di: Paolo Sizzi
Quando sento parlare di ius soli,
la mia mente, in realtà, non corre immediatamente alla recente gazzarra
del centro-sinistra italiano, tesa a regalare la cittadinanza italiana a
tutti coloro che nascono sul territorio nazionale. Il diritto
incentrato sul suolo, sulle prime, mi fa pensare proprio al suolo, senza
inflazioni politiche e ideologiche, alla sacralità della terra natia,
della patria, che da millenni si chiama Italia, ma anche Lombardia,
Veneto, Toscana, Umbria, Roma, Napoli e Sicilie, Sardegna e Corsica. E
infatti, lo sappiamo bene, l’irrinunciabile e sacrale legame
coerentemente identitario si basa sul binomio di sangue e suolo, da cui,
del resto, nasce lo spirito, la cultura (con tutto ciò che questo
termine comporta) di un popolo ben preciso.