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martedì 23 ottobre 2018

Il ricatto dello spread contro il popolo



di: Marcello Veneziani

Il Corriere della sera, in un editoriale di Angelo Panebianco, è arrivato a sostenere che lo spread è reale, mentre il popolo è un’astrazione, non esiste, se non nella propaganda sovranista. Panebianco rispondeva a una semplificazione demagogica, ma la conclusione a cui portava era questa: il popolo è un’invenzione dei populisti, lo spread, invece, è vero e vivo nel regno della finanza, quindi esiste quasi in natura…


Ecco come capovolgere la realtà che ci dice esattamente l’inverso: le difficoltà della gente, il carovita, i disagi popolari, la forte pressione fiscale, la mortificazione delle sovranità popolari e nazionali sono cose reali e realmente vissute, mentre quel coefficiente finanziario è un’entità fittizia, che appare e scompare a comando, usata per colpire i governi sgraditi e non allineati. Tutti i precedenti governi avevano indebitato il paese e sforato i limiti ma solo ad alcuni suona il campanello d’allarme dello spread. Arrivo a dire che lo spread diventa reale, acquista vita, quando si abbatte su un’entità vera, fatta di carne e sangue, che è il popolo.


Ma per i cosiddetti giornaloni, compreso un autorevole e solitamente realista politologo come Panebianco, il popolo è una diceria dei populisti, una vanteria dei sovranisti. In ogni caso la vita reale dei popoli è subordinata all’assetto contabile della finanza. Anzi, è considerata retorica fascista evocare il popolo, è un’entità fittizia. Invece l’umanità, la donna, le classi, i gender, i migranti sono reali?… Anche l’Italia è per loro un’astrazione, una truffa retorica e fascistoide; invece l’Europa, la modernità, il progresso, no, perdio, quelle sono Verità Assolute e Incontestabili.

Ora a noi la manovra economica che si va profilando non piace, almeno sul versante grillino, e in alcuni tratti – dal reddito di cittadinanza alle pensioni – ci appare veramente odiosa e immorale, quasi un incubo da cui vorremmo svegliarci.



 Il ricatto della cricca usuraia contro i popoli

Ma un conto è diffidare di chi parla in nome di entità generali, di chi non considera le differenze in seno al “popolo”, di chi fa demagogia egualitaria o di chi crede all’utopia pericolosa dell’autogoverno del popolo; un altro è ritenere che ogni universale, ogni entità generale sia fittizia, mentre la finanza sia la vita autentica.

Addio democrazia, politica, città, nazioni allora e addio pensiero, scienza e fede: sono tutte astrazioni universali, di vero c’è solo il debito o il differenziale coi bund tedeschi… Il popolo non esiste mentre lo spread si, perché così hanno stabilito le oligarchie tecno-finanziarie.

E il popolo deve pagare anche se non esiste… Ma paga come singolo contribuente. Siamo alla mistificazione assoluta e alla prevaricazione senza appello. Come quando si dice che le nazioni non esistono più da quando c’è l’Unione Europea, salvo poi accollare all’Italia il peso degli sbarchi… Poi vi meravigliate se crescono i populisti.





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14 commenti:

  1. A proposito di "manipolatori" allettati ai poteri globalsorosiani o chi per lui...tipo l'orribile coppia di orribili maghetti di radio 24, che si sono inventati per accusare i Populisti? Quello che i loro "mandanti" hanno già fatto, sputtanati ampiamente dai Complottisti, proprio sulla base delle loro fake fictions. Accusano i Populisti di manipolare video e far dire all'oratore cose che lui EFFETTIMENTE NON DICE. Roba vecchia...Mi ricordo che in TV, a La7, specializzata in queste fake fictions made in tv, a partire da quella della "folla" (4 miao miao miao miao) che abbatteva la statua di Saddam Hussein, prontamente moltiplicata con copincolla dopo mia stupiTA telefonata, ed il padre di Carlo Giuliani che dichiara che il figlio era colpevole, cosa che non poteva dire anche se fosse stato vero, il giorno stesso o il giorno seguente l'assassinio del figlio. O' veramente questi quà quà quà credono che Noi si sia una massa di Beoti? Bbelli, Noi siamo Figli di Enea...figli di Troia...ed i Cavali li amiamo, non li mangiamo, non li ammazziamo nei Palio, ma non ce li metiamo in Casa !
    Tanta ammirazione da parte dei sinistrati per il Sindaco di Riace. Che cosa ha fatto di speciale? Ha fatto la stessa manovra che dovrebbe fare il Governo Gialloverde, in barba alla eu.capestro. Ha utilizzato i fondi a disposizione per far campare delle persone nel paese, dando alloggio e carta moneta sussidiaria per pagare i negozianti per vitto, vestiario e quant'altro in cambio di lavori pubblicamente utili, senza
    intascare niente per Sé. ONESTO, non santo, come si dovrebbe essere tutti, anche i credenti praticanti e non. Non si può fare per tutti,anche per gli ITALIANI ? Non è quello che vorrebbe fare Di Maio? Salvini fa da scudo contro i maramaldi dell'Italia. A dognuno il suo ruolo. A Noi sta bene così. Vedremo se i "Ragazzi" saranno abbastanza DURI da fronteggiare la eu.capestro. Noi siamo con loro. Parteciperemo
    alla difesa a suon di colpi di alta economia. Gli esperti non mancano nella Lega e nei Sovranisti Populisti. Del resto poche regole: Ateismo, Veganesimo, Rifiuto della competizione, il Conto della Serva, il Massimo Utile col Minimo Sforzo.
    Dimenticavo...anche ai Benetton s'è rotto un pilone. Ma il loro ponte non crollerà. Abbiamo però la prova che anche i ricchi muoiono...oltre che piangere. A Radio Rai 3 stanno intervistando qualcuno proprio sul Benetton morto, il Gilberto, anche abbastanza giovane per i tempi di mummiasconismo. Stanno chiedendo all'intervistato perché La Benetton non sia spostata dall'Italia come hanno fatto tanti altri...e
    perché? Perchè? Epecchépecchèinderendà...Le altre Nazioni non sono fesse come Noi, che abbiamo avuto governi che hanno SVENDUTO il Nostro Territorio, alcuni direbbero La Nostra Patria [ma che sarebbe un Trans? o è Madre o è Padre !!!!] per un CUCCHIAIO di lenticchie che si sono mangiato loro...sanguisughe insaziabili.
    Sempre a Rai Radio 3 un Ascoltatore telefona facendo notare che i BTP vengono rimborsati alla scadenza per l'importo nominale. Le variazioni di "borsa" mentre le hai nel cassetto sono ininfluenti. L'essenziale è che il corrispettivo venga restituito alla scadenza. Mi ricordo che i BOT a tre mesi che la mia famiglia faceva prima dell'avvento di Berlusconi al governo, si acquistavano per esempio a 95 per un valore "facciale" di 100. La differenza di 5 era l'interesse sul prestito e veniva "guadagnato" all'acquisto. Dopo tre mesi il gioco continuava, rinnovando i titoli. Si scoprì poi che la mia famiglia faceva esattamente quello che le più furbe banche facevano correntemente. L'Italia ha SEMPRE rimborsato i prestiti. Quello che ci sta facendo la eu.capestro e le "agenzie" di "rating" è un crimine inaccettabile, che grida vendetta al cospetto dell'Universo. E non abbozzeremo. Oseranno bombardare una Colonia Statunitense? Con la Gran Bretagna che li ha già inviati affanculo?

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  2. «Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù detto Cristo?»

    A me sembra tanto che vi stanno giocando: chi disprezza compra!

    Mi ricorda una coppia di affabulatori che volevano vendermi una patacca parlando male proprio di quello che volevano propinarmi.

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  3. Bambilu
    che c'entra il Palio?........................

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  4. WW, chi è il draco della prima foto?
    Che rettile!!!!

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  5. La Russia non potrebbe aiutarci sulle aste dei titoli di Stato .

    L'Italia isolata in Europa cerca appoggi in Russia , Putin che in Italia aveva stretto rapporti sia con Berlusconi che con Prodi, ha fatto attestati di stima e spezzato una lancia in favore della solidità finanziaria , ma quando inizierà il ricatto dello spread e la speculazione potrà fare qualcosa in favore dell'Italia ?Il precedente con la Grecia non fa ben sperare.

    Durante la sua visita a Mosca di questa settimana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato che lo scopo del suo viaggio non era convincere il governo russo ad acquistare i titoli di stato italiani, che in questi giorni si trovano sotto pressione a causa della sfiducia degli investitori nei confronti dell’Italia, e la conseguente crescita degli interessi e dello spread. Secondo le indiscrezioni raccolte dai giornali, invece, spingere la Russia a investire sul debito pubblico italiano era proprio uno degli scopi della missione. Nella stessa conferenza stampa, il presidente russo Vladimir Putin ha risposto in maniera ambigua a quella che secondo molti è stata la richiesta del governo italiano, dicendo che non ci sono “ostacoli politici” al fatto che il fondo sovrano russo possa acquistare titoli di stato italiani
    Una settimana fa, durante un viaggio a Mosca, il capo della Lega Matteo Salvini era stato ancora più esplicito , in quella che era sembrata più che altro una boutade :«Se avete titoli da comprare», aveva detto Salvini a una giornalista russa, «noi abbiamo bisogno di vendere qualche miliardo di euro di Btp alle prossime aste così lo spread si abbassa e siamo più tranquilli». Da mesi esponenti del governo e delle forze parlamentari di maggioranza ipotizzano un soccorso finanziario russo per alleggerire la situazione dei conti pubblici italiani.
    Non è nemmeno chiaro se i membri di alto livello del governo ci credano davvero o se siano solo diversivi e manovre comunicative. La ragione per cui si tratta di tentativi effimeri, in breve, è che la Russia è sì un paese geograficamente molto grande e con capacità militari di primo piano, ma è un nano dal punto di vista economico
    Il PIL della Russia è più o meno pari a quello italiano – nonostante una popolazione quasi tripla – e inferiore a quello di Francia e Germania. La Russia è appena uscita da una recessione che ha messo a dura prova la tenuta dei suoi conti pubblici e che ha costretto il presidente Putin a far approvare una riforma delle pensioni con cui ha portato l’età di pensionamento per gli uomini a pochi anni dall’aspettativa di vita media (65 anni la prima, 67 la seconda: significa che un cittadino russo può aspettarsi di trascorrere in pensione in media appena due anni).
    La peculiarità della sua economia è che è in gran parte basata sull’estrazione e la vendita all’estero di gas e petrolio, due attività in buona parte in mano a società pubbliche. Soprattutto quando il prezzo di queste materie prime è alto, il governo riesce ad accumulare grandi riserve di liquidità in valuta estera con le quali può fare investimenti strategici o, se dovesse servire, aiutare paesi alleati in difficoltà.Era a questi fondi di riserva, nello specifico il Fondo sovrano russo, che Putin ha fatto riferimento durante la conferenza stampa con Conte (in teoria il fondo non può acquistare obbligazioni con un rating basso come quello dei titoli di stato italiani, ma la regola era già stata violata in passato)
    Non servirebbe comprare tutti i titoli emessi per abbassare il rendimento, basterebbe una frazione,ogni tot mesi, dobbiamo rifinanziare una parte di questo debito con delle aste che fanno il tutto esaurito e anzi, la richiesta di titoli è anche superiore all'offerta.

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  6. Il governo si sarà limitato a dire di presentarsi a una delle prossime aste per comprare qualche miliardo di titoli e per tagliare fuori qualche banca tedesca o francese per qualche asta, ma più per mandare un messaggio a Bruxelles.Putin ha detto che il suo fondo sovrano cresce di 7 miliardi di euro al mese ,cosa che non sembra vera, a guardare i dati dell’ultimo periodo

    http://old.minfin.ru/en/nationalwealthfund/statistics/volume/index.php?id_4=5830

    Ma anche se fosse, sono comunque quantità molto modeste se messe a confronto con la massa del debito pubblico italiano: 2.300 miliardi di euro, contro una dotazione totale del fondo sovrano russo di appena 67. In passato, le riserve del fondo sono state usate spesso dal governo per coprire il deficit nei periodi in cui le entrate pubbliche si erano abbassate a causa del calo nel prezzo di gas e petrolio (l’economia russa non produce grandi cose: quasi metà del bilancio pubblico russo dipende dalle esportazioni di materie prime energetiche). La BCE può teoricamente “stampare” una quantità illimitata di euro con cui acquistare titoli di stato di paesi in difficoltà. Come si dice in gergo, la BCE possiede la “potenza di fuoco” necessaria a salvare anche quei paesi che hanno un debito enorme, come l’Italia. La promessa di usare questa potenza di fuoco si rivelò sufficiente e la BCE riuscì ad abbassare gli spread senza dover acquistare un solo titolo di stato italiano per i successivi tre anni. Le riserve però sono state accumulate per una buona ragione: la Russia ha già subìto gravi crisi monetarie in passato e momenti di superinflazione, come durante la crisi del 1998, e le riserve di valuta estera servono a evitare che si ripetano situazioni del genere. Durante la crisi del rublo nel 2015, per esempio, la banca centrale russa dovette spendere fino a 5 miliardi di euro ogni settimana nel tentativo di tenere alto il valore della moneta. Sembra improbabile insomma che il governo russo decida di mettere a repentaglio questa sorta di rete di sicurezza per fare un favore a quello italiano.
    All’inizio del 2015 il primo ministro greco Alexis Tsipras, guidando un paese in grandi difficoltà economiche, chiese alla Russia un aiuto finanziario per avere più tempo e margini di manovra nella sua trattativa con le autorità europee. La Grecia, che all’epoca era al culmine della sua crisi, aveva bisogno di molti meno soldi di quanti servirebbero oggi all’Italia: nell’ordine delle decine di miliardi, più che di centinaia. Putin inizialmente sembrò aperto alla possibilità, ma quando arrivò il momento fece un passo indietro. Secondo quanto ha raccontato l’allora ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, Putin disse a Tsipras non solo che la Russia non lo avrebbe aiutato, ma che per il bene del suo paese sarebbe stato meglio che trovasse un accordo con la Germania.


    Mark

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  7. @ Bambilu hai mancato la parte pratica , una misura emergenziale che possiamo iniziare a fare tutti : sostenere chi produce in Italia, investire in chi fa in Italia e da' lavoro in Italia , preferire roba riadattata , e smicroeconomia , i soldi devono circolare e soprattutto restare in Italia o sarà la fine e nessun governo potrà sopperire alla parte che dobbiamo fare noi , popolo che deve salvaguardare la propria identità e impronta .In questo momento il problema sono Bruxelles - Francia e Germania , se la Germania avesse pagato i suoi debiti di guerra oggi semplicemente non esisterebbe, se c'è un paese che ha barato è proprio la Germania , la Germania è andata in default nel 1923 e nel secondo dopoguerra , tra i paesi che non vollero esigere il conto c'era L'Italia di De Gasperi e pure la Grecia che aveva subito enormi danni nella II guerra alle sue infrastrutture e ai suoi impianti produttivi , i Sovietici pretesero il pagamento fino all' ultimo centesimo , ventuno paesi nel '53 gli consentirono di dimezzare il debito , l'altra metà avrebbe dovuto essere pagata dopo la riunificazione , avrebbe perché Kohl si rifiutò di rinegoziare per evitare il terzo fallimento / default , anche questa volta Grecia e Italia rifiutarono di esigere e così nell' ottobre del 2010 ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del '53 . Cortesia che non ha ricambiato la Merkel con la Grecia e non sta facendo con l'Italia ora . Il debito , i parametri , sono problemi inventati di sana pianta , sono tutti pretesti per saccheggiare l'Italia ,ultima Versace che è stata ceduta , il debito è un falso problema , sanno benissimo che se volesse uscire dall'Euro è finita , l'Inghilterra li ha sfanculati , gli Usa con Trump vogliono disimpegnarsi da questo enorme mostro Totalitario di controllo , tecnocratico che stanno architettando , così che un domani anche se uno Stato vorrà reagire, semplicemente non potrà farlo perché gli avranno portato via tutto, tutti i beni essenziali. Sanno bene che un Italia in salute che si liberi da queste catene e di questi sporchi trucchi , che gli fanno terrorismo psicologico , la avviliscono , senso di colpa ( già forma di controllo di stampo ceistiano), e la accusano mentre gli stanno portando via le risorse ,gli stati dell'Est Europa sappiano che se non sosterranno L'Italia , stando zitti in cambio dei soldi Ue , si ritroveranno maree di africani in casa e non ci sarà nessuno parargli il culo. Quanto alla Francia continua a comandare e depredare in Africa
    ben 14 Stati, un tempo sue colonie, diventate indipendenti negli anni 60, ma soltanto sulla carta. Il giogo francese su questi Paesi, è soprattutto economico e monetario, ed è congegnato in modo tale da garantire a Parigi un ferreo controllo della loro moneta, oltre a un monopolio esclusivo sulle ricche materie di cui abbondano (oro, uranio, petrolio, gas, cacao, caffè), con un risultato duplice: arricchire la Francia e le sue élites imprenditoriali da un lato, con uno smisurato trasferimento di ricchezza (circa 500 miliardi di dollari l'anno, secondo alcune stime); dall'altro impoverire fino alla miseria i popoli indigeni, che sono così costretti a fuggire per fame verso l'Italia e l'Europa, in cerca di fortuna.
    A questo sfruttamento sistematico della Francia, ha detto Mohamed Konare in una lunga intervista rilasciata a Byoblu e ripresa da Italioggi è giunto il momento di dire basta affinché i 14 Stati, che sono ancora sotto il giogo francese, "diventino veramente sovrani, liberi di usare le loro risorse naturali per lo sviluppo delle economie locali, e non per arricchire sempre più la Francia parassitaria di Macron e i governi burattini da lei insediati in Africa" ,

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  8. solo così si potrà evitare l'esodo di Africani verso l'Europa e in special modo verso l'Italia , dove la Francia non si è dimostrata solidale , ha blindato la frontiera con Ventimiglia e non ha esitato a far morire una donna incinta non prestandogli soccorso . Il perno attorno al quale ruota l'intero sistema del controllo francese sui 14 Paesi africani è il franco coloniale, detto franco Cfa, moneta che la Francia impose alle sue colonie nel 1945, subito dopo l'accordo di Bretton Woods, che regolò il sistema monetario dopo la Seconda guerra mondiale, in origine l'acronimo Cfa stava per «Colonie francesi d'Africa», ha cambiato solo nome perché il franco Cfa ha conservato tutti i vincoli ferrei che aveva fin dall'inizio sulle economie locali, stiamo parlando di 14 Stati dell'area subsahariana e del Centro Africa, con una popolazione di circa 160 milioni di unità, per i quali la moneta ufficiale è il franco Cfa, coniata e stampata in Francia, paese che ne ha stabilito tutte le caratteristiche e ne detiene il monopolio.Il primo vincolo del franco Cfa consiste nell'obbligo per i 14 Paesi che ne fanno uso di depositare il 50% delle loro riserve monetarie presso il Tesoro francese. In pratica, quando uno dei 14 Paesi del franco Cfa esporta verso un paese diverso dalla Francia, e incassa dollari o euro, ha l'obbligo di trasferire il 50% di questo incasso presso la Banca di Francia.
    Un sistema al quale non sfugge neppure un soldo, in quanto gli accordi monetari sul franco Cfa prevedono che vi siano rappresentati dello Stato francese, con diritto di veto, sia nei consigli d'amministrazione che in quelli di sorveglianza delle istituzioni finanziarie delle 14 ex colonie.Grazie a questo trasferimento di ricchezza monetaria, la Francia gestisce a suo piacimento il 50% delle valute estere delle 14 ex colonie, investendoli massicciamente in titoli di Stato emessi dal proprio Tesoro, grazie ai quali ha potuto finanziare per decenni una spesa pubblica generosa, sovente ignara dei vincoli di Maastricht.
    E Konare ricorda che quando Angela Merkel ha chiesto ai vari governi francesi di depositare il 50% delle riserve delle 14 ex colonie presso la Bce, invece che presso la Banca centrale francese, la risposta è sempre stata un secco no.Tra i numerosi vincoli imposti dagli accordi sul franco Cfa, vi è anche il «primo diritto» per la Francia di comprare qualsiasi risorsa naturale scoperta nelle sue ex colonie. Da qui il controllo di Parigi su materie prime di enorme valore strategico: uranio, oro, petrolio, gas, caffè, cacao. Soltanto dopo un esplicito «non interesse francese», scatta il permesso di cercare un altro compratore. Ma attenzione: i maggiori asset economici di tutte le 14 ex colonie sono in mano a francesi che si sono insediati da tempo in Africa, diventando miliardari a palate (su tutti, Vincent Bolloré e Martin Bouygues).
    Se l'Italia minaccia di superare i limiti del deficit, Parigi ha già annunciato che lo farà. Il rapporto deficit/pil al 2,6% che aveva portato le finanze pubbliche francesi a rientrare nel 2017 sotto la soglia del 3% dopo 10 anni di inottemperanza ai parametri europei, il ministro dell’Economia Bruno le Maire il 28 agosto scorso ha invece ammesso che la Francia mancherà gli obiettivi concordati con Bruxelles per il 2018, cioè di ridurre il rapporto a 2,3% per invertire il pericoloso trend del debito che si avvicina al 100% del Prodotto interno lordo. Il parametro del 3% sul rapporto tra il deficit pubblico e il prodotto interno lordo fa parte del patto di stabilità e crescita fondato sugli accordi di Maastricht. Il mancato rispetto del 3% prevede una procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione europea

    Mark

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  9. Spread, mercato, debito pubblico, ricatto.
    Questa Europa massonica e giudeo-cristiana, ora anche terra islamica, ha in sé il germe della corruzione, la lebbra animica che la sta decomponendo la porterà alla consunzione.
    Da luce di civiltà, ora si trasforma in ricettacolo di putredine; nella casa dei vermi, nello spazio degli zombie culturali e dei lobotomizzati e narcolettici spirituali.
    quello che ho su menzionato è grave e reale; non parlo da pessimista, anzi l'analisi che espongo è in difetto: chi non si accorge di questa realtà vive da manipolato, ha gli occhi interiori ma, anche quelli esteriori cuciti.
    L'uomo europeo e l'uomo in generale è un animale da gregge, si, sette miliardi di pecore che camminano a testa bassa, condotte al pascolo da abili manipolatori, quei pochi, manipolati a loro volta da altri, cioè dai falsi dei delle dimensioni attigue alla nostra, che ci conducono dai pascoli al macello.
    Svegliatevi, non seguite il suonatore di flauto yahweh, l'incantatore di spiriti semita, il falso dio del male, la causa della rovina del genere umano, egregore pomposa di israel, che mira a sottomettere e depredare il pianeta terra.
    Noi Lupi Bianchi, cellule di resistenza eterna, operiamo in tutti i piani e dimensioni dell'essere, e colpiremo in modo scientifico-spirituale, dall'alto al basso, dall'infinitamente piccolo al enormemente grande,, dall'etere al fisico denso, in ogni luogo e tempo, all'interno ed all'esterno, nel pieno e nel vacuo, nel mondo della vita e in quello della morte.
    Noi siamo gli anticorpi degli universi, figli del Grande Sole Cosmico, le torri di Thule, i cunicoli di Agarthi.
    il nostro segno è la swastika; simbolo del Grande Sole Cosmico e del suo muoversi.
    Attenti quelli dal sangue del serpente, noi siamo sempre in azione, anche in questa notte di Kali Yuga.
    Gli Antichi Lupi Bianchi: guerrieri della Swastika, il Grande Simbolo del Sole Cosmico

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  10. Sbattere la porta in faccia e andare contro un governo nato dalla reazione alle loro politiche vorra dire solo la loro volontà di annientare un Paese l'Italia che non ha alcun futuro e l'unica colpa di non aver nessun peso politico e una classe dirigenziale e politica inetta che l'ha venduta . Draghi ci ha ricordato che chi ha debito deve seguire le regole europee. Vorremmo ricordargli come si presentava la situazione al mondo alla fine del 2011 : il debito su Pil francese passava dal 68% del 2008 all'85% del 2011, quello inglese dal 35,4% al 71,4%, quello tedesco dal 65,1% al 78,7%, quello americano dal 67,7% al 96%, quello giapponese dal 192% al 232%. Tutti questi Paesi non hanno mai saputo cosa fosse l'austerity, tutti questi paesi hanno attinto al deficit a tutto spiano e nessuno ha rispettato le "regole dell'Unione europea". In nessuno di questi Paesi c'è neanche lontanamente la stessa ricchezza privata che c'è per esempio in Italia. L'esempio delle regole europee massimo è la Grecia, un Paese che dal 2010 al 2011 quando in teoria grazie alla stabilità dell'euro avrebbe dovuto fare più o meno quello che facevano gli altri ha visto il proprio debito su Pil passare dal 146,2% al 172% con la complicità di qualche leggerissima svista del Fondo monetario internazionale che purtroppo inseriva dei moltiplicatori completamente sballati (ma è solo un problema di "miopia"). Oggi la Grecia ha un'economia distrutta, un debito irripagabile, come quello della Germania dopo la guerra, e tutti gli asset di valore in mano tedesca. Fuori dall'euro almeno avrebbe tenuto gli asset di valore. Il Fondo monetario internazionale è lo stesso che ieri ci ricordava la responsabilità fiscale. Il disallineamento tra performance economica italiana e francese nel 2011-2012 è un evento unico negli ultimi 50 anni proprio quando l'Italia, che oltretutto è un Paese esportatore, faceva l'austerity. Juncker è lo stesso che nel 2016, fonte Reuters, spiegava che la Commissione europea aveva permesso alla Francia di non rispettare le regole fiscali così: "perché è la Francia". La differenza tra l'Italia e la Francia del 2011 è solo e solamente nel differente peso politico che i due Paesi avevano in Europa. La colpa dell'Italia non è non aver fatto le riforme, che in Francia non si sa neanche cosa siano, ma quella di non aver mai saputo tutelare i propri interessi in Europa, di avere una classe politica che ha ricevuto legion d'onore a mazzi e che pur di combattere i nemici interni cedeva pezzi di sovranità sostanziale che chi conta in Europa non ha mai voluto cedere neanche per sbaglio. Che l'Italia non ha fatto quello che doveva fare non c'entra nulla con la punizione divina del 2012, perché nemmeno gli altri hanno fatto i compiti.
    Ci dicono che l'euro ci garantisce stabilità. Siamo alla neolingua di orwelliana memoria . Abbiamo tempeste finanziarie che distruggono l'economia per uno 0,2% di deficit in più, in un contesto di recessione globale e di debiti insostenibili e dovremmo trovare una spiegazione che non sia politica. Se la Francia fosse in questa situazione la Bce interverrebbe o meno?
    Ci intimano :se voi italiani non fate l'austerity noi soffiamo sul fuoco dello spread e poi sono cavoli vostri. Ma di austerity si muore. L'austerity con i suoi effetti recessivi collassa le economie e fa esplodere i debiti e, causa euro, rende dipendenti dalle "istituzioni europee" e da chi le controlla. Ricordiamo che con l'euro c'è un trasferimento di valore evidente da periferia a centro che si esemplifica massimamente nei rendimenti negativi del Bund. Con l'euro si incentiva la spoliazione degli asset di valore neutralizzando l'effetto cambio.

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  11. Salvini e di Maio non sarebbero dove sono senza l'austerity folle e in palese malafede del 2011. Sono ovvietà di cui però spesso ci si dimentica. Qualsiasi cosa abbiano detto o fatto o faranno di sbagliato, e non saremo noi a ometterlo, non modifica il giudizio storico sull'epopea dell'Europa degli ultimi dieci anni. Non cancella l'orrore degli squilibri in cui tutti gli stati sono nominalmente uguali, ma in cui c'è sempre qualcuno più uguale degli altri. Forse come dicono i Piu Europa , gli Europeisti , gli Artefici della Distruzione ignobile di una Nazione con tanto di sostituzione etnica finale che ancora sbraitano e si dimenano dai banchi dell' opposizione come dalle poltrone delle tv in prima serata a questo governo ci resta davvero altro che fare il tifo per le "élites" e poi però emigrare come sogna inevitabilmente la stragrande maggioranza degli studenti italiani che forse di queste cose non capisce molto ma comprende benissimo che a queste condizioni non c'è futuro in Italia e per l'Italia, ma fuori forse sì. Chi rimane qui ripaga debiti destinati a rimanere irripagabili, con una valuta che è il marco tedesco e i tassi di interesse del Venezuela e quando c'è la crisi si fa una bella politica economica prociclica e recessiva; per sempre. Chissà fino a quanto durerà il magico mondo del mercato unico del lavoro europeo se l'Italia scoppia e al posto di qualche centinaia di migliaia di nigeriani o siriani, i Paesi del nord Europa saranno sommersi da qualche centinaia di migliaia di giovani italiani. Ci accoglieranno a braccia aperte, tedeschi e francesi, in nome dell'accoglienza? Anzi no. In nome dell'"Europa" che come è noto coincide con l'euro. Che ci ha risparmiato le guerre, con il piccolissimo dettaglio della Nato, degli Americani e delle loro Bombe Nucleari (che ci piaccia o meno), per consegnarci la peggiore guerra possibile: la guerra civile.



    Mark

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  12. L'impennata dello spread non ha avuto quasi nulla a che fare con la bocciatura da parte dell'Ue del Def. Purtroppo. Purtroppo perché la dinamica che lo sottende è molto peggiore. La Cina sta attraversando il continuo aumento - ormai record - del numero di default obbligazionari legati al ramo immobiliare, nascosti in quel casinò legalizzato che si chiama sistema bancario ombra. Pechino ha dato vita a una politica di contrazione monetaria proprio per sgonfiarlo in maniera controllata, ma l'operazione pare non riuscire. Anzi, sta inviando scossoni in senso contrario ai mercati mondiali, già in fibrillazione per la politica micidiale della Fed che sta facendo esplodere i rendimenti obbligazionari globali e schiantando le valute dei mercati emergenti. Insomma, un cocktail potenziale devastante. Ora, bisogna sperare che tutto questo sia propedeutico unicamente al raggiungimento di un caos tale a livello globale da giustificare un nuovo round di politiche espansive. Altrimenti sono davvero guai seri. Altro che spread è Def. In perfetta contemporanea con la pubblicazione dell'ennesimo dato record sulla disoccupazione Usa, accadeva infatti questo: arrivava a compimento una tre giorni in cui, nel silenzio dei media (tranne, ovviamente, quelli settoriali), i tassi di interesse sulle obbligazioni a livello globale sono letteralmente esplosi.

    In parole povere è stato perso valore di mercato nell'obbligazionario mondiale per 876 miliardi di dollari, il peggior shock sul VaR dall'elezione di Donald Trump, un tonfo che ha incenerito il corrispettivo dei profitti mark-to-market di un anno e ha spedito il valore aggregato dei bond globali a 48,9 triliardi di dollari, il più basso da ottobre 2017. Insomma, un bagno di sangue.
    Avete sentito un fiato al riguardo al telegiornale? Letto una riga sui quotidiani? Nulla. In compenso, ovunque veniva sbandierato il 3,7% di disoccupazione Usa.
    Cosa sia il VaR è semplice, significa value-at-risk ed è il prezzo a cui viene iscritto un asset a bilancio da chi lo detiene, ovvero quell'indicatore ci dice il range di prezzo entro il quale è profittevole tenere quella security nei libri, quando è neutrale e quando invece è ora si sbarazzarsene, prima di restare con il cerino in mano (ovvero, il momento in cui solitamente vi chiamano dalla banca per proporvi l'affare del secolo).
    Quello vissuto fra mercoledì e venerdì della scorsa settimana è stato il peggiore shock sul VaR da quello seguito all'elezione inattesa di Donald Trump alla Casa Bianca: peccato che, all'epoca, tutti i media ne parlarono con toni allarmistici. Il redde rationem relativo alla profondità e alla sistemicità di quell'evento lo avremo presto, oggi i mercati cinesi tornano in piena operatività con il loro carico di obbligazioni spazzatura, quasi tutte legate al settore immobiliare, ben nascoste nel sistema bancario ombra che il governo e la Pboc stanno cercando disperatamente di far sgonfiare senza che esploda.
    Il livello di bolla obbligazionaria raggiunto è tale che un aumento dell'1% (100 punti base) sui rendimenti dei bond a livello globale può scatenare la correzione più severa sul reddito fisso degli ultimi 40 anni, ai valori attuali del mercato obbligazionario mondiale, la perdita potenziale potrebbe infatti arrivare a 4 triliardi. Se il mercato obbligazionario sarà il canarino nella miniera di fine corsa per Wall Street, i cui segnali di debolezza cominciano a farsi sentire nel suo comparto trainante, quello tecnologico delle Faang che lo hanno sorretto per trimestri e trimestri , Moscovici, Juncker e la letterina sul Def saranno veramente l'ultimo dei nostri problemi. E per vedere lo spread, occorrerà il binocolo.

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  13. L'Italia può tirare un sospiro di sollievo ma salvo disastri inenarrabili , ci sarà da parlarne il meno possibile ormai infatti, siamo al ridicolo ma anche a un potenziale punto di svolta, l'esecutivo italiano pare intenzionato a morire sulle barricate di una manovra inutile e dannosa perché dettata solo da soddisfare il proprio tornaconto elettorale .In un Paese in cui la Guardia di Finanza ha certificato che 6 "poveri" su 10 tali in realtà non sono, garantire il reddito di cittadinanza pressoché a pioggia, senza alcun controllo reale (se vogliamo essere seri, in un Paese dove nemmeno si controllano i biglietti sul tram), è uno schiaffo in faccia a chi lavora. O magari si vede pagato quel lavoro una miseria o ancora saldato a 3-4 mesi. Secondo, se fai un condono, la smetti con le sedicenti rivoluzioni e i "cambiamenti" e dici chiaro e tondo che vuoi fare cassa: ma la si fa con le briciole che questo condono porterà allo Stato? Se sì fa, lo si fa come si deve .Per quanto , manettari , legalisti e legulei storcano il naso ,venire incontro a quei piccoli imprenditori e artigiani strozzati da cartelle esattoriali e banche che non concedono credito è non solo giusta ma sacrosanta, anzi da ampliare. Semplicemente perché se non cresce l'economia, non puoi ripagare i debiti.
    Nel salotto televisivo di Bruno Vespa, sempre l'onorevole Giorgetti ha confermato ciò che già le carte dicevano chiaro: a fronte del deficit del 2,4%, il Governo stima infatti una crescita dell'1,6%. Totalmente irrealistica.
    Non fosse altro perché in manovra non c'è nulla che deponga a favore di un moltiplicatore serio e reale e che la stessa Germania ha abbassato le sue stime di Pil dal 2% all'1,8%, stando la congiuntura globale al ribasso e l'acuirsi delle tensioni commerciali. Quindi, l'Italia del reddito di cittadinanza per chi si gratta sul divano o, peggio, lavora già in nero, dovrebbe crescere più o meno al pari della Germania: poi spegnete la Playstation, però.
    E cosa accade, invece, se la crescita sarà inferiore, portando come conseguenza un'incidenza del deficit maggiore del 2,4% presentato e che si è giurato di non superare? Lo ha confermato l'onorevole Giorgetti: interverranno degli "automatismi" di tagli alle spese che non consentiranno al deficit di superare la linea Maginot comunicata all'Unione. E sapete cosa sono gli "automatismi"? Lo ha detto chiaro Giorgetti, sono tagli lineari, ovvero la mannaia indiscriminata sui servizi che lo Stato ci offre o dovrebbe garantirci. E questo sarebbe il Governo del cambiamento?
    E non basta, perché consci che dovranno tagliare e consci altresì che il condono porterà la briciole, i nostri su cosa stanno già intervenendo per fare cassa emergenziale? Sigarette, 5G e giochi! Fumano solo i ricchi, a vostro avviso? Usano Internet solo i ricchi? Il gratta e vinci lo comprano solo i ricchi?
    Non è, di fatto, una patrimoniale diluita e diffusa, essendo beni di larghissimo (ancorché voluttuario) consumo?
    Svegliatevi, vi stanno non solo prendendo in giro, ma anche preannunciando una patrimoniale d'emergenza, con il loro continuo richiamo al grande patrimonio privato italiano: non a caso, citato chiaramente da Moody's come "cuscinetto" potenziale contro le crisi di liquidità di banche e Stato. Quando in pochi hanno iniziato parlare di 1992 in salsa 2.0 all'orizzonte, ovvero di fase terminale della spogliazione della ricchezza dell'Italia? In tempi decisamente non sospetti. La Commissione Ue, dal canto suo, ha poco da parlare, è terrorizzata dal voto di maggio, ha basato la sua intera strategia sul fantomatico "piano Juncker", ovvero un enorme veicolo speciale di investimento totalmente a leva, di fatto un hedge fund guidato da ubriachi, il quale si è sostanziato in un fiasco clamoroso, oltre che in un oltraggio a qualsiasi intelligenza economica media,una tempesta perfetta un simposio di incapaci. Strumentale a cosa?

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  14. Strumentale a cosa? Aggiungiamoci il fatto di far percepire all'opinione pubblica che la crisi in atto sia l'ennesima, dopo quella del 2011, crisi dei debiti sovrani e dei governi, quando invece è una crisi di liquidità e tutta finanziaria. Il motivo? Far pagare a voi il conto, come sempre.
    L'indice europeo delle banche è al minimo da due anni e il grafico ci mostra come ormai l'andamento sia chiaro: la crisi in atto nel comparto strategico del credito è strutturale e sistemica, capitanata da quel colosso dai pieni d'argilla e dai bilanci zoppicanti di Deutsche Bank, crollata al Dax dopo la presentazione della trimestrale.
    E i prestiti allegri delle banche spagnole? Dei Btp in pancia a quelle francesi o belghe, le quali devono fare i conti anche con il ricasco sociale che avrà la prossima crisi su imprese e famiglie, visto che proprio Parigi e Bruxelles sono epicentri delle criticità europee legate al debito privato? Molto più comodo puntare il dito solo sull'Italia e sulla sua manovra che non sta alla regole, invece di dire chiaramente che, nonostante tutta la liquidità della Bce, lorsignori sono ancora alla canna del gas, il tutto senza che l'economia abbia sicuramente vissuto alluvioni di credito per ripartire seriamente. Attenti a Generali , il bersaglio finale è quello. E con esso, il controllo (reale, altro che Parlamento) del Paese. Giorgetti l'altra sera, quando ha dichiarato che «se lo spread arrivasse a 400, le banche italiane andrebbero ricapitalizzate». Giorgetti vuole la fine del nostro sistema bancario? No, vuole che quel livello, già oggi tutt'altro che distante, divenga incubo quotidiano, senza essere raggiunto. Per una ragione semplice: sfruttare in quel modo il clima d'emergenza e l'alternativa della patrimoniale da vendere come spauracchio agli italiani, per costringere il Governo a cambiare la manovra e svuotarla di tutte le idiozie pentastellate, reddito di cittadinanza in testa (che vede il Nord contrarissimo).
    Poi, Di Maio e soci trarranno le conseguenze, ma con la spada di Damocle di prendersi, in caso di mancato ripensamento, la responsabilità politica del potenziale rischio vitale per le nostre banche, fughe di capitali in testa. Insomma, l'incarnazione dell'irresponsabilità. Con somma gioia del Paese, la fine della follia grillina al potere. Chissà se adesso, dopo il declassamento-farsa di Moody’s, l’avete capito che è tutta una colossale pantomima, dalla quale usciremo più poveri e più schiavi. Ma felici e sovrani, esattamente come vogliono farci credere. Così, tanto per evitare che la gente prenda davvero coscienza del mondo in cui vive e, invece di votare per rivoluzionari da condono e semi-analfabeti politici ed economici, ovvero i perfetti servi sciocchi del sistema, cominci a porre in essere davvero le basi per un cambiamento radicale. «Il declassamento di Moodys’? Lo accolgo con un sorriso. Il risparmio italiano è solido», ha dichiarato il ministro Di Maio, uscendo dal Consiglio dei ministri di sabato. Fossi in voi, comincerei a tremare. E a controllare l’internet banking nelle notti del fine settimana, a istituti chiusi: la “sindrome Amato” da prelievo emergenziale è già nell’aria.
    Lo spread ormai conta poco, almeno sul medio periodo. Perché Moody’s con la sua nota ha certificato che l’Italia, in realtà e se volesse davvero arrivare allo scontro, non avrebbe poi così tanto da temere. Quantomeno, nell’ambito strettamente europeo che la vulgata corrente di governo vuole venderci come nemico pubblico numero uno e ostacolo verso un futuro di unicorni e cieli azzurri. L’Ue sta facendosela letteralmente addosso, minaccia senza costrutto, colpisce a caso e il più delle volte a vuoto, facendo roteare il pugno in aria tanto per provare a impressionare. Ma fa solo tenerezza, come certi pugili suonati che rivivono le glorie del passato dentro i bar di periferia.

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