di: Alfredo Jalife Rahme
La rivista britannica The Economist, portavoce del neoliberismo globale, controllata dai banchieri Rothshild, si scaglia in un violento attacco contro Internet e i social media: ” I social media minacciano la democrazia?” (“Do social media threaten democracy”?) Titola la presigiosa rivista.
In forma prevenuta, la rivista fustiga “Facebook, Google e Twitter per aver danneggiato gli interessi plutocratici del neoliberismo globale, accusa verso i social media che furono progettati presumibilmente “per salvaguardare la politica con una buona (sic) informazione che elimini i pregiudizi e le falsità”-
Forse che la manicheista rivista The Economist manca di pregiudizi di tipo israelita-anglosassoni?
Come noto la “prestigiosa” rivista si è assegnata il compito di disinformare per portare acqua al suo mulino neoliberista.
La polemica rivista, una sorta di Bibbia a capo della globalizzazione finanziaria, commenta che “qualche cosa di molto negativo è accaduto” e reclama che “senza una informazione decente (sic) senza civiltà (sic) e conciliazione (sic), le società risolvono le loro differenze ricorrendo alla coercizione”.
Accade che le menzogne diffuse a piene mani dai multimendia israel-anglosassoni, che hanno imposto il loro “pensiero unico” e la loro propaganda unilaterale, si sono trovati al’improvviso con il fatto nuovo che su Internet e sui social media – in particolare su quelli di massa, il GAFAT (Google, Apple, Facebook, Amazon e Twitter)- esistono atri “punti di vista”, per non dire “verità”, dove il neoliberismo globale e plutocratico che apporta benefici soltanto all’1% del mondo occidentale, è rimasto quasi in minoranza di fronte al restante 99% che esprime la propria rabbia senza sotterfugi e in tempo reale….
Può sembrare banale che la maggior parte dei multi-media israel-anglosassoni siano controllati da questo 1% che viene vilipendiato in modo implacabile su internet e sui social media quando il 99% delle persone esorcizzate oggi dispone alla sua portata di esprimersi liberamente per il bene o il male ove, secondo la visione manichea del The Economist (loro sono” i buoni” e gli altri sono “i cattivi”).
In mezzo al caos globale – provocato dal declino degli Stati Uniti, dall’ascesa irresistibile della Cina e la rinascita militare della Russia, la rivista evoca che “non molto tempo fa i social media avevano sostenuto la promessa di una politica più illustrata (sic) e conforme alla precisa informazione (sic) ed alla comunicazione senza sforzo per aiutare la buona gente (sic) ad eliminare la corruzione, il fanatismo e le menzogne”.
La rivista britannica The Economist, portavoce del neoliberismo globale, controllata dai banchieri Rothshild, si scaglia in un violento attacco contro Internet e i social media: ” I social media minacciano la democrazia?” (“Do social media threaten democracy”?) Titola la presigiosa rivista.
In forma prevenuta, la rivista fustiga “Facebook, Google e Twitter per aver danneggiato gli interessi plutocratici del neoliberismo globale, accusa verso i social media che furono progettati presumibilmente “per salvaguardare la politica con una buona (sic) informazione che elimini i pregiudizi e le falsità”-
Forse che la manicheista rivista The Economist manca di pregiudizi di tipo israelita-anglosassoni?
Come noto la “prestigiosa” rivista si è assegnata il compito di disinformare per portare acqua al suo mulino neoliberista.
La polemica rivista, una sorta di Bibbia a capo della globalizzazione finanziaria, commenta che “qualche cosa di molto negativo è accaduto” e reclama che “senza una informazione decente (sic) senza civiltà (sic) e conciliazione (sic), le società risolvono le loro differenze ricorrendo alla coercizione”.
Accade che le menzogne diffuse a piene mani dai multimendia israel-anglosassoni, che hanno imposto il loro “pensiero unico” e la loro propaganda unilaterale, si sono trovati al’improvviso con il fatto nuovo che su Internet e sui social media – in particolare su quelli di massa, il GAFAT (Google, Apple, Facebook, Amazon e Twitter)- esistono atri “punti di vista”, per non dire “verità”, dove il neoliberismo globale e plutocratico che apporta benefici soltanto all’1% del mondo occidentale, è rimasto quasi in minoranza di fronte al restante 99% che esprime la propria rabbia senza sotterfugi e in tempo reale….
Può sembrare banale che la maggior parte dei multi-media israel-anglosassoni siano controllati da questo 1% che viene vilipendiato in modo implacabile su internet e sui social media quando il 99% delle persone esorcizzate oggi dispone alla sua portata di esprimersi liberamente per il bene o il male ove, secondo la visione manichea del The Economist (loro sono” i buoni” e gli altri sono “i cattivi”).
Manipolazione dei media |
In mezzo al caos globale – provocato dal declino degli Stati Uniti, dall’ascesa irresistibile della Cina e la rinascita militare della Russia, la rivista evoca che “non molto tempo fa i social media avevano sostenuto la promessa di una politica più illustrata (sic) e conforme alla precisa informazione (sic) ed alla comunicazione senza sforzo per aiutare la buona gente (sic) ad eliminare la corruzione, il fanatismo e le menzogne”.
Sembra incredibile sentire parlare di “corruzione” proprio da
coloro che sono stati i maestri della speculazione finanziaria e
monetaria in questi anni.
Sono tempi funesti della “post-verità “e della guerra di propaganda del “Deep State “degli USA mediante il suo etereo scandalo del Russiagate della presunta interferenza del Cremlino nelle elezioni negli USA ed in Europa, tutte grandi invenzioni dell’apparato mediatico anglo USA ma che fanno presa sul pubblico.
Le piattaforme di Internet e dei social media furono inventate dal Pentagono, sembra credibile che la Russia adesso controlli queste piattaforme prodotte dall’inventiva degli strateghi del Pentagono? L’Economist ci crede.
Si lascia da parte la teoria più credibile che dietro del Russiagate, il “Deep State” cerca di impedire un riavvicinamento tra Trump e lo zar Vladimir Putin.
A giudizio dell’Economist, Internet e i social media “diffondono veleno” visto che si sono trasformati in catalizzatori della “disinformazione russa”.
“The russians are coming”, secondo l’Economist che mette in risalto come, dal Sud Africa fino alla Spagna (sic), si diffonde l’ossessivo e compulsivo slogan della guerra fredda, si diffondono le menzogne e si oltraggiano e si corrodono il giudizio dei votanti e questo aggrava il frazionismo, il populismo, erodendo le condizioni libertarie (sic) che la società neoliberista ci assicura .
Sembra chiaro che l’Economist confonde gli interessi dell’oligarchia plutocratica, che la rivista rappresenta come nessun altro, con la democrazia delle opinioni che costituisce il vero antidoto.
(………..)
Fonte: La Jornada
Traduzione e sintesi: Luciano Lago di: controinformazione.info
Sono tempi funesti della “post-verità “e della guerra di propaganda del “Deep State “degli USA mediante il suo etereo scandalo del Russiagate della presunta interferenza del Cremlino nelle elezioni negli USA ed in Europa, tutte grandi invenzioni dell’apparato mediatico anglo USA ma che fanno presa sul pubblico.
Le piattaforme di Internet e dei social media furono inventate dal Pentagono, sembra credibile che la Russia adesso controlli queste piattaforme prodotte dall’inventiva degli strateghi del Pentagono? L’Economist ci crede.
Si lascia da parte la teoria più credibile che dietro del Russiagate, il “Deep State” cerca di impedire un riavvicinamento tra Trump e lo zar Vladimir Putin.
A giudizio dell’Economist, Internet e i social media “diffondono veleno” visto che si sono trasformati in catalizzatori della “disinformazione russa”.
“The russians are coming”, secondo l’Economist che mette in risalto come, dal Sud Africa fino alla Spagna (sic), si diffonde l’ossessivo e compulsivo slogan della guerra fredda, si diffondono le menzogne e si oltraggiano e si corrodono il giudizio dei votanti e questo aggrava il frazionismo, il populismo, erodendo le condizioni libertarie (sic) che la società neoliberista ci assicura .
Sembra chiaro che l’Economist confonde gli interessi dell’oligarchia plutocratica, che la rivista rappresenta come nessun altro, con la democrazia delle opinioni che costituisce il vero antidoto.
(………..)
Fonte: La Jornada
Traduzione e sintesi: Luciano Lago di: controinformazione.info
I giudei hanno tutto l'Oro tutta l'informazione se ne sbattono altamente di 2 gatti complottisti,tutte tattiche giudaiche per fare ARRIVARE LA BESTIA(NOI) AL MACELLO ALL'ORA GIUDAICA ,sull'asia e' vero gli asiatici soon un serbatoio di schiavi inesauribile
RispondiEliminaGermania, approva la legge contro gli hater. Multe da 5 a 50 milioni per i social che non rimuovono, legge contro l'omesso controllo da parte dei gestori. Le multinazionali avranno dalle 24 ore fino a una settimana per cancellare i contenuti che incitano all'odio o alla diffamazione.La Germania festeggia la giornata dei social media con l’approvazione della legge contro gli hater: la Network enforcement Act. La legge, in vigore ad ottobre dopo il rinnovo del Bundestag a settembre, stabilisce che se Facebook, Youtub ecc... Non rimuoveranno entro 24 ore i contenuti illegali diffusi in Germania, saranno costrette a pagare una multa salatissima da 5 milioni di euro. Importo che potrà salire fino a 50 milioni. Per quei contenuti la cui illegalità invece non sia immediatamente evidente, il termine di rimozione viene esteso a sette giorni.
RispondiEliminaUn portavoce di Facebook ha fatto sapere di condividere l’obiettivo del governo tedesco di combattere i discorsi che inneggiano all’odio, ma ha anche precisato che “la migliore soluzione verrà trovata quando il governo, la società civile e le industrie del settore lavoreranno insieme e che questa legge, così come è stata approvata, non migliorerà gli sforzi profusi per affrontare questa importante questione sociale”. L’approvazione arriva dopo mesi di dibattito parlamentare, e soprattutto dopo la proposta adottata il 24 marzo 2017 dal Consiglio d’Europa di bloccare i video che incitavano all’odio.
I padri della nuova normativa, tra i quali il ministro della Giustizia il social democratico Heiko Maas, il leader della Cdu Volker Kauder, ed il leader della Spd Thomas Oppermann, hanno mostrato soddisfatti un sondaggio secondo il quale la loro “creatura” godrebbe del consenso di circa il 70% dell’elettorato tedesco.
Secondo l’opinionista Thorsten Benne, direttore e co-fondatore del Global Public Policy Institute di Berlino e titolare di un blog su Handelsblatt, la nuova legge “privatizza l’attività di vigilanza regolata dalle leggi in vigore”. Per l’esperto la nuova normativa, oltre a rappresentare un precedente (il premier britannico Theresa May ha fatto sapere di essere favorevole all’adozione di una normativa analoga) rappresenta una sonora sconfitta per le multinazionali americane.
La loro intensa attività di lobbying tesa ad impedirne l’approvazione si è rivelata totalmente inefficace. Anche in Germania la coalizione “Alliance For The Freedom of Expression”, strenuamente contraria alla nuova disciplina, non è riuscita nell’obiettivo di rallentare l’adozione della legge favorendo un ampio dibattito. Il tentativo di impedire l’esternalizzazione della sindacabilità dei contenuti condivisi sui social media in favore delle multinazionali che li possiedono, non si è concretizzato. Si sarebbe così realizzata una forma di censura arbitraria da parte degli stessi gestori dei social network, laddove la normativa precedente prevedeva l’intervento di un giudice. Sempre le statistiche mostrano come in Germania, come anche negli altri paesi membri, gli haters sono in costante aumento.
Da parte sua Facebook ha fatto sapere di avere già assunto 3.000 nuovi dipendenti per il contrasto alle fake news. Che si sommano ai 4.000 già assunti per monitorare i milioni di post condivisi ogni settimana dagli utenti. Facebook ha annunciato in maggio di avvera raggiunto i 2 miliardi di iscritti.
Mark
Internet e'l'arma perfetta ! un polverone d'informazione per far strippare I cervelli dei poveri utenti ,grazie a questo polverone I subdoli EBREI possono nascondere le proprie marachelle e addossarne LA responsabilita su altri burattini ,Siete dei ciechi se non lo vedete oppure le scie chimiche fanno effetto ,quella sottospecie umana Della Boldrini che se LA prende con internet per I FASCISTI non apre bocca per LA pornografia solo per questo vi sarebbe da chiuderlo Internet depravazione allo stato puro vecchie animali violenze ecc.Alla Boldrini evidentemente Piace il bukkake valorizza LA donna!!!un bel film recente digitate "7 km da gerusalemme"
RispondiEliminaDigitate:"Sergio colabona siamo pagati " capite? il libricino "I PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION" si attua giornalmente ,questo colabona traditore infame ha LA chutzpah di dircelo infaccia ,mi viene in mente WW quando dice di metterli tutti al muro !
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