JAHVE’
IL DEUS INVISIBILS
Per
Ebrei, Cristiani, ed Islamici, che hanno sostituito al Daimon o Dio
individuale, il Dio collettivo delle loro religioni egregoriche, Jahvè
non è più, come l’Idios Daimon ellenico, un Deus Absconditus; ma un Deus Invisibilis.
Non è più avvertibile, all’interno dell’individuo, come una somiglianza
luminosa che si riflette in esso; ma si colloca in una dimensione
astrale, aliena ed esterna; percettibile solo grazie all’incerto Dono
della Rivelazione.
Solo
per costoro, la Gnosi individuale non è più lo strumento eccellente: di
comprensione dell’Arcano divino, e per essi solamente, l’esistente nel
mondo, non prova la Presenza palese della divinità.
Ebrei,
Cristiani, ed Islamici, non cercano prove intime, e, quindi, non le
trovano. Si attengono alle loro leggi aggressive: ai Talmud, alle
Bibbie, ai Corani, e attendono, pazientemente, la grazia di un segno
esteriore e collettivo, che tarda sempre a venire.
Ma essi fanno, di questa miseria di riscontri, un loro punto di forza dottrinaria:
“Poiché
Dio è Nascosto, se una religione o un individuo afferma che è evidente,
non può essere che una falsa religione e un falso profeta”.
Come
dire, che le sole Religioni Vere sono l’Ebraismo e il Cristianesimo,
che, a detta dei cristiani, ne è il completamento; o l’Islam, che, per
ora, esaurisce la serie delle sacre imposture semite.
Dato
che si nasconde, e che non è per essi auto evidente, il Dio egregorico,
Jahvè, Geova, o Allah, deve essere continuamente confermato. Ecco,
quindi, la necessità di una Storia lineare delle affermazioni di Dio; e
l’obbligo di un a costante apologetica che ne dimostri, oddrddivzmrntr,
la validità teologica e dottrinaria; ecco, cioè, l’apoteosi
dell’Ortodossia.
Con
questi strumenti, gli Ebrei, i Cristiani, e poi gli Islamici, fanno,
della propria cecità collettiva, all’evidenza divina nell’individuo,
l’Unica vera Visione; la sola Rivelazione attendibile.
Nell’Esodo, Jahvè dice di sé stesso:
Io Abito nella Caligine, ed è impossibile vedermi e restare vivi; si può vedermi solo a Posteriori.
Con
questa arguzia pastorale, per ignoranti di sé, che negano ogni Gnosi ai
reali sapienti, ma se la offrono in esclusiva rivelazione, Mosè nega la
possibilità dell’esperienza diretta di Dio, e afferma l’autorità
sacerdotale del proprio Lignaggio: familiare, neo-genetico, e
trans-razziale; unico intermediario, ormai accreditatosi come vicario,
presso l’Egregoro Jahvè.
Il
genio ancor più spudorato dei Cristiani, che sono e restano degli Ebrei
dissidenti, rinnegati e scismatici, è quella di rubare, agli Ebrei
ortodossi, loro parenti stretti, l’eredità egregorica del Patto mosaico
con Jahvè; sviluppandone ulteriormente, e in proprio, il cupo Lato
Saturnino.
Come
Mosè, anch’essi negano la possibilità d’ogni Gnosi individuale diretta,
a favore della necessaria mediazione; offerta, ovviamente, dalla
propria casta ecclesiale.
Da allora, la santità, consiste, principalmente, nel Credere, contro ogni evidenza del Sapere, al Dogma del Deus Invisibilis. Il
Cristianesimo pone difatti la Natura, e l’esistenza di Dio, come
Problema, e fa, della ambigua latenza di Jahvè, il cardine di una Fede
per postulanti cronici; altalenanti fra la paura del castigo, e la
speranza di un’assoluzione.
Questa ideologia dell’insipienza interiore, può allora affermare che Credere e meglio che Sapere: La
Fede è cosa tanto immensa che è giusto che chi non la cerca ne sia
privato; c’è abbastanza luce per chi vuol credere, ma altrettanto buio
per chi non vuole. In
altre parole, Solo chi crede ciò che i Giudeo – Cristiano – Islamici
credono, merita la loro Fede. Jahvè si ottenebra, e gioca a rimpiattino
con i suoi Profeti: Primi, Ulteriori, ed Ultimi, per rendere la loro
fede più ardente, e il loro ardore più appassionato; garantendo il
libero arbitrio, e un’esistenza meno noiosa. Avvolgersi d’ Ombre, è
l’Unico modo, dicono gli Ebrei Cristiani, con cui Dio, che è Persona nel
senso fisico del termine, può cercare e trovare l’Uomo; ed esserne
cercato e trovato.
Per costoro, CONOSCERE DIO
significa penetrarne l’intimità carnale, scoprirlo e denudarlo, per
grazia ricevuta, e per concessa rivelazione; come si svestirebbe il
corpo di un amante, prima nascosto da ingombranti panni: per poterlo
finalmente possedere, od esserne posseduti.
La
sostituzione del Dio collettivo exoterico, al Dio individuale
esoterico, che si manifesta in teofanie di Bellezza reale, non potrebbe
essere più evidente.
Ebrei,
Cristiani, ed Islamici, coltivano non solo lo stesso egregoro jahvrivo,
ma anche la stessa ossessione: della proprietà materiale e legale delle
cose, ottenuta attraverso la loro “scoperta sessuale”. Ossessione della nudità del corpo, e dei corpi nudi da possedere
Questa
distorsione dell’eros intervirile, è funzionale all’economia energetica
della relazione con Jahvè, Geova o Allah. Il Patto con Lui fa, dei
maschi che lo contraggono, i soli fornitori di quella vitalità
spermatica, che costituisce il cibo del Dio; rendendoli dei succubi
sessuali passivi, devirilizzati dalla circoncisione, e resi, tramite
quella, “Spose del Signore”.
Essi
sono attivi, solo come medium procreativi del loro Dio Invisibile;
sensali, che gli pro-ducono e pro-curano figli da sacrificare, o che si
sacrificano; cioè nuovo ed ulteriore nutrimento.
Jahvè è l’Incubo attivo, che fa, del maschio ebreo, cristiano, od islamico, la propria Sposa; in senso carnale.
La
femmina umana, semplice oggetto da possedere ed amministrare, è una
selva da colonizzare, arare, ed inseminare. Lo sperma, nell’ideologia
sottesa al Patto egregorico, non appartiene difatti all’uomo che lo
emette, ma a Jahvè, e ai suoi epigoni Cristiano ed Islamico; di cui il
maschio è il medium pro-creativo: il mezzo per trarre dalla materia
femminile, altrimenti inerte, il nutrimento sacrificale dei Figli
primogeniti.
Ogni
altra relazione erotica è abolita, perseguitata e repressa. Da qui
vengono i Tabù dell’amore intervirile, unico vero adulterio nei
confronti di Jahvè, Geova e Allah; di qui nasce la paura di perdere, o
sprecare, lo sperma di Dio, in atti di piacere illeciti, perché non
procreativi.
Questa,
è anche l’origine dell’ossessione legale per la proprietà esclusiva
della donna, dei beni, e dei figli; di cui il primogenito, appartenendo a
Jahvè, gli va reso, sgozzandolo nel rito del sacrificio egregorico. Il
Patto prevede, difatti, come fonte di nutrimento per Jahvè, il
sacrificio di tutte le primizie; figli compresi.
Il Sacrificio di Abramo al dio JAHVEH
L’accordo
nega ogni altra divinità, cosmica, naturale o solare, e fa dell’Ebreo
Jahveico, e del Cristiano, come poi dell’Islamico, che vuole
sottrargliene la fruizione, un posseduto; servo volontario, e succube
sessuale di un Dio-Padre e Padrone, e delle autorità sacerdotali che,
rappresentandolo, ne amministrano e sostengono il Potere e la durata.
Con
una lunga operazione teologica, la Divinità onni-pervadente
dell’Ologramma Cosmico, viene costretta nella camicia di forza della
formulazione Ebraico – Cristiano – Islamica, che nega la Sapienza della
Gnosi individuale, e impone Fede e Timore; il rispetto dell’ignoranza
assoluta, e il distacco e la discordia dall’armonia cosmica.
Il
Divino archetipo, dell’Uomo di Luce interiore, viene negato: in nome di
un Dio egregorico, e di un contratto neo-razziale d’elezione reciproca:
un accordo nuziale, che si fa Legge da rispettare, e a cui obbedire.
Jahvè, Geova, ed Allah
sono un solo Dio: delle Tempeste, degli Eserciti, della Legge, e della
Punizione; Carceriere e Giudice che, contro ogni evidenza cognitiva, gli
ebrei ed i loro epigoni, impongono a sé stessi e agli altri, come
Divinità esclusiva; in cambio del potere sul mondo, e della supremazia,
della propria “ Super-razza “, su tutti gli altri popoli.
Questa
Monolatria, afferma che ogni valore filosofico, ogni esperienza
diretta, ogni abilità scientifica, sono il prodotto della Follia
diabolica. Ogni aspetto divino, non essendo Jahvè, Geova, o Allah, è
Satana; e tutti gli altri Dei sono Demoni e, quindi, Avversari.
Jahvè
non è sottomesso ad alcuna Legge naturale, o cosmica, ma, anzi,
sospende, rigetta e capovolge ogni legge; a suo piacimento. Di fronte
alla sua volontà, non valgono Sapienza od Armonia, ed egli può
sconfessarsi quando più gli garba:
La
follia di Dio è più sapiente della sapienza degli uomini, dice il
propagandista ebreo cristiano Saulo di Tarso, che riprende l’antica
preghiera rabbinica: Lodato sii tu o Dio, che vuoi ciò che è proibito.
Come
la linfa negli steli e il midollo nelle ossa, così, Metafisica e Magia
Ebraica, sono implicite nelle parole: ne costituiscono il significato e
il potere.
Questa
Volontà umana, che s’impone come la Sola Religione, l’unica Metafisica,
e la Magia esclusiva, fonda il proprio potere legittimando e
normalizzando il sopruso: compiuto negando la volontà e la divinità
individuale altrui.
Lo fa, celandolo nell’elemento potente: la Parola.
Cosmologie
verbali spiegano, coordinano, ed immaginano idee che il linguaggio dà
per scontate, muovendo gli uomini e ossessionandoli, con figure che ne
dominano le menti. E’ l’immaginazione che genera parole ed atti umani;
la mentalità, che seduce l’attenzione, con l’inganno ammiccante di una
visione ignea: Il Dio Rivelato, non dalla Bellezza, ma dal Verbo, dal
Libro, e dalla Storia.
Le
tre sette del Libro, sono una tri-unità di abili sfruttatori del Verbo
Possedere: ossessi larvali, nutriti dalla Parola scritta, e fautori
frenetici della Legge del loro Dio.
Jahvè
è un Dio di rivelazioni per pochi prescelti, e d’attesa obbediente dei
molti, che patiscono il fatto d’essere la nazione ed il popolo che si
dice eletto, pensandosi come sale e lievito della terra; inconsapevole
d’essere invece, in essa, un fermento corrosivo, capace di disseccare
ogni realtà vivente.
IL SIONISMO EBRAICO
Ebrei fedeli alla loro tradizione Mosaica e sionistica, ve ne sono più di quanti si voglia far supporre, ed essere ebrei, significa già appartenere di fatto, volenti o nolenti, ad una Organizzazione Mondiale iper-razzista, che struttura, attraverso gli effetti dissolventi prodotti dei propri elementi, un piano di predominio planetario: sulle altre razze, rese esangui ed inconsapevoli di sé.
La
loro azione, nei campi più disparati: dalla scienza alla finanza,
dall’arte al cinema, dalla letteratura alla psicologia, o alla
sociologia, ha sempre un carattere invasivo, esclusivo,
anti-individuale, e devastante per la cultura in cui si innesta.
L’ebreo afferma che, quale che sia la sua nazionalità, il credo
politico, la professione, o persino la fede religiosa, egli resta, per
prima cosa, ebreo; mentre ciò non accade a chi abbraccia l’ebraismo
religioso.
Il
Cristianesimo giudaico, della Grande Chiesa di Roma, è, quindi, di
fatto, un sottoprodotto ebraico che fa gioco a Sion. La Razza è la Legge
egregorica del patto Mosaico, e del Talmud, che afferma una differenza
fondamentale: fra il Popolo Eletto e il resto dell’umanità. In Qabbalah ad Pentateucum la Legge dice:
“Dio
si mostra nel mondo con le sembianze dell’Ebreo. Giudeo, Ebreo, e
Jahveh sono un unico essere. L’Ebreo è il Dio vivente, il Dio incarnato,
l’Uomo Celeste; l’Adam Kadmon. Gli altri uomini, sono soltanto bestie
terrestri, di razza inferiore; sono piccoli animal,i e non esistono che
per servire l’ebreo.”.
A
lui viene promesso un dominio universale, a cui saranno sottoposte
tutte le nazioni: “Io ridurrò tutti i popoli sotto lo scettro di Giuda;
se voi mi seguirete sarete un reame di sacerdoti. “Io ti do in retaggio
le nazioni e in dominio i limiti estremi della terra, di cui tutte le
ricchezze devono appartenerti.”
Questo è il Patto, la Promessa e la Legge.
Il Regnum ebraico
non è astratto e sovra terreno, ma deve realizzarsi, e si sta
realizzando qui e ora, su questa terra; con, alla sua testa, una stirpe
ben precisa. Finché ciò non avverrà, gli ebrei devono, comunque,
considerarsi come degli esiliati, e come prigionieri oppressi; costretti
in terra straniera. Dovunque essi conseguano un dominio, che non sia
assoluto, dovranno accusare di subire violenza ed ingiustizia; da ogni
legge che non sia la loro.
Questi sono i termini della loro “vera giustizia”,
che sancisce, solo per l’ebreo, il diritto-dovere alla ricchezza, e a
promuovere avversione e rivolta, contro ogni forma d’ordine e civiltà
non ebraica; qualunque essa sia. La logica stessa della Legge mosaica,
impone di distruggere tutto; con ogni mezzo, per spianare la via al
Regnum di Israele. Dicono testualmente i passi del Talmud e della Torah:
*”Tu sei un popolo santo al Signore; egli ti ha scelto per essere il suo proprio fra tutti quelli che sono sulla terra.”
*”Egli
Darà i loro re nelle tue mani e tu estirperai i loro nomi da sotto il
cielo; nessuno potrà fronteggiarti, finché non li avrai distrutti.”
*”Divora
dunque tutti i popoli che il tuo Signore ti darà, L’occhio tuo non li
risparmi, e non servire i loro Dei, ma uccidi i migliori fra loro.”
* “Voi Israeliti siete chiamati uomini, mentre le nazioni del mondo sono bestiame”
* “Voi mi avete riconosciuto come unico dominatore del mondo, perciò io vi farò gli unici dominatori della terra”.
Lo Sanhedrin afferma :
* ” Il Goj che studia il Talmud e l’ebreo che lo aiuta in tale
studio, devono essere messi a morte.”
e nello Shemonè Esrè, che è la preghiera che ogni ebreo osservante recita giornalmente, si trovano queste parole:
“Che
i Nazareni e i Minim (cristiani) periscano in un istante, che siano
cancellati dal libro della vita e non siano contati fra i giusti”
Questo
è il seme della Torah, della Legge Ebraica, in base a cui gli ebrei
sono invitati a sentirsi l’unico popolo eletto, che dovrà divorare,
estirpare, e dominare tutte le altre Nazioni. E’ una scusa comune, da
parte ebraica, affermare che questi precetti si riferiscono al tempo
dell’Esodo degli Ebrei dall’Egitto, e non vanno per nulla generalizzati.
A
smentire queste affermazioni, i profeti ebrei riprendono, anche dopo la
costituzione dello Stato di Israele, nell’antica Palestina, gli stessi
temi, e Daniele, i Salmi, Geremia e Isaia
forniscono di ciò degli esempi indiscutibili. Del resto, l’Antico
Testamento è, per l’ebraismo, come il Corano Per l’Islam, non una
Cronaca, o un testo letterario, ma una SACRA SCRITTURA di valore perenne ed universale; e i suoi precetti valgono indipendentemente dalla contingenza storica in cui sono apparsi.
Fra
il 1500 e il 1700, quotati sapienti dell’Ortodossia ebraica, hanno
mantenuta intatta la tradizione del Popolo Eletto: divoratore e sovrano
universale degli altri popoli.
*
“Quando il Messia, figlio di Davide, verrà, sterminerà tutti i nemici.
Tutti i popoli verranno al monte del signore e al Dio di Giacobbe, e
saranno soggiogati dagli israeliti. Il profeta Isaia annuncia anche che
il Signore lo ha unto per dire agli Ebrei che ad essi saranno soggetti
tutti i popoli, e che le genti straniere dovranno lavorare in modo che
ai figli di Israele non tocchi alcuna fatica, ma possano servire Dio
solo pregando. Perché abbiano tempo per servire Dio benedetto, dovete
divorare i beni degli altri popoli.”
* Il mondo è stato creato per gli Israeliti: essi sono la polpa e gli altri popoli la scorza.”
Nel 1919, il sionista Moritz Cohen potrà dire parole davvero profetiche e valide oggi più che mai:
“Senza
essere stato assorbito, oggi lo spirito ebraico domina là dove prima
era sopportato. Noi non abbiamo più bisogno di chiuderci nel Ghetto
medioevale, perché possediamo già da tempo il dominio che ci è stato
promesso. Senza di noi, nessun potente del mondo può intraprendere
alcunché; poiché noi controlliamo la finanza e il mercato dell’oro.
Nessuna parola, da noi non desiderata, raggiunge il pubblico, perché noi
controlliamo la stampa. Nessuna idea che ci dispiace, penetra nel mondo
intellettuale, perché noi dominiamo il teatro; e le altre arti. Lo
spirito ebraico ha conquistato il mondo.”
Il Jewish World del 9 Febbraio 1883 sceiveva:
“
La dispersione degli Ebrei, ne ha fatto il solo popolo veramente
cosmopolita, e, in questa qualità, essi devono agire come un dissolvente
di ogni distinzione di razza, e di nazionalità. La grande azione del
Giudaismo, è di far sì che il mondo intero sia imbevuto
dell’insegnamento ebraico, e che spariscano tutte le razze e le
religioni separate. (ovvero non ebree). Gli Ebrei hanno superato lo
stadio nazionalista, e hanno fatto del mondo intero casa loro. Con la
loro attività nella letteratura, e nella scienza; con la loro posizione
dominante in tutti i settori dell’attività pubblica, essi sono in grado
di inglobare, gradualmente, pensieri e sistemi non ebrei, dentro delle
matrici, degli stampi e delle Forme ebraiche.”
Baruch Levi, scrivendo al correligionario Mardochai, alias Karl Marx, autore del Capitale, dice:
“Il
popolo ebraico, considerato nel suo insieme, sarà egli stesso il suo
proprio Messia. La sua signoria sul mondo sarà raggiunta mediante
l’amalgama e la con-fusione delle altre razze umane, l’eliminazione
delle frontiere e delle monarchie, che sono i baluardi del
particolarismo, e mediante l’istituzione di una repubblica mondiale.
In
questa organizzazione, i figli di Israele diventeranno dappertutto e
senza difficoltà l’elemento direttivo, soprattutto se ad essi riuscirà
di portare le masse proletarie sotto il controllo di alcuni di loro. I
governi delle Nazioni e dei popoli, compresi in questa Repubblica
mondiale, passeranno allora, senza sforzo, in mani ebraiche; sotto la
copertura della Democrazia.
La
proprietà privata verrà soffocata da uno Stato gestito esclusivamente
da amministratori ebrei, che controlleranno ovunque i fondi pubblici.
Così la promessa del Talmud sarà adempiuta: Gli ebrei possederanno la
chiave e i beni di tutti i popoli della terra.”
Il Testo che segue, di Louis Levy, composto nel 1918, fu letto dall’attore ebreo Samuel Basekow, ad una riunione sionista, a Copenhagen, l’8 Dicembre 1935.
I
tempi sono giunti, e solo una cosa importa attualmente: che noi ci
manifestiamo per ciò che siamo: una Nazione fra le nazioni: i principi
del denaro e dell’intelligenza.
Chi
ignora cosa significhino le ghiandole del corpo umano? Ebbene, gli
Ebrei si sono fissati nelle ghiandole della moderna comunità delle
Nazioni, che sono le Borse, le Banche, i Ministeri, i Grandi Quotidiani,
le Case Editrici, le Commissioni d’Arbitrato, le Società di
Assicurazione, gli Ospedali, i Palazzi di Giustizia. In apparenza, tutto
resterà immutato, tuttavia, tutto si trasformerà!.
Gerusalemme
sarà il nuovo Papato, e somiglierà alla tela di un ragno laborioso: una
tela i cui fili elettrici avvilupperanno il Mondo intero.
Sarebbe
quindi ingenuità, e pura miopia, vedere nell’azione distruttiva,
esercitata incontestabilmente in tutti i campi, e in tutti i tempi, da
elementi ebreo-sionisti, qualcosa di autonomo e fine a sé stesso; solo
perché non si sanno più ri-conoscere le connessioni sottili, fra una
azione particolare ed una eredità psichica e razziale perseguita
tenacemente.
E’
invece ovvio che, per effetto egregorico complessivo, e per l’effetto
particolare del trauma della circoncisione, a 8 giorni dalla nascita,
quando le sinapsi nervose sono completamene aperte, la mentalità di ogni
singolo ebreo è psichicamente lesa, e può facilmente venire
ossessionata, ed indirizzata all’eliminazione e alla distruzione di ogni
altra razza. L’ebreo è, di fatto, lo strumento volontario, od
inconsapevole, di una precisa intenzione psichica: un Méme Sionista, che
promuove l’eliminazione di ogni altra Civiltà terrestre.
Le
grandi rivoluzioni destabilizzanti, della Storia Occidentale: la
Francese, l’Americana, e quella Russa, sono, tutte, riconoscibili come
sovverimenti di matrice ebraica: l’ultima, quella bolscevico moscovita,
che è costata la vita all’intera dinastia dei Romanov, e a 30 milioni di
russi non ebrei, comparata con quella che Paolo di Tarso fece a Roma, o
Robespierre a Parigi, non è che uno scandaletto di provincia. Dobbiamo
guardare queste verità bene in faccia, e trarne le nostre conseguenze. L’antisemitismo è un falso problema, creato a proprio uso e consumo dalle élites sioniste.
Esso
non sorge, difatti, che come reazione al loro operato, e solo dopo che
si sia presa coscienza del vero problema razziale ebraico, e del
contenuto del suo Patto di elezione; con l’ Egregoro elementare,
divinizzato, che essi chiamano Jahvè. Il rigetto dell’ebraismo
cesserebbe, se gli ebrei smettessero di perseguire, occultamente o
palesemente, l’egemonia assoluta.
Non
si può, seriamente,tacciare di antisemitismo, ogni spirito libero ed
ogni individuo, che si opponga al progetto di una Nazione e di una Razza
Padrona, che vuole, dichiaratamente, porre in schiavitù ogni altro
popolo terrestre. Se lo si fa, ci si possono aspettare le conseguenze
feroci e letali che la storia dimostra.
POTERE RELIGOSO E LINGUGGIO
Si
costituisce un potere, legittimando e normalizzando il sopruso di
alienazione psichica, che nega il Daimon o Io essenziale individuale;
occultandolo nell’elemento da cui nasce quella sopraffazione: la Parola
di un Mediatore, che si sostituisce al Dio in ognuno.
Mosè, Paolo, Maometto, sono estensori di un libro sacro, che si pretende lettura ideale, assoluta; esclusiva di ogni altra possibile relazione.
Il Principio del Potere Sacerdotale è il Verbo Sacralizzare,
che realizza, nell’azione esteriore, separante e liturgica, il
simulacro immaginale di un proprio idolo egregorico, fissato in alto,
nei Cieli; e nel cui nome ed interesse, si regna sulla Terra. Con Esso
si sostituisce, nel rito collettivo, l’esperienza individuale, attiva ed
intima: della Presenza divina, già vivente in ognuno.
Questa
rete di voci, attive, apparentemente innocue, i cui significati
sembrano chiari e stabili, è la fucina verbale in cui, i fabbri
teologali, forgiano le chiavi del proprio potere: di soggezione
collettiva.
Con semplici parole, opposte ed estranianti: Alto – Basso, Cielo – Terra Dio – Uomo, Bene – Male, Noi gli Altri, la casta sacerdotale avalla il suo diritto a sovrastare, e gestire, un intero pianeta di schiavi.
Al
principio del Potere sul suddito c’è, quindi, l’adesione collettiva
all’immagine nata dal verbo, che, seducendo, rende convinti; e il suo
attenersi a voci che danno, ad altri, il potere d’azione, e, quindi, il
diritto di renderlo un servo della Parola e, per estensione, delle
Sacre Scritture. Chi legge la Bibbia, i Vangeli, o il Corano, riceve,
essi dicono, le parole di Dio.
Le
religioni collettive, sono sempre state delle contrattazioni con una
Entità sovrastante: accordi fra il potere sacerdotale e forze
elementari, naturali o cosmiche; uno scendere a patti, più o meno
vantaggiosi e legalmente precisi, per ottenere, da questi Elementali,
elevati al rango divino, e nutriti come Api Regine, protezione,
sicurezza, e potere di dominio sugli altri uomini: resi fuchi e operai
dell’Alveare societario.
La domanda fondamentale che l’uomo si pone: A che scopo vivere, se poi si muore? Trova,
in ogni religione exoterica, la sua risposta egregorica; che chiama in
causa, di volta in volta, un Entità a sua misura e necessità: un
Elementale divinizzato, che ha bisogno dell’uomo, per sfruttare
materialmente il mondo; e glielo concede, in temporanea mezzadria, in
cambio di venerazione e sacrifici; cioè di nutrimento energetico:
mentale, psichico, e fisico.
La
natura, data in usufrutto, attraverso il rito sacrificale, diviene
sacra; cioè commestibile per il Dio. Il Sacerdote, non è che il
cuciniere del suo Dio; maggiordomo o vivandiera egregorica, che, in
cambio dei suoi servigi, ha la garanzia, dopo la morte, di una
immortalità e beatitudine incondizionate. Il Patto, rispettato sulla
Terra, è un’Alleanza che divinizza solo i servi fedeli; proiettandoli in
un eterno beneficio.
In
tal modo, Il rabbino, il sacerdote devoto, e l’Imam, eludono la paura
di morire; trasferendola sul Signore della morte, con cui hanno concluso
il Patto del profitto terrestre, e dell’immortalità celeste.
La vera Religione è, invece, un Atto individuale, che restituisce al gioco teatrale del vivere, la sua funzione di auto-gnosi individuale, e di mezzo per far emergere, nello spazio scenico del mondo, riflesso speculare del proprio spazio psichico, interiore, la Presenza vivente, attiva, e parlante, del proprio Daimon; o Io Essenziale individuato: il Dio in Noi.
Solo quando siamo Attori del nostro Idios Daimon, e mettiamo in scena la nostra particolare Religione individuale, cessiamo, finalmente, di essere gli Agiti o gli Esagitati delle religioni collettive.
In Greco, Theatron, è parola composta da Theos e Tron, che significa, letteralmente, Luogo di manifestazione del Dio.
Teatro è, dunque, ogni luogo di emersione, estrinsecazione, e
celebrazione del Daimon: ogni spazio in cui si dia vita alle sue
manifestazioni espressive, e in cui si ascoltino, con attenzione, i suoi
suggerimenti.
Teatro
è, perciò, l’intera esistenza individuale. L’esperienza dell’incontro, e
del colloquio con il Dio interiore, può essere, o meno, condivisa
pubblicamente, ed agita ritualmente, come testimonianza del legame
vivente fra l’uomo e il suo Compagno Spirituale, eterno; ma non è mai un
fatto collettivo.
Dio
Individuale ed egregore collettive, rese Divinità Esclusive dalle
religioni organizzate, sono due realtà diverse e contraddittorie:
incompatibili.
Il Teatro del Daimon non è, e non sarà mai, la Liturgia delle Chiese, delle Sinagoghe, delle Moschee, o dei Templi.
I
suoi Riti, e le sue emozioni, espandono l’Attore che li compie: il
Genio e la psiche che li condivide; e non nutrono, invece, larve
estranee, o famelici egregori elementali, resi onnipotenti da caste
sacerdotali, che hanno patteggiato, con esse, il proprio potere
temporale, e la propria durata; in cambio di un perenne nutrimento
energetico, ottenuto a spese altrui.
L’Ebraismo,
il Giudaismo cristiano, e l’ Islam, fondano, con i loro Libri Sacri, un
Genere Letterario fanatizzante, che si basa non su una Saggezza
acquista, tramite l’esperienza diretta, ma su un’Ideologia strutturata
sul credere, e non sul sapere; una Fede in una meta-storia di propria
invenzione, da sostituire con disinvoltura alla Storia Vera; e alla vera
prassi Theo-gnostica.
Tutto
il delirio profetico, delle tre religioni semitiche, nasce
dall’esclusione dell’epifania divina nell’individuale, e dall’equivoco
ebraico: fra Gnosi erotica, del Daimon, e Conoscenza carnale di Jahvè,
che, reso persona fisica, attua, sui suoi profeti, una serie di
Rivelazione penetranti; e assai contraddittorie.
Ebrei,
Cristiani ,ed Islamici, credono, tutti e tre, nella rivelazione di un
unico Dio; ma pretendono e affermano che non è lo stesso. Jahvè, Geova e Allah, tri-unici dei al mondo, sono comunque, piaccia o dispiaccia ai loro fedeli e seguaci, lo stesso Deus Improbabilis delle rivelazioni profetiche: occulto Signore delle caligini, dei roveti ardenti e, per ovvia estensione, anche dei Roghi.
CRIMINI & DELITTI
Il Criminale, in greco è l’Adikema: colui che, senza morale, consuetudine, uso, dis-obbedisce ai valori definiti dalle leggi comuni; egli è Atopos: senza luogo; privo di una possibile collocazione sociale, che non sia quella, appunto, del criminale.
Crimine
e delitto, sono quindi, per prima cosa, una reazione che svaluta le
regole sociali; criminale è chiunque reagisca, rinnegando l’uso e le
norme, dettate dalla collettività. Ogni delitto evidenzia, perciò, in
chi lo attua, una forte componente di consapevolezza individuale, ed una
sensibilità contrariata dalle regole comuni.
Proprio
l’esperienza criminosa, attiva aree psichiche meno anguste ed
incomplete di quelle che, con i loro limiti, la rendono necessaria. Il
reato, la reazione, cessano solo se diventano inutili per l’individuo
cosciente, che ha ormai superato quel livello. Ogni disobbedienza, che
la società definisce criminale, attua, invece, una valida trascendenza
dal mancato discernimento collettivo, stimolando, fuori da quei limiti,
un ampliamento dell’Io individuale, che, reattivo ad una mancanza, si
induce, inevitabilmente, a colmarla.
L’Io
individuato, e cosciente di sé, si libera dalla necessità di esprimere
azioni criminose, attualmente inutili, che restano, per lui, impulsi
inascoltati; necessari a dei livelli di evoluzione collettiva inferiori,
alla sua ormai più ampia capacità d’azione. Come l’esteso contiene il
limitato, così anche la coscienza individuatasi in un Io Essenziale,
comprende, in sé, tutte le manifestazioni progressive dei livelli
collettivi inferiori; ed i loro superamenti. Essa ingloba ogni crimine,
riassumendo e trascendendo, nel suo attuale livello, l’intero iter di
coscienza della specie umana.
Senza
paure, condanne, o ripulse, l’Io essenziale cosciente, comprende e
giustifica tutto ciò che gli necessita; e, attuando la Volontà del
proprio Dio, ne fa un Volere che agisce illimitatamente: al di là del
Bene e del Male altrui.
Il
crimine è, individualmente e divinamente, sacro e necessario; quanto la
religione collettiva è anti individuale, ed inutile. Nella cultura
ebraico -cristiano- islamica, l’area della coscienza che evolve
individualmente, e la necessità del crimine di disobbedienza alle leggi,
che ne estende l’ampiezza, viene inflazionata dal controllo della
Religione istituzionale collettiva: Egregoro prodotto da sentimenti
difettivi, e da esigenze di rivincita razziale, che limitano ogni
possibilità di una reale Gnosi individuale.
Con
minacce e promesse, nei recinti di leggi e rituali separanti, queste
religioni amministrano, e bandiscono, crimini che accadono proprio
grazie alle loro leggi; e per la necessità individuale di sottrarsi ai
limiti che esse impongono. L’Io
essenziale individuato, supera religioni e delitti, promesse e minacce;
restando libero dall’attrazione o dal rifiuto, per gesti che non gli
siano davvero necessari. Ciò
stabilisce la sua indipendenza, dalle aree psichiche della coscienza
religiosa di gruppo, e il suo esaurire, nell’inutilità, le leggi morali,
i divieti, i peccati, i rituali di espiazione e perdono; gli
auto-inganni e le pseudo penitenze: le vere paure, e le false
assoluzioni.
Vietando
ed assolvendo crimini, che essa stessa definisce tali; mutandoli in
peccati, colpe, tradimenti, e teorizzandoli come originarie cadute, le Religioni della Rivelazione amministrano
l’ignoranza, e gestiscono la paura; rendendo religioso, ma inutile,
ogni delitto pescato dal vivaio della coscienza collettiva; incompleta,
in quanto costretta a rimanere tale, e a cui si impedisce, comunque, con
ogni possbile mezzo, l’individuazione divina.
Queste
Religioni anti- individuali, accomunano e attraggono quelli che,
essendo psichicamente sintonici all’Egregoro comune, hanno scarse
esigenze di attuare una divinizzazione individuale. Esse sono, difatti,
lo spazio ideologico e rituale unificato, in cui tre popoli,
apparentemente distinti, ma geneticamente uniformi:
1. Si auto proclamano ognuno, per proprio conto, Unici ed Eletti;
2. Si confondono e
3. Ritenendosi razza superiore alle altre, si conformano e si assimilano a questa specifica intenzione collettiva.
Ebrei,
Cristiani ed Ismaeliti islamici, che lo si voglia o no, appartengono e
servono ad un solo ed unico psichismo razziale; quello ebraico. Le loro
guerre di religione, sono diatribe di famiglia, e beghe ereditarie. Ma
la forza da cui nascono, e con cui si conservano le loro tre Religioni, è
una sola: l’energia dell’Egregoro Jahvè-Geova-Allah, e di tutti coloro
che lo condividono, e se lo impongono l’un l’altro; come unico Dio, e
come patto reciproco: di Alleanza e di superiorità nazionale.
Per
una curiosa inversione percettiva, che scambia l’eco con la sua causa,
esse sembrano Rivelate, a chi le esprime; al punto da apparire méta,
anziché allontanamento, e ispirazione a-temporale divina, invece che
strutturazione temporale umana.
Compiere
individualmente tutto ciò che la vita offre da compiere, senza altro
impegno che una costante presenza e responsabilità a sé stessi, per ogni
gesto e azione completa, è il superamento di ogni presunta Religione
rivelata.
Nessuno è colpevole di essere sé stesso, ma lo è chi teme o evita di esserlo.
Crimine
e delitto, sono il pane e il sale dell’alleanza con Jahvè: Dio
speculare, delle Religioni di ceppo semita, che sostituiscono, alla
pochezza delle proprie formulazioni Teosofiche, l’eliminazione fisica
dei filosofi, ed il martirio accanito dei sapienti.
Pur
affermando, che il delitto contro lo spirito è imperdonabile, preti,
sacerdoti, ed Imam, tradiscono, da millenni, lo spirito del cosmo:
L’Amore, e lo fanno proprio predicando in suo nome.
L’attaccamento
genitale animale, che essi definiscono Amore, è un istinto di
salvaguardia collettivo; ed anti- individuale; e l’atto pro creativo,
che essi chiamano con lo stesso nome, è solo un impulso difensivo ed
ossessivo della specie: appartengono, entrambe, alla sfera animale, e,
in essa, si equivalgono.
Ma
c’è un Amore Naturale di cui costoro non parlano, e che non è un
automatismo istintuale del genere umano: cieca legge zoologica. Non lo
si può predicare, né insegnare a chi, non sentendolo dentro di sé,
neppure lo sospetta, o intuendolo, ne rimane sconvolto. La parola, non
esprime lo scarto di livello, fra questo ardore erotico e il coito
fecondo della bestia: quell’impulso genetico, che si eredita
passivamente, assieme al corpo elementare e ai suoi atavismi
condizionanti.
E’
un agire, questo, che non reagisce ad un’esigenza vitale di auto
conservazione; un Eros che non obbliga e non procrea; togliendo all’uomo
le certezze del branco animale. Questo Amore, non distingue l’amato
dall’amante, perché li accomuna in un’unità inscindibile: posta fuori
dallo spazio-tempo. E’ un Amore eterno, compiuto, e ignaro di tutto ciò
che non sia, esso stesso, amore. E’ il Dio che l’uomo intuisce, in sé e
oltre ogni altro essere vivente: la fiamma eterica, che lo rende
Lucifero, e che cancella ogni tenebra nella sua Luce erotica.
L’altro, è la scabra parola amore; predicata nella buia latenza di tetre cattedrali.
La Religione
Ebraico – cristiano – islamica, impone, ai suoi seguaci, il crimine
della famiglia: la limitazione più condizionante ereditata dal regno
animale, che, con questo artificio, suscita, nella bestia umana,
reazioni di attaccamento, attrazione sessuale, possesso esclusivo, e
aggressività omicida; al solo scopo di ottenerne l’immutata continuità
biologica.
L’addestramento
gregario, avviene nella schiavitù del recinto familiare, oltre il quale
c’è la libertà: di essere ciò che si è individualmente, fuori dal
bozzolo dell’animalità comune. Evitare la famiglia è impossibile, perché
ci si nasce dentro; ma bisogna superarne gli interdetti delittuosi
contro l’individuo, per poter, finalmente amare, vivere, e smettere di
morire; fuori dal branco.
Tra i cristiani – cattolici il nome di dio (Yahvè ) è innominabile , solo a pronunciarlo si fa peccato , del patto di allenza con il dio di Mosè sanno poco o nulla , non essendo la lettura della bibbia tra la loro attività ordinaria , l’attenzione è tutta rivolta a Gesù , al culto della madonna e dei santi , , la comprensione e l’insegnamento dottrinario e teologico è esclusività dei chierici , siamo a livello di fede popolare come nel medioevo nonostante la maggiore alfabetizzazione delle masse . Quindi sono convinti realmente di pregare un Dio generico , creatore e onnisciente , dal quale otttenere clemenza in questa vita e riscatto nell’ altra , nonostante l’evidente discrasia tra dio del vecchio testamento tutto proteso verso il popolo testamento e dio del nuovo dove Gesù rinnova e allarga il patto di ‘’alleanza ‘’ anche a i ‘’ non circoncisi ‘’, il rapporto con l’antico testamento viene riscoperta in tempo di Riforma in chiave massonica e protestante dove quest’ultimi emancipati dai preti , tolto tutto l’apparato ritenuto idolatra dei cattolici sono convinti di tornare al cristianesimo originario mentrela massoneria è il luogo ideale dove ritrovarsi tutti senza divisioni e remore morali nl nome dell’unico dio . Il protestantesimo accentua l’attesa messianica ,e c’è un avvallo anche delle ingiustizie perpretate da israele nei confronti dei palestinesi perché tutto cio non fa che accelerare l’armagheddon , tutto cio va sotto il nome di cristianesimo sionista e millenarismo .
RispondiEliminaMark
Ho postato dei commenti sbaglio o sono spariti in uno c'erano delle domande , poi vorrei dirti questo in passato ho postato articoli in modo da suscitare chiarimenti e minidibattiti ,ho visto che tu il più delle volte non avevi nulla da aggiungere e perciò ti ho dovuto ripostare per chiederti un commento , poi ho visto che ultimamente alcune domande sono rimaste lo stesso inevase ( nel post la via iniziatica ) , ma capisco che puo essere visto come un modo per far perder tempo e cio puo infastidirti , quindi se avrò delle domande ho capito che le farò in maniera secca e precisa come anche da te richiesto , potrai riconoscermi dalla firma che apporto , spero che ci siamo chiariti .
RispondiEliminaMark
Non abbiamo censurato niente,forse non le hai messe correttamente,sulla risposta ai post sinceramente non ho capito quale era la domanda,i post li ho visti ma non c'e nessuna domanda,rispondere su tutto il contesto ci vorrebbero ore,fai la domanda precisa alla fine dei post.
EliminaPotrai anche dirmi in quale commento ti ho dato più fastidio e io potrò dirti se ero io oppure no , credo che alla base ci sia un equivoco .
RispondiEliminaMark
Non vi è nessun problema,solo che non avevo capito dove erano le domande.
EliminaSi ho postato io male , è vero sono stato poco chiaro n precedenza . La domanda era che non ho capito quando l'eggregora prende autocoscienza di se , ne quali spiriti planetari intervengono, e se ti risulta che la blavatasky desse al geova biblico la valenza dell' ophis . il creatore demiurgico .
RispondiEliminaMark
Ah ok , niente , mi hai gia risposto , problema mio , scusa , credo sia chIaro , quello che comunemente si intende per satanismo .
RispondiEliminaMark
Gli inventori del cristianesimo potrebbero aver preso la figura messianica tipica dell’ebraismo fatto propria e allargata a tutto il mondo , dichiararsi figlio di dio davanti al sinedrio era una colpa passibile di morte e infatti a chi glielo chiede lo stesso Gesu risponde ‘’ tu lo dici ‘’ , mentre Pllato non aveva ravvisato colpe in Gesù . e non ci sono riscontri fattuali del gesu messia di cui narrano i vangeli ,è invece singolare come i cristiani si impegnino proprio in questo , come se si dovesse penetrare i meandri della storia perr dimostrare l’esistenza storica di una figura cosi imporante per loro. Producendo opere come inchiesta su gesu e non approfondendo in alcun modo la figura del messia all’interno dell’ ebraismo , si scoprirebbe che essi non aspettavano in alcun modo un tipo di messia come quello del gesu dei cristiani
RispondiEliminaMark
Sono archetipi inventati per poi assimilarli all'egregora principale per dargli ulteriore nutrimento, il Cristo è un egregore di tipo solare,come horus o mitra o Apollo ecc.,la differenza sta che gli antichi lo sapevano bene tutto questo discorso,mentre questi mistificatori vogliono accreditargli una realtà che non è mai esistita,questo per avere un potere mistico che gli permetta di dominate le masse.Non verrà nessun messia a salvare nessuno,e bisogna stare attenti perché questi stanno facendo adempiere le profezie bibliche,sempre scritte da questi impostori,in modo che la gente creda siano eventi divini.Ti faccio un esempio di quello che dico,nella storia sono stati descritti che ci saranno 3 anticristo,uno era Napoleone,ed era contro questi usurai,l'altro era Hitler e come sappiamo ha combattuto contro questa vera tirannia satanica,lasciando stare il resto,l'ultimo si dice arriverà ora,ma in base a questo discorso chi è contro di loro è un anticristo?o forse sono loro che stanno facendo passare per anticristo chi invece vorrebbe liberare l'umanità da queste bestie?bisogna riflettere su queste cose,perché l'inganno sarà forte,e loro usano queste mistificazioni per manipolate le masse.
EliminaSi mi è chiaro ora che non c’è nessun anticristo e nessuna fine dei tempi , ma quella che loro chiamano nuovo ordine secolare non è altro che la nuova Gerusalemme cioè l’era in cui domineranno incontrastati la terra . ma cio vallo a far capire ai controinformatori che urlano al nwo nel mare di disinformazione e confusione che c’è . La stessa storia cristiana è alquanto contorta : un piccolo gregge di cristiani che fuggirebbe dietro al papa perseguitati e nell’ apostasia generale , e affidata ai romanzi come quello di Solov’ev e Robert Hug Benson . Il fatto che alcune profezie vengono realizzate non significa che siano vere ! Molti cristiani vedendo la societa moderna corrotta e antiumana quasi invocano il periodo ‘’ di tribolazione ‘’ ciò ha prodotto il millenarismo , profezie , profeti ,. Segreti , apparizioni che conosciamo, questa tensione sadica e disfattista non va che a loro beneficio
EliminaSecondo una profezia l’ anticristo verrà dalla tribu perduta di dan , da qui danimarca . vedi strage di utoya – breivik, se vediamo i simboli del casato inglese ricorrenti sono : il leone e il drago , dove il leone starebbe per il leone di giuda , cio che farebbero è incarnare il drago nella stirpe reale davidica , vedi usanza di battesimo con l ‘ acqua proveniente dal fiume giordano dei reali, (c’è anche chi collega la galilea ai gaeli irlandesi) . Loro ritengono che leonardo da vinci era dei loro infatti non si sa chi era il padre , e gran maestro de priorato di sion , comunque Guenon riteneva Gerusalemme il centro della tradizione primordiale che aveva come custodi drusi , assassini e templari , la misteriosa Salem di Melchisedeq . Forse il discorso della fine dei tempi ce l’abbiamo perché sappiamo che c’è una dimensione ciclica
EliminaCome viene detto nell’articolo il messia fa parte dell’opera eggregorica che loro compiono , i cristiani pretendono invece che il messia delle scritture sia Gesu , da qui la reciproca antipatia e le persecuzioni contro gli ebrei , ognuno si vuole appropriare di questa eggregora per il dominio materiale del mondo : Da notare che il fondatore del cristianesimo era Paolo non un apostolo come Marco , Luca ecc… , cioè uno che non aveva conosciuto personalmente Gesù ! ,un romano erudito la cui predicazione ebbe poco successo in grecia , ma una apparizione sulla via di Damasco ecc…. , questa storiella mi ricorda tanto in hic signo vinces di Costantino , poi loro dicono ma Gesù ha scelto come primo papa un codardo un debole come Pietro ma per piacere… , la storia di cui hanno fatto pure un film Quo vadis è una storiella ma puo darsi che molti cristiani la prendano per vera . E’ incredibile come abbiano creato gruppi , sottogruppi , groppuscoli , sette , ognuno prende la bibbia e pretende di spiegare il mondo con le sue iperbole , si impegnano in del tutto inutili ragionamenti sul numero della bestia , sul marchio , sulla nascente babilonia ….., .Le contraddizioni insite nel far combaciare il pensiero classico con la teologia cristiana ci sono tutte , è la loro stessa poverta spirituale , la scissione tra spirituale e materiale , la separazione tra cose dell’ aldilà e cose dell’ aldiquà a portare al razionalismo di cui gli stessi cristiani si lamentano , pretendono da un lato che uno deve avere fede in una verita inconoscibile ma rivelata dall’altro fare affidamento solo sulla ragione umana .
EliminaMark
MI viene in mente il mio professore di filosofia quando gridava rivendicando l’affermazione dell’ io , dell’ io sono , o come quando diceva che l’uomo rifiuta la morte , solo ora mi rendo conto che tali insegnamentio confliggono con il suo cattolicesimo professato , che era anomalo come le professioni di fede che già d3evono far approdare a cristo il profondo amorwe per il pensiero classico greco,.
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E infatti il possesso suscitaa gelosia e altre passioni animali , lo vediamo pedissequamente nei delitti commessi contro le donne .
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Quello che vorrei dire è che non sottovaluterei il ruolo dell' egitto , tutto è partito da lì vedi obelischi
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