di: Luciano Lago
Come si poteva prevedere, tutti i nodi della politica aggressiva dell’Amministrazione Trump stanno arrivando al pettine. I neoconservatori a Washington sono decisi a scatenare il quello che sarà il prossimo disastro militare dell’America, un disastro che potrebbe essere peggiore di quello provocato dalla guerra in Iraq.
D’altra parte è noto che la politica estera dell’Amministrazione Trump è diretta da un gruppo di potere costituito dai neocon, fra i quali si distinguono Mike Pompeo, John Bolton , Elliot Abrams e Jared Kushner, tutti fanatici invasati da una visione messianica evangelica e ultra sionista che prevede l’affermazione della “Grande Israele” dal Giordano all’Eufrate con la rimozione di tutti gli ostacoli a questo progetto. L’Iran è in questa fase, assieme ai suoi alleati della regione (Siria ed Hezbollah) il principale ostacolo.
Elliot Abrams, Mike Pompeo, John Bolton (tutti appartenenti alla tribù) |
Con la sua ultima decisione, il presidente Donald Trump rompe gli indugi e prepara il pretesto dell’attacco all’Iran. Trump ha infatti preannunciato sanzioni complete contro l’esportazione del crudo iraniano e ha detto che saranno Rijad e altri membri dell’OPEC che provvederanno a compensare la scarsezza del petrolio iraniano sul mercato.
In un comunciato emesso questo Lunedì, la Casa Bianca ha confermato che Trump ha deciso di non rinnovare in maggio le esonerazioni che permettevano a vari paesi di importare il crudo iraniano senza affrontare le sanzioni decise dagli USA. L’obiettivo di questa decisione è quello di ridurre a zero le esportazioni di petrolio dall’Iran, come specificato nelle precedenti dichiarazioni. Pronta la risposta iraniana che si prepara a bloccare lo stretto di Hormuz per ritorsione. Non ci vuole molto per prevedere che questo sarà il probabile pretesto per l’attacco all’Iran.
La gestione della politica estera dell’Amministrazione Trump è ormai diretta dagli interessi di Israele e precisamente in funzione di questo, nessun altro fattore conta di più che non le ossessioni alla sicurezza di Israele e del suo piano di espansione. Da qui le recenti decisioni di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, di riconoscere le Alture del Golan come annesse ad Israele a cui seguirà presto il riconoscimento dell’annessione della Cisgiordania e il Piano di Pace che presenteranno Netanyahu, Kushner e il principe Bin Salman come “toccasana” per tacitare i palestinesi e farli traslocare in una sorta di “Bantustan palestinese”, designato probabilmente nel Sinai.
Un delirio di onnipotenza si è ormai impadronto di questi personaggi che si sentono autodesignati dalla Storia come “Padroni del Mondo” e come tali si autoregolano in una forma ossessiva e psicopatica contro chiunque non si conformi ai loro desiderata. La razionalità è da tempo sparita dalle menti non eccelse dei neocon di Washington e le azioni degli USA in questa fase, minacce e ricatti diretti a nemici ed alleati, sono molto più simili a quelle dei Gangster che non a quelle di una superpotenza responsabile.
Anche se le azioni militari sarebbero inizialmente progettate per essere limitate – dicono gli osservatori, sembra inevitabile un allargamento delle operazioni che coinvolgerebbe le forze iraniane all’interno della Siria, con possibili attacchi transfrontalieri statunitensi dall’Iraq, un coinvolgimento anche di Hezbollah in Libano, oltre a uno scontro tra unità navi navali americane e iraniane nel Golfo Persico – tutti eventi che potrebbero innescare un conflitto più esteso.
Gli USA cercherebbero di organizzare una coalizione della NATO coinvolgendo i paesi dell’Europa occidentale, come avvenuto per la Libia, in questo caso con il pretesto di assicurare la libertà di navigazione nel Golfo Persico, anche se inizialmente i governi europei si sono schierati in opposizione a qualsiasi futuro conflitto con l’Iran. Sarà importante verificare quale atteggiamento prenderanno la Russia e la Cina, oltre ad una prevedibile mozione di condanna in sede di Consiglio di Sicurezza dell’ONU, se le due potenze decideranno di intervenire in forma diretta o indiretta a difesa del loro alleato e partner della Repubblica Islamica dell’Iran.
Ancora una volta, come accaduto in Siria, potrebbe accadere che Washington, nei suoi calcoli, stia sottovalutando le possibilità di reazione della Russia e sembra chiaro che, un errore di questo genere con l’Iran, porterebbe a un allargamento del conflitto con conseguenze catastrofiche.
La guerra sarebbe, nelle menti dei neocon di Washington, l’unica soluzione al “problema Iran” visto che la politica di minacce e sanzioni, sobillazione interna e progetti di cambio di regime, si dimostrano poco efficaci con un paese che da quaranta anni resiste alle pressioni degli USA.
Fino ad ora, la leadership iraniana si è dimostrata piuttosto prudente e non ha reagito alle provocazioni di Israele e degli USA dirette contro le forze iraniane in Siria, gli iraniani hanno evitato una risposta diretta che avrebbe intensificato lo scontro con Israele, così come hanno evitato di far reagire Hezbollah, una forza protettrice del Libano, ben armata e collaudata, collegata con l’Iran. Un intervento militare USA diretto contro l’Iran farebbe cambiare tutto lo scenario e si aprirebbe una fase di ritorsioni contro le truppe USA in Iraq ed in Siria e contro Israele che sarebbe presto individuato come il mandante principale di un attacco all’Iran.
Quello che potrebbe scaturire da un nuovo conflitto in Medio Oriente, con tutti i costi umani e materiali che ne deriverebbero, non è facilmente immaginabile sulla base del grande numero di variabili da prendere in esame ma tutte hanno un denominatore comune che è da individuare nella follia di alcune menti malate che siedono a Washington ed a Tel Aviv.
Il servo ed il padrone, quando capirà il popolo americano che stanno mandano a morire i loro figli per interessi che non sono i loro.
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