Come in un paesaggio dello scrittore inglese James G. Ballard – le città d’artisti nel deserto come in Vermillion Sands, i paesaggi disegnati di scenografie cinematografiche che si confondono con i veri paesaggi della ‘realtà’, dove i protagonisti confondono i dati psichici con l’oggettività – la famiglia Manson trova nel ’68 il suo rifugio e quartier generale in un abbandonato e quasi dismesso set cinematografico. Servito negli anni ’50 per tanti film di genere, passato poi ai western di serie b e alla pubblicità Marlboro, il ranch di Spahn non se la passava bene, e Manson riesce a convincere l’ottantenne proprietario a far alloggiare la famiglia nei magazzini e edifici western in disuso, in cambio promette che lavoreranno per il ranch, che in quei giorni trovava le sue maggiori entrate solo nell’affitto dei cavalli.
I figli dei fiori della Family vivono e si muovono in bilico tra realtà e immaginazione in un villaggio western, a volte giocando a fare gli indiani e i cowboy, tra scenari di cartapesta, in un mondo onirico dove, come sentenziava Manson, dobbiamo giocare ad essere altro da noi stessi, da quello che la società e il nostro Karma ci hanno abituati a essere, e così trovare la nostra vera personalità, la nostra ‘anima’.
Il ranch sta nella California assolata alle porte di Los Angels,
della Sunset Boulevard e del Topanga Canyon, di Bell Air e delle ricche
ville dei divi, tutte zone di lavoro per la Family. La famiglia Manson
si muove con un dismesso autobus di scuola (come era di moda a quel
tempo) pitturato di nero.
Manson ha buoni rapporti con molti produttori e cantanti rock, tra
questi Denis Wilson dei Beach Boys, a cui consumerà l’intero patrimonio e
userà spesso le sue Ferrari, e le ragazze della Family arroventeranno i
loro corpi nudi ai bordi della piscina della sua villa.
Manson raccoglie dalla strada giovani donne pazze della sua
insaziabile energia sessuale, belle ragazze che, quando il pulmino si
ferma per una sosta, amano vagare nude per i boschi. Tutte dai tredici
ai vent’anni, ed è chiaro che quando si vede l’autobus nero fermo
davanti ai cancelli di qualche villa nei dintorni di Los Angels, c’è
Manson che offre le sue ragazze per i festini. Nella Family si girano
anche film porno, che Manson vende a ricchi industriali e attori.
Come è
evidenziato nel libro di Ed Sanders sui delitti della Family, Manson
non è, come si è veicolato nel processo Tate-La Bianca e sui mass media,
nient’altro che un isolato e rancoroso invasato satanista che per odio
decide d’improvviso di sterminare un po’ di gente famosa. In realtà
Manson ha molti rapporti con quel mondo dello spettacolo, dal ’66 al 69
lo vedremo muoversi in ricche ville, alla guida di Ferrari prestate
dalle stelle del rock, ricevere promesse di incidere un disco e
addirittura la possibilità di scrivere un film sulla vita di Cristo, che
non sarà accettato perché Manson lo voleva nero.
Manson è un prodotto delle spiagge di Malibou, dove si dice si
svolgevano riti satanici, a detta di Sanders sanguinari, e si beve il
sangue caldo di animali appena uccisi. E’ il mondo della chiesa satanica
di La Vey e del regista della controcultura Kenneth Anger.
Anton Lavey |
Sanders descrive Manson come dotato di potenti poteri ipnotici, di cui darà prova anche nel periodo di detenzione degli ultimi 6 anni che passerà in carcere prima del cambiamento: quando uscirà dal carcere, recluterà ragazze e dominerà la mente di chiunque verrà in contatto con lui. Si dice che Manson fosse analfabeta, ma ciò non gli impedirà di leggere nei 6 anni del cambiamento in carcere,l’Apocalisse e molti libri di occultismo. Libri certo di non facile lettura, che metterebbero in seria difficoltà qualunque lettore medio, in ogni caso dotato di maggior cultura di quella accreditata a Manson.
Come conciliare tutto ciò con il Manson analfabeta? O Manson aveva
delle incredibili e geniali doti naturali, oppure è solo una
costruzione, un prodotto che è servito per scaricare gli omicidi.
Sia quel che sia, le ragazze che Manson raccoglie dalla strada non
sono solo morte di fame, tra esse ci sono figlie di gente con i soldi e
attori (di cui Manson usa le carte di credito). Tanto per fare un
esempio, c’è la figlia di Angela Lansbury. L’attrice giungerà fin
all’accampamento della Family, ma poi venuta in contatto con Manson,
rinuncerà a qualsiasi azione penale, anzi, troverà la cosa buona, e
accetterà che la figlia segua quell’orda di satanisti, drogati e altro.
Perché? Sarebbe bastata una denuncia, la figlia di Ladsbury era
minorenne, e Manson sarebbe stato sbattuto in galera. Eppure i ricchi
lasciano i loro figli nelle mani di Manson. Anche se, forse, intervenire
avrebbe evitato le stragi del 1969, seppure di denuncie la Family ce ne
aveva addosso un bel po’, eppure Manson e i suoi accoliti continueranno
ad agire indisturbati. La società californiana della controcultura, la
polizia e il jet set culturale di quel periodo hanno contribuito a
creare il ‘mostro’ Charles Satan Manson.
Prima delle stragi, Manson e le belle adolescenti in bilico tra
prostitute e sacerdotesse – non a caso si facevano chiamare streghe –
non facevano nulla più di quello di tanti altre comunità Hippy: droga,
amore libero, qualche rito pagano sulla spiaggia o nel deserto della
morte californiano, la Death Valley, e furti vari d’auto.
Cosa ha fatto oltrepassare il limite a Manson e alla Family?
Ed Sanders, nel suo libro sugli omicidi Manson, ha lavorato molto nel
comprendere il melieau in cui è nata l’ideologia di morte della Family.
Sappiamo che nella prima versione del libro lanciava precise accuse ad
un famoso culto satanico del tempo. Questo culto, diventato chiesa, ha
querelato Sanders, che fu costretto a togliere i riferimenti a questa
setta. Seppure Sanders, anche se nascosti, ha mantenuto i riferimenti a
questo culto satanico. In un punto del libro, l’autore accenna che a
quel tempo nelle spiagge della California si muoveva un gruppo di famosi
occultisti inglesi, il nome di questo gruppo era Movimento Quattro P.
Dal libro di William Sims Bainbridge, Satan’s Power, tradotto in
italiano Setta Satanica, leggiamo che il culto, che nel libro è chiamato
Il Potere, ma che nella realtà è The Process Church of The Final
Judgement – setta nata a Londra ma poi spostatasi in California – scelse
il suo logo ispirandosi alla svastica. Però uno degli primi adepti
disse a Bainbridge che fu scelto anche perché la forma ricordava una P.
Questo culto delle Quattro P a detta di Sanders viaggiava per la California con un set portatile composto di un forno crematorio, un altare, un tavolo d’obitorio, e vari accessori rituali, tra cui un coltello a quattro lame per sacrifici. Sanders ritiene orribile ciò che questo culto seminò in quegli anni in California.
Dalla indagine sociologica di Bainbridge apprendiamo che Manson per
breve tempo frequentò il culto in questione, ma che The Process dimostrò
di non aver nulla a che fare con gli omicidi della Family. Bainbridge
nel suo libro di sociologia sul campo – l’autore non nascose i suoi
propositi agli affiliati, tanto da diventarne amico e infine affiliato
egli stesso – ci presenta questo culto come in definitiva abbastanza
innocuo – tanto che un gruppo di suore apparirebbero più depravate dei
componenti monastici di The Power, come Bainbridge chiama The Process.
Le influenze culturali che hanno formato Manson sono molteplici, e
quel mondo californiano aveva molti rapporti con culti religiosi e
satanici, riti pagani a Dei innominabili e forse anche sacrifici umani.
Manson sarebbe solo la punta di un iceberg.
Ad un certo punto, siamo nella fine del ’68, Manson decide di andare
oltre, vuole affrontare il deserto, li in quel luogo di morte, nella
Death Valley, è convinto di trovare la riposta alle sue domande. Come un
cenobita percorre chilometri a piedi, con la lingua gonfia,
disidratato, imbottito di droga, e un senso di imminente morte. Eppure
sopravvive. Non ha paura dei serpenti, si avvicina loro e li prende in
mano: li fissa.
Anche i crotali cedono ai suoi poteri ipnotici. In quel luogo desolato, dove ci sono solo i vecchi accampamenti in rovina dei cercatori d’oro dei primi del novecento, città abbandonate con poche persone che non conoscono autorità o religione, la polizia non si avventura, ci sono solo alcuni disperati che cercano le pepite. Per Manson è’ un luogo adatto per isolare i suoi accoliti da qualsiasi influenza esterna, per dominare completamente la loro mente.
Ma Manson in quel deserto cerca qualcosa di più, crede nelle antiche
leggende degli indiani Hopi, che sotto la Death Valley si celi una città
sacra, un luogo di pace e delizia.
E Charles si mise alla ricerca del varco, della porta per l’altro mondo, del pozzo dell’Abisso…
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