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venerdì 6 febbraio 2015

La Croce Ciclica di Hendaye ed il transito del X° Pianeta










"Solo gli Dei che sanno tutto, e gli ignoranti che pensano di sapere tutto, non cercano."

Giordano Bruno






LA VITA SI RIFUGERA' IN UN SOL LUOGO



Un Monumento misterioso
 
I Baschi sono un popolo con una storia assolutamente straordinaria. Ricerche parlano di questa particolare popolazione, contraddistinta da una lingua antica e magica e da una morfologia genetica peculiare, presenti nei territori del golfo di Biscaglia fin dal Paleolitico Inferiore.




Attualmente i territori abitati dalla popolazione basca sono in gran parte amministrati dal Governo Spagnolo a sud ed ovest e, per meno di un terzo, dal Governo Francese a nord/est. Hendaye è l'ultima città basca francese prima del confine con la Spagna, segnato dall'estuario del fiume Bidasoa e dai Pirenei, che qui finiscono, dinnanzi alla maestosa distesa dell'Oceano Atlantico.





 


La parte medievale della città basca si trova sulla cima di una collina da dove si gode di una buona vista della sottostante Baia di Chingoudy e del fiume Bidasoa a Nord ed Ovest, con l'impressionante scenario delle pendici dei Pirenei ad Ovest, Sud ed Est.
Nel centro della città, accanto alla Chiesa di S.Vincenzo, si trova una Croce Ciclica che fu eretta nel tardo '700 da un gruppo di sconosciuti iniziati che si crede ancora vivano nelle vicine zone di montagna. La Croce ornava, un tempo, il cimitero e solo nel 1842 fu spostata vicino alla chiesa, nel luogo dove si trova ancora oggi.





Il monumento è misterioso. Reca una quantità di simboli scolpiti in bassorilievo che magnetizzano l'osservatore e lo introducono in un percorso ermetico di lettura e di interpretazione. La sensazione è quella di addentrarsi in un territorio arcano, delineato da archetipi simbolici che rivelano Tempi, eventi apocalittici e misteri del Cielo e della Terra. Sembra che la Croce di Hendaye si rimasta relativamente sconosciuta fino a quando furono pubblicate, negli anni '60, le ricerche condotte nei decenni precedenti da Fulcanelli, misterioso alchimista parigino, ricercatore e scrittore prolifico e geniale, scomparso successivamente in circostanze altrettanto misteriose. Egli non solo notò la Croce Ciclica nei Paesi Baschi ma la mise in evidenza come un importante monumento esoterico europeo e ne tradusse parzialmente i simboli, ponendo in risalto un particolare aspetto del complesso sistema simbolico, come un esoterico messaggio latore di eventi finali ed apocalittici.


Ad un primo sguardo il monumento si divide in tre componenti fondamentali: la croce superiore, la colonna o pilastro e la base di piedistallo. La croce superiore ha tre componenti simboliche, il pilastro è un simbolo in se stesso e la base ha quattro simboli per un totale di otto immagini.


Le tre componenti simboliche della croce superiore sono l'iscrizione INRI, due X posizionate una sopra l'altra e la misteriosa scritta in latino:
 

O C R U X A V E S
 

P E S U N I C A
 

Che sta per: O CRUX AVE SPES UNICA (Ave O Croce, unica speranza) - con un grossolano errore nella posizione della lettera S che insospettisce alquanto l'osservatore avvezzo ai significati ed alle tecniche della Kabala esoterica e dell'Alchimia.
I quattro simboli della base devono essere presi come componenti di un'unica struttura simbolica.


 




Le immagini sono, iniziando ad est in senso anti-orario:
 

1) una stella ad otto raggi,
 

2) una mezza luna con un occhio e lineamenti di viso umano,
 

3) un adirato o terrorizzato volto solare con occhi cerchiati che escono dalle orbite, bocca tirata in una smorfia di rabbia o terrore; il volto è circondato da 16 grandi raggi alternati a 16 raggi più piccoli all'interno di un cerchio che li contiene. L'intero cerchio solare è circondato da 4 stelle, poste negli angoli del rettangolo e inclinate in modo che il loro asse diagonale incroci nel centro il volto solare,
 

4) un ovale che riempie l'intero spazio del rettangolo e contiene una croce con quattro A all'interno. Le A sono insolite, con un piccolo angolo opposto annidato nel vertice di ogni A, invece che l'usuale barra orizzontale.

Il pilastro ci offre un'immagine di unificazione e quella di meridiano, simbolo in se stesso, spazia attraverso tutte le scale di interpretazione.








Simbologia esoterica
 

A questo punto ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un massiccio messaggio cifrato che chiede con urgenza di essere svelato, come fosse appesantito da un grave fardello da cui liberarsi e di cui noi, ci faremo carico, facendoci aiutare e guidare in questo duro cammino da coloro che si sono addentrati prima di noi nel fitto bosco della conoscenza esoterica, riservata agli Iniziati della Sacra Scienza.



La Croce Superiore
 

1) L'iscrizione INRI, lato est - L'immagine ci introduce direttamente nella tradizione Alchemica Rosacruciana. Come Fulcanelli ci dice, questa iscrizione può essere interpretata come una delle massime chiavi dell'Alchimia: Igne Natura Renovatur Integra o "La Natura è rinnovata integralmente nel Fuoco." Altre interpretazioni leggono Igne Nitrum Raris Invenitum o "La Lucentezza è raramente trovata nel Fuoco".

Queste lettere furono considerate le 'Parole Chiave' e sottoposte da Weidner e Bridges, (di loro è un recente approfondito studio della Croce di Hendaye) ad un genere peculiare di gnostica ed analisi kabalistica. Il primo simbolo indica chiaramente un percorso tra vita/morte/resurrezione/nuova vita, che è collegato ai misteri della luce, il fuoco dove la lucentezza può essere trovata e la rivoluzione del ciclo precessionale causato dal ribaltamento dell'asse terrestre.


2) La doppia X - Nel punto più alto della croce, sul lato opposto a quello dove si trova l'iscrizione INRI e sopra l'iscrizione latina, si trovano due X posizionate una sopra l'altra. La prima impressione è quella del numero romano venti scritto verticalmente.
Weidner e Bridges sottolineano l'evidente connessione con la Carta XX dei Tarocchi, il Giudizio Finale.





 





Carta dei Tarocchi  XX L'ANGELO.




Fulcanelli scrive nel suo 'Le Dimore Filosofali' (ed.Mediterranee,Roma,1973,p.205): "..La X significa anche il sale ammoniaco dei saggi, o sale d'Ammone (ammoniakòs) cioè dell'Ariete, che un tempo veniva scritto con maggior veridicità, harmoniac, perché realizza l'armonia (armonia,riunione), l'accordo tra l'acqua e il fuoco, perché mediatore per eccellenza tra il cielo e la terra, lo spirito e il corpo, il volatile e il fisso. Ed ancora è il Segno, senz'altro attributo, il sigillo che rivela l'uomo per mezzo di alcune linee superficiali, le virtù intrinseche della prima sostanza filosofale. Infine la X è il geroglifico greco del vetro, materia pura tra tutte, ci assicurano i maestri dell'Arte, e quella che più si avvicina alla perfezione...".
 

3) L'iscrizione Latina - il grossolano errore che reca l'iscrizione non induce a sviluppare complessi sistemi di analisi ma a cercare nella semplicità del messaggio, veicolato sapientemente da un così evidente errore grammaticale.

Fulcanelli diede importanza alla lettera S : "La lettera S, che prende in prestito la forma sinuosa del serpente, corrisponde al khy (x) della lingua greca e ne assume il significato esoterico. E' la traccia elicoidale del sole giunto allo zenit della sua traiettoria nello spazio, il tempo della catastrofe ciclica. E' un immagine teorica della Bestia dell'Apocalisse, del drago che vomita, nei giorni del giudizio, il fuoco e lo zolfo della creazione macrocosmica. Grazie al valore simbolico della lettera S, messa in posizione errata a bella posta, comprendiamo che l'iscrizione deve essere tradotta in linguaggio segreto, cioè nella lingua degli Dei, o quella degli uccelli e che si deve scoprire il significato per mezzo delle regole della Diplomazia...- Fulcanelli continua rivelando la filosofica lettura dell'iscrizione - 'E' scritto che la vita si rifugi in un sol luogo', apprendiamo cioè che esiste un paese nel quale la morte non toccherà gli uomini, quando sarà il terribile momento del duplice cataclisma. Tocca a noi cercare, poi, la posizione geografica di questa terra promessa, dalla quale gli eletti potranno assistere al ritorno dell'età dell'oro."


A questo proposito, lo studioso francese Jules Boucher scrisse nel 1936: "Questa croce, contrassegnata con la X, ci mostra una sorta di rebus. E' l'Artista che moltiplica le figure affinché il suo emblema possa parlare. Scrutando con gli occhi dello spirito l'iscrizione "O CRUX AVE SPES UNICA" , i Cabalisti trovarono , molto esattamente e senza possibilità di errore, l'indicazione precisa del punto del globo che non sarà toccato dalla prossima catastrofe (inversione dei poli), dal prossimo sovvertimento.
Bisogna tenere presente che la parola "rovesciamento" significa inversione della sfera, inversione della sfera terrestre. Vale a dire che il polo nord diventerà il polo sud e inversamente, quando il sole che divora (sole nero) arrivato al punto culminante della sua corsa, marcerà in senso inverso, guardando lo stesso senso di rotazione."




Il Pilastro
 
Questo simbolo in se stesso unifica l'intera visione. Esso è la colonna vertebrale del mondo, l'albero del mondo e l'albero della vita nello stesso tempo. Gli Egiziani lo videro come lo Djed o Zed, la spina dorsale di Osiride, l'asse polare del pianeta e del meridiano galattico.
Lo Djed è una torre, rappresentante stabilità, continuità e rigenerazione. La Festa dell'Innalzamento dello Djed risale ad oltre 5000 anni - come cita il Libro Egiziano della Morte che identifica lo Djed sia come la colonna dorsale di Osiride sia come supporto e colonna dorsale dell'Universo. Storicamente, lo Djed fu innalzato nei tempi cruciali di transizione tra i cicli, evocando luce e stabilità e per disperdere l'oscurità e il disordine. Secondo i testi del Tempio di Horus a Edfu, lo Djed servì al suo eccelso scopo e rivelò il suo supremo mistero alla fine di ogni età del mondo e all'inizio di un'altra.
Lo Djed è il supremo simbolo di unificazione di tutte le polarità, esso connette alla trascendente realtà dell'Uno. Esso simboleggia l'asse micro e macrocosmico. Come l'Asse Cosmico, lo Djed è il "cilindro", la colonna di luce che collega la Terra alla Stella Polare. Esso rappresenta stabilità perchè allinea il Polo Nord della Terra con il punto fermo nella volta celeste.


Oltre la Stella Polare si trovano i reami degli Dei e più alte dimensioni dell'Essere. Nel microcosmo, dentro di noi, l'asse umano è la colonna spinale, il tunnel spazio-temporale attraverso il quale il grande trasferimento può avvenire, la colonna di luce che connette la materia pesante alla pura Consapevolezza, nella Corona alla sommità del capo.
Lo Djed è quindi il mezzo di trasferimento fisico per l'esistenza superiore, per la liberazione nel reale e la vita eterna, la scalinata della Resurrezione per gli Eletti.
Sappiamo anche che gli Dei Egizi e Sumerici costruivano Torri Djed atte al trasferimento sul loro pianeta di Origine. Un eccezionale esempio è lo Djed presente all'interno della Grande Piramide del complesso di Giza.


La Camera del Re è il cuore della struttura Djed della grande Piramide e sembra essere una sorta di camera orgonica da cui spiccare un grande balzo nell'infinito. Una camera di straordinaria potenza atta a catalizzare ed esaltare le natura cosmica insita nella struttura genetica dell'essere umano, innalzare nuovamente la Torre di Osiride nella colonna spinale dell'uomo e di trasferirlo sul piano celeste della sua più elevata consapevolezza.








La Base o Piedistallo
 

La sequenza di simboli rappresentati sui quattro lati del basamento ci conduce attraverso drammatici eventi di natura cosmica.

La Stella, emblema messianico dell'avvento celeste. La Luna che è intuizione, ispirazione come anche conoscenza; l'Artista ha scolpito la Luna con un profilo umano e un occhio di fronte come nelle figurazioni egizie. Si sa che gli Egizi non rappresentavano mai l'occhio di profilo, l'occhio ci indica anche la visione nell'oscurità, cioè la conoscenza segreta che, in questo caso contempla il mistero della fine dei Tempi. Il Sole terrorizzato e con gli occhi fuori dalle orbite il che lascia intuire mutazioni degli equilibri orbitali dei pianeti del sistema solare. L'ovale con le quattro A, identificato da Fulcanelli come il Giudizio Finale dell'Arcano Maggiore XX dei Tarocchi.


Tra i quattro, quest'ultimo simbolo appare il più misterioso. Non tenteremo ora, ulteriori letture oltre a quella del maestro Fulcanelli, sebbene questo simbolo sarà per noi, l'origine di un nuovo percorso di interpretazione.









Conclusioni
 

A questo punto abbiamo raccolto una discreta quantità di informazioni per poter delineare un nostro paradigma, coordinate per la mente, un'indicazione di percorso, un segnale sul sentiero, una profezia e forse, una sacra via d'accesso a misteri del tempo, rimasti finora, inviolati.

Riteniamo fuorviante tentare di estrapolare una data dal Monumento di Hendaye in quanto vengono profetizzati eventi comunque troppo grandi per uomini quali siamo. Riteniamo più importante comprenderne il messaggio simbolico e giungere a indicazioni più approfondite.
La Croce Ciclica di Hendaye parla di un'unica terra, un solo spazio, un solo luogo di questo pianeta dove si radunerà tutta la vita, l'intera corrente vitale, la consapevolezza e l'intelligenza e dove i viventi troveranno riparo nel tremendo e grandioso giorno del grande atto finale.
Si evidenzia anche un modello elementale, vita/morte/rinascita/nuova vita, che è collegato al ciclo precessionale ed il rinnovamento del mondo attraverso il Fuoco.


Il sacro luogo indicato nel misterioso messaggio è evidentemente il punto geografico dove la Croce Ciclica è stata eretta. Si tratta della città di Hendaye, centro esatto del Golfo di Biscaglia, il territorio occupato da migliaia di anni dall'etnia basca.
Sembra quindi che questo angolo di Europa affacciato sull'oceano atlantico sarà, per i predestinati viventi, l'unico luogo protetto dall'apocalittica purificazione nel Fuoco e dalla catastrofe cosmica dell'inversione/inclinazione dei poli.


A provocare tali eventi sarà il passaggio di un corpo celeste, una Stella con un'enorme orbita ellittica, simboleggiata dal Serpente di Fuoco, un Serpente Celeste che porta ciclicamente terrore e purificazione, morte e rinascita in tutto il sistema solare.


La Stella è il Decimo pianeta del nostro sistema solare, contraddistinto dalla X superiore, il pianeta dell'attraversamento conosciuto da Sumeri, Egiziani e da altre civiltà del passato (Nibiru, Marduk, Horus-Set, Quetzal/coatl), il quale compie la sua enorme orbita intorno al sole e quindi giunge al suo allineamento ciclico con la Terra e con gli altri corpi celesti del sistema solare, ogni 3600 anni circa. Le due X sovrapposte indicano un allineamento che avverrà tra la X superiore, il Decimo Corpo Celeste, la Stella dell'attraversamento, e quella inferiore, il luogo sacro della radunanza della vita. Questo sarà anche il momento di un particolare allineamento planetario rispetto al sole di quattro pianeti, Marte e Giove da un lato e Venere e Mercurio dall'altro. A simboleggiare l'apertura della Porta celeste.
Perché la vita si radunerà proprio in questo luogo? Cosa cela di così importante il golfo di Biscaglia?


Il X° Pianeta, il Serpente Celeste troverà il suo Zenith allineandosi sulla sua precisa immagine, riflessa sulla terra. Questo luogo, dove la vita si rifugerà per scampare alla catastrofe, si rivela così Ombelico della Terra, Meridiano del Mondo, rappresentato dalla colonna del Monumento, che traccia l'asse di allineamento e rappresenta lo Djed, spina dorsale di Osiride e Porta Stellare, ovvero il sistema di trasferimento fisico verso la propria Origine.
 


La Croce Ciclica di Hendaye risponde alla nostra domanda e ci rivela che che in questo luogo sacro, esiste una scala per l'ascesa al paradiso superiore, che si rivelerà nel perfetto allineamento, a congiungere la Terra con il Cielo, il Tempo all'Eternità, l'Uomo alla sua Divinità Immortale. Il Monumento indica che, in questo preservato luogo del pianeta, si trova una struttura Djed, in grado di trasferire gli Eletti alla loro reale ed eterna esistenza. E che sarà la colonna spinale di ciascuno di loro, la colonna spinale di Osiride esaltata alla suprema potenza all'interno della Camera Reale, a risalire la scalinata dell'essere, fino alle sue sorgenti celesti, e ritrovare la perfezione dell'Origine. Il perfetto allineamento tra il Serpente Celeste e lo Zed aprirà loro la Porta dell'Ascensione nel Reale e l'Avvento della Stella di Fuoco sarà il giorno della loro attesa liberazione.
Altro destino avranno coloro che resteranno. Il transito della Stella segna la fine dei Tempi ed una ciclica rivoluzione del pianeta che entrerà in una nuova era di esistenza e di manifestazione della vita passando attraverso il Fuoco che porrà ogni cosa a completa rigenerazione.


 


Ipotesi di lavoro
 

Non ci sono elementi sufficienti per comprendere come questo angolo di Europa affacciato sull'oceano Atlantico possa essere preservato dalla profetizzata purificazione nel Fuoco e da cataclismi planetari come lo spostamento o addirittura l'inversione dei poli.
Né esistono, nei territori baschi, ritrovamenti archeologici sufficienti anche solo per giustificare l'ipotesi dell'esistenza di un monumento prediluviano come, o quanto meno simile, alla gigantesca Torre Djed custodita dalla Grande Piramide.
Forse il Monumento di Hendaye cela ulteriori informazioni e possiamo spingerci più avanti in questo sentiero fattosi ormai stretto e tortuoso.


La nostra storia inizia con una Stella, una Stella di Fuoco che ciclicamente ritorna. Essa percorre il suo viaggio ed incontra la Luna, la conoscenza segreta riconosce l'Avvento del Serpente Celeste. Il Sole, la mente razionale, ne è terrorizzato. Il sistema solare rivoluzionato. E' il grande giorno del Giudizio Finale e la vita trova rifugio in un sol luogo della Terra. Questo luogo è forse il suo ombelico, il chakra vitale della terra che conduce al suo centro solare e al suo paradiso interno. E' un luogo protetto, circoscritto, un uovo filosofico che custodisce la materia primordiale. Essa è la croce che occupa lo spazio incontaminato, il segno della Vita che trova rifugio nell'Uovo.


 




Questo spazio sospeso, inviolato dal tempo e dalla mente degli uomini, è suddiviso in quattro settori, quattro territori chiusi, viventi e preservati. All'interno di ciascuno di loro si manifesta una struttura rivolta verso l'alto, rappresentata dal senso ascensionale di un energia che attinge dal basso e dall'interno per innalzarsi e trasferirsi. Il grande giorno del Giudizio Finale è anche il giorno di una grande partenza, del grande trasferimento. L'ipotesi è che, nei territori baschi del golfo di Biscaglia, esistano aree protette, spazi preservati atti a ricevere la vita che qui, troverà rifugio. Il fatto che questi spazi siano assolutamente delimitati e chiusi, quindi inaccessibili ai non eletti, estende l'ipotesi alla loro natura iperdimensionale. Cioè che esistano in questa area geografica della terra, degli spazi dimensionali ad alta frequenza, non percepibili dalla sensorialità umana né soggetti alle sue leggi fisiche, nei quali si trovino Torri Djed atte al trasferimento fisico di coloro che scamperanno alla tremenda purificazione.


L'immagine ci dice che in questo territorio esistono quattro spazi delimitati, ciascuno dei quali dotato di una propria completezza ed autonomia. Ciò nonostante essi compongono "un solo spazio". Questo lascia pensare che, in altri luoghi sacri del mondo esistano altri spazi ad alta frequenza, campi iperdimensionali di Terra Reale, anch'essi dotati di Djed per il trasferimento, considerati comunque appartenenti ad "un solo spazio", lo spazio indivisibile della Sostanza Originale.


Naturalmente in questi straordinari spazi di 'Terra Reale' vi sono degli abitanti, donne e uomini reali. I quali molto probabilmente assistono dall'esterno al dramma temporale di questa civiltà cercando di salvare il salvabile, guidando i predestinati verso lo spazio reale.
Sono forse quegli stessi che hanno eretto la Croce Ciclica di Hendaye, misteriosi iniziati che, si dice, vivano ancora, liberi dal tempo, tra i magici pendii dei Pirenei.






La Grande Croce di Hendaye e la quarta dimensione




Secondo Fulcanelli e la croce di Hendaye, le quattro età alchemiche comprendono i quattro radianti di un ciclo di 25.920 anni corrispondente alla precessione degli equinozi. Essenzialmente, questa precessione è dovuta al fatto che la Terra oscilla attorno al proprio asse.

Come una trottola che si sta fermando, un moto rotatorio completo del suo asse richiede 26.000 anni. Le strane incisioni di quattro lettere A sulla croce di Hendaye (nella figura in alto) è, a parere di Fulcanelli, un geroglifico dell'universo che

"rappresenta i simboli convenzionali del cielo e della terra, dello spirituale e del temporale, del macrocosmo e del microcosmo, a cui sono associati i simboli della redenzione (la croce) e del mondo (il cerchio)".

Fulcanelli sembra dirci che la precessione degli equinozi va divisa in quattro ere di 6.480 anni ognuna (25.920 diviso 4), che si possono arrotondare a 6.500. E' interessante, perché il ciclo zodiacale, che dura appunto 25.920 anni, ha quattro segni fissi: Acquario, Toro, Leone e Scorpione. Questi quattro segni sono separati da un intervallo di 6.500 anni. Il libro di Ezechiele e quello dell'Apocalisse parlano di un angelo con quattro volti: leone (Leone), bue (Toro), uomo (Acquario) e aquila (animale che anticamente simboleggiava lo Scorpione). Secondo Fulcanelli, entrambi questi libri si riferiscono ai quattro quadranti della precessione degli equinozi e ci avvertono di un grande cambiamento all'ingresso in uno di questi quattro segni.

E' noto che stiamo per entrare nell'Età dell'Acquario. La croce di Hendaye e Fulcanelli ci dicono che enormi cambiamenti attendono la terra all'entrata in uno dei quattro segni fissi, cambiamento che possono essere cataclismatici.

Ovviamente, la durata di 6.500 anni assegnata a ognuna delle ere alchemiche è in disaccordo con il sistema indiano degli yuga, ognuno di durata diversa. Ma è nel tentativo di risolvere queste diversità che si rivelano gli aspetti iperdimensionali del tempo.



Secondo la fisica moderna lo spazio quadridimensionale, di cui il tempo è un aspetto, ha la forma di una ipersfera. Una ipersfera è simile a una ciambella, che i fisici chiamano "toro". All'interno di un'ipersfera l'energia si muove come illustrato nella figura a sinistra. Il flusso inizia dal basso, sale verso il cerchio esterno, attraversa l'equatore della figura e continua a salire verso l'alto. Qui ricade all'interno muovendosi a spirale e raggiunge di nuovo il punto più basso, da cui riprende l'espansione verso l'alto. Questo flusso è continuo e in un certo senso infinito.








L'ipersfera quadrimensionale, o toro, si può anche rappresentare come un ipercubo. Essenzialmente questo ipercubo, chiamato anche "cubo spaziale" e dagli alchimisti "tetragrammaton", è una rappresentazione piana dell'ipersfera.





L'ipersfera quadrimensionale, o toro, si può anche rappresentare come un ipercubo. Essenzialmente questo ipercubo, chiamato anche "cubo spaziale" e dagli alchimisti "tetragrammaton", è una rappresentazione piana dell'ipersfera.

Gli scienziati, che amano l'andamento lineare, usano la figura dell'ipercubo per aiutarci a capire meglio l'universo multidimensionale che ci circonda. Gli alchimisti preferivano invece le linee curve della natura, perciò in questi post useremo il toro a forma di ciambella, o ipersfera.
Gli alchimisti pensano che attorno a ogni cosa vivente su questa terra ci sia un "corpo" iperdimensionale. Questo corpo o sfera iperdimensionale, che i mistici chiamano corpo di luce, circonda anche ogni stella e pianeta. Ogni oggetto del mondo tridimensionale è un'espressione dello spazio quadridimensionale. Uomini, animali, piante, pianeti e stelle sono i solidi all'interno del flusso di energia quadridimensionale. Come vedremo, anche il tempo si comporta in questo modo.

Per comprendere il funzionamento del tempo occorre conoscere le viscere della sfera iperdimensionale. Con "viscere" si intendono i vortici di energia che scorrono al centro dell'ipersfera. Quando il flusso di energia inizia a disporsi nel vortice che scorre al centro della sfera, assume la forma di un tetraedro.
Il tetraedro è il mattone costitutivo dello spazio tridimensionale e la base di tutti i solidi di Platone. Il tetraedro è la forma più semplice che si può creare nel mondo tridimensionale. E' un solido con quattro facce uguali, ma può venire rappresentato anche come un vortice.








Facciamo una breve digressione sui vortici. Negli Stati Uniti c'è un'area chiamata Tornado Alley che si estende attraverso le grandi pianure, dal Texas ai due Dakota. E' qui che ogni anno si formano i grandi tornado, con spaventosi effetti distruttivi. In genere i tornado iniziano a maggio e durano fino ai primi di agosto.
Conoscere i tornado ci aiuta a capire i vortici e la densità delle forze nell'ipersfera. I tornado (e gli uragani) sono fatti della stessa aria che ci avvolge normalmente. Ma, quando l'aria inizia ad avvitarsi su se stessa, assume una strana solidità. Anche se la sommità in rotazione di un tornado ha già una certa pericolosità, è la rotazione dell'aria vicino al suolo che presenta la pericolosità maggiore. Qui l'aria diventa solida come il ferro. La punta di un tornado può spaccare gli edifici in due, sollevare auto e camion per decine di metri, e scagliare oggetti alla velocità di una pallottola. Con l'aumento della velocità della rotazione, la punta del tornado raggiunge la potenza di 50 motori di locomotiva e la densità dei metalli più duri. Le molecole ruotano così rapidamente da creare una massa davvero poderosa. Questa potenza e questa densità sono prodotte dalla semplice rotazione dell'aria.

Ora ritorniamo al centro del nostro toro iperdimensionale e, applicandovi l'esempio del tornado, possiamo capire il funzionamento dei vortici al suo interno e il dispiegamento del tempo. Quando il flusso di energia entra dalla sommità del vortice corrispondente al tetraedro, inizia a ruotare sempre in modo più rapido e compresso. Scendendo, come in un tornado, la punta inferiore del vortice diventa sempre più "dura". Potremmo dire che è questo indurimento delle forze vorticose che crea la solidità del nostro spazio tridimensionale. Ogni essere umano, pianta e animale, e persino i pianeti e le stelle, sono punte indurite di vortici iperdimensionali in continua rotazione.

Come l'aria, queste forze iperdimensionali sono invisibili e diventano visibili solo quando si coagulano nella punta di un vortice in rotazione. E' attraverso la rapida rotazione dello spazio quadridimensionale che si crea il moto tridimensionale. I mistici di tutte le tradizioni l'hanno sempre saputo e hanno scoperto le dinamiche interne della quarta dimensione nella sua interazione con la terza. La quarta dimensione è la sfera esterna e la terza dimensione è creata dai vortici tetraedrici all'intero della sfera. Gli antichi hanno chiamato lo spazio quadridimensionale "spirito" e lo spazio tridimensionale "materia".

Che cosa ha a che fare tutto questo con il tempo e con la sua topografia? Ricordate la differenza tra le quattro ere della precessione e i quattro yuga indiani? unificando i due sistemi, non solo capiremo la topologia del tempo, ma potremo anche mapparla come hanno fatto gli antichi, comprendendo che siamo dentro il suo flusso.





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