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mercoledì 25 giugno 2014

IL DIO DEL MALE JAHVEH,E LA CREAZIONE DELLE RELIGIONI-2 PARTE




JAHVE’

  IL DEUS INVISIBILS






Per Ebrei, Cristiani, ed Islamici, che hanno sostituito al Daimon o Dio individuale, il Dio collettivo delle loro religioni egregoriche, Jahvè non è più, come l’Idios Daimon ellenico, un Deus Absconditus; ma un Deus Invisibilis. Non è più avvertibile, all’interno dell’individuo, come una somiglianza luminosa che si riflette in esso; ma si colloca in una dimensione astrale, aliena ed esterna; percettibile solo grazie all’incerto Dono della Rivelazione.



Solo per costoro, la Gnosi individuale non è più lo strumento eccellente: di comprensione dell’Arcano divino, e per essi solamente, l’esistente nel mondo, non prova la Presenza palese della divinità.

Ebrei, Cristiani, ed Islamici, non cercano prove intime, e, quindi, non le trovano.  Si attengono alle loro leggi aggressive: ai Talmud, alle Bibbie, ai Corani, e attendono,  pazientemente, la grazia di un segno esteriore e collettivo, che tarda sempre a venire.

Ma essi fanno, di questa miseria di riscontri, un loro punto di forza dottrinaria:


“Poiché Dio è Nascosto, se una religione o un individuo afferma che è evidente, non può essere che una falsa religione e un falso profeta”.





Come dire, che le sole Religioni Vere sono l’Ebraismo e il Cristianesimo, che, a detta dei cristiani, ne è il completamento; o l’Islam, che, per ora, esaurisce la serie delle sacre imposture semite.

Dato che si nasconde, e che non è per essi auto evidente, il Dio egregorico, Jahvè, Geova, o Allah, deve essere continuamente confermato. Ecco, quindi, la necessità di una Storia lineare delle affermazioni di Dio; e l’obbligo di un a costante apologetica che ne dimostri, oddrddivzmrntr, la validità teologica e dottrinaria; ecco, cioè, l’apoteosi dell’Ortodossia.



Con questi strumenti, gli Ebrei, i Cristiani, e poi gli Islamici, fanno, della propria cecità collettiva, all’evidenza divina nell’individuo, l’Unica vera Visione; la sola Rivelazione attendibile.

Nell’Esodo, Jahvè dice di sé stesso:



Io Abito nella Caligine, ed è impossibile vedermi e restare vivi; si può vedermi solo a Posteriori.



Con questa arguzia pastorale, per ignoranti di sé, che negano ogni Gnosi ai reali sapienti, ma se la offrono in esclusiva rivelazione, Mosè nega la possibilità dell’esperienza diretta di Dio, e afferma l’autorità sacerdotale del proprio Lignaggio: familiare, neo-genetico, e trans-razziale; unico intermediario, ormai  accreditatosi come vicario, presso l’Egregoro Jahvè.



Il genio ancor più spudorato dei Cristiani, che sono e restano degli Ebrei dissidenti, rinnegati e scismatici, è quella di rubare, agli Ebrei ortodossi, loro parenti stretti, l’eredità egregorica del Patto mosaico con Jahvè; sviluppandone ulteriormente, e in proprio, il cupo Lato Saturnino.


Come Mosè, anch’essi negano la possibilità d’ogni Gnosi individuale diretta, a favore della necessaria mediazione; offerta, ovviamente, dalla propria casta ecclesiale.


 

Da allora, la santità, consiste, principalmente, nel Credere, contro ogni evidenza del Sapere, al Dogma del Deus Invisibilis. Il Cristianesimo pone difatti la Natura, e l’esistenza di Dio, come Problema, e fa, della ambigua latenza di Jahvè, il cardine di una Fede per postulanti cronici; altalenanti fra la paura del castigo, e la speranza di un’assoluzione.



Questa ideologia dell’insipienza interiore, può allora affermare che Credere e meglio che Sapere: La Fede è cosa tanto immensa che è giusto che chi non la cerca ne sia privato; c’è abbastanza luce per chi vuol credere, ma altrettanto buio per chi non vuole. In altre parole, Solo chi crede ciò che i Giudeo – Cristiano – Islamici credono, merita la loro Fede. Jahvè si ottenebra, e gioca a rimpiattino con i suoi Profeti: Primi, Ulteriori, ed Ultimi, per rendere la loro fede più ardente, e il loro ardore più appassionato; garantendo il libero arbitrio, e un’esistenza meno noiosa. Avvolgersi d’ Ombre, è l’Unico modo, dicono gli Ebrei Cristiani, con cui Dio, che è Persona nel senso fisico del termine, può cercare e trovare l’Uomo; ed esserne cercato e trovato.



Per costoro, CONOSCERE DIO significa penetrarne l’intimità carnale, scoprirlo e denudarlo, per grazia ricevuta, e per concessa rivelazione; come si svestirebbe il corpo di un amante, prima nascosto da ingombranti panni: per poterlo finalmente possedere, od esserne posseduti.



La sostituzione del Dio collettivo exoterico, al Dio individuale esoterico, che si manifesta in teofanie di Bellezza reale, non potrebbe essere più evidente.
Ebrei, Cristiani, ed Islamici, coltivano non solo lo stesso egregoro jahvrivo, ma anche la stessa ossessione: della proprietà materiale e legale delle cose, ottenuta attraverso la loro “scoperta sessuale”. Ossessione della nudità del corpo, e dei corpi nudi da possedere

Questa distorsione dell’eros intervirile, è funzionale all’economia energetica della relazione con Jahvè, Geova o Allah. Il Patto con Lui fa, dei maschi che lo contraggono, i soli fornitori di quella vitalità spermatica, che costituisce il cibo del Dio; rendendoli dei succubi sessuali passivi, devirilizzati dalla circoncisione, e resi, tramite quella, “Spose del Signore”.



Essi sono attivi, solo come medium procreativi del loro Dio Invisibile; sensali, che gli pro-ducono e pro-curano figli da sacrificare, o che si sacrificano; cioè nuovo ed ulteriore nutrimento.

Jahvè è l’Incubo attivo, che fa, del maschio ebreo, cristiano, od islamico, la propria Sposa; in senso carnale.



La femmina umana, semplice oggetto da possedere ed amministrare, è una selva da colonizzare, arare, ed inseminare. Lo sperma, nell’ideologia sottesa al Patto egregorico, non appartiene difatti all’uomo che lo emette, ma a Jahvè, e ai suoi epigoni Cristiano ed Islamico; di cui il maschio è il medium pro-creativo: il mezzo per trarre dalla materia femminile, altrimenti inerte, il nutrimento sacrificale dei Figli primogeniti. 




Ogni altra relazione erotica è abolita, perseguitata e repressa. Da qui vengono i Tabù dell’amore intervirile, unico vero adulterio nei confronti di Jahvè, Geova e Allah; di qui nasce la paura di perdere, o sprecare, lo sperma di Dio, in atti di piacere illeciti, perché non procreativi.



Questa, è anche l’origine dell’ossessione legale per la proprietà esclusiva della donna, dei beni, e dei figli; di cui il primogenito, appartenendo a Jahvè, gli va reso, sgozzandolo nel rito del sacrificio egregorico. Il Patto prevede, difatti, come fonte di nutrimento per Jahvè, il sacrificio di tutte le primizie; figli compresi.






 Il Sacrificio di Abramo al dio JAHVEH




L’accordo nega ogni altra divinità, cosmica, naturale o solare, e fa dell’Ebreo Jahveico, e del Cristiano, come poi dell’Islamico, che vuole sottrargliene la fruizione, un posseduto; servo volontario, e succube sessuale di un Dio-Padre e Padrone, e delle autorità sacerdotali che, rappresentandolo, ne amministrano e sostengono il Potere e la durata.



Con una lunga operazione teologica, la Divinità onni-pervadente dell’Ologramma Cosmico, viene costretta nella camicia di forza della formulazione Ebraico – Cristiano – Islamica, che nega la Sapienza della Gnosi individuale, e impone Fede e Timore; il rispetto dell’ignoranza assoluta, e il distacco e la discordia dall’armonia cosmica.



Il Divino archetipo, dell’Uomo di Luce interiore, viene negato: in nome di un Dio egregorico, e di un contratto neo-razziale d’elezione reciproca: un accordo nuziale, che si fa Legge da rispettare, e a cui obbedire.

Jahvè, Geova, ed Allah sono un solo Dio: delle Tempeste, degli Eserciti, della Legge, e della Punizione; Carceriere e Giudice che, contro ogni evidenza cognitiva, gli ebrei ed i loro epigoni, impongono a sé stessi e agli altri, come Divinità esclusiva; in cambio del potere sul mondo, e della supremazia, della propria “ Super-razza “, su tutti gli altri popoli. 




Questa Monolatria, afferma che ogni valore filosofico, ogni esperienza diretta, ogni abilità scientifica, sono il prodotto della Follia diabolica. Ogni aspetto divino, non essendo Jahvè, Geova, o Allah, è Satana; e tutti gli altri Dei sono Demoni e, quindi, Avversari.

Jahvè non è sottomesso ad alcuna Legge naturale, o cosmica, ma, anzi, sospende, rigetta e capovolge ogni legge; a suo piacimento. Di fronte alla sua volontà, non valgono Sapienza od Armonia, ed egli può sconfessarsi quando più gli garba:



La follia di Dio è più sapiente della sapienza degli uomini, dice il propagandista ebreo cristiano Saulo di Tarso, che riprende l’antica preghiera rabbinica: Lodato sii tu o Dio, che vuoi ciò che è proibito.



Come la linfa negli steli e il midollo nelle ossa, così, Metafisica e Magia Ebraica, sono implicite nelle parole: ne costituiscono il significato e il potere.

Questa Volontà umana, che s’impone come la Sola Religione, l’unica Metafisica, e la Magia esclusiva, fonda il proprio potere legittimando e normalizzando il sopruso: compiuto negando la volontà e la divinità individuale altrui.

Lo fa, celandolo nell’elemento potente: la Parola.



Cosmologie verbali spiegano, coordinano, ed immaginano idee che il linguaggio dà per scontate, muovendo gli uomini e ossessionandoli, con figure che ne dominano le menti. E’ l’immaginazione che genera parole ed atti umani; la mentalità, che seduce l’attenzione, con l’inganno ammiccante di una visione ignea: Il Dio Rivelato, non dalla Bellezza, ma dal Verbo, dal Libro, e dalla Storia.




Le tre sette del Libro, sono una tri-unità di abili sfruttatori del Verbo Possedere: ossessi larvali, nutriti dalla Parola scritta, e fautori frenetici della Legge del loro Dio.

Jahvè è un Dio di rivelazioni per pochi prescelti, e d’attesa obbediente dei molti, che patiscono il fatto d’essere la nazione ed il popolo che si dice eletto, pensandosi come sale e lievito della terra; inconsapevole d’essere invece, in essa, un fermento corrosivo, capace di disseccare ogni realtà vivente.






 IL SIONISMO EBRAICO








Ebrei fedeli alla loro tradizione Mosaica e sionistica, ve ne sono più di quanti si voglia far supporre, ed essere ebrei, significa già appartenere di fatto, volenti o nolenti, ad una Organizzazione Mondiale iper-razzista, che struttura, attraverso gli effetti dissolventi prodotti dei propri elementi, un piano di predominio planetario: sulle altre razze, rese  esangui ed inconsapevoli di sé. 



La loro azione, nei campi più disparati: dalla scienza alla finanza, dall’arte al cinema, dalla letteratura alla psicologia, o alla sociologia, ha sempre un carattere invasivo, esclusivo, anti-individuale, e devastante per  la cultura in cui si innesta. L’ebreo afferma che, quale che sia la sua nazionalità, il credo politico, la professione, o persino la fede religiosa, egli resta, per prima cosa, ebreo; mentre ciò non accade a chi abbraccia l’ebraismo religioso.



Il Cristianesimo giudaico, della Grande Chiesa di Roma, è, quindi, di fatto, un sottoprodotto ebraico che fa gioco a Sion. La Razza è la Legge egregorica del patto Mosaico, e del Talmud, che afferma una differenza fondamentale: fra il Popolo Eletto e il resto dell’umanità. In Qabbalah ad Pentateucum la Legge dice:



“Dio si mostra nel mondo con le sembianze dell’Ebreo. Giudeo, Ebreo, e Jahveh sono un unico essere. L’Ebreo è il Dio vivente, il Dio incarnato, l’Uomo Celeste; l’Adam Kadmon. Gli altri uomini, sono soltanto bestie terrestri, di razza inferiore; sono piccoli animal,i e non esistono che per servire l’ebreo.”.

A lui viene promesso un dominio universale, a cui saranno sottoposte tutte le nazioni: “Io ridurrò tutti i popoli sotto lo scettro di Giuda; se voi mi seguirete sarete un reame di sacerdoti. “Io ti do in retaggio le nazioni e in dominio i limiti estremi della terra, di cui tutte le ricchezze devono appartenerti.”



Questo è il Patto, la Promessa e la Legge.



Il Regnum ebraico non è astratto e sovra terreno, ma deve realizzarsi, e si sta realizzando qui e ora, su questa terra; con, alla sua testa, una stirpe ben precisa. Finché ciò non avverrà, gli ebrei devono, comunque, considerarsi come degli esiliati, e come prigionieri oppressi; costretti in terra straniera. Dovunque essi conseguano un dominio, che non sia assoluto, dovranno accusare di subire violenza ed ingiustizia; da ogni legge che non sia la loro.



Questi sono i termini della loro “vera giustizia”, che sancisce, solo per l’ebreo, il diritto-dovere alla ricchezza, e a promuovere avversione e rivolta, contro ogni forma d’ordine e civiltà non ebraica; qualunque essa sia. La logica stessa della Legge mosaica, impone di distruggere tutto; con ogni mezzo, per spianare la via al Regnum di Israele. Dicono testualmente i passi del Talmud e della Torah:



*”Tu sei un popolo santo al Signore; egli ti ha scelto per essere il suo proprio  fra tutti quelli che sono sulla terra.”

*”Egli Darà i loro re nelle tue mani e tu estirperai i loro nomi da sotto il cielo; nessuno potrà fronteggiarti, finché non li avrai distrutti.”

*”Divora dunque tutti i popoli che il tuo Signore ti darà, L’occhio tuo non li risparmi, e non servire i loro Dei, ma uccidi  i migliori fra loro.”



* “Voi Israeliti siete chiamati uomini, mentre le nazioni del mondo sono bestiame”

* “Voi mi avete riconosciuto come unico dominatore del mondo, perciò io vi farò gli unici dominatori della terra”.



Lo Sanhedrin afferma :

* ” Il Goj che studia il Talmud e l’ebreo che lo aiuta in tale

studio, devono essere messi a morte.”

e nello Shemonè Esrè, che è la preghiera che ogni ebreo osservante recita giornalmente, si trovano queste parole:

“Che i Nazareni e i Minim (cristiani) periscano in un istante, che siano cancellati dal libro della vita e non siano contati fra i giusti”



Questo è il seme della Torah, della Legge Ebraica, in base a cui gli ebrei sono invitati a sentirsi l’unico popolo eletto, che dovrà divorare, estirpare, e dominare tutte le altre Nazioni. E’ una scusa comune, da parte ebraica, affermare che questi precetti si riferiscono al tempo dell’Esodo degli Ebrei dall’Egitto, e non vanno per nulla generalizzati.



A smentire queste affermazioni, i profeti ebrei riprendono, anche dopo la costituzione dello Stato di Israele, nell’antica Palestina, gli stessi temi, e Daniele, i Salmi, Geremia  e  Isaia forniscono di ciò degli esempi indiscutibili. Del resto, l’Antico Testamento è, per l’ebraismo, come il Corano Per l’Islam, non una Cronaca, o un testo letterario, ma una SACRA SCRITTURA di valore perenne ed universale; e i suoi precetti valgono indipendentemente dalla contingenza storica in cui sono apparsi.

Fra il 1500 e il 1700, quotati sapienti dell’Ortodossia ebraica, hanno mantenuta intatta la tradizione del Popolo Eletto: divoratore e sovrano universale degli altri popoli.



* “Quando il Messia, figlio di Davide, verrà, sterminerà tutti i nemici.  Tutti i popoli verranno al monte del signore e al Dio di Giacobbe, e saranno soggiogati dagli israeliti. Il profeta Isaia annuncia anche che il Signore lo ha unto per dire agli Ebrei che ad essi saranno soggetti tutti i popoli, e che le genti straniere dovranno lavorare in modo che ai figli di Israele non tocchi alcuna fatica, ma possano servire Dio solo pregando. Perché abbiano tempo per servire Dio benedetto, dovete divorare i beni degli altri popoli.”

* Il mondo è stato creato per gli Israeliti: essi sono la polpa e gli altri popoli la scorza.”


Nel 1919, il sionista Moritz Cohen potrà dire parole davvero profetiche e valide oggi più che mai:

“Senza essere stato assorbito, oggi lo spirito ebraico domina là dove prima era sopportato. Noi non abbiamo più bisogno di chiuderci nel Ghetto medioevale, perché possediamo già da tempo il dominio che ci è stato promesso. Senza di noi, nessun potente del mondo può intraprendere alcunché; poiché noi controlliamo la finanza e il mercato dell’oro. Nessuna parola, da noi non desiderata, raggiunge il pubblico, perché noi controlliamo la stampa. Nessuna idea che ci dispiace, penetra nel mondo intellettuale, perché noi dominiamo il teatro;  e le altre arti. Lo spirito ebraico ha conquistato il mondo.”






Il Jewish World del 9 Febbraio 1883 sceiveva:



“ La dispersione degli Ebrei, ne ha fatto il solo popolo veramente cosmopolita, e, in questa qualità, essi devono agire come un dissolvente di ogni distinzione di razza, e di nazionalità. La grande azione del Giudaismo, è di far sì che il mondo intero sia imbevuto dell’insegnamento ebraico, e che spariscano tutte le razze e le religioni separate. (ovvero non ebree). Gli Ebrei hanno superato lo stadio nazionalista, e hanno fatto del mondo intero casa loro. Con la loro attività nella letteratura, e  nella scienza; con la loro posizione dominante in tutti i settori dell’attività pubblica, essi sono in grado di inglobare, gradualmente, pensieri e sistemi non ebrei, dentro delle matrici, degli stampi e delle Forme ebraiche.”





Baruch Levi, scrivendo al correligionario Mardochai, alias Karl Marx, autore del Capitale, dice:



“Il popolo ebraico, considerato nel suo insieme, sarà egli stesso il suo proprio Messia. La sua signoria sul mondo sarà raggiunta mediante l’amalgama e la con-fusione delle altre razze umane, l’eliminazione delle frontiere e delle monarchie, che sono i baluardi del particolarismo, e mediante l’istituzione di una repubblica mondiale.

In questa organizzazione, i figli di Israele diventeranno dappertutto e senza difficoltà l’elemento direttivo, soprattutto se ad essi riuscirà di portare le masse proletarie sotto il controllo di alcuni di loro. I governi  delle Nazioni e dei popoli, compresi in questa Repubblica mondiale,  passeranno allora, senza sforzo,  in mani ebraiche; sotto la copertura della Democrazia.



La proprietà privata verrà soffocata da uno Stato gestito esclusivamente da amministratori ebrei, che controlleranno ovunque i fondi pubblici. Così la promessa del Talmud sarà adempiuta: Gli ebrei possederanno la chiave e i beni di tutti i popoli della terra.”






Il Testo che segue, di Louis Levy, composto nel 1918, fu letto dall’attore ebreo Samuel Basekow, ad una riunione sionista, a Copenhagen, l’8 Dicembre 1935.



I tempi sono giunti, e solo una cosa importa attualmente: che noi ci manifestiamo per ciò che siamo: una Nazione fra le nazioni: i principi del denaro e dell’intelligenza.

Chi ignora cosa significhino le ghiandole del corpo umano?  Ebbene, gli Ebrei si sono fissati nelle ghiandole della moderna comunità delle Nazioni, che sono le Borse, le Banche, i Ministeri, i Grandi Quotidiani, le Case Editrici, le Commissioni d’Arbitrato, le Società di Assicurazione, gli Ospedali, i Palazzi di Giustizia. In apparenza, tutto resterà immutato, tuttavia, tutto si trasformerà!.

Gerusalemme sarà il nuovo Papato, e somiglierà alla tela di un ragno laborioso: una tela i cui fili elettrici avvilupperanno il Mondo intero.




Sarebbe quindi ingenuità, e pura miopia, vedere nell’azione distruttiva, esercitata incontestabilmente in tutti i campi, e in tutti i tempi, da elementi ebreo-sionisti, qualcosa di autonomo e fine a sé stesso; solo perché non si sanno più ri-conoscere le connessioni sottili, fra una azione particolare ed una eredità psichica e razziale perseguita tenacemente.



E’ invece ovvio che, per effetto egregorico complessivo, e per l’effetto particolare del trauma della circoncisione, a 8 giorni dalla nascita, quando le sinapsi nervose sono completamene aperte, la mentalità di ogni singolo ebreo è psichicamente lesa, e può facilmente venire ossessionata, ed indirizzata all’eliminazione e alla distruzione di ogni altra razza. L’ebreo è, di fatto, lo strumento volontario, od  inconsapevole, di una precisa intenzione psichica: un Méme Sionista, che promuove l’eliminazione di ogni altra Civiltà terrestre.

Le grandi rivoluzioni destabilizzanti, della Storia Occidentale: la Francese, l’Americana, e quella Russa, sono, tutte, riconoscibili come sovverimenti di matrice ebraica: l’ultima, quella bolscevico moscovita, che è costata la vita all’intera dinastia dei Romanov, e a 30 milioni di russi non ebrei, comparata con quella che Paolo di Tarso fece a Roma, o Robespierre a Parigi, non è che uno scandaletto di provincia.  Dobbiamo guardare queste verità bene in faccia, e trarne le nostre conseguenze. L’antisemitismo è un falso problema, creato a proprio uso e consumo dalle élites sioniste.



Esso non sorge, difatti, che come reazione al loro operato, e solo dopo che si sia presa coscienza del vero problema razziale ebraico, e del contenuto del suo Patto di elezione; con l’ Egregoro elementare, divinizzato, che essi chiamano Jahvè. Il rigetto dell’ebraismo cesserebbe, se gli ebrei smettessero di perseguire, occultamente o palesemente, l’egemonia assoluta.



Non si può, seriamente,tacciare di antisemitismo, ogni spirito libero ed ogni individuo, che si opponga al progetto di una Nazione e di una Razza Padrona, che vuole, dichiaratamente, porre in  schiavitù ogni altro popolo terrestre. Se lo si fa, ci si possono aspettare le conseguenze feroci e letali che la storia dimostra.



POTERE RELIGOSO E LINGUGGIO






Si costituisce un potere, legittimando e normalizzando il sopruso di alienazione psichica, che nega il Daimon o Io essenziale individuale; occultandolo nell’elemento da cui nasce quella sopraffazione: la Parola di un Mediatore, che si sostituisce al Dio in ognuno.


Mosè, Paolo, Maometto, sono estensori di un libro sacro, che si pretende lettura ideale, assoluta; esclusiva di ogni altra possibile relazione.



Il Principio del Potere Sacerdotale è il Verbo Sacralizzare, che realizza, nell’azione esteriore, separante e liturgica, il simulacro immaginale di un proprio idolo egregorico, fissato in alto, nei Cieli; e nel cui nome ed interesse, si regna sulla Terra. Con Esso si sostituisce, nel rito collettivo, l’esperienza individuale, attiva ed intima: della Presenza divina, già vivente in ognuno.



Questa rete di voci, attive, apparentemente innocue, i cui significati sembrano chiari e stabili, è la fucina verbale in cui, i fabbri teologali, forgiano le chiavi del proprio potere: di soggezione collettiva.

Con semplici parole, opposte ed estranianti: Alto – Basso, Cielo – Terra Dio – Uomo, Bene – Male, Noi gli Altri, la casta sacerdotale avalla il suo diritto a sovrastare, e gestire, un intero pianeta di schiavi.







Al principio del Potere sul suddito c’è, quindi, l’adesione collettiva all’immagine nata dal verbo, che, seducendo, rende convinti; e il suo attenersi a  voci che danno, ad altri, il potere d’azione, e, quindi, il diritto di renderlo un servo della Parola e, per estensione, delle Sacre Scritture.  Chi legge la Bibbia, i Vangeli, o il Corano, riceve, essi dicono, le parole di Dio.



Le religioni collettive, sono sempre state delle contrattazioni con una Entità sovrastante: accordi fra il potere sacerdotale e forze elementari, naturali o cosmiche; uno scendere a patti, più o meno vantaggiosi e legalmente precisi, per ottenere, da questi Elementali, elevati al rango divino, e nutriti come Api Regine, protezione, sicurezza, e potere di dominio sugli altri uomini: resi fuchi e operai dell’Alveare societario. 



La domanda fondamentale che l’uomo si pone: A che scopo vivere, se poi si muore? Trova, in ogni religione exoterica, la sua risposta egregorica; che chiama in causa, di volta in volta, un Entità a sua misura e necessità: un Elementale divinizzato, che ha bisogno dell’uomo, per sfruttare materialmente il mondo; e glielo concede, in temporanea mezzadria, in cambio di venerazione e sacrifici; cioè di nutrimento energetico: mentale, psichico, e fisico.



La natura, data in usufrutto, attraverso il rito sacrificale, diviene sacra; cioè commestibile per il Dio. Il Sacerdote, non è che il cuciniere del suo Dio; maggiordomo o vivandiera egregorica, che, in cambio dei suoi servigi, ha la garanzia, dopo la morte, di una immortalità e beatitudine incondizionate. Il Patto, rispettato sulla Terra, è un’Alleanza che divinizza solo i servi fedeli; proiettandoli in un eterno beneficio.

In tal modo, Il rabbino, il sacerdote devoto, e l’Imam, eludono la paura di morire; trasferendola sul Signore della morte, con cui hanno concluso il Patto del profitto terrestre, e dell’immortalità celeste.


La vera Religione è, invece, un Atto individuale, che restituisce al gioco teatrale del vivere, la sua funzione di auto-gnosi individuale, e di mezzo per far emergere, nello spazio scenico del mondo, riflesso speculare del proprio spazio psichico, interiore, la Presenza vivente, attiva, e parlante, del proprio Daimon; o Io Essenziale individuato: il Dio in Noi.

Solo quando siamo Attori del nostro Idios Daimon, e mettiamo in scena la nostra particolare Religione individuale, cessiamo, finalmente, di essere gli Agiti o gli  Esagitati delle religioni collettive.



In Greco, Theatron, è parola composta da Theos e Tron, che significa, letteralmente, Luogo di manifestazione del Dio. Teatro è, dunque, ogni luogo di emersione, estrinsecazione, e celebrazione del Daimon: ogni spazio in cui si dia vita alle sue manifestazioni espressive, e in cui si ascoltino, con attenzione, i suoi suggerimenti.



Teatro è, perciò, l’intera esistenza individuale. L’esperienza dell’incontro, e del colloquio con il Dio interiore, può essere, o meno, condivisa pubblicamente, ed agita ritualmente, come testimonianza del legame vivente fra l’uomo e il suo Compagno Spirituale, eterno; ma non è mai un fatto collettivo.



Dio Individuale ed egregore collettive, rese Divinità Esclusive dalle religioni organizzate, sono due realtà diverse e contraddittorie: incompatibili.

Il Teatro del Daimon non è, e non sarà mai, la Liturgia delle Chiese, delle Sinagoghe, delle Moschee, o dei Templi.




I suoi Riti, e le sue emozioni, espandono l’Attore che li compie: il Genio e la psiche che li condivide; e non nutrono, invece, larve estranee, o famelici egregori elementali, resi onnipotenti da caste sacerdotali, che hanno patteggiato, con esse, il proprio potere temporale, e la propria durata; in cambio di un perenne nutrimento energetico, ottenuto a spese altrui.



L’Ebraismo, il Giudaismo cristiano, e l’ Islam, fondano, con i loro Libri Sacri, un Genere Letterario fanatizzante, che si basa non su una Saggezza acquista, tramite l’esperienza diretta, ma su un’Ideologia strutturata sul credere, e non sul sapere; una Fede in una meta-storia di propria invenzione, da sostituire con disinvoltura alla Storia Vera; e alla vera prassi Theo-gnostica.

Tutto il delirio profetico, delle tre religioni semitiche, nasce dall’esclusione dell’epifania divina nell’individuale, e dall’equivoco ebraico: fra Gnosi erotica, del Daimon, e Conoscenza carnale di Jahvè, che, reso persona fisica, attua, sui suoi  profeti, una serie di Rivelazione penetranti; e assai contraddittorie.



Ebrei, Cristiani ,ed Islamici, credono, tutti e tre, nella rivelazione di un unico Dio; ma pretendono e affermano che non è lo stesso. Jahvè, Geova e Allah, tri-unici dei al mondo, sono comunque, piaccia o dispiaccia ai loro fedeli e seguaci, lo stesso Deus Improbabilis delle rivelazioni profetiche: occulto Signore delle caligini, dei roveti ardenti e, per ovvia estensione, anche dei Roghi. 




CRIMINI & DELITTI

Il Criminale, in greco è l’Adikema: colui che, senza morale, consuetudine, uso, dis-obbedisce ai valori definiti dalle leggi comuni; egli è Atopos: senza luogo; privo di una possibile collocazione sociale, che non sia quella, appunto, del criminale.



Crimine e delitto, sono quindi, per prima cosa, una reazione che svaluta le regole sociali; criminale è chiunque reagisca, rinnegando l’uso e le norme, dettate dalla collettività. Ogni delitto evidenzia, perciò, in chi lo attua, una forte componente di consapevolezza individuale, ed una sensibilità contrariata dalle regole comuni.



Proprio l’esperienza criminosa, attiva aree psichiche meno anguste ed incomplete di quelle che, con i loro limiti, la rendono necessaria. Il reato, la reazione, cessano solo se diventano inutili per l’individuo cosciente, che ha ormai superato quel livello.  Ogni disobbedienza, che la società definisce criminale, attua, invece, una valida trascendenza dal mancato discernimento collettivo, stimolando, fuori da quei limiti, un ampliamento dell’Io individuale, che, reattivo ad una mancanza, si induce, inevitabilmente, a colmarla.



L’Io individuato, e cosciente di sé, si libera dalla necessità di esprimere azioni criminose, attualmente inutili, che restano, per lui, impulsi inascoltati; necessari a dei livelli di evoluzione collettiva inferiori, alla sua ormai più ampia capacità d’azione. Come l’esteso contiene il limitato, così anche la coscienza individuatasi in un Io Essenziale, comprende, in sé, tutte le manifestazioni progressive dei livelli collettivi inferiori; ed i loro superamenti. Essa ingloba ogni crimine, riassumendo e trascendendo, nel suo attuale livello, l’intero iter di coscienza della specie umana.



Senza paure, condanne, o ripulse, l’Io essenziale cosciente, comprende e giustifica tutto ciò che gli necessita; e, attuando la Volontà del proprio Dio, ne fa un Volere che agisce illimitatamente: al di là del Bene e del Male altrui.



Il crimine è, individualmente e divinamente, sacro e necessario; quanto la religione  collettiva è anti individuale, ed inutile. Nella cultura ebraico -cristiano- islamica, l’area della coscienza che evolve individualmente, e la necessità del crimine di disobbedienza alle leggi, che ne estende l’ampiezza, viene inflazionata dal controllo della Religione istituzionale collettiva: Egregoro prodotto da sentimenti difettivi, e da esigenze di rivincita razziale, che limitano ogni possibilità di una  reale Gnosi individuale.



Con minacce e promesse, nei recinti di leggi e rituali separanti, queste religioni amministrano, e bandiscono, crimini che accadono proprio grazie alle loro leggi; e per la necessità individuale di sottrarsi ai limiti che esse impongono. L’Io essenziale individuato, supera religioni e delitti, promesse e minacce; restando libero dall’attrazione o dal rifiuto, per gesti che non gli siano davvero necessari. Ciò stabilisce la sua indipendenza, dalle aree psichiche della coscienza religiosa di gruppo, e il suo esaurire, nell’inutilità, le leggi morali, i divieti, i peccati, i rituali di espiazione e perdono; gli auto-inganni e le pseudo penitenze: le vere paure, e le false assoluzioni.



Vietando ed assolvendo crimini, che essa stessa definisce tali; mutandoli in peccati, colpe, tradimenti, e teorizzandoli come originarie cadute, le Religioni della Rivelazione amministrano l’ignoranza, e gestiscono la paura; rendendo religioso, ma inutile, ogni delitto pescato dal vivaio della coscienza collettiva; incompleta, in quanto costretta a rimanere tale, e a cui si impedisce, comunque, con ogni possbile mezzo, l’individuazione divina.



Queste Religioni anti- individuali, accomunano e attraggono quelli che, essendo psichicamente sintonici all’Egregoro comune, hanno scarse esigenze di attuare una divinizzazione individuale. Esse sono, difatti, lo spazio ideologico e rituale unificato, in cui tre popoli, apparentemente distinti, ma geneticamente uniformi:




1.    Si auto proclamano ognuno, per proprio conto, Unici ed Eletti;

2.    Si confondono e

3.    Ritenendosi razza superiore alle altre, si conformano e si assimilano a questa specifica intenzione collettiva.





Ebrei, Cristiani ed Ismaeliti islamici, che lo si voglia o no, appartengono e servono ad un solo ed unico psichismo razziale; quello ebraico. Le loro guerre di religione, sono diatribe di famiglia, e beghe ereditarie. Ma la forza da cui nascono, e con cui si conservano le loro tre Religioni, è una sola: l’energia dell’Egregoro Jahvè-Geova-Allah, e di tutti coloro che lo condividono, e se lo impongono l’un l’altro; come unico Dio, e come patto reciproco: di Alleanza e di superiorità nazionale.



Per una curiosa inversione percettiva, che scambia l’eco con la sua causa, esse sembrano Rivelate, a chi le esprime; al punto da apparire méta, anziché allontanamento, e ispirazione a-temporale divina, invece che strutturazione  temporale umana.



Compiere individualmente tutto ciò che la vita offre da compiere, senza altro impegno che una costante presenza e responsabilità a sé stessi, per ogni gesto e azione completa, è il superamento di ogni  presunta Religione rivelata.

Nessuno è colpevole di essere sé stesso, ma lo è chi teme o evita di esserlo.



Crimine e delitto, sono il pane e il sale dell’alleanza con Jahvè: Dio speculare, delle Religioni di ceppo semita, che sostituiscono, alla pochezza delle proprie formulazioni Teosofiche, l’eliminazione fisica dei filosofi, ed il martirio accanito dei sapienti.

Pur affermando, che il delitto contro lo spirito è imperdonabile, preti, sacerdoti, ed Imam, tradiscono, da millenni, lo spirito del cosmo: L’Amore, e lo fanno proprio predicando in suo nome.



L’attaccamento genitale animale, che essi definiscono Amore, è un istinto di salvaguardia collettivo; ed anti- individuale; e l’atto pro creativo, che essi chiamano con lo stesso nome, è solo un impulso difensivo ed ossessivo della specie: appartengono, entrambe, alla sfera animale, e, in essa, si equivalgono.



Ma c’è un Amore Naturale di cui costoro non parlano, e che non è un automatismo istintuale del genere umano: cieca legge zoologica. Non lo si può predicare, né insegnare a chi, non sentendolo dentro di sé, neppure lo sospetta, o intuendolo, ne rimane sconvolto. La parola, non esprime lo scarto di livello, fra questo ardore erotico e il coito fecondo della bestia: quell’impulso genetico, che si eredita passivamente, assieme al corpo elementare e ai suoi atavismi condizionanti.



E’ un agire, questo, che non reagisce ad un’esigenza vitale di auto conservazione; un Eros che non obbliga e non procrea; togliendo all’uomo le certezze del branco animale. Questo Amore, non distingue l’amato dall’amante, perché li accomuna in un’unità inscindibile: posta fuori dallo spazio-tempo. E’ un Amore eterno, compiuto, e ignaro di tutto ciò che non sia, esso stesso, amore. E’ il Dio che l’uomo intuisce, in sé e oltre ogni altro essere vivente: la fiamma eterica, che lo rende Lucifero, e che cancella ogni tenebra nella sua Luce erotica.

L’altro, è la scabra parola amore; predicata nella buia latenza di tetre cattedrali.



La Religione Ebraico – cristiano – islamica, impone, ai suoi seguaci, il crimine della famiglia: la limitazione più condizionante ereditata dal regno animale, che, con questo artificio, suscita, nella bestia umana, reazioni di attaccamento, attrazione sessuale, possesso esclusivo, e aggressività omicida; al solo scopo di ottenerne l’immutata continuità biologica.



L’addestramento gregario, avviene nella schiavitù del recinto familiare, oltre il quale c’è la libertà: di essere ciò che si è individualmente, fuori dal bozzolo dell’animalità comune. Evitare la famiglia è impossibile, perché ci si nasce dentro; ma bisogna superarne gli interdetti delittuosi contro l’individuo, per  poter, finalmente amare, vivere, e smettere di morire; fuori dal branco.







15 commenti:

  1. Tra i cristiani – cattolici il nome di dio (Yahvè ) è innominabile , solo a pronunciarlo si fa peccato , del patto di allenza con il dio di Mosè sanno poco o nulla , non essendo la lettura della bibbia tra la loro attività ordinaria , l’attenzione è tutta rivolta a Gesù , al culto della madonna e dei santi , , la comprensione e l’insegnamento dottrinario e teologico è esclusività dei chierici , siamo a livello di fede popolare come nel medioevo nonostante la maggiore alfabetizzazione delle masse . Quindi sono convinti realmente di pregare un Dio generico , creatore e onnisciente , dal quale otttenere clemenza in questa vita e riscatto nell’ altra , nonostante l’evidente discrasia tra dio del vecchio testamento tutto proteso verso il popolo testamento e dio del nuovo dove Gesù rinnova e allarga il patto di ‘’alleanza ‘’ anche a i ‘’ non circoncisi ‘’, il rapporto con l’antico testamento viene riscoperta in tempo di Riforma in chiave massonica e protestante dove quest’ultimi emancipati dai preti , tolto tutto l’apparato ritenuto idolatra dei cattolici sono convinti di tornare al cristianesimo originario mentrela massoneria è il luogo ideale dove ritrovarsi tutti senza divisioni e remore morali nl nome dell’unico dio . Il protestantesimo accentua l’attesa messianica ,e c’è un avvallo anche delle ingiustizie perpretate da israele nei confronti dei palestinesi perché tutto cio non fa che accelerare l’armagheddon , tutto cio va sotto il nome di cristianesimo sionista e millenarismo .
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  2. Ho postato dei commenti sbaglio o sono spariti in uno c'erano delle domande , poi vorrei dirti questo in passato ho postato articoli in modo da suscitare chiarimenti e minidibattiti ,ho visto che tu il più delle volte non avevi nulla da aggiungere e perciò ti ho dovuto ripostare per chiederti un commento , poi ho visto che ultimamente alcune domande sono rimaste lo stesso inevase ( nel post la via iniziatica ) , ma capisco che puo essere visto come un modo per far perder tempo e cio puo infastidirti , quindi se avrò delle domande ho capito che le farò in maniera secca e precisa come anche da te richiesto , potrai riconoscermi dalla firma che apporto , spero che ci siamo chiariti .
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    1. Non abbiamo censurato niente,forse non le hai messe correttamente,sulla risposta ai post sinceramente non ho capito quale era la domanda,i post li ho visti ma non c'e nessuna domanda,rispondere su tutto il contesto ci vorrebbero ore,fai la domanda precisa alla fine dei post.

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  3. Potrai anche dirmi in quale commento ti ho dato più fastidio e io potrò dirti se ero io oppure no , credo che alla base ci sia un equivoco .
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    1. Non vi è nessun problema,solo che non avevo capito dove erano le domande.

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  4. Si ho postato io male , è vero sono stato poco chiaro n precedenza . La domanda era che non ho capito quando l'eggregora prende autocoscienza di se , ne quali spiriti planetari intervengono, e se ti risulta che la blavatasky desse al geova biblico la valenza dell' ophis . il creatore demiurgico .
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  5. Ah ok , niente , mi hai gia risposto , problema mio , scusa , credo sia chIaro , quello che comunemente si intende per satanismo .
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  6. Gli inventori del cristianesimo potrebbero aver preso la figura messianica tipica dell’ebraismo fatto propria e allargata a tutto il mondo , dichiararsi figlio di dio davanti al sinedrio era una colpa passibile di morte e infatti a chi glielo chiede lo stesso Gesu risponde ‘’ tu lo dici ‘’ , mentre Pllato non aveva ravvisato colpe in Gesù . e non ci sono riscontri fattuali del gesu messia di cui narrano i vangeli ,è invece singolare come i cristiani si impegnino proprio in questo , come se si dovesse penetrare i meandri della storia perr dimostrare l’esistenza storica di una figura cosi imporante per loro. Producendo opere come inchiesta su gesu e non approfondendo in alcun modo la figura del messia all’interno dell’ ebraismo , si scoprirebbe che essi non aspettavano in alcun modo un tipo di messia come quello del gesu dei cristiani
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    1. Sono archetipi inventati per poi assimilarli all'egregora principale per dargli ulteriore nutrimento, il Cristo è un egregore di tipo solare,come horus o mitra o Apollo ecc.,la differenza sta che gli antichi lo sapevano bene tutto questo discorso,mentre questi mistificatori vogliono accreditargli una realtà che non è mai esistita,questo per avere un potere mistico che gli permetta di dominate le masse.Non verrà nessun messia a salvare nessuno,e bisogna stare attenti perché questi stanno facendo adempiere le profezie bibliche,sempre scritte da questi impostori,in modo che la gente creda siano eventi divini.Ti faccio un esempio di quello che dico,nella storia sono stati descritti che ci saranno 3 anticristo,uno era Napoleone,ed era contro questi usurai,l'altro era Hitler e come sappiamo ha combattuto contro questa vera tirannia satanica,lasciando stare il resto,l'ultimo si dice arriverà ora,ma in base a questo discorso chi è contro di loro è un anticristo?o forse sono loro che stanno facendo passare per anticristo chi invece vorrebbe liberare l'umanità da queste bestie?bisogna riflettere su queste cose,perché l'inganno sarà forte,e loro usano queste mistificazioni per manipolate le masse.

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    2. Si mi è chiaro ora che non c’è nessun anticristo e nessuna fine dei tempi , ma quella che loro chiamano nuovo ordine secolare non è altro che la nuova Gerusalemme cioè l’era in cui domineranno incontrastati la terra . ma cio vallo a far capire ai controinformatori che urlano al nwo nel mare di disinformazione e confusione che c’è . La stessa storia cristiana è alquanto contorta : un piccolo gregge di cristiani che fuggirebbe dietro al papa perseguitati e nell’ apostasia generale , e affidata ai romanzi come quello di Solov’ev e Robert Hug Benson . Il fatto che alcune profezie vengono realizzate non significa che siano vere ! Molti cristiani vedendo la societa moderna corrotta e antiumana quasi invocano il periodo ‘’ di tribolazione ‘’ ciò ha prodotto il millenarismo , profezie , profeti ,. Segreti , apparizioni che conosciamo, questa tensione sadica e disfattista non va che a loro beneficio

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    3. Secondo una profezia l’ anticristo verrà dalla tribu perduta di dan , da qui danimarca . vedi strage di utoya – breivik, se vediamo i simboli del casato inglese ricorrenti sono : il leone e il drago , dove il leone starebbe per il leone di giuda , cio che farebbero è incarnare il drago nella stirpe reale davidica , vedi usanza di battesimo con l ‘ acqua proveniente dal fiume giordano dei reali, (c’è anche chi collega la galilea ai gaeli irlandesi) . Loro ritengono che leonardo da vinci era dei loro infatti non si sa chi era il padre , e gran maestro de priorato di sion , comunque Guenon riteneva Gerusalemme il centro della tradizione primordiale che aveva come custodi drusi , assassini e templari , la misteriosa Salem di Melchisedeq . Forse il discorso della fine dei tempi ce l’abbiamo perché sappiamo che c’è una dimensione ciclica

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    4. Come viene detto nell’articolo il messia fa parte dell’opera eggregorica che loro compiono , i cristiani pretendono invece che il messia delle scritture sia Gesu , da qui la reciproca antipatia e le persecuzioni contro gli ebrei , ognuno si vuole appropriare di questa eggregora per il dominio materiale del mondo : Da notare che il fondatore del cristianesimo era Paolo non un apostolo come Marco , Luca ecc… , cioè uno che non aveva conosciuto personalmente Gesù ! ,un romano erudito la cui predicazione ebbe poco successo in grecia , ma una apparizione sulla via di Damasco ecc…. , questa storiella mi ricorda tanto in hic signo vinces di Costantino , poi loro dicono ma Gesù ha scelto come primo papa un codardo un debole come Pietro ma per piacere… , la storia di cui hanno fatto pure un film Quo vadis è una storiella ma puo darsi che molti cristiani la prendano per vera . E’ incredibile come abbiano creato gruppi , sottogruppi , groppuscoli , sette , ognuno prende la bibbia e pretende di spiegare il mondo con le sue iperbole , si impegnano in del tutto inutili ragionamenti sul numero della bestia , sul marchio , sulla nascente babilonia ….., .Le contraddizioni insite nel far combaciare il pensiero classico con la teologia cristiana ci sono tutte , è la loro stessa poverta spirituale , la scissione tra spirituale e materiale , la separazione tra cose dell’ aldilà e cose dell’ aldiquà a portare al razionalismo di cui gli stessi cristiani si lamentano , pretendono da un lato che uno deve avere fede in una verita inconoscibile ma rivelata dall’altro fare affidamento solo sulla ragione umana .
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  7. MI viene in mente il mio professore di filosofia quando gridava rivendicando l’affermazione dell’ io , dell’ io sono , o come quando diceva che l’uomo rifiuta la morte , solo ora mi rendo conto che tali insegnamentio confliggono con il suo cattolicesimo professato , che era anomalo come le professioni di fede che già d3evono far approdare a cristo il profondo amorwe per il pensiero classico greco,.
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  8. E infatti il possesso suscitaa gelosia e altre passioni animali , lo vediamo pedissequamente nei delitti commessi contro le donne .
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  9. Quello che vorrei dire è che non sottovaluterei il ruolo dell' egitto , tutto è partito da lì vedi obelischi
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