’Italia , altri erano tutti doppi agenti che sapevano quel che facevano come lo stesso Canaris citato da jj , non a caso parte dell’esercito prussiano che ha sempre odiato Himmler e le SS hanno tentato vanamente di far fuori Hitler ormai totalmente accerchiato da M15 , M16 e OSS , solo Eichmann è stato impiccato a Gerusalemme , altri hanno tutti lavorato per la Nato , come il recentemente scomparso Priebke in Italia .
RispondiEliminaIl valoroso e eroe di guerra Rommell ha partecipato al tentato assassinio di Hitler e ha scelto di simulare un suicidio altrimenti gli avrebbero ucciso moglie e figli . Fai bene jj a notare come l’Italia ha sviluppato con la sua originalità la fine della guerra civile , ricordiamo l’appello di Togliatti , Curzio Malaparte , il piu grande partito comunista europeo è stato un partito atipico , l’Urss non aveva alcuna intenzione di impadronirsi dell’Italia , lo stesso Mussolini disse i miei eredi non saranno quelli che si dichiareranno come tali , e infatti i fascisti conservatori e monarchici fecero dell’anticomunismo becero e di retroguardia asserviti alla Nato , io stesso sono sempre stato un social- comunista atipico , non potevo condividere alcune idee del fascismo , tra cui quelle clerico- fasciste , né alcune idee del comunismo tra cui la dittatura sovietica .Ero dalla parte dei socialisti e dei repubblicani contro Franco in Spagna . E’ risaputo oggi che Matteotti fu ucciso dagli inglesi cosi come Giovanni Gentile , l’assssinio di Dolfuss amico di Mussolini fece precipitare la situazione in Austria.
RispondiEliminaSu Hess ,c’è un libro di Clement Leibovitz e Alvin Finkel ‘’Il nemico comune la coalizione antisovietica di Inghilterra e Germania Nazista ‘’ ,Hess credeva che in virtù del comune nemico sovietico gli inglesi avrebbero fatto una tregua , non a caso quando se ne andò il suo posto fu preso da Bormann ,Hess cadde in una trappola fatta dagli inglesi ? L’operazione Fatherland a cui partecipò Crowley ?
Era tutto organizzato in Francia i Sovietici decisero di smettere la resistenza partigiana perché la francia doveva cadere incruentamente in mano ai nazisti .Ed ecco l’esito Germania distrutta , Italia distrutta , Austria distrutta , orgoglio nazionale ferito a morte , felice convivenza di culture del modello austriaco spezzato , tutto preordinato , un piano secolare forse millenario , ci hanno fatto recitare , dividere , ci hanno manovrando , ancora adesso non accorgendoci che stiamo sparendo , ciò non toglie che dalla parte della ragione eravamo noi , la guerra del sangue contro l’oro , dell’immortale Tradizione contro i predoni , ma come ho già tentato di dire i traditori erano tra le nostre stesse file pronti a pugnalarci alle spalle e consegnarci al divoratore . La guerra contro l’Italia è continuata anche dopo con il terrorismo ,l’uccisione di Mattei e di Moro, Pasolini , fino a Falcone e Borsellino ,cosa credono gli italiani che avremmo trattenuto le nostre industrie? Dobbiamo sparire , ci hanno sempre odiato . Aldilà di fascisti e comunisti c’eravamo noi popolo italiano ostaggio di questi parassiti , non eravamo liberi solo perché ci avevano allungato la catena .
https://www.youtube.com/watch?v=RlsfA_ixXlw
Mark