di: Mauro Bottarelli
Mentre mercati e istituzioni politiche si godono l’alibi del Brexit per giustificare quanto sta accadendo sugli indici del Vecchio Continente (leggi banche italiane e spagnole alla frutta), i manovratori stanno già lavorando al tassello di destabilizzazione successivo. Ad oggi, fonte un sondaggio commissionato da un grosso hedge fund londinese, il Bremain è al 52% e il Brexit al 48%: si tratta di rilevazioni di flussi cominciate a marzo e con cadenza ogni quindici giorni e domenica prossima verrà resa nota l’ultima, prima del periodo di embargo. Insomma, i giornali hanno tentato la mossa austriaca del panico da salto nel buio quando hanno parlato di 55% a 45% per il Brexit (The Independent) e addirittura uno scarto di 19% punti annunciato da Opinium domenica.
Mentre mercati e istituzioni politiche si godono l’alibi del Brexit per giustificare quanto sta accadendo sugli indici del Vecchio Continente (leggi banche italiane e spagnole alla frutta), i manovratori stanno già lavorando al tassello di destabilizzazione successivo. Ad oggi, fonte un sondaggio commissionato da un grosso hedge fund londinese, il Bremain è al 52% e il Brexit al 48%: si tratta di rilevazioni di flussi cominciate a marzo e con cadenza ogni quindici giorni e domenica prossima verrà resa nota l’ultima, prima del periodo di embargo. Insomma, i giornali hanno tentato la mossa austriaca del panico da salto nel buio quando hanno parlato di 55% a 45% per il Brexit (The Independent) e addirittura uno scarto di 19% punti annunciato da Opinium domenica.