di: Giovanni Pucci
La percezione
dell’uomo contemporaneo, inevitabilmente plasmata da due millenni di
predicazione cristiana, spesso non riesce a cogliere l’unità complessiva
della sensibilità religiosa pagana. Traslando tout court sui vecchi dei
l’immagine dell’unico Dio della Bibbia, è facile accorgersi però che
più di qualcosa non torna. Come può infatti qualcuno che dovrebbe essere
infinitamente buono e misericordioso, onnipotente ed assolutamente al
di sopra, anzi, al di fuori di questo mondo, farsi trascinare nelle
risse, essere ferito, ubriacarsi, amoreggiare e uccidere? Già tutte
queste azioni stonano con una visione assoluta, che crede nel puro Bene e
nel puro Male, come quella
del monoteismo nato in Galilea, ma vengono magari accettate con qualche
sorrisetto da chi nonostante tutto ha conosciuto, seppur blandamente e
solo per sentito dire le mitologie classiche greche e romane, che
dipingono di volta in volta uno Zeus sessualmente superattivo, sempre
pronto a ‘cornificare’ la sua sposa, o quest’ultima eternamente gelosa e
pronta a vendicarsi sui figli illegittimi del padre degli dei. Invidie,
opposte strategie, scontri fisici contrappongono gli dei tra loro e tra
i mortali, che spesso vengono usati come pedine.