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mercoledì 4 ottobre 2017

Neocon e lobby sioniste vogliono la guerra con l’Iran





di: Paul Craig Roberts

Ho tenuto di recente un discorso ad una conferenza sul partito della guerra in America. Alla fine della discussione un signore anziano è venuto da me e mi ha chiesto: “Perché nessuno ha menzionato l’argomento più scottante? Nessuno ha parlato di Israele durante la conferenza, e sappiamo tutti che gli ebrei americani con i loro soldi e il loro potere stanno supportando tutte le guerre nel Medio Oriente per Netanyahu. Non dovremmo iniziare a nominarli e a chiedere loro conto di questo?”

Era una domanda conbinata con un commento che avevo sentito molte volte, e la risposta era sempre la stessa: qualunque organizzazione che intendesse essere ascoltata sulla politica estera sapeva che toccare Israele garantiva una via sicura per essere messa sotto silenzio. I gruppi sionisti ed i donatori individuali plurimilionari non solo controllano i politici, ma dispongono dei mezzi di informazione e delle industrie dello spettacolo; il che significa che nessuno ne avrebbe sentito parlare. Questi gruppi sono particolarmente sensibili al tema della cosiddetta “doppia lealtà”, anche se questa espressione è piuttosto truffaldina in quanto alcuni di loro hanno lealtà solo per Israele.



Di recente alcuni “sapientoni”, incluso me stesso, sono stati avvertiti di una prossima guerra con l’Iran. Per essere precisi, l’urgenza di bombardare l’Iran viene da molte parti, a cominciare dai generali della amministrazione e dal governo saudita, ossessionato dal timore di una egemonia iraniana; e ovviamente da Israele stesso. Ma la benzina per muovere la macchina da guerra la forniscono i sionisti americani, i quali si sono presi il rischio di muovere guerra a un paese che non minaccia direttamente gli Stati Uniti. Sono stati bravi a costruire una falsa minaccia iraniana, al punto che sia i repubblicani che i democratici e tutti i media sono convinti che con l’Iran bisogna essere intransigenti e prendere decisioni alla svelta.

Un recente articolo del New Yorker che critica l’iniziativa di una guerra con l’Iran suggerisce che l’attuale generazione di “falchi” dovrebbe imparare la lezione dell’Iraq. L’articolo cita tra questi “falchi” dell’Iran David Frum, Max Boot, Bill Kristol e Bret Stephens.
 
Lindsey Graham, J. McCain, BillKristol,alcuni dei neocons più influenti
Daniel Larison su The American Conservative indica un altro pezzo del New Yorker, intitolato “Si, i falchi vogliono la guerra con l’Iran”, che indica i quattro sopra citati: “Ognuno di loro odia l’accordo sul nucleare iraniano, e si è espresso in favore di un’azione militare contro l’Iran. Non ci sono prove che nessuno di loro quattro si opporrà a un attacco contro l’Iran”.

Aggiungo altri nomi: Mark Dubowitz, Michael Ledeen e Reuel Marc Gerecht della Foundation for Defense of Democracies; Daniel Pipes del Middle East Forum; John Podhoretz di “Commentary”; Elliot Abrams del Council on Foreign Relations; Meyrav Wurmser del Middle East Media Research Institute. In questo calderone possiamo inserirci intere organizzazioni, come la American Israel Public Affairs Committee (AIPAC), il Washington Institute for Near East Policy (WINEP) e l’Hudson Institute. E si, sono tutti sionisti, e molti di loro si dichiarano neo-conservatori. Potrei aggiungere che solo uno di loro ha servito nell’esercito – David Wurmser, un ex riservista della Marina. Questi individui amano fare combattere gli altri, mentre loro stanno comodi a casa.

Quindi è sicuro dire che molta dell’agitazione per muovere guerra contro l’Iran proviene da Israele e dagli ebrei americani. Molta della furia del Congresso sull’Iran viene dalla stessa fonte, l’AIPAC, impegnata a mostrare ai nostri rappresentanti come l’Iran debba essere distrutto perchè ha giurato di “distruggere Israele”; una menzogna e una cosa impossibile, in quanto l’Iran non ha le risorse per assumersi un tale rischio.


Si potrebbe aggiungere che i neocon, in quanto gruppo, sono stati fondati da un ebreo sionista; da qui il loro appoggio universale a Israele. Sono emersi durante l’amministrazione Reagan e il loro ascendente è aumentato quando hanno assunto posizioni di potere al Pentagono e alla Casa Bianca durante l’amministrazione di George W. Bush. Wolfowitz, Feith, Libby sono tutti ebrei e tutti hanno appoggiato l’insensato attacco all’Iraq. Philip Zelikov, in un momento di sincerità, ha ammesso che la guerra all’Iraq, dal suo punto di vista, è stata combattuta per Israele.

 George W. Bush con i suoi padroni


Alla Casa Bianca ci sono persone che forniscono una versione alternativa da quella del regime di Benjamin Netanyahu? Io credo di no. Ci sono molti cambiamenti da fare per rimediare al predominio degli ebrei americani in questioni di politica estera dove hanno interesse per questioni di etnia o legami familiari. Prima di tutto, non porli in posizioni di sicurezza nazionale che riguardano il Medio Oriente, dove potrebbe esserci conflitto di interesse.
Lasciamo che si occupino della Corea del Nord, la quale non ha alcuna minoranza ebraica e non è stata coinvolta nell’Olocausto. Questa soluzione è stata imposta per il posto di ambasciatore statunitense in Israele: fino al 1995, quando Bill Clinton (e chi altri?) nominò Martin Indyk, nessun sionista veniva nominato ambasciatore in Israele per evitare conflitti di interesse. Indyk oltretutto non era neppure cittadino americano all’epoca, e fu nazionalizzato alla svelta per essere approvato dal Congresso.
I sionisti americani che mostrano un forte attaccamento a Israele e si trovano in posizioni di politica estera che riguardano il Medio Oriente dovrebbero dimettersi, come qualunque giudice farebbe se rilevasse un conflitto di interesse.

Ma visto che niente di tutto ciò accadrà, l’unica alternativa per gli americani che sono stufi di vedere la sicurezza nazionale del proprio paese in mano a un gruppo fedele a un altra nazione è quella di alzare la voce su ciò che sta accadendo. Accendete una luce nelle tenebre e scoprite quali interessi si muovono dietro ogni decisione. Chiamate le cose col loro nome. E se qualcuno si offende, tanto peggio. Non abbiamo bisogno di una guerra con l’Iran perché Israele e un pugno di ricchi la vogliono. Davvero, non ci serve.


Fonte: Paul Craig Roberts

Traduzione: Alejandro Sanchez

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