di: ROBERTO PECCHIOLI
Lo “scontro dei treni” si è consumato.
Così chiamano in Spagna la disputa tra lo Stato centrale e la Catalogna.
Il governo nazionale ha sequestrato le schede per il referendum
incostituzionale sulla secessione del 1 ottobre 2017, ha arrestato un
gruppo di funzionari del governo locale catalano impegnati nella
redazione dei provvedimenti a supporto della chiamata “disconnessione”
della regione dall’autorità costituzionale spagnola, il ministero delle
finanze ha assunto il controllo dei conti, la Guardia Civil e la Polizia
nazionale hanno perquisito uffici della Generalitat, ovvero del governo
autonomo catalano e represso le occupazioni dei separatisti insediati
notte tempo all’interno dei seggi. La tensione è al massimo nelle strade
di Barcellona e di altre città. A Manresa c’è stato un tentativo di
assalto alla caserma della Guardia Civil, dove vivono le famiglie degli
agenti, mentre i familiari del presidente di Ciudadanos, partito
favorevole all’unità nazionale, sono stati oggetto di un attacco al loro
negozio. Esponenti politici, commercianti, privati cittadini noti per
le loro posizioni “unioniste” sono accerchiati, insultati, oggetto di
intimidazioni. Insulti anche alla squadra di calcio dell’Espanyol, il
cui stesso nome molesta i separatisti.