Una mattina del 1926, mentre il sole illuminava ed abbagliava come una sfera incandescente la natura selvaggia dell'America Centrale, l'esploratore inglese Albert Mitchell Hedges si aggirava nelle foreste dello Yucatàn dove un tempo fioriva l'antica civiltà Maya.
Il giorno del suo diciassettesimo compleanno la giovane Anna, figlia adottiva dell'esploratore, aggirandosi tra le rovine della città perduta di Lubaantun, parola Maya che significa "città delle pietre cadute", scoprì, tra le rovine di un altare, un Teschio di cristallo munito di mandibola mobile, che brillava in modo sinistro.
Mitchell Hedges, d'accordo con la figlia, decise di regalare l'inquietante Teschio agli indigeni che abitavano nella zona, e così come racconta la stessa Anna:
"Questi si misero a pregare il Teschio, e dissero a mio padre che era il Dio cui ricorrevano per essere guariti o per chiedere di morire."
Albert e Anna Mitchell Hedges |
L'anno successivo, quando la spedizione di Mitchell Hedges lasciò Lubaantum, la gente Maya regalò a padre e figlia il Teschio, in segno di riconoscenza perché erano stati così buoni nel procurare loro medicine e vestiti.
Il Teschio di Mitchell Hedges largo ed alto 13 cm e con una profondità di 18 cm, ricavato da un unico blocco di cristallo di rocca trasparente e di notevole lucentezza, con un peso di circa cinque chilogrammi possiede, secondo la tradizione, uno sguardo ipnotico e dei poteri soprannaturali.
Un'antica leggenda Maya narra, infatti, che nel mondo esistono tredici teschi di cristallo, a grandezza naturale, che racchiudono misteriose informazioni sulle origini, gli scopi, ed il destino dell'intera umanità.
L'incredibile precisione con cui il Teschio di Mitchell Hedges è stato realizzato, presumibilmente in epoca preistorica, ha suscitato l'interesse di archeologi, antropologi, maghi, mercanti d'arte, ma soprattutto di scienziati.
Nel 1936 l'antiquario Sydney Burney acconsentì a far esaminare il Teschio da alcuni esperti del British Museum, per una prima importante indagine scientifica volta a determinare l'epoca e le tecniche di realizzazione.
Il museo londinese possiede già un altro Teschio di cristallo custodito in una teca di vetro ed anch'esso di grandezza naturale, che suscita un fascino particolare sui visitatori, alcuni dei quali, spaventati dallo sguardo spettrale, fuggono in preda al panico raccontando di essere stati perseguitati anche in seguito dalla "voce" del Teschio.
Anche gli addetti alle pulizie innervositi dall'inquietante sguardo fisso che il Teschio presenta nella fioca luce presente in sala, hanno preteso che dopo l'orario di chiusura fosse coperto con un panno nero, confermando in tal modo le numerose dicerie sui suoi inquietanti poteri.
Il 27 Ottobre 1970 il Teschio di Mitchell Hedges venne portato presso i laboratori della Hewlett & Packard, nota azienda americana specializzata in strumentazioni elettroniche ed apparecchiature informatiche, per essere sottoposto ad una lunga serie di rigorosi esami tesi a smantellare l'alone di mistero che lo accompagna.
I tecnici della Hewlett & Packard emisero un comunicato, in cui si affermava che il teschio era stato scolpito lungo l'asse principale del cristallo. Questa tecnica, estremamente avanzata, utilizza l'asse di simmetria che diminuisce notevolmente il rischio di frantumazione del blocco di cristallo. Inoltre la precisione del taglio è spegabile solo con l'utilizzo di un raggio laser, che nel 1926 non era stato ancora inventato.
Oppure, ipotesi ragionevole ma poco pratica, il Teschio era stato levigato a mano per almeno 300 anni da parte di generazioni di valenti artigiani.
Questo, infatti, è il tempo stimato per riuscire a modellare con una precisione stupefacente un blocco di quarzo di tale durezza mediante il semplice sfregamento di sabbia finissima.
A questo punto bisogna prendere in considerazione anche il fatto che il quarzo ha una durezza mineralogica pari a sette, quindi praticamente impossibile da lavorare con comuni utensili metallici; inoltre i Maya non conoscevano il ferro.
Anna Mitchell-Hedges ormai anziana, con il teschio di sua proprietà |
Perchè i Maya si impegnarono in un'opera di tal genere, tenendo impegnati per circa tre secoli i loro migliori artigiani, per produrre un oggetto apparentemente inutile?
Artigiani che lavorano il cristallo, impiegando gran parte del loro tempo e della loro abilità, per tramandare alle generazioni successive l'oscuro ma importantissimo significato di ciò che stanno realizzando. Perché?
Ma torniamo alle indagini scientifiche della Hewlett & Packard.
La superficie del Teschio venne esaminata al microscopio ottico per studiare le microtracce di lavorazione: un oggetto lucidato a mano presenta dei solchi non uniformi, mentre una lucidatura a macchina, mediante mole rotanti, lascia dei solchi regolari.
La sbalorditiva conclusione a cui pervennero gli scienziati fu che il Teschio presentava tracce di lavorazione meccanica, riscontrate, in un secondo tempo, anche sul Teschio del British Museum.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: "Furono veramente i Maya a realizzare i Teschi, oppure sono frutto di una civiltà altamente tecnologica a noi sconosciuta?"
Il Teschio di Mitchell Hedges visto dall'alto, a causa di una sfaccettatura prismatica alla base, funge da ottima lente di ingrandimento; ma il fenomeno che inquieta maggiormente è quello dei riflessi di luce degli occhi, che sembrano vivi e dallo sguardo leggermente tremolante.
Come scrive George E. Delury nel suo "Almanacco universale delle cose più strane e misteriose":
"Frank Dorland, un restauratore d'arte che fece vari esperimenti con il cranio per sei anni, affermò che una volta un alone lo circondò per parecchi minuti, a volte dei suoni acuti, simili a scampanellii, riempivano la casa, altre volte all'interno del cranio comparivano veli, luci e immagini di crani, volti, montagne e altri oggetti, mentre in altre occasioni esso diventava completamente trasparente e talora ne usciva un odore caratteristico. Dorland e la Mitchell Hedges, ma anche altri osservatori, attribuirono al cranio il potere di influire sui pensieri e sull'umore delle persone".
Anche Charles Berlitz nel suo "Il libro dei fatti incredibili ma veri" scrive:
"Pare che il lobo frontale, per esempio, a volte si appanni, acquistando una tinta lattiginosa. Altre volte emette un'aura quasi spettrale forte e con un lieve tono paglierino, simile all'alone della Luna. Potrebbe trattarsi del frutto di una fantasia sovreccitata, oppure stimolata da un potere intrinseco del cranio stesso; di fatto coloro che ne rimangono in contatto per lunghi periodi di tempo riferiscono esperienze sensoriali inquietanti che comprendono suoni e odori eterei, e perfino apparizioni di spettri. L'impatto visivo del teschio è ipnotico, anche per uno scettico".
I fatti sopra esposti sembrano escludere, in modo categorico, che siano stati i Maya a realizzare il Teschio di cristallo.
Il Teschio Max
Negli anni Venti del Novecento riemerge in Guatemala il Teschio Max. Si racconta che sia stato regalato da uno sciamano maya a un guaritore tibetano, Norbu Chen, che lo ha poi regalato ai coniugi Carl e JoAnn Parks, suoi attuali proprietari.
Il teschio è oggi a Houston, in Texas. Alcuni studiosi lo fanno risalire addirittura all'8000 a.C.
l Teschio di Cristallo soprannominato Max e custodito da Joanne e Carl Parks |
I coniugi Parks non si sono resi subito conto della natura del regalo ricevuto e, visto il suo aspetto inquietante, lo hanno tenuto chiuso in una scatola finché, anni dopo, non hanno visto una trasmissione televisiva che raccontava del teschio Mitchell-Hedges: da allora lo espongono e partecipano a convegni e talk show per parlarne.
La signora Parks sostiene di essere riuscita a entrare in comunicazione telepatica con il teschio, il quale avrebbe comunicato di chiamarsi Max.
JoAnn Parks con il suo teschio "Max" che pesa oltre 8 chili. |
I Teschi di cristallo Secondo la Hewlett Packard non dovrebbero esistere
Oltre ad essere stupende creazioni
della natura, i cristalli di quarzo hanno molte interessanti proprietà
che li rendono utili per un notevole numero di moderne applicazioni. Il
quarzo, infatti, è in grado di risuonare, trasmettere, amplificare,
immagazzinare, mettere a fuoco e strutturare l’energia. È inoltre un
materiale piezoelettrico, in quanto – sotto pressione – genera una
carica elettrica.
Un orologio al quarzo ha al suo interno
un cristallo di quarzo che vibra come un pace-maker, ed i cristalli sono
usati anche in svariate tecnologie, compresi gli apparati elettronici,
le radio e i computer.
Gli esseri umani hanno sempre avuto
un’importante relazione storica con questi oggetti naturali: sappiamo
infatti che oltre alle molte utilizzazioni moderne, gli antichi
scoprirono i poteri dei cristalli molto tempo addietro, ben prima di
noi. Ad esempio, un cristallo era posto nel pettorale dei sacerdoti
ebrei; inoltre queste pietre erano usate dagli sciamani per le
divinazioni e durante i riti di guarigione. Secondo la leggenda ci sono
nel mondo 13 teschi di cristallo a grandezza naturale, che contengono
informazioni cruciali per il destino dell’umanità…
Mitchell-Hedges, scopritore del teschio
di cristallo, ha trascorso diversi anni della sua vita viaggiando
tra America Centrale, Regno Unito, Sudafrica e Stati Uniti. Alcune fonti
affermano che sia stato un agente segreto britannico, mentre altre
sostengono che fosse un benestante che viaggiava per passione. Alcune
delle sue “spedizioni” in America Centrale furono finanziate dalla
borghesia Britannica. Per un periodo fu finanziato dal Daily Mail. Fu
appoggiato anche dal British Museum a cui donò numerosi reperti.
Mitchell-Hedges dichiarò ripetutamente
di aver scoperto diverse tribù indiane e “città scomparse” la cui
esistenza era già documentata da anni ed in alcuni casi da secoli.
Affermò inoltre di aver scoperto la “culla della civiltà” sulla Costa
dei Miskito del Nicaragua e che le Bay Islands in Honduras, sono le
rovine della civiltà perduta di Atlantide.
Uno dei teschi di cristallo esposto al British Museum di Londra. |
Le proprieta’ del cristallo
A livello molecolare, il cristallo si
forma sotto intensa pressione e calore. Il cristallo di quarzo, in
particolare, è dotato di polarità negativa e positiva come una batteria e
risponde alla luce e all’elettricità. Ha un’unica struttura che implica
torsione, o spiralità delle catene ad elica di tetraedri silicei.
Durante la sua “crescita”, ogni tetraedro ruota di 120 gradi. Un
cristallo di quarzo completamente formato è un esagono che termina con
una punta acuta. La forma geometrica e la chiarezza di queste pietre
danno loro una qualità estetica che la gente apprezza come gemme o, se
abbastanza grandi, come solitari o oggetti artistici.
Sembra anche che il cristallo di quarzo
sia una sostanza naturale molto elastica e risonante, con una larga
gamma di proprietà e usi.
In termini metafisici, le sfere di
cristallo di rocca o “palle di cristallo” erano usate come strumenti di
divinazione e nel medioevo perfino per la diagnostica delle malattie.
Come ben sappiamo erano – e sono – usate anche per prevedere il futuro.
Il più famoso pezzo di cristallo inciso è indubbiamente il teschio di cristallo “Mitchell-Hedges“.
Le analisi Hewlett-Packard
Dorland lo spedì al laboratorio della
Hewlett-Packard; il risultato, oltre a destare grande sorpresa, avrebbe
portato ad un grande enigma… I tecnici del laboratorio immersero il
cranio in una soluzione di alcool benzilico, quindi lo fecero passare
sotto la luce. Da questo test conclusero che il cranio e la mandibola
facevano parte dello stesso blocco di quarzo. Ma ciò che li sorprese fu
che cranio e mandibola erano stati incisi senza badare all’asse naturale
del cristallo (questa strategia previene le fratture durante il
processo di incisione). Conclusero pertanto che chiunque avesse fatto
quel teschio di cristallo aveva dei metodi che aggiravano il problema.
Laboratorio Hewlett- |
La successiva informazione sbalorditiva
che appresero dal teschio fu che il fabbricante non aveva usato utensili
metallici per sagomarlo… Infatti, non riuscirono a trovare la benché
minima traccia della tecnica usata, nemmeno sottoponendolo alle più
sofisticate analisi microscopiche in grado di rilevare le più moderne
tecnologie di lavorazione. Ovviamente, ciò fece emergere la questione di
“come” il teschio fosse stato sagomato e lucidato con tale perfezione.
Il quarzo ha una gravità specifica di
2.5 e una durezza (scala Mohs) di 7 che nel caso del diamante arriva a
10, il che lo rende più duro del metallo. Non sarebbe per niente facile
creare un teschio di cristallo neanche usando degli strumenti moderni,
ma è davvero molto difficile immaginare come qualcuno, in possesso di
tecniche primitive, possa aver fatto un lavoro come quello.
Secondo quanto gli scienziati sanno a
proposito della fine della civiltà Maya, il teschio dovrebbe essere
stato fatto più di mille anni fa…
Gli antropologi considerano che i Maya
fossero un popolo dell’Età della Pietra; dunque, se furono loro a
foggiare il teschio, con quali metodi ci riuscirono?
Studiando attentamente la superficie,
Dorland scoprì microscopiche tracce di segni vicino alle parti curve.
Ragionò quindi che il teschio doveva essere stato prima di tutto
cesellato meticolosamente in una forma grezza, probabilmente usando dei
diamanti. Ma da dove avrebbero preso i diamanti, i Maya?
Speculò anche che per dare una forma
sempre migliore avessero usato ripetute applicazioni di acqua e sabbia
di cristallo siliconato. Effettivamente, avrebbero potuto ottenere
davvero quel risultato, usando i metodi di Dorland… Tuttavia, c’era un
grande problema in questo scenario: il tempo. Stimò che ci sarebbero
voluti quasi 300 anni di laboratorio per usare sul teschio le sue
tecniche.
È difficile immaginare che la
lavorazione del teschio si fosse tramandata di generazione in
generazione per tutto quel tempo! L’unica alternativa era che i suoi
creatori avessero usato metodi oggi perduti.
Ma questo era solo l’inizio dei misteri legati al teschio…
Fu scoperto che le ossa arcuate che si
estendono lungo i lati e la fronte del cranio erano accuratamente
separate dal pezzo di cristallo, in modo da funzionare come tubicini…
mediante dei princìpi simili a quelli dei moderni ottici. In definitiva,
essi incanalano la luce dalla base del teschio fino alle cavità
orbicolari, che sono lenti concave miniaturizzate in grado di trasferire
dentro al cranio la luce, anche in caso questa provenisse da una
sorgente sottostante.
All’interno del teschio è stato trovato
un allineamento di prismi e dei minuscoli tunnel luminosi che esaltano e
illuminano eventuali oggetti sottostanti.
Dorland condusse anche una serie di
particolari esperimenti per vedere cosa succedeva quando un fascio di
luce veniva fatto passare attraverso la parte inferiore del teschio.
Riferì: “Si accende come se prendesse fuoco”.
Uno dei cristallografi della Hewlett-Packard sommò tutti i misteri del teschio di Mitchell-Hedges dicendo:
“Quella cosa non dovrebbe esistere”.
Altri teschi di cristallo si trovano in varie parti del mondo in mano a collezionisti privati, mentre alcuni sono stati acquistati dai più importanti musei del mondo. Come tutte le anomalie storiche o i manufatti enigmatici, questi teschi di cristallo sono stati al centro della controversia internazionale.
Il “Museo dell’Uomo” (Museum of Man) di
Londra ne aveva uno in mostra, ma da quando lo hanno rimosso, viene
tenuto in magazzino. Anche il Museo dell’Uomo di Parigi ne aveva uno che
veniva chiamato “Teschio Azteco”, ma anche quello manca
dall’esposizione da un pezzo.
F.R. Nocerino, uno dei massimi esperti
mondiali sui teschi di cristallo, entrò in possesso di un teschio di
cristallo di dimensione umana, proprio mentre stava aiutando a
localizzare una città perduta nel Messico meridionale. Pesava quasi 6 Kg
ed era scavato da un blocco di cristallo chiaro.
Una delle maggiori controversie su questo teschio fu concentrata sulla sua autenticità.
Il processo usato per determinare se un
teschio è stato fatto in tempi antichi o moderni è molto sofisticato e
solo una ristretta selezione ne è stata sottoposta. Nel 1996 la BBC, in
associazione con il “British Museum” e la “Everyman Productions”,
sottopose un gruppo di teschi di cristallo al test di autenticità
durante le riprese di un documentario.
Venne anche aggiunta una copia di ogni
teschio, e dopo furono sottoposti a un microscopio elettronico per
esaminare i minuscoli segni lasciati dall’incisione.
Gli esperti riuscirono a distinguere gli
strumenti e i metodi di lucidatura usati, analizzando semplicemente
quelle minuscole tracce che sono invisibili a occhio nudo ma che vengono
individuate dal sofisticato microscopio.
Mr. Nocerino portò il suo teschio e un
altro partecipante privato, Jo Ann Parks, portò un teschio che aveva
ricevuto dal guaritore tibetano Norbu Chen. Anche i musei di Londra e di
Parigi portarono i loro teschi. I musei declinarono poi di commentare i
risultati; comunque, gli esperti delle antichità rivelarono che i loro
teschi erano di origine abbastanza moderna, ragion per cui li tolsero
dalle loro esposizioni.
Invece, fu determinato che i due teschi in mano ai privati avevano almeno 5000 anni!
Chiunque abbia familiarità con le
antichità del Mesoamerica avrà capito immediatamente quanto fantastica
sia stata una scoperta del genere. Secondo gli scienziati, infatti, la
più antica civiltà del Messico, quella Olmeca, ha solo circa 3000 anni…
dunque, “chi” creò questo sofisticata e imbarazzante opera d’arte, che
forse avrebbe potuto essere anche un oggetto oracolare?
Non c’è dubbio che il cristallo abbia
molte proprietà utili e potenti che possono essere utilizzate in molti
modi diversi. Nel nostro mondo materialistico abbiamo focalizzato di
usarlo tecnologicamente.
Ma se può immagazzinare, amplificare e
trasmettere onde radio ed elettromagnetiche, forse il cristallo può fare
lo stesso anche per il pensiero umano e altre energie sottili.
Il cervello umano produce piccoli,
tuttavia misurabili, impulsi elettrici. Il teschio di cristallo avrebbe
potuto essere concepito e utilizzato come amplificatore per la
trasmissione mediante onde, proprio come si utilizzavano i cristalli
nelle prime radio (il principio è cresciuto nella scienza applicata e
sembrerebbe che i nostri antenati lo avessero capito).
Molte persone che hanno passato del tempo alla presenza dei teschi di cristallo riferiscono che producono strani fenomeni…
Il personale del museo di Londra dichiarò un giorno che il teschio si sarebbe mosso da solo inaspettatamente.
Frank Dorland dichiarò che il teschio “Mitchell-Hedges” passerebbe dall’assoluta chiarezza e luminosità, al torbido e scuro.
Altri, che hanno meditato in presenza
dei teschi, dichiarano di essere stati testimoni di scene storiche
svelate ai loro increduli occhi, incluso il collasso e l’inabissamento
di un’isola.
Nessuno crede che tutti i segreti dei
teschi di cristallo siano ancora stati svelati, tuttavia i loro misteri
stanno lentamente venendo alla luce. E forse siamo davvero sul punto di
scoprire il vero scopo di questa antica tecnologia.
La profezia dei tredici teschi di cristallo
"Quando i tredici teschi di cristallo saranno ritrovati e riuniti, inizierà un nuovo ciclo per il genere umano, un ciclo di grande conoscenza ed elevazione": questa la leggenda che, attraverso una tradizione orale, dai Maya è giunta fino a noi.
Il teschio è un simbolo molto potente, è il simulacro di ciò che è stato e di ciò che è, della vita che ha contenuto e della morte che rappresenta; un simbolo antico usato da molte culture e con diverse valenze.
Tredici sono i teschi di cristallo, come tredici sono i baktun del Lungo Computo.
Ma la leggenda maya ci avverte: il nuovo ciclo avrà inizio soltanto quando gli uomini saranno sufficientemente evoluti e integri moralmente, pronti cioè a ricevere la formula per salvarsi. Una formula potente, una formula che proprio nei tredici teschi sarebbe contenuta.
L'uomo sembra essere ancora una volta chiamato a compiere un salto, a elevarsi.
Il sacerdote maya Carlos Barrios spiega l'essenza di questi oggetti misteriosi e descrive che cosa il suo popolo si aspetta di ricevere da essi e che cosa sente di dover dare:
"I teschi sono come dei geni, una specie di megacomputer che contiene tutta l'informazione riguardante lo sviluppo tecnologico raggiunto da una razza che ci ha preceduto. Ogni teschio possiede una conoscenza, una parte di quella straordinaria tecnologia e la capacità di vedere nel futuro. Tutto è depositato all'interno di questi teschi, tutta la conoscenza ancestrale. Ci sarà un giorno, e speriamo che giunga prima della fine di questo ciclo che è stato profetizzato, in cui i saggi si riuniranno intorno a un lago.
Giungeranno anche tutti i guardiani, i custodi di questi teschi, e un uomo, un uomo che possiede dei poteri, attraverserà il lago camminando; ed estrarrà la testa maestra che si trova all'interno di una caverna, dietro una cascata. Una volta estratta questa testa, si celebreranno delle cerimonie. Il nostro è quindi un momento di attesa. Sarebbe auspicabile che i teschi venissero riuniti prima della fine di questa epoca, cioè prima del 21 dicembre del 2012. Perché? Perché se riuscissimo a riunire tutti i teschi l'impatto sull'ambiente e le conseguenze della contaminazione potranno essere ridotte al minimo".
I 13 teschi di cristallo conterrebbero quindi informazioni circa l'origine e il destino della razza umana. E potrebbero essere la chiave di volta, il tassello perfetto che si incastrerà, quando l'uomo sarà pronto per aprire la porta del futuro.
Torna quindi un'idea che abbiamo già incontrato: quella di una grande razza che ci ha preceduto. E torna una data: il 21 dicembre del 2012.
A partire dal XIX secolo i teschi di cristallo cominciano a riemergere, uno a uno, dai luoghi che per secoli li hanno nascosti.
E tutte le persone che da allora vi si sono trovate davanti giurano che in loro presenza accadono fenomeni inspiegabili.
FONTE 1
FONTE 2
FONTE 3
link colelgati:
il-mistero-dei-reperti-antidiluviani-di.html
i-superstiti-di-atlantide-che.html
il-mistero-delle-pietre-di-icala.html
i-teschi-allungati-di-paracas.html
edgar-cayceil-profeta-dormiente.html
il-libro-di-dzyan-la-storia-proibita
lantropologo-semir-osmanagichla-storia.html
Questo è un racconto veramente emozionante. Mi interessa sia la parte scientifica razionale, che la parte filosofica che fa sognare e sperare.
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